Ridi
Qualche giorno dopo, finita la colazione, salii in camera e notai sulla scrivania il libro che mi avevano regalato Rebecca e Elda. Non avevo nulla da fare in quel momento, così decisi di dargli un'occhiata, curiosa di scoprire se davvero avrebbe potuto aiutarmi.
L'introduzione sembrava il riassunto della mia vita:
Siete innamorate ma lui non vi considera? Sì!
Vi impegnate per apparire ma lui nemmeno vi guarda? Sì!
Magari siete già state rifiutate da lui? Sì!
Se non riuscite a togliervelo dalla testa, allora ecco alcuni consigli per fare entrare voi nella sua di testa.
Primo capitolo: Ridi alle sue battute anche se non sono divertenti.
Scorsi velocemente tutto il testo che spiegava come farlo senza forzature e anche come utilizzare il linguaggio del corpo senza apparire innaturali, ma quando stavo per iniziare il secondo capitolo, il mio cellulare cominciò a squillare insistentemente, così risposi, riconoscendo immediatamente la voce di Michele.
"Ciao macarons! Muoviti ad uscire, io e Sofi ti aspettiamo al solito bar per pranzo" riagganciò senza neanche aspettare una mia risposta, sapeva già che sarei andata da loro.
Mi cambiai, sostituendo i leggings con dei jeans rosa che abbinai con degli stivaletti leopardati e un maglione beige a collo alto. Mentre salutavo mia mamma, indossai un capotto, anch'esso rosa e uscii di corsa, raggiungendo il luogo d'incontro a piedi.
Michele e Sofia erano già seduti a un tavolo vicino alla finestra, che dava direttamente sulla strada dalla quale ero arrivata e mi accolsero con baci e saluti.
"Allora cos'è questa storia dei macarons?" chiese Sofia, sorridendo divertita.
"È una storia d'amore" risposi facendo tintinnare davanti al suo viso il mio polso con il braccialetto che mi aveva regalato Alessandro.
"Ma è favoloso!" esclamò Michele afferrando il mio braccio e avvicinando il gioiello ai suoi occhi per studiarlo meglio. Lui adorava il termine favoloso e non perdeva mai occasione di utilizzarlo, anche a costo di diventare ripetitivo.
"Da dove arriva?" mi chiese curiosa Sofia, anche se dal suo sguardo capii che aveva già qualche idea sulla sua provenienza.
Stavo per rispondere quando fece il suo ingresso Alessandro, con un cappellino di lana calcato sulla testa e la mani infilate nelle tasche della giacca. Si diresse al bancone senza guardarsi intorno, ma io l'avevo visto eccome.
Pensai che fosse destino, ci ritrovavamo sempre nei soliti luoghi, ma poi la parte razionale del mio cervello mi ricordò che in realtà eravamo cresciuti insieme e eravamo entrambi piuttosto abitudinari, lui in particolare, quindi era facile frequentare gli stessi posti di sempre.
"Beth, c'è..." iniziò a dire Michele, seduto di fianco a me, anche lui con gli occhi rivolti verso Alessandro, ma quando si girò verso di me, notando il mio sguardo trasognato, pensò che non fosse necessario finire la frase.
Sofia, che era di fronte a me, non ebbe bisogno di voltarsi per capire di chi stavamo parlando, ma si affrettò a dire: "Se non si è accorto di noi, forse è meglio non..."
Non la ascoltai nemmeno e interruppi subito le sue constatazioni gridando: "Ciao Ale!" e nel contempo sventolando il braccio per essere sicura di catturare la sua attenzione.
Lui sussultò sorpreso e spostò gli occhi su di noi, prese il sacchetto che la barista gli stava porgendo e si avvicinò al nostro tavolo, fermandosi di fronte. "Ciao ragazzi, tutto bene?"
"Mangi con noi?" domandai, guadagnandomi delle occhiate di disapprovazione dai miei amici. Alessandro si mostrò un po' titubante, poi sollevò il sacchetto e disse: "In realtà avevo appena preso qualcosa da portar via... ma se per voi non è un problema, mi fermo volentieri"
Sofia si spostò sulla sedia di fianco, in modo da lasciare Alessandro di fronte a me, che si accomodò e posizionò sul tavolo davanti a sé un panino avvolto nella stagnola.
Michele chiamò la cameriera per ordinare, poi spostò la sua attenzione su Alessandro, chiedendogli: "Allora, come ti vestirai per la tua festa domani?"
Il giorno dopo sarebbe stato capodanno e come succedeva da diversi anni, i genitori di Alessandro andavano in vacanza da qualche parte per accogliere il nuovo anno, e lui ne approfittava per ospitare i festeggiamenti a casa sua. Solitamente erano molto movimentati, alcolici e duravano fino a notte fonda, per questo aveva preso l'abitudine di ospitare parecchie persona a dormire. Nonostante casa sua fosse abbastanza grande, non c'era mai posto per tutti, quindi qualcuno si ritrovava sempre sul pavimento.
Inutile dire che io e i miei amici ci fermavamo sempre per la notte e l'anno scorso avevo anche provato a conquistarmi un posticino nel letto di Alessandro, ma avevo trovato la porta chiusa. Sapevo per quale motivo, sicuramente una conquista, ma avevo deciso di cancellarlo dalla mia mente: meno sapevo, meno soffrivo.
"Pensavo di indossare direttamente il pigiama" rispose ironico Alessandro, sottolineando quanto poco ci avesse pensato al suo outfit per la serata.
Stavo per rispondere che anch'io avrei fatto lo stesso, quando ricordai il suggerimento del libro. Scoppiai a ridere in maniera abbastanza rumorosa e poco aggraziata, facendo addirittura spaventare Michele e guadagnandomi un'occhiata sconvolta da Sofia.
Alessandro corrugò le sopracciglia e mi guardò perplesso, ma io non contenta allungai una mano e la posizionai sul suo braccio, in maniera del tutto innaturale. La confusione sul suo viso aumentò così tanto che capii di aver esagerato.
Accidenti!
Quando tornai a casa quella sera, ripensai al mio comportamento e realizzai che il primo capitolo del libro era stato un fallimento, ma era stata tutta colpa delle mie scarse doti da attrice. Valeva la pena continuare la lettura e tentare con qualche altro stratagemma.
Misi il pigiama e mi infilai sotto le coperte, leggendo attentamente i suggerimenti successivi del volume.
Capitolo due: il rosso è un colore che esercita grande attrazione. Prova con un vestito o, se non vuoi osare troppo, opta per un rossetto rosso o un paio di scarpe, o anche semplicemente una passata di smalto sulle unghie, qualsiasi cosa può servire per attirare la sua attenzione.
Il rosso quindi... avevo diversi vestiti di quel colore e non mi spaventava l'idea di apparire, inoltre, quale momento migliore se non la festa da Alessandro per sfoggiare il mio abbigliamento da conquista?
Mi addormentai con un sorriso sulle labbra, aspettando con ansia la sera successiva: sarei stata una vera calamita di sguardi!
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