Penso che siamo soli ora
"Ma guardate quanto è buio!" esclamò Michele, avvolgendosi stretto il telo intorno al corpo e fissando il mare scuro, illuminato solamente dalla debole luce della luna.
"Entriamo, facciamo una nuotata e usciamo" cercò di convincerlo Mattia che era già con i piedi immersi.
"Una nuotata? Sei matto? Io mi intingo leggermente e esco subito!" gridò Michele in preda al panico. Aveva sempre avuto una leggere paura del buio, ma non credevo gli facesse questo effetto.
Alessandro e Alberto si stavano godendo la scena seduti sulla sabbia, mentre io e Sofia eravamo in piedi, più vicino a Michele, per prenderlo un po' in giro.
"Dai Miky, cosa vuoi che ci sia, al massimo incontri qualche squalo" lo schernì la mia amica, strappandomi una risata.
"Meritereste voi un bagno nell'oscurità dopo lo scherzo che mi avete fatto. Siete cattive!" esclamò lui, avvicinandosi all'acqua e scrutandola attentamente.
"Non è nemmeno fredda" disse Mattia che stava già immergendo la testa.
Michele si addentrò fino alla pancia e rabbrividì, portandosi le mani sulle braccia "È gelata!"
"Miky, devi entrare fino alle spalle, almeno!" gridai per riportare la sua concentrazione sulla punizione.
"Anche noi" mormorò Alessandro al mio orecchio, facendomi sussultare. Non mi ero nemmeno accorta che si era avvicinato a me, ma non feci in tempo ad elaborare la cosa, che lui portò un braccio sotto le mie ginocchia e uno dietro la mia schiena, sollevandomi dalla sabbia.
"Ale! Ma cosa...?" la mia frase fu seguita da un urlo perché si mise a correre, trascinandomi in mare insieme a lui. La sorpresa e l'impatto con l'acqua fredda, mi tolsero l'aria dai polmoni e, quando riemersi trovai Michele e Mattia che ridevano di gusto, mentre Sofia era sconvolta tanto quanto me.
Alessandro e Alberto ci avevano fregato, ma essere circondata dal buio, al contrario di quello che succedeva a Michele, mi creava una sensazione di pace. Mi lasciai andare sulla schiena e galleggiai trasportata dalla corrente, osservando il cielo stellato sopra di me.
La quiete fu subito spezzata da Michele che si mise a correre goffamente verso la riva, gridando agitato: "Una medusa! Ho sentito una medusa!"
Quasi sicuramente era una visione di Michele, ma nel dubbio, decidemmo di seguirlo tutti sulla spiaggia, avvolgendoci poi, a turno, negli unici teli che avevamo portato.
Nonostante tutto, ero felice di essere circondata da queste persone: i miei più grandi tesori.
Il giorno dopo passò abbastanza tranquillamente, eravamo tutti emozionati per la serata che si prospettava, avevamo deciso di andare in una delle discoteche più belle del posto e per l'occasione avevo deciso di sfoggiare uno dei miei outfit migliori: un abito a tubino, aderente e corto, con uno spacco per lato, all'altezza della vita, a forma di rombo e una generosa scollatura, sostenuta da due sottili spalline.
Il vestito era verde, ma lucido, cosicché la luce si rifletteva su di esso, attirando tutta l'attenzione. Avevo completato il tutto con un paio di zeppe blu elettrico e un rossetto dello stesso colore, che si abbinava divinamente con la mia pelle abbronzata.
I capelli erano legati in una coda alta, come tutte le volte che andavo a ballare, per evitare che mi dessero fastidio, in modo da poter ballare senza problemi tutta la sera.
Michele si era agghindato con una camicia bianca, cosparsa di fili sottili d'argento che pendevano da ogni parte, creando uno strano bagliore ad ogni suo movimento, mentre Sofia era rimasta più sobria, optando per un vestitino giallo con una gonna a palloncino.
I ragazzi dovevano tutti indossare la camicia per poter entrare, perciò anche Alberto, Mattia e Alessandro ne portavano una, e dovevo dire che all'ultimo ragazzo, in particolare, stava proprio bene. Era nera e non troppo aderente, ma metteva comunque in mostra le sue spalle larghe, mentre le maniche erano leggermente arrotolate, lasciando intravedere qualche muscolo.
Mi sorrise allegramente notando che lo stavo fissando, seduti sul taxi che ci portava a destinazione, lungo le strade buie della città costiera. Era mezzanotte passata, ma non saremmo entrati prima dell'una di notte, quando partiva la vera musica. Da quando eravamo diventati abbastanza grandi per poter entrare nei locali, venivamo a questa serata tutte le volte che la facevano: la notte dedicata alla musica anni '80, anni '90.
La macchina si fermò nello spiazzo davanti all'ingresso e dopo aver pagato, scendemmo emozionati e ci prendemmo qualche secondo per sistemare i vestiti.
Una volta entrati, rimasi senza fiato, come ogni volta che mettevo piede dentro quel posto fantastico: la discoteca era stata ricavata dalla roccia, ed era quasi tutta all'aperto, formata da tante scale in pietra che salivano e portavano a divanetti pieni di cuscini e tavolini.
Ogni tanto appariva qualche pista da ballo, in tutto erano cinque, circondate da alberi verdi e pieni di fiori e lucine. Anche i vari banconi dei bar e i bagni erano nello stesso stile, sembrava quasi di stare in un castello.
La musica pompava nella casse, sparse ovunque, e subito ci mettemmo a ballare, gridando i testi delle canzoni che conoscevamo. Se mai avessi dovuto descrivere una serata divertente, sarebbe stata sicuramente quella.
Dopo aver bevuto qualche drink, persi di vista gli altri, e rimasi da sola con Alessandro, su una delle tante piste da ballo, muovendomi al ritmo di I think we're alone now di Tiffany.
https://youtu.be/wsi43H9FTtE
Mi allontanai da Alessandro, muovendo i fianchi in modo sensuale e alzai le braccia sopra la mia testa, abbassandole lentamente.
That's what they say when we're together (Questo è quello che dicono quando siamo insieme)
And watch how you play (E guardano come giochi)
They don't understand (Loro non capiscono)
Girai su me stessa seguendo il ritmo della canzone e gli feci segno con il dito di avvicinarsi, fissandolo maliziosamente. Notai quella scintilla accendersi nella sue pupille.
And so we're... (E quindi noi...)
Running just as fast as we can (Corriamo solo più veloce che possiamo)
Holdin' on yo one another's hand (Tenendoci per mano)
Alessandro si fermò davanti a me, sovrastandomi con la sua altezza, ma mantenendo lo sguardo basso, verso il mio viso, come incantato dal mio carisma.
Tryin' to get away into the night (Provando a scappare nella notte)
Lui portò le mani sui miei fianchi, mentre io agganciavo le mie braccia dietro al suo collo, esattamente nel momento in cui dalle casse uscivano le seguenti parole:
And then you put your arms around me (E dopo metti le tue braccia intorno a me)
And we tumble to the ground (E cadiamo per terra)
Mi spostai verso di lui per far aderire i nostri copri, muovendoci insieme con la musica, accompagnata dai battiti dei nostri cuori, vicini, scanditi dalla stessa frequenza.
And then you say (E poi dici)
I think we're alone now (Penso che siamo soli ora)
There doesn't seem to be anyone around (Non sembra esserci nessuno introno)
I think we're alone now (Penso che siamo soli ora)
The beating of our hearts is the only sound (Il battito dei nostri cuori è l'unico suono)
E invece eravamo circondati dalle persone, ma non me ne rendevo nemmeno conto. Vedevo solo gli occhi azzurri di Alessandro, il suo sorriso sexy, le sue labbra invitanti...
Look at the way (Guarda come)
We gotta hide what we're doin' (Dobbiamo nascondere quello che facciamo)
'Cause what wound they say (Perché che cosa direbbero)
If they ever know (Se solo sapessero)
Spostai una mano tra i suoi capelli, accarezzandoli leggermente, mentre lui percorreva ogni linea del mio corpo, soffermandosi sul mio fondoschiena.
And so we're (E quindi noi)
Running just as fast as we can (Corriamo solo più veloce che possiamo)
Holdin' on to one another's hand (Tenendoci per mano)
Alessandro incurvò leggermente la schiena per raggiungere il mio viso e si avvicinò lentamente alle mie labbra, respirando affannosamente sulla mia pelle.
Tryin' to get away into the night (Provando a scappare nella notte)
Le nostre labbra si sfiorarono, provocandomi brividi sparsi in tutto il corpo, ma prima che potessero toccarsi completamente...
And then you put your arms around me (E dopo metti le tue braccia intorno a me)
... qualcosa ci travolse all'improvviso.
And we tumble to the ground (E cadiamo per terra)
Mi ritrovai sul pavimento di pietra dura, schiacciata da Michele che blaterava parole insensate e non accennava a togliersi dal mio corpo.
"Michele, sei ubriaco?" domandai mentre cercavo di togliermelo di dosso, senza grandi risultati. Lui non era sicuramente collaborativo.
Fortunatamente Alessandro venne in mio aiuto e mi afferrò per le spalle, issando Michele in posizione eretta, barcollante, ma finalmente lontano.
Dopodiché si voltò verso di me e si chinò per soccorrermi, ma Michele perse nuovamente l'equilibrio, sbilanciandosi verso di lui, così Alessandro lo afferrò al volo per evitare che crollasse nuovamente su di me.
"Dannazione Miky, ma quanto hai bevuto?" domandai, più a me stessa che a lui, mentre mi rialzavo da sola.
"Ti aiuto io, tranquillo" gli disse Alessandro, passandogli un braccio sotto l'ascella e dietro la schiena per sostenerlo.
"Grazie, tesoro" rispose Michele, poi si voltò verso di lui e lo baciò.
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