Ma sei scemo?
Non potevo credere di averlo fatto! L'avevo davvero fatto? Oh cavolo... l'avevo fatto!
Alessandro si era dichiarato per la prima volta e io l'avevo rifiutato!
Provavo una nuova sensazione, sapeva di felicità e tristezza, di aspettativa e paura. Sapeva di futuro. Sapeva di Alessandro... lui mi amava!
Prima di infilarmi sotto le coperte e provare a chiudere gli occhi, presi un foglio dalla scrivania e scrissi al centro: lui mi ama! Poi lo piegai con cura e lo riposi in valigia: sarebbe tornato a casa con me, sarebbe finito direttamente nella scatola dei ricordi.
Dannazione, mi sentivo ancora come quella bambina di sette anni mentre riceveva uno stupido anello con un gattino dal suo più grande amore.
Poggiai la testa sul cuscino e cercai di prender sonno, ma un leggero bussare mi ridestò immediatamente. Poteva esserci una sola persona ancora sveglia...
"Chi è ?" domandai comunque, sollevando un po' la testa, ma non rimasi stupita nel sentire la voce di Alessandro rispondere: "Posso?"
Deglutii nervosamente. Cosa poteva volere ancora? Quante emozioni avrei dovuto incanalare nel mio corpo prima di avere un po' di pace?
"Sì" replicai velocemente, sollevando le lenzuola fin sotto al mento per nascondere qualsiasi tipo di tentazione che ora sembravo esercitare sul quel ragazzo.
Lui aprì la porta, ma rimase fermo sulla soglia, osservandomi qualche secondo prima di dire: "Non sei l'unica testarda. Preparati principessa."
Bene, dormire era impossibile se diceva così!
Il mattino dopo, mi svegliai e indossai un costume intero completamente d'oro, coprendolo temporaneamente con un prendisole rosa, semi trasparente. Scesi cautamente in cucina e trovai mia madre intenta a preparare la tavola per la colazione, mentre tutti gli altri erano ancora di sopra, ad eccezione di Sofia e Alberto che stavano armeggiando con il caffè.
"Buongiorno Be..." non lasciai finire la frase alla mia amica, la afferrai per un braccio e la trascinai nel bagno vicino al salotto, chiudendo poi la porta a chiave.
"Beth!" esclamò Sofia sorpresa "cosa cavolo succede?"
"Ieri sera Ale mi ha detto che mi ama" dissi tutto d'un fiato, guardando Sofia negli occhi in attesa di una sua reazione. Lei spalancò subito gli occhi e si portò le mani alla bocca, trattenendo a stento un gridolino eccitato. Subito dopo estrasse il cellulare dalla tasca dei pantaloncini e si mise a digitare velocemente qualcosa.
"Cosa stai facendo?" domandai perplessa, sporgendomi verso di lei per guadare lo schermo.
"Dico a Michele di venire subito in salotto" spiegò Sofia, con un sorriso complice. Conoscendo l'irrefrenabile curiosità del mio amico, non mi stupii di sentirlo chiamare il nostro nome qualche minuto dopo.
Feci scattare la serratura del bagno e gli intimai di raggiungerci. Lui corrugò le sopracciglia confuso e superò la soglia chiedendo: "Cosa ci facciamo qua?"
"Ale ha detto a Beth che la ama" disse in un soffio Sofia con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.
Sicuramente era più entusiasta di me. Io ero davvero contenta della dichiarazione di Alessandro, ma in fondo al mio cuore, sentivo che avevo sofferto così tanto per lui, che ora non ero sicura di potermi fidare totalmente. Non volevo più star male per lui.
Michele ebbe una reazione opposta rispetto a quella di Sofia: puntò i suoi occhi su di me, con fare sospettoso e poi chiese: "E noi, siamo contenti di questo?"
Mi limitai a scrollare le spalle, senza una vera risposta. Ero così spaventata!
"Non lo siamo?" domandò delusa Sofia, spostando la sua attenzione da me a Michele, in attesa di un assenso.
"Forse" mormorai ma involontariamente le mie labbra si aprirono in un sorriso. Potevo mentire alla mia testa, ma non potevo mentire al mio cuore.
I raggi del sole si riflettevano magnificamente sul mio costume, decisamente appariscente, mentre me ne stavo sdraiata sul mio telo, appena oltre la sabbia umida che spariva dentro al mare.
Non avevo ancora visto Alessandro quella mattina perché, subito dopo colazione, ero andata in spiaggia, e avevo scoperto che lui era andato a correre. Assurdo! In vacanza poi! Con questo caldo! Ma chi glielo faceva fare?
Certo, anche a me capitava di sentirmi in colpa se mangiavo la terza fetta di torta al cioccolato, ma non bastava per spingermi a fare attività fisica. L'unica che facevo volentieri era scatenarmi sulla pista da ballo.
"Vuoi scottarti già il secondo giorno?" mi chiese preoccupata Sofia, notando che era tutta la mattina ormai che stavo arenata come un cetaceo.
"Dici che sto esagerando?" domandai, sollevandomi sui gomiti per guardarla meglio. Era in piedi di fianco a me, bagnata perché era appena uscita dall'acqua, ma presto ci sarebbe ritornata.
Sofia amava nuotare, sembrava un pesce quando andavamo in vacanza d'estate, passava la metà delle giornate a galleggiare.
"No, ti sta solo uscendo un segno sul braccio... hai messo male la crema?" si informò, indicandomi una specie di rombo rosso che cominciava a intravedersi vicino alla spalla.
"Accidenti!" esclamai, mi capitava tutti gli anni.
"Vieni in acqua con noi" mi propose Sofia, perciò mi sporsi oltre di lei, giusto in tempo per vedere Michele correre fuori terrorizzato, gridando che aveva visto una medusa.
"No, credo che farò una breve passeggiata fino agli scogli" e così dicendo mi avviai lungo il bagnasciuga, godendomi ancora il sole sulla pelle.
Mi persi con lo sguardo verso quella distesa dalla mille sfumature blu e mi ritrovai a pensare quanto fosse bello e allo stesso tempo spaventoso, un po' come Alessandro.
Una volta Vincent van Gogh disse: "I pescatori sanno che il mare è pericoloso e le tempeste terribili, ma non hanno mai considerato quei pericoli ragioni sufficienti per rimanere a terra"
E io che ragioni avevo per restare ancorata alle mie paure, anziché perdermi nell'azzurro degli occhi di Alessandro?
Più ci rimuginavo, più capivo che non bastava il mio timore di soffrire, per fermare l'amore che avevo sempre provato per lui. Era l'esplosivo che innescava i fuochi d'artificio, era il principe che mi rendeva principessa, era il pasticciere che creava i macarons, era...
Presa da queste sdolcinate riflessioni romantiche, non mi accorsi che stavo camminando senza prestare attenzione, e infatti ero andata a sbattere contro qualcuno. Mi ritrovai con il sedere per terra perché la sabbia scivolosa non aveva aiutato il mio equilibrio, perciò avevo fatto una figura davanti a tutti.
Fantastico!
"Scusa" disse una voce maschile sopra di me "ti sei fatta male?"
Una mano apparve davanti ai miei occhi, così sollevai lo sguardo e incontrai quell'azzurro sul quale stavo fantasticando prima di cadere.
"Ale!" esclamai, accettando il suo aiuto per rialzarmi.
"Ci conosciamo?" domandò lui con uno sguardo perplesso ma mantenendo un sorriso cordiale sul volto.
Era impazzito?
"Sei scemo?" chiesi senza mezzi termini mentre cercavo di ripulire il mio fondoschiena dalla sabbia.
"Prima di insultarmi, dovresti almeno presentarti" replicò lui, trasformando il suo sorriso da cordiale a divertito e strizzandomi l'occhio con fare complice.
Oh cavolo, voleva partire da zero!
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