Lato oscuro
"Non puoi giocarmi un due di quadri come prima carta" si stava lamentando Mattia con Michele, che appariva decisamente offeso.
"Si chiama strategia" precisò il mio amico, con tono risentito.
"La strategia per perdere?" continuò Mattia che, a quanto pareva, era abbastanza competitivo.
"Sei fortunato, non ho nessun due" intervenni per salvare Michele, giocando una donna di fiori.
"Io invece sì" disse Mattia, mostrandoci un due di picche, prima di prendersi anche quello di quadri e posizionare entrambe le carte a faccia in giù, sulla sabbia, proprio di fronte a lui.
"Vedi" precisò Michele con un'espressione saccente sul volto che fece irritare il suo ragazzo.
"Si chiama fortuna, non strategia" ribatté lui.
"Beth, io sono già in difficoltà con queste carte" piagnucolò Alessandro, prima di poggiare in mezzo a noi una donna di picche.
Michele esultò e giocò una donna di quadri, facendo così scopa. Fissai allibita Alessandro che aveva seguito la mia mossa, decisamente non studiata. Anch'io ero competitiva, ma sfortunatamente a questo gioco non ero molto brava, perciò facevo affidamento su Alessandro. Forse eravamo destinanti a perdere.
"Rendiamo le cose interessanti " propose Mattia con un sorriso furbo stampato sul volto.
"Non mi piace quell'espressione" disse Alessandro, che probabilmente sapeva cosa spettarsi dal suo migliore amico.
"Chi perde, deve fare il bagno nel mare, stanotte. Illuminato solo dalla luce della luna" spiegò con voce sicura, fissandoci uno ad uno, convinto.
"Andata" rispose subito Alessandro, che sembrava non aver mai paura di nulla, al contrario di Michele, che invece rivolse un'occhiataccia al suo ragazzo, bisbigliando poi, a voce neanche troppo bassa: "Ma con il buio non si vede cosa c'è in acqua!"
"Tranquillo Miky, non perderemo noi" lo rassicurò Mattia, lanciandomi uno sguardo di sfida.
"Ma quanti anni avete?" domandò ironico Fabio, che si era fermato qualche minuto vicino a noi per prendere una bottiglietta d'acqua dalla nostra borsa frigo, prima di tornare da suoi amici.
Evidentemente pochi se ci ritrovavamo a fare queste stupide sfide. Ma, in fondo, qualsiasi cosa facessi con loro, alla fine era divertente.
Com'era prevedibile, Mattia e Michele persero la partita, anche se di pochi punti e, da quel momento, per tutto la giornata, Michele cercò di convincerci a cambiare punizione, ma noi eravamo irremovibili.
Cenammo tutti insieme, mettendo Sofia e Alberto al corrente della situazione e strappando loro una risata di scherno verso Michele, ancora impaurito dall'imminente bagno.
Decidemmo che si sarebbe svolto verso mezzanotte, perciò pensammo di occupare il resto della serata con un film, proiettato su un telo in giardino. Avevamo posizionato i nostri teli sull'erba morbida, con una serie di cuscini giganti posti dietro la schiena e la testa, per vedere meglio lo schermo.
Io mi trovavo tra Michele e Alessandro, le nocche della mia mano sfioravano casualmente le sue e non mi sarei spostata, per nulla al mondo. Bastava quel semplice contatto per provocarmi brividi in tutto il corpo.
La musica cominciò a diffondersi dalla casse, mentre i titoli testa scorrevano davanti a noi.
"Ma che film avete scelto?" chiese Mattia sospettoso, notando le risatine che sfuggivano dalla mia bocca e da quella di Sofia.
"Un momento" intervenne Michele, in allarme "questa musica è..."
La scritta Lo squalo apparve a grandi lettere sul telo, mentre la melodia aumentava la tensione, già palpabile nell'aria.
"Ah no!" esclamò risentito Michele, alzandosi dal suo telo "io, stasera, questo film non lo guardo!"
Fece per andarsene, ma Sofia lo trattenne, convivendolo a restare, a patto di cambiare pellicola. Eravamo state un po' cattive, ma la faccia spaventata di Michele, ci aveva ripagato per quello scherzo.
Per farci perdonare, lasciammo che il vero film da vedere fosse scelto da Michele, perciò poco dopo ci ritrovammo ad ascoltare Meg Ryan, alias Sally e Billy Crystal, alias Harry, nelle loro brillanti conversazioni sull'amore e sull'amicizia.
Io cercavo di concentrarmi sul film, ma la presenza di Alessandro era diventata così... presente! Anche se mi stava solo sfiorando, probabilmente inconsapevolmente, sentivo pulsare la mia mano.
Harry: "Mi racconti la storia della tua vita?"
Sally: "La storia della mia vita?"
Harry: "Ci vogliono diciotto ore per arrivare a New York."
Sally: "Con la storia della mia vita non usciamo neanche da Chicago, mica mi è successo niente finora! Ecco perché vado a New York."
Harry: "Così ti succede qualcosa?"
Sally: "Sì."
Harry: "Cioè?"
Sally: "E cioè vado ad una scuola per diventare giornalista."
Harry: "Così racconti quello che succede agli altri."
Sally: "Se vuoi metterla così."
Decisi che, se volevo davvero guardare il film senza impazzire, dovevo allontanarmi da Alessandro. Cercando di essere il più naturale possibile, spostai leggermente il braccio, ma proprio quando interruppi il contatto della nostra pelle, Alessandro mosse velocemente la sua mano, afferrando saldamente la mia.
Spalancai gli occhi per la sorpresa, e mi voltai verso di lui, ricevendo in cambio un occhiolino furbo. Mi capiva anche senza vedermi!
Harry: "Metti che non ti succede niente. Metti di vivere lì tutta la vita e non ti succede niente, non incontri nessuno, e alla fine muori come tutti i Newyorkesi: che nessuno se ne accorge finché la puzza non arriva fino al pianerottolo."
Sally: "Amanda me l'aveva detto che hai un lato oscuro."
Harry: "E' questo che l'ha attratta!"
Sally: "Il tuo lato oscuro?"
Harry: "Certo. Perché, tu non ce l'hai un lato oscuro? No, probabilmente sei una di quelle che punteggiano le "i" con un cuoricino."
Sally: "Ho anche io i miei lati oscuri, se ci tieni a saperlo."
Harry: "Ah sì? Quando compro un libro io leggo l'ultima pagina per prima. Così, se muoio prima di finire, so quello che succede. Questo, amica mia, è il lato oscuro."
Forse il mio lato oscuro era credere troppo intensamente nei miei sogni, anche quando questi sembravano irrealizzabili, forse era perseverare testardamente sulle mie condizioni, o forse era far soffrire ripetutamente il mio cuore. Ma in quel momento, con la mia mano avvolta amorevolmente da quella di Alessandro, credevo non ci fosse proprio un lato oscuro.
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