Incomprensioni
Passai la vigilia di natale a casa dei miei nonni, insieme ai miei genitori e Fabio. Nonno Pietro mi regalò dei soldi, di nascosto, che sapevo avrei speso in cibo, mentre nonna Claudia non smetteva di fare complimenti a me e mio fratello. Eravamo proprio dei bei ragazzi secondo lei. Non potevo che concordare!
Il giorno di natale mi svegliai euforica, amavo l'atmosfera di questa festa, ma soprattutto aspettavo con ansia il pranzo, con tutte le cose buone che papà ordinava, con largo anticipo, nel suo ristornate preferito. Sfortunatamente le mie aspettative si vaporizzarono non appena misi piede in cucina e trovai mia mamma con il grembiule adesso e un mestolo in mano, circondata da vapori che uscivano da varie pentole sul fuoco.
"Cosa stai facendo?" chiesi allarmata mentre cercavo qualcosa da mangiare per colazione.
"Preparo il pranzo di natale, tesoro" disse lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mi bloccai con la tazza in mano e la fissai con occhi spalancati, poi chiamai a gran voce mio padre. Quando apparve sulla soglia, sembrava aver già capito il motivo della mia ansia e allo stesso tempo pareva sconsolato.
"Lo sai cosa sta combinando la mamma?" chiesi indicandola apertamente, mentre Fabio appariva dietro mio padre e spalancava gli occhi come avevo fatto io.
"Non ha voluto sentir ragioni, dice che può benissimo farlo"
"E non farai nulla per impedirlo?"
"Scusate, sono qua davanti a voi" intervenne lei scocciata "comunque non è la prima volta che cucino"
"Amore" esordì papà avvicinandosi a lei "quest'affermazione non può certo tranquillizzarci!"
Lei si imbronciò e provò a colpirlo con un guanto da cucina, ma papà fu più veloce e la schivò, immergendo nel contempo un dito nel sugo che bolliva in un pentolino vicino.
Lo assaggiò e mi guardò schifato, ma poi fu costretto a scappare dalla cucina perché mamma, vedendolo, prese il mestolo di legno con aria minacciosa.
Come previsto, mamma bruciò quasi tutto quello che stava cercando di cucinare, e fu solo grazie all'arrivo di nonna Beatrice che il mio stomaco smise di brontolare. In meno di un'ora preparò quello che i miei genitori non sarebbero riusciti a fare in una vita intera e nel pomeriggio mi deliziò anche con una piadina spalmata di marmellata alle ciliegie!
Samuele, Carolina e mio cugino Paolo, arrivarono per cena, come da tradizione e ordinammo delle pizze, per poi dedicare la serata ai giochi in scatola, principalmente tombola e mercante in fiera. Paolo aveva tre anni meno di me ed era un ragazzo abbastanza timido, ma simpatico. Aveva i capelli corti rossi, come sua madre e il viso sparso di lentiggini, che ovviamente invidiavo tantissimo!
Lui era più legato a mio fratello che a me, per questo loro due passarono tutto il tempo a complottare per farmi perdere. Avrei voluto dirgli che non servivano i loro piani, non vincevo mai nulla.
Andai a dormire felice, ma con un senso di vuoto in fondo al cuore, Alessandro mi era mancato, era triste non vederlo il giorno di natale, però mi consolava il fatto che sarebbe venuto da noi il giorno dopo.
"Beth, non so quanto sia sano questo tuo amore non corrisposto" stava dicendo Elda, seduta sul bordo del mio letto mentre io finivo di vestirmi.
"Non importa cos'è, è quello che voglio" risposi acconciando i miei capelli in una treccia alta davanti allo specchio, che era posizionato di fianco al mio armadio.
"Essere rifiutata continuamente?"
"Non sono veri rifiuti. Sono incomprensioni"
"A me sembra che lui capisca benissimo"
"Perché non sa ancora cosa si prova ad amarmi, quando lo scoprirà, non potrà più tirarsi indietro"
Elda sospirò sconfitta e disse: "Come immaginavo, farti cambiare idea è impossibile"
Mi voltai verso di lei, giusto in tempo per vederla afferrare il sacchetto che aveva portato con sé quella mattina e porgermelo con un sorriso: "Buon natale, da parte mia e di mamma"
Lo aprii eccitata e mi ritrovai tra le mani un libro dal titolo "Non ti vuole? Ecco come conquistarlo!"
Sollevai lo sguardo su Elda che rideva divertita e realizzai con rammarico che il mio amore era così evidente che persino Zia Becky si era accorta, perché ero sicura che Elda non le avrebbe mai raccontato i miei segreti, che evidentemente non erano poi così segreti.
"Non è carino ridere delle mie disgrazie" commentai notando che Elda non la smetteva di sbellicarsi.
"Potrebbe sempre essere utile" si giustificò lei "leggilo con calma"
Scendemmo insieme, proprio nel momento in cui Alessandro fece il suo ingresso, rubando tutte la mia attenzione. I suoi capelli biondi, illuminati dal sole che filtrava dalle finestre, i suoi occhi azzurri che sapevano togliermi tutti i pensieri, le sue labbra perfette, così invitanti...
"Beth..." mi richiamò Elda, notando il mio sguardo sognante. Ma non funzionò granché, perché io continuai a guadarlo, aggiungendo anche a gran voce: "Buon natale Ale"
Gli mostrai un gran sorriso, ma fui distratta da Rebecca che passò dietro di lui, sollevando entrambi i pollici verso di me, in segno di approvazione.
Accidenti, la giornata sarebbe stata faticosa.
Con mio grande sollievo arrivai alla sera senza troppe difficoltà, anzi mi ero addirittura divertita, forse perché non c'erano mai stati momenti imbarazzanti, nemmeno con Alessandro. Avevamo passato il tempo a giocare tutti insieme al mercante in fiera, e anche questa volta avevo perso tutte le partite e poi avevamo fatto merenda con il panettone.
Quando fu il momento di andare, Alessandro si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "Beth, potresti venire un attimo di là con me?"
Annaspai di fronte ad un turbinio di emozioni contrastanti: da una parte, ovviamente, ero in estasi, ma dall'altra avevo paura di ricevere altri colpi al cuore, già debole per il recente rifiuto. Deglutii in crisi, ma alla fine il mio amore per lui vinse la paura e mi alzai, seguendolo fino a quella che era la sua camera in casa nostra.
Senza dire una parola aprì un cassetto della sua scrivania e mi prese un cofanetto con un fiocco rosa, poi tornò da me, che ero rimasta ferma sulla soglia e iniziò a dire: "Mi dispiace per come sono andate le cose tra di noi... mi dispiace di non poter essere qualcosa di più per te... spero che tu possa perdonarmi, prima o poi. Questo è un modo per scusarmi"
Mi allungò la graziosa confezione con un sorriso timido ma sincero, mentre io ero nuovamente combattuta tra la felicità e la tristezza.
Aprii il regalo in silenzio e mi ritrovai davanti agli occhi un braccialetto con tanti ciondoli colorati, che rappresentavano tutti gli aspetti del mio carattere. Tra tutti, tre catturarono la mia attenzione: un fuoco d'artificio, una corona e un macarons.
Lo guardai commossa e, presa dall'atmosfera del momento, mi avvicinai al suo viso e gli schioccai un bacio veloce sulla guancia, per poi sussurrare un grazie, di fronte alla sua faccia sorpresa.
Preparati Alessandro... questo è solo l'inizio!
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