Conto alla rovescia


"Quindi ora te la fai con Mattia?" mi chiese Michele spuntandomi alle spalle e facendomi sobbalzare per lo spavento.

"Più o meno" risposi mentre cercavo di sistemare il cerchietto che si era spostato dalla sua posizione ottimale.

Notai che sul viso del mio amico si era dipinta una certa perplessità, ma non indagai oltre. Sapevo benissimo cosa pensava di Mattia e non era nulla di buono. Ma non poteva dedurre che stavamo solo facendo finta, e sul momento, decisi di non dire nulla. Se nessuno avesse saputo del nostro piano, sarebbe risultato tutto più credibile.

"Non mi sembra una buona idea Beth. Quello non ha una bella reputazione" provò a mettermi in guardia Michele, cercando di cogliere una qualche conferma nei miei occhi.

"Stai tranquillo Miky, so quello che faccio" gli risposi con un sorriso dolce. Sapevo che si stava solo preoccupando per me, ma Mattia non poteva ferirmi, semplicemente perché non mi sarei mai innamorata di lui. Avevo già Alessandro nella testa, e la riempiva totalmente.

Avanzai lungo il corridoio, tornando in salotto e notai sull'orologio appeso al muro che era quasi mezzanotte. Le persone erano aumentate, forse perché ora si stavano raccogliendo tutte in questa stanza per accogliere il nuovo anno. 

Tra i tanti corpi che ancora si muovevano seguendo il ritmo, notai quello di Sofia, che ballava di fronte a Alberto, cercando il contatto fisico ad ogni occasione possibile.

"Forza raggiungiamo Sofi, tra poco parte il conto alla rovescia" esclamò Michele, superandomi e dirigendosi verso la nostra amica, mentre la musica veniva abbassate per lasciar spazio ai numeri.

Feci un passo per seguirlo, ma qualcosa mi trattene, o per meglio dire, una mano si avvolse intorno al mio polso, bloccando la mia camminata sul nascere.

Dal salotto mi giunse un coro di voci: dieci...

Non feci nemmeno in tempo a voltarmi per vedere chi fosse, che mi ritrovai strattonata verso le scale che portavano al piano superiore. Nove...

Davanti ai miei occhi la schiena di Alessandro, che procedeva spedito, gradino dopo gradino. Otto...

Poggiai il piede sul corridoio che conduceva alle camere del secondo piano, sempre trascinata da Alessandro. Sette...

Si girò verso di me con uno sguardo furente e fui così sorpresa che indietreggiai, ritrovandomi con la schiena contro al muro. Sei...

Alessandro annullò la distanza tra di noi e mi ritrovai con il suo respiro che mi solleticava la pelle, mentre il mio si era interrotto improvvisamente. Cinque...

Chinò la testa verso di me e poggiò i palmi delle mani sulla parete, esattamente di fianco al mio viso. Ero imprigionata, ma, in realtà, ero caduta nella sua trappola tanto tempo prima. Quattro...

"Beth" disse in un soffio, fissandomi intensamente, mentre il mio cuore galoppava ad un ritmo assurdo. Tre...

Era forse arrivato il momento che avevo tanto atteso, il coronamento del mio sogno più grande? Due...

Avvicinai le mie labbra alle sue, ma senza toccarle e rimasi ferma in attesa, aspettando che fosse lui a fare l'ultima mossa, più che baciarlo, volevo essere baciata da lui. Amata da lui. Uno...

La frase che uscì dalla sua bocca andò a scontrarsi con la mia delusione: "Cosa succede tra te e Mattia?"

Al piano di sotto sentii auguri di buon anno pronunciati a gran voce, bottiglie che venivano stappate e infine la musica che riprendeva a sovrastare qualsiasi altro rumore.

Rivolsi a Alessandro uno sguardo carico di risentimento, mentre lui era ancora in attesa di una mia risposta. Però questo suo interesse poteva rivelarsi promettente, decisi di provocarlo maggiormente.

Sollevai una mano e feci scorrere il dito sulla linea della sua mascella, in modo lento e sensuale, poi percorsi il suo mento, muovendomi verso la sua bocca e mi fermai a pochi centimetri dalla sue labbra.

Sentii il suo respiro farsi più pesante e notai le sue pupille dilatarsi. Quindi non era del tutto indifferente al mio tocco, come invece voleva farmi credere!

Istintivamente mi venne da sorridere mentre lo punzecchiavo dicendo: "Perché, sei geloso?"

Nei suoi occhi intravidi una certa confusione, forse non riusciva neanche lui a dare un nome ai sentimenti che stava provando. Abbassò le palpebre e quando le riaprì, qualche secondo più tardi, qualsiasi traccia di smarrimento era sparita, lasciando il posto alla sua solita aria strafottente.

Si raddrizzò e staccò le mani dal muro, passandone una tra i capelli come per darsi un certo contegno: "Sono geloso come lo è un fratello della sua sorellina"

Ed eccolo che ricominciava con questa maledetta storia.

"Ma non sei mio fratello, e io non voglio sicuramente essere la tua sorellina" risposi tagliente mentre mi portavo le mani sui fianchi per enfatizzare la mia frase.

"Abbiamo già avuto questa conversazione" mi liquidò lui, facendomi capire con il suo sguardo serio che non aveva voglia di parlarne nuovamente.

Bene, se era questo che Alessandro voleva, questo Alessandro avrebbe avuto. 

Strinsi le mani a pugno per trattenere il nervoso che stava animando il mio corpo, poi mi girai in direzione delle scale e tornai al piano di sotto. Non mi fermai, nonostante la voce di Alessandro continuasse a risuonare alle mie spalle, sempre più lontana man mano che mi allontanavo.

Appena misi piede in salotto, setacciai ogni persona introno a me, nella speranza di individuare la mia preda e, per mia fortuna, la mia ricerca non fu molto lunga. Mattia era dall'altro lato della stanza che sorseggiava il suo bicchiere di prosecco e chiacchierava con un paio di ragazzi che non avevo mai visto.

Marciai verso di lui senza nessuna esitazione, facendomi largo tra le persone che avevano già cominciato a diradarsi dalla stanza per occupare il resto della casa. 

Mattia mi notò quando ero ormai a pochi passi da lui e inizialmente mi rivolse un sorriso poi, notando la mia faccia determinata, corrugò le sopracciglia confuso. 

Ormai ero arrivata di fronte a lui e capii che stava per chiedermi qualcosa, ma non lasciai uscire nessun suono dalla sua bocca, mi sollevai sulle punte dei piedi, presi il suo viso tra le mani e lo baciai. Sentii i muscoli del suo volto irrigidirsi in un primo momento per la sorpresa e poi sciogliersi sotto il prolungarsi delle nostre effusioni, mentre la sua lingua si insinuava abilmente nella mia bocca.

Quando ci separammo, avevamo entrambi il fiato corto e le labbra arrossate, anche per colpa del mio rossetto che si era sparso ovunque. Mattia mi fissò negli occhi per qualche secondo, poi qualcosa catturò la sua attenzione, alle mie spalle. Sulla sua faccia affiorò un sorriso divertito, si avvicinò al mio orecchio e mormorò colpito: "Sei una ragazza decisamente pericolosa"

Girai la testa per capire di cosa stesse parlando e individuai subito Allessando fermo a metà scala, una mano sulla ringhiera, un piede rimasto sullo scalino più alto, come se si fosse bloccato di colpo mentre scendeva, folgorato dalla visione del nostro bacio, perché, nonostante non fosse molto vicino a noi, era innegabile che i suoi occhi fossero fissi su di noi.

Ma ciò che mi sembrò di scorgere sul suo viso fu... delusione. La domanda mi sorse spontanea: era deluso di sé stesso o di me?

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