Chi te l'ha detto?


"Hai baciato Mattia?!" esclamò Elda entrando in camera mia come una furia mentre stavo finendo di preparare le valigie.

"Chi te l'ha detto?" domandai confusa, interrompendo il mio disastroso lavoro. Non ero mai stata capace di organizzare bene le cose da portare via, finivo sempre per infilare nel borsone mezzo armadio, ma poi indossavo giusto un paio di cose.

Per questa vacanza in montagna poi, a casa di Alessandro, avrei dovuto mettere quasi sempre la tuta da sci, quindi cosa accidenti stavo facendo con l'abito di paillettes verde in mano?

"Mia madre" rispose secca lei, sembrava scocciata di essere rimasta indietro con questa notizia. Lei solitamente passava il capodanno con i suoi compagni di scuola, ovviamente, aveva solo quattordici anni, anche se era abbastanza precoce per la sua età. Sarà stata l'influenza di Rebecca.

"E come accidenti fa a saperlo Becky?" chiesi, abbassando la voce per evitare di far sapere a tutta la mia famiglia della mia vita sentimentale.

"Gliel'ha detto Fabio" spiegò tranquillamente Elda alzando le spalle.

"Cosa?!" era mai possibile che non ci fosse un po' di privacy in questa casa! Probabilmente aveva origliato qualche mia conversazione con Sofia o con Michele.

"E quindi com'è stato?" chiese ancora lei, curiosa di sapere il resto da me. Stavo per rispondere quando sentii Rebecca chiamare sua figlia dal piano di sotto, intimandole di muoversi che dovevano andare. Con un sospiro dispiaciuto Elda mi salutò e mi fece promettere che, una volta tornata, le avrei raccontato tutti i dettagli. Insomma per quanti dettagli si possano dire a una ragazzina.

Finii di prepararmi anch'io e scesi in cucina per cercare qualcosa da mangiare in attesa del mio passaggio. Non era ancora mezzogiorno, ma stavo già morendo di fame, non vedevo l'ora di fermarmi in qualche buon ristornate per strada.

Ogni anno Alessandro ci ospitava nel suo chalet in montagna e, se state immaginando una piccola casetta di legno con il caminetto come unica fonte di calore, allora vi state sbagliando! 

Chalet si fa per dire, perché era sì in legno, e c'era ovviamente il caminetto, ma era grande quasi quanto casa sua, aveva tre stanze con i letti matrimoniali e due con i letti a castello, tre bagni, una cucina e un salotto open space, immenso e una vista mozzafiato sulle montagne innevate. 

Si trovava in una zona abbastanza isolata del paese, per questo motivo c'era sempre una grande pace, prima del nostro arrivo ovviamente, che era previsto da lì a due ore circa, senza considerare la sosta cibo.

"Tesoro, hai portato un cappello?" mi chiese mia madre con sguardo apprensivo.

"Certo mamma" risposi per tranquillizzarla. Era il minimo munirsi di cappello, mi aveva preso per una sprovveduta?

"E i guanti? La sciarpa?" continuò lei, infilando nella tasca della mia valigia un beauty pieno di medicine in caso di emergenza.

Mi limitai a guardarla scettica per farle capire che ci arrivavo da sola a coprirmi dal freddo, se dovevo andare in un posto immerso nella neve.

"Ripetimi ancora chi ci sarà con te" intervenne mio padre, appoggiato allo stipite della porta che dava sulla cucina, con un'espressione truce dipinta sul volto e le braccia incrociate sul petto.

Quando eravamo più piccoli, andavamo a fare questa vacanza con i nostri genitori, compresi quelli di Alessandro, ma crescendo, lui aveva sentito il bisogno di avere i suoi spazi con i suoi amici, perciò ogni tanto organizzava con gli uni e ogni tanto con gli altri.

"Io, Ale, Mattia, un loro amico che mi pare si chiami Bruno, Sofia e Michele" elencai io senza neanche alzare lo sguardo dalla patatine che avevo versato in una scodella.

"Mattia? Perché mi sembra di averlo già sentito?" si domandò lui, portandosi una mano sotto al mento.

Oh cavolo, ma avevo per caso un microfono nascosto sul corpo? Come facevano a saperlo già tutti?

"È il migliore amico di Ale, per quello lo conosci" provai a divincolarmi da quella scomoda situazione, mentre mia madre mi guardava sospettosa, notando il mio disagio.

"Ma non si chiamava Alberto?" continuò a indagare papà.

"Lui è l'altro migliore amico, ma ora è in vacanza con la sua fidanzata" spiegai, evitando di mostrare ulteriore agitazione.

Ma quanto ci metteva ad arrivare Alessandro?

"Lo trovi bello, tu vuoi bacia..." cantilenò mio fratello sbucando dalle spalle di papà, ma non fece in tempo a finire quella lagna che mi precipitai su di lui, tappandogli la bocca con la mano. I miei genitori mi fissarono interdetti, mentre io minacciavo sottovoce Fabio di stare zitto, altrimenti avrei trovato un modo per vendicarmi.

E proprio in quel momento di casino, sentii la voce di Alessandro arrivare dall'ingresso: "Beth, sei pronta? Dobbiamo andare!"

Apparve poco dopo in cucina, salutando allegramente i miei e scompigliando i capelli di Fabio, che era finalmente riuscito a liberarsi dalla mia stretta.

Dopo una serie di raccomandazioni e i saluti da parte della famiglia, mi avviai verso la porta, trascinandomi dietro il mio pesante bagaglio. Alessandro mi raggiunse e lo prese al posto mio, alleggerendo la mia camminata. 

Stavamo per superare la soglia di casa quando la voce seria di mio padre giunse al mio orecchio con prepotenza: "Ale, controlla la mia Beth... tienila lontana da quel Mattia"

Avvampai imbarazzante, incredula per le parole che avevo appena sentito e cercai tutto il coraggio che avevo in corpo per trovare la forza di girarmi a guardare Alessandro, che era pochi passi dietro di me. Si era fermato con la mano sulla valigia, la mascella contratta, gli occhi socchiusi, la bocca tesa. Sembrava davvero arrabbiato.

Questa vacanza iniziava bene!

Raggiunsi le due macchine parcheggiate sulla strada appena fuori dal mio giardino e notai che erano tutti raggianti per la partenza, ma il viso di Mattia si fece ancora più luminoso quando mi vide arrivare. Evidentemente gli riusciva bene fingere di provare qualcosa per me... o forse era davvero così? Mi augurai di no.

Salutai tutti con entusiasmo, presentatomi al loro amico Bruno, ma subito dopo notai che c'era anche una ragazza che non avevo mai visto e che non sapevo nemmeno sarebbe venuta con noi.

"Ciao, io sono Beth" dissi allungando una mano che lei mi strinse prontamente, mostrandomi però una smorfia.

"Io sono Elisa" ribatté seccamente, squadrandomi da capo a piedi. Ma cosa voleva? 

Feci altrettanti e constatai che era una bella ragazza, abbastanza alta, con i capelli a caschetto neri e gli occhi azzurri e sembrava abbastanza sicura di sé dal modo in cui si atteggiava.

"Se un'amica di Ale?" indagai, o per meglio dire, cercai di sondare il terreno, era sempre meglio essere preparati.

"No" la voce di Alessandro mi raggiunse alle spalle, mentre lui si affiancava a Elisa dopo aver caricato la mia valigia nel baule dell'auto "lei è la mia ragazza"

Rimasi letteralmente con la bocca aperta e gli occhi spalancati: Cosa?!

Non era affatto preparata a questo! 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top