Capitolo 7
Seguirono il delizioso profumo di cioccolato e arrivarono in cucina dove c'era Yukiko con il grembiule da cucina e i capelli raccolti in una coda bassa che sistemava i dorayaki nei piattini pronti per essere gustati. Yukiko si girò quando li vide e agitò la mano in aria sorridendo in segno di saluto.
-Entrate! Avete intenzione di restare lì davanti la porta?-
I due ragazzi entrarono e si sedettero comodamente sulle sedie. Yukiko si sedette con loro e tutti e tre insieme iniziarono a magiare i dolcetti.
-Mamma, dov'è finita l'attrice che é in te? Con quel grembiule perdi tutto il tuo fascino!-
-Oh, tesoro della mamma, quanto sei dolce?!-
Gli rispose Yukiko in tono sarcastico. Si misero a ridere finché Shinichi non si soffocò. Ran li guardava e ammirava la loro complicità. Non ricordava se lei e la madre avevano mai avuto questa complicità. Però le sembrava difficile visto che non la vedeva spesso. Quando tutti finirono di mangiare, Yukiko, prese i piattini sporchi e li levò dalla tavola per poi tornare a sedersi a parlare un po' con loro.
-Signora lei e suo figlio avete gli stessi occhi-
-Ran suvvia, ci conosciamo da una vita dammi del tu, in quel modo mi fai sentire vecchia ahaha. Comunque è vero, è la fotocopia del padre ma gli occhi li ha presi dalla mamma, vero Shin?-
Shinichi di tutta risposta fece un lamento annoiato. Yukiko iniziò a picchiettare le dita sul tavolo e a guardarlo male, stava uscendo fuori dai gangheri.
-Solo che mi piacerebbe capire da chi ha preso la sua arroganza...-
Ran rise divertita. Lo fece apposta per prendere in giro Shinichi e vedere la sua reazione. Voleva vedere se faceva quello che avrebbe fatto con lei quando ancora aveva la memoria o se avrebbe fatto finta di niente solo per compassione.
-Smettila di prendermi in giro, Ran! Memoria o no, a te piace farmi incavolare-
E fu lui a inziare a ridere guardando il finto broncio messo sù da Ran. Lei era contenta: Shinichi aveva avuto l'esatta reazione che sperava. Era molto sincero e questa per lei era una qualità importante. La trattava per quello che era, se lo faceva scocciare glielo diceva, se lo faceva ridere lo dimostrava e se l'amava gli bastava guardarla negli occhi.
-Quindi, Yukiko, facevi l'attrice?-
-Si, cara, ho smesso quando è nato Shin perché volevo dedicarmi pienamente a lui...-
Disse l'ex attrice dando un buffetto sulla guancia di Shinichi ormai imbarazzato.
-Vabbè ragazzi io adesso esco per comprare qualcosa per la cena. Divertitevi!-
Yukiko si levò il grembiule da cucina e si sciolse i capelli rivelando la sua rara bellezza, poi prese un cappello per ripararsi dal sole ed uscì di casa.
-Cosa ti va di fare, Ran? Oh aspetta, mi sta squillando il cellulare-
Shinichi uscì il cellulare dalla tasca e rispose.
-Pronto?-
-Shinichi sono Megure, abbiamo bisogno di una mano con un caso. Abbiamo trovato un cadavere decapitato al parco di Beika, i sospettati sono tre!-
-Arrivo!-
Shinichi posò il cellulare nella tasca della felpa che portava e poi prese Ran per un braccio.
-Ti riporto a casa, Ran. Io devo andare per un caso, scusami!-
-Voglio venire!-
-Eh?-
Shinichi frenò la sua corsa verso casa Mouri e si girò a guardarla stupito. Non pensava avesse il coraggio di vedere un cadavere. Ne aveva visti tanti nella sua vita ma purtroppo non se ne ricordava, quindi, era come se ne doveva vedere uno per la prima volta. Veramente già se la sentiva? Shinichi non era convinto.
-Senti Ran, non per qualcosa ma...-
-Voglio venire! Se devo ricordare questo mi aiuterà. E poi voglio vederti mentre fai quello che ti appassiona di più e in cui sei più bravo. Voglio conoscere il ragazzo che amavo nel suo aspetto piú importante-
Shinichi restò ancora una volta meravigliato dalle sue parole. Era felice di sentirle dire che stava provando a innamorarsi di nuovo di lui. E Ran era felice di impegnarsi per quel ragazzo così misterioso. Andarono al parco insieme e Ran sembrò non scandalizzarsi piú del solito. Ovviamente le aveva fatto un po' impressione però niente di particolare. Quando la videro l'ispettore Megure, Takagi, e Sato, la salutarono felici chiedendole tutti come stasse. Tutta quella gente per lei era estranea. Probabilmente vedeva quella gente quasi sempre ma lei non lo ricordava. Peró, quando si girò a guardare il parco, le venne subito un ricordo in mente: c'erano i ciliegi in fiore, e lei si trovava piegata su una spalla di Shinichi a gridargli di tirarla giú. Sentì anche le sensazione che provò in quel momento: era sicuramente un po' infastidita ma innamorata pazza. Rise non appena fece ripassare quel ricordo nella sua mente. Voleva riprovare quella sensazione nei confronti di Shinichi perchè la faceva sentire leggera, lo desiderava tanto. Si girò a guardarlo e lui era intento a parlare a tutti mentre puntava il dito contro uno dei sospettati. Aveva già risolto il caso? Ran incredula si avvicinò per sentire.
-Ed ecco che lei, Signor Akizaya, ha attaccato lo spago che noi abbiamo ritrovato nella borsa della vittima a quell'albero all'altezza della testa della vittima-
-Sarebbero passate altre persone prima della vittima, la signora Maho, non potevo essere sicuro che nessuno passasse!-
-Il parco questa mattina, se non vado errato, è stato chiuso per la disinfestazione mensile, mi sbaglio ispettore Megure?-
L'ispettore Megure si avvicinò di più a Shinichi e gli rispose che era esatto. Ran guardava la scena da spettatore esterno. Era come guardare un film poliziesco in cui Shinichi era il protagonista. Ran lo osservava attatentamente: la sua espressione seria, il suo modo di parlare, di gesticolare con le mani o di tenerle in tasca. Gli vedeva spesso tenere le mani nelle tasche dei pantaloni, sicuramente, era una sua abitudine. Erano tutte cose che facevano capire quanto Shinichi amava quello che faceva, i dati che la sua mente elaborava. Era quello il vero Shinichi, quello che risolveva i casi tenendosi il mento con la mano. La polizia portò via il crimale e Shinichi tornò da Ran che gli sorrideva da lontano.
-Sei stato bravissimo!-
-E tu hai seguito solo la metà delle mie deduzioni, vero?-
-Come l'hai capito?-
-Sono un detective o sbaglio?-
-Eppure sei un detective o sbaglio? Sai risolvere tanti misteri e non sai capire quali sono i miei sentimenti. Ti detesto! Queste parole...le ho ricordate adesso, quando hai fatto quella domanda...non ricordo né dove, ne perché te le ho detto ma le ho come sentite!-
Shinichi le voleva rispondere ma prima doveva riprendersi. Aveva percepito un tuffo al cuore quando le sentì dire quelle parole.
-A Londra, è stato il giorno in cui ti ho detto cosa provavo per te. Ran, prima mentre ti guardavi in giro e sorridevi ne hai avuto un altro vero?-
-Si, eravamo qui credo e tu mi tenevi sulla tua spalla mentre ti urlavo di mettermi giù-
-È stato il giorno in cui ti hanno rapita-
Shinichi caricò un pugno ad un albero lí accanto facendo sobbalzare Ran. Lui stringeva i denti per la rabbia al solo ricordo di quel giorno. Avrebbe fatto catturare Vermouth, l'avrebbe fatto per la sua Ran. Ma prima doveva star vicino a Ran: lei era più importante. Lei lo osservava mentre aveva la fronte corrugata per la rabbia, faceva un po' paura. Capì subito che si sentiva in colpa per quello che le era successo. Spostò la mano di Shinichi dall'albero e poi lo guardò dritto negli occhi. Loro non avevano bisogno di parole o gesti. A loro bastavano gli occhi.
-Non devi sentirti in colpa, Shin. Sai ora inizio a capire perché mi sono innamorata di te e sono sicura che molto presto accadrà di nuovo. Non so ancora cos'è che mi colpirà come un fulmine, ma questo porta ad impegnarmi di piú per scoprirlo-
Ran avvicinò Shinichi e lo strinse a sé lasciandolo senza parole. Lui ricambiò stringela ancora piú forte ma senza farle del male. Sì, era uno di quegli abbracci che Ran dava solo a Shinichi. Erano vicini, perché erano fatti l'uno per l'altra, sarebbero rimasti insieme per l'eternità.
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