Capitolo 13
Shinichi, la mattina seguente alla chiamata di Ran, accompagnato da Shiho, andò da Eri e Goro a raccontare loro tutto quello che aveva saputo: che Ran era andata via volontariamente e che era andata con Araide e Vermouth. Disse loro anche dell'imbroglio che loro le avevano detto. Subito informarono Sonoko e la polizia che disse loro di non poter fare nulla, purtroppo: Ran era andata via di sua volontà, loro non potevano obbligarla a stare dove non voleva. Ran era riuscita a dormire qualche ora. Si era svegliata intorno alle nove, si era vestita mettendosi una gonna lunga fino alle ginocchia e una felpa, ed era andata a fare colazione in cucina. Insieme ad Araide trovò anche Sharon con i suoi capelli platino legati in una coda di cavallo, un paio di leggins di pelle neri molto attillati e un top bianco a bretelle altrettanto attillato. Diede il buongiorno a tutti sorridendo e le risposero ricambiando. Poi andò a baciare Araide: non aveva sentito niente in quel bacio ma era un altro tentativo di dimenticare il detective dell'est. Ovviamente Araide e Vermouth si lanciarono altre occhiate complici e soddisfatte senza però farsi notare da Ran. Quella mattina, lei, si sentiva sollevata. Non sapeva se fosse per il sole che era entrato dalla finestra della sua stanza illuminandole il volto o se fosse per la chiamata avuta con Shinichi qualche ora prima. Grazie a quella aveva avuto la possibilità di chiarire qualcosa e si sentiva più leggera. Si sedè a mangiare un cornetto insieme ad Araide e Sharon e poi, lui, andò a lavare i piatti lasciandole a chiacchierare.
-Senti, Sharon, vorrei chiederti una cosa-
-Dimmi, cara-
-Dato che adesso resterò qui con Tomoaki, avrei bisogno di qualcosa di mio, ma a casa non ci torno per prenderle quindi vorrei uscire-
Vermouth bevve un sorso d'acqua e poi le rispose tranquillamente.
-Certo, che puoi. Tesoro, qui non sei in carcere. Puoi fare quello che vuoi, uscire quanto vuoi. La cosa importante è che tu stia attenta a non incontrare Kudo e gli altri-
Ran la rassicurò e si alzò dalla sedia tutta contenta ringraziandola con un bacio sulla guancia. Poi sparì dietro l'angolo della stanza riapperendo poco dopo con una borsa. Salutò Sharon e Araide e uscì. Lui si avvicinò alla donna in nero e le disse qualcosa a voce molto bassa.
-Sei sicura di volerla fare uscire da sola? Potrebbe scappare ed andare da loro!-
-Stà zitto, non lo farà. Dammi un altro bicchiere d'acqua per favore!-
-Si subito!-
Ran rifletteva su cosa doveva comprare mentre girovagava per Beika. Sicuramente qualcosa da mettersi dato che lì non aveva molto e voleva andare anche dal parrucchiere a darsi una sistemata. Fortunatamente, aveva abbastanza soldi con se per fare tutto ciò. Ogni tanto le tornava in mente Shinichi ma, subito, riusciva a cacciare via la sua immagine. Entrò dal parrucchiere, aspettò il suo turno e poi fece sistemare i capelli: tagliò un pó le punte e poi lì piastrò di sotto. Pagò ed uscì sottisfatta. Adesso doveva solamente decidere dove andare a comprare dei vestiti. Per evitare di perdersi prese il cellulare e cercò la mappa della città su internet. Tenendo gli occhi fissi sul display iniziò a camminare e non si accorse di nulla e andò a sbattere contro qualcuno. Quando alzò gli occhi vide l'ultima persona che voleva vedere...o, forse, la prima e unica al mondo.
-Ran...-
Lei prese subito la busta che le era caduta a terra e fece per andare via senza riuscirci. Infatti, qualcuno, la bloccava dal braccio.
Provò a divincolarsi per liberarsi ma era inutile: la sua presa forte vinceva.
-Lasciami andare, Shinichi...-
La gente passava intorno a loro, e loro non sentivano nulla. Vuoto, solo loro due nella loro bolla. Era scomparso l'universo tranne loro.
-Non posso, non voglio-
Ran iniziò a piangere. Perché lui la rendeva così debole? Era sempre stato così? Ah, vero...quello non era lui. Lei non era mai stata con quel detective.
-Dimmi perché piangi, Ran-
-Ho paura. Ho paura che mi mancherai per sempre, che ci sarai sempre, dietro ogni viso, dietro ogni bacio, come una vecchia presenza-
Era sempre stata così brava a mostrare a parole i suoi sentimenti, le sue emozioni. Shinichi voleva urlare quello che sentiva, ma era rimasto zitto per paura di non essere capito o creduto.
-Sii sincera, chi c'è nei tuoi ricordi?-
-Tu...-
-Nessuno potrà mai cancellare le avventure che noi due abbiamo passato insieme. Neanche la tua memoria...e neanche loro-
-Shinichi voglio andare a casa, lasciami stare-
Shinichi iniziò a stringerle piú forte la mano facendole un po' male. Quando le vide stringere leggermente i denti capì e rallentò la presa senza abbandonarla.
-Quella non è casa tua, Ran-
Capì che per quanto provasse a convincerla, se lei non lo voleva, non sarebbe riuscito ad ottenere nulla. Dunque, le lasciò andare la mano.
-Fai come vuoi...almeno vieni a casa mia a prendere delle tue cose che sono rimaste lì?-
Andare a casa di quello che credeva un criminale...non pensava fosse una buona idea ma desiderava così tanto stare sola in un posto chiuso con lui. Senza occhi indiscreti che li guardavano. Forse, solo per qualche minuto, non sarebbe successo nulla e Sharon non sarebbe mai venuta a seperlo.
-Solo per prendere le mie cose-
Shinichi le sorrise soddisfatto e la accompagnò a casa con lui. Durante il tragitto nessuno dei due aveva aperto bocca. Arrivati a casa, le aveva fatto prendere dei vestiti di ricambio che teneva lì e poi una sua borsa. Le aveva anche offerto di restare a pranzo lì un'ultima volta. Aveva insistito così tanto che, Ran, alla fine aveva accettato la proposta. Sarebbe andata via subito dopo, non doveva scordarsi di essere insieme ad un criminale. Shinichi, la fece accomodare sul divano mentre lui preparava qualcosa. Quando, circa mezz'ora dopo, tornò per chiamarla, la trovò addormentata lì. Sicuramente non dormiva bene da un po' e non voleva svegliarla. La guardava mentre dormiva, assomigliava ad un angelo che di notte entrava nei suoi sogni. Le diede un bacio sulle labbra, un bacio che lei non aveva minimamente sentito. Dopodiché la svegliò e le disse che era meglio se tornava a casa, a meno che volesse restare lí. Ma se ne andó subito. Non voleva che restasse lì contro la sua volontà per questo motivo l'aveva svegliata. Si affacciò dalla finestra per assicurarsi che stesse bene. La vide ferma in mezzo alla strada. Pensava si fosse scordata la strada di ritorno ma vide subito spuntare una motocicletta che si fermò sul ciglio della strada e fece salire Ran. Alla guida c'era una donna, indubbiamente era Vermouth. Shinichi strinse le mani in un pugno e colpì la ringhiera con tutta la forza che aveva facendosi uscire anche del sangue. Poi vide sparire Ran e Vermouth in fondo alla strada e rientrò dentro.
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