14. "Se ti rende felice, è sbagliato?"
🌜 Non aver paura di sognare 🌛
“Killing my lonely nights with strangers”
-Lauv & Troye Sivan
“Hai sbagliato”, continua a dire una parte del mio cervello. Non so, però, se sia davvero un pensiero generato dalla mia mente o se sia colpa di un pensiero condiviso da un'intera società.
Sì, ho sbagliato, ma ne è valsa la pena? Sicuramente baciare Aaron non è stato poi così grande come errore, seppur moralmente lo sia, dato che sono fidanzata.
Continua a darmi fastidio il fatto che lui, nonostante non l'abbia fatto proprio con cattive intenzioni, abbia approfittato della mia bontà e ingenuità.
Sono sempre propensa ad aiutare gli altri e fare sentire a suo agio, chi spesso si sente emarginato, ma, direbbero gli altri, "Non baciando gli altri, amica”, e non direi nemmeno che siano nel torto, perché forse l'unica mia colpa in questo caso è essermi fidata della persona sbagliata, che in seguito mi ha intrappolato in una gabbia e quando mi fa uscire, mi sento come un falena che sbatte da tutte le parti, non sapendo dove andare, dove fermarsi, cosa fare.
Jamie mi regala un mondo cupo e distorto e vivo dentro ad esso ogni singolo giorno. Come se le mie pareti fossero tinte di nero e poi, quando sono insieme agli altri, spunta un arcobaleno nell'oscurità. È la domanda che mi pongo da sempre: se ti fa stare bene, è sbagliato?
L'unica cosa che mi manca in questo momento, è il coraggio e l'audacia di liberarmi di lui, di staccarmi e di andare via.
Forse ho baciato Aaron perché dentro di me ho la consapevolezza che, nonostante io sia legata a qualcuno in realtà, dentro di me, non è così.
E forse si arriva a tradire perché siamo sempre alla ricerca costante della felicità e ci fermiamo laddove ne percepiamo la presenza, quando dentro di noi e accanto a noi, non vi è più nemmeno un briciolo di essa.
Spesso l'unica cosa a tenerci legati ad un'altra persona, è semplicemente l'abitudine. In alcuni casi vi è la paura di restare soli e di non trovare più un'altra persona che sia in grado di sopportarci, perché le persone ci portano a crearci un'immagine negativa di noi stessi, fino ad arrivare a farci pensare che siamo sbagliati.
"Nessuno ti amerà come lo faccio io" oppure "Nessuno ti accetterà davvero per come sei, a parte me", è già violenza psicologica. Ti fanno già sentire sbagliata. E per me questo non è nulla in confronto a ciò che ho subito e continuo a subire.
Forse non è nemmeno il momento più propizio per stare qui a meditare sulla mia situazione attuale, mentre davanti a me ho il mio presunto ragazzo, che sembra più infuriato di un toro, e io penso soltanto al voler sgattaiolare via insieme alla bottiglia di tequila, perché sento davvero il desiderio di ubriacarmi così tanto fino a non sapere più chi sono.
«Allora?», sibila e una zaffata di fiato alcolico mi colpisce il viso, facendomi storcere il naso. Non che il mio fiato abbia un odore migliore, per intenderci...
«Non è successo niente», dico, ormai quasi rassegnata.
«A chi pensi di prendere per il culo, bambolina?», con uno scatto fulmineo mi afferra il mento tra le dita.
«Di certo non a te, Jamie», mormoro fingendo un sorriso.
La sua mano scende lentamente verso il collo, ma non stringe. Mi mostra un sorriso perfido e poi la sposta tra i miei capelli, stringendoli con forza.
«Ne ho le palle piene di te e delle tue bugie, piccola bugiarda infame», mi tira bruscamente la testa all'indietro, strappandomi un urlo di dolore, ma mi tappa la bocca con l'altra mano.
«Sono stanco di vivere con il terrore che la mia ragazza vada in giro a scoparsi i miei amici, i miei compagni di squadra e, perché no, tutta la cazzo di città!», grida; la sua saliva schizza sul mio volto.
«Io so che tu nascondi qualcosa, Ariel. So che non mi dici la verità, ma ora lo farai, altrimenti-», si ferma e mi fissa negli occhi, che ormai sono inondati dalle lacrime.
«Stai mettendo su uno dei tuoi infiniti teatrini? Farai ancora la parte della vittima, Ariel? Pensi davvero che a qualcuno freghi qualcosa di te? Tutti sapranno che fai la puttana e la tua reputazione sarà rovinata e di conseguenza la mia, perché sto insieme ad una nullità che continua a prendermi fottutamente per il culo», il suo palmo colpisce violentemente la mia guancia, e il mio ginocchio scatta verso l'alto, colpendo automaticamente la sua zona più sensibile.
Chi ha tempo per piangere quando senti il cappio che hai al collo stringersi sempre di più? Chi ha tempo per piangere quando devi scappare per metterti in salvo?
Jamie mi afferra il polso, impedendomi di andare via.
«Tanto tu tornerai con me a casa, Ariel», la sua frase suona come una minaccia e io questa volta sono terrorizzata, perché so che è capace di ferirmi quando è in queste condizioni.
«Ti prego», la voce mi trema.
«Cosa?!», scoppia a ridere come un pazzo. «Tu non hai ben chiaro il concetto di fedeltà, piccola troietta!»
«Basta!», grido, stringendo i pugni. «Smettila di trattarmi come se non fossi un essere umano. Smettila, Jamie!»
«No, che non la smetterò. Perché quello che è successo a mia sorella dovrai sentirlo sulla tua pelle», mi dà uno spintone e urto la spalla contro il frigorifero.
«Io non c'entro», continuo a dire con voce flebile. «Tu sei pazzo.»
«Taci, cazzo! Devi tacere, stronza!», mi tira nuovamente i capelli facendomi singhiozzare.
«Immagino tu ti senta molto uomo adesso, eh? Però sai cosa c'è, Jamie...», rido tra i singhiozzi. «Se mio fratello fosse qui, saresti morto.»
«A tuo fratello non frega un cazzo di te e papino non è qui a difendere la sua figlia sgualdrina», finge di mettere il broncio. «Ah, e quella troia di tua madre... Ma certo, da lei hai preso, vero?»
Chiudo gli occhi con forza e poi scoppio a piangere così forte che Jamie si stacca subito da me e mi guarda stranito. Le mie mani si posano con forza sulla testa, inizio a strapparmi quasi i capelli dal nervoso, il respiro mi si mozza, mi sembra di soffocare; il corpo inizia a tremare, inizio a perdere la sensibilità degli arti, un formicolio attraversa le mie braccia.
«Che cazzo ti sta succedendo, psicopatica?», grida, facendo un altro passo dietro. Non riesco a calmarmi.
Mi accascio a terra, tra singhiozzi e vari tentativi di riprendere a respirare bene, ma è inutile.
La porta si apre e sento qualcuno dire: «Oh, ehi... Tutto bene?», questa è la voce di Jasmine.
«Sì, ma è impazzita all'improvviso», dice Jamie facendo cenno verso di me con il dito.
Jasmine corre da me e si inginocchia, prendendomi le mani tra le sue.
«Ehi, Ariel, mi senti?», le orecchie mi fischiano, ma annuisco. «Okay, cosa ti senti? Ti fa male qualcosa? Devo chiamare l'ambulanza?», chiede preoccupata.
Scuoto violentemente la testa e mi aggrappo alle sue braccia, sollevandomi leggermente e posando la testa sulla sua spalla.
«È un abbraccio quello che vuoi?», chiede, ma non ricevendo una risposta da parte mia, mi stringe forte a sé finché non sento il mio corpo rilassarsi e il mio respiro tornare ad essere regolare.
Dopo una manciata di minuti mi stacco da Jasmine, evitando il suo sguardo.
«Hai avuto un attacco di panico, non è così? Una volta mia sorella ne ha avuto uno, meno forte però», mi fa sapere, abbracciandomi nuovamente.
«Significa che sta bene?», chiede Jamie con finto interesse.
«Sì, adesso sì», risponde. «Vi conoscete? È successo qualcosa tra di voi?», indaga.
«Certo che ci conosciamo», sbotta Jamie. «Le ho dato una brutta notizia, non pensavo che l'avrebbe presa così», mente, fingendosi addirittura dispiaciuto.
«Oh», dice Jasmine, provando a guardarmi meglio in faccia.
«Grazie, ero terrorizzato anche io», inizia a dire Jamie. «Non avrei saputo cosa fare. Mi prenderò cura di lei, adesso.»
Jasmine sembra diffidente. «La conosci bene?»
«Meglio di chiunque altro. Ci conosciamo da anni, siamo inseparabili ormai», insiste lui, guardandomi come se volesse dirmi di stare al suo gioco altrimenti finirà peggio.
«Ah, allora la lascio in buone mani», afferma Jasmine, alzandosi in piedi. «Vuoi che rimanga con te?», chiede lei.
«No, si tratta di una questione un po'... privata», asserisce Jamie, facendole capire che deve abbandonare la cucina.
«Oh, allora va bene. Ariel, se hai bisogno di qualcosa, cercami, sarò di là», dice, sempre in tono dolce, ma c'è qualcosa nel suo sguardo che la turba.
Si alza per andare via, ma prima che esca dalla cucina si gira verso Jamie e dice: «Ehi, ma noi ci siamo già incontrati?»
Jamie sogghigna. «Può darsi.»
Appena se ne va Jamie viene verso di me, abbassandosi sulle ginocchia e spostandomi una ciocca dietro l'orecchio. «E da quando gli attacchi di panico passano con gli abbracci?»
Non riuscendo nemmeno a rispondere, Jamie mi rivolge una smorfia di disgusto, poi prende una bottiglia contenente qualche alcolico ed esce dalla cucina come un fulmine.
Finalmente tiro un sospiro di sollievo e mi appoggio al tavolo, restando così per un paio di secondi, che sembrano Infiniti.
Dopo circa venti minuti decido di uscire anche io dalla cucina, sperando che nessuno faccia troppo caso a me.
Ribadisco: adoro il mio travestimento. Al momento probabilmente nemmeno noterebbero le mie lacrime. Magari l'idea della sposa affranta è proprio ciò che agli altri piace.
La maggior parte delle persone continua a ballare e a fare baldoria. Non intravedo nessuna delle persone che conosco e neanche Jamie, per fortuna.
Faccio per uscire fuori, anche se alcune persone per poco non mi vengono addosso.
Quando riesco a raggiungere l'uscita, mi scappa un respiro profondo. Mi appoggio al muro, ad occhi chiusi, finché qualcuno non afferra la mia spalla e mi fa voltare di scatto.
«Andiamo, muoviti!», dice Jamie.
«Dove?», chiedo, mantenendo le distanze da lui.
«A casa, Ariel. Dove cazzo vorresti andare?», abbaia, facendomi sentire piccola.
«Non voglio andare a casa ancora.»
«Non mi frega un cazzo di quello che vuoi, sono stanco», sbadiglia, barcollando.
«No.»
«Perché devi fare la puttana, ancora?», chiede ridendo in modo perfido.
Fa per afferrarmi nuovamente il braccio con rudezza, ma qualcuno gli dà una spinta così forte da dietro che vedo Jamie cadere a terra a qualche metro di distanza.
«Ma che cazzo!», grida, portandosi un braccio davanti agli occhi.
«Hai sbagliato persona, pezzo di merda», dice Aaron, mettendosi davanti a me. «Non osare mettere le tue fottute mani su di lei, non è la tua cazzo di puttana!»
Qualcuno mi afferra il braccio e mi fa indietreggiare. Mi giro per vedere di chi si tratta: riconoscerei quei ricci ovunque.
«Eccoti la conferma che sei puttana, Ariel», dice Jamie ridendo e venendo verso Aaron. Quest'ultimo si toglie la maschera e poi gli sferra un pugno dritto nel naso. «Ripetilo», lo afferra per la maglietta. Jamie ricambia il pugno, facendolo indietreggiare.
«Qui si mette male», dice Jay al mio orecchio.
«Ancora non hai capito che non sei il benvenuto alle feste, figlio di puttana», Aaron si scaglia nuovamente su di lui, ma questa volta il suo pugno per poco non tramortisce Jamie, infatti gli ci vogliono un paio di secondi per riprendersi e capire ciò che sta succedendo, gettandosi nuovamente su Aaron.
«Merda, questa zuffa non ci voleva», mormora Jay. «Andiamo via», mi dice.
«Aaron», provo a dire, ma nel momento in cui si gira verso di me i suoi occhi azzurri tristi mi fanno stare così male che sento l'impellente desiderio di nascondermi.
«Vai, Ariel», non attende nemmeno che io risponda, perché Jay mi trascina via quasi con la forza dopo che tutti ormai stanno uscendo fuori per vedere cosa sta succedendo.
Venti minuti dopo mi ritrovo in un posto mezzo abbandonato, con Jay, seduti sul tettuccio della sua auto, con gli occhi rivolti verso il cielo.
«È tutta colpa mia», dico più a me stessa che a lui.
«No, non lo è, Ariel. Perché non lo lasci?», chiede, mettendo una mano sulla mia schiena.
«Perché-», inizio a dire, ma le parole si bloccano in gola. Jay mi abbraccia e appoggia la testa contro la mia.
«Va tutto bene, non devi sempre dare una spiegazione a tutto. Alcune cose sono difficili da spiegare e non tutti capiranno.»
«Aaron non sa che Jamie è il mio ragazzo», gli confesso.
«Oh.»
«Già.»
«Forse non la prenderà molto bene», mi dice.
«Stasera ho baciato Aaron», dico tirando le ginocchia al petto.
«Rettifico: Aaron non la prenderà per niente bene», Jay si tira indietro per guardarmi meglio; forse pensa che stia scherzando.
«Non è stata una cosa importante», cerco di difendermi.
«Dal modo in cui lo dici, non sembra.»
«Sono spacciata», mi prendo la testa tra le mani.
«Sei umana, Ariel. Ma devi assumerti la responsabilità», mi rimprovera.
«Lo faccio già, ma preferisco sbagliare piuttosto che non vivere per niente. Non tutte le persone riescono a respirare quando vivono con il nemico sotto il loro stesso tetto e si sentono in trappola per tutto il tempo, Jay.»
«Scappa, allora. Il mondo è grande, vai via, denuncialo». La sua frase mi fa sorridere, perché se fosse stato così semplice, l'avrei fatto da tanto.
Quando sto per riaprire bocca, Jay scoppia a ridere, mentre i suoi occhi mi analizzano anche al buio, con soltanto i fari della macchina a farci luce.
«Quando ero piccolo, mia zia mi raccontava sempre una storia a mezzanotte. Le piaceva mettermi paura. Dalle mie parti si narra che a mezzanotte, quando tutti dormono, una sposa morta fa la sua apparizione su un cavallo bianco e va in giro, a cercare un nuovo sposo. Appare soprattutto nel luogo in cui è morta la coppia appena sposata, in un incidente d'auto. Non so perché spunti solo lei e non so nemmeno quanto sia vera questa storia, ma è buffa questa situazione adesso, con te accanto», mi dice ridendo.
«Ehm... Jay», dico, strizzando meglio gli occhi.
«Sì?»
«Ci siamo fermati davanti ad un cimitero?»
«Ah...», non batte ciglio. «Felice Halloween, sposa cadavere.»
«Perché ti sei travestito da giocatore di football?», gli chiedo, confusa.
«Mi hanno detto di travestirmi da qualcosa di strano, che non potrebbe mai diventare reale. Ed ecco qui il mio costume!»
«Sei pazzo, Jay», spingo la spalla contro la sua.
«Sono simpatico, Ariel.»
Restiamo ancora seduti qui, a parlare e a far finta che la mia vita sia perfetta.
Ho visto che alcune lettrici stanno organizzando vari modi per far fuori Jamie, e fanno bene😂
Ho letto le vostre risposte dell'altra volta, e sono felice che abbiate capito, più o meno la situazione.
Pensate che Jasmine dirà qualcosa ad Aaron?
Pensate che Aaron scoprirà a breve la verità?
E, soprattutto, pensate che Jay l'aiuterà in qualche modo?
E secondo voi cos'è successo alla sorella di Jamie? Ve lo dico già che non è proprio il motivo della sua stronzaggine.
Spero vi piaccia e grazie di leggermi ancora, visto le ultime polemiche che riguardano Wattpad 🙄
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