11."Ariel è off-limits"

🌜Non aver paura di sognare 🌛

“Do you know why the flowers never bloom?
Will you retry or let the pain resume?”
-BMTH

Sento lo stomaco stringersi, le mani iniziano a sudarmi, le gambe tremano e per poco non perdo la stabilità. Aaron continua a guardarmi come se fosse indeciso su cosa fare; come se stesse valutando la situazione.

Deglutisco nervosamente di fronte al suo sguardo tranquillo e i suoi occhi che mi scrutano attentamente il viso e, soprattutto, la bocca. Si lecca le labbra, sospirando profondamente, abbassando di poco lo sguardo. Inizia ad assumere un atteggiamento nervoso. Poi mi schiarisco la gola e lui torna in sé.

«Parole profonde», rompe il silenzio tra noi due.

Ridacchio nervosamente. «Grazie.»

«E di che», si stringe nelle spalle.

Di nuovo cala il silenzio. E di nuovo guarda le mie labbra e io guardo le sue, anche se non dovrei.

«Be', cazzo», dice all'improvviso, passandosi la mano tra i capelli.

«Cosa?», domando.

Aaron torna a guardarmi e vedo l'angolo sinistro della sua bocca sollevarsi di poco, ma nel momento in cui si avvicina di più a me, la porta si spalanca di colpo e sento il tizio di prima gridare: «Non essere timida, tesoro! So l'effetto che faccio alle ragazze, ma non devi per forza scappare via dal mio letto.»

Aaron si acciglia immediatamente, confuso. «Che hai detto?»

Dave ghigna tra sé e sé e avanza lentamente, sfregando le mani. «Mia dolce Ariel, bel tentativo, ma non sei poi così innocente, eh?»
Rimango pietrificata. Ma che diavolo ha capito? Non riesco a crederci.

«Dave, che diavolo stai blaterando?», chiede nuovamente Aaron.

«Amico, l'ho trovata nel mio letto, ma appena mi sono tolto la maglietta si è imbarazzata così tanto che è letteralmente scappata via», dice l'amico, scoppiando a ridere. «O forse l'ha fatto apposta.»

«Ti sei fatto di qualcosa?», dice Aaron, scrutandolo attentamente. Lui ovviamente non è a conoscenza di quello che è successo poco fa. Anche se il suo amico ha frainteso tutto.

«No. Ma sto per farmi lei stasera», strizza l'occhio e mi manda un bacio volante. Sento la testa che inizia girarmi. Mi aggrappo al davanzale e continuo ad osservarlo. Per caso mi sta prendendo in giro?

«No, tu non ti farai lei stasera», asserisce Aaron diventando più serio.

«Ma amico, è lei in cerca di cazzo mica io», Dave alza le mani in segno di resa.

«Be', sarebbe strano se lo fossi tu così all'improvviso, se fino a ieri volevi dedicare un altare alle donne perché per te sono troppo fantastiche», Aaron scoppia a ridere, coprendosi in seguito la bocca con la mano.

«Quanto sei divertente», mormora senza un minimo di entusiasmo Dave.

Aaron fa spallucce. «Ariel è off-limits.»

Dave incrocia le braccia al petto. «Lo dici tu?»

Faccio capolino da dietro le spalle di Aaron e dico: «No, no. Lo dice Ariel.»

Dave fa cadere le braccia lungo i fianchi. «Ma dai! Ma che hai che non va?»

Spalanco gli occhi. «Come, scusa?»

«Non faccio ballare la macarena ai tuoi ormoni?», chiede lui, con l'orgoglio ferito.

«Ai miei ormoni non piace la macarena», ribatto, aggrottando la fronte.

Dave sembra aver perso la pazienza. «Insomma, ti faccio eccitare o no?»

«Sono più asciutta del Sahara, e questo non è per niente un tentativo di voler offendere la tua virilità, dico soltanto la verità», dico sinceramente. Aaron si gira verso di me e un'espressione confusa prende vita sul suo volto.

Dave appare più confuso di lui. Non capisco se sia perché ho detto qualcosa di strano o perché abbia detto qualcosa di male. Be', in entrambi i casi le loro espressioni stanno facendo confondere me adesso.

Non intendevo davvero offenderlo, però forse adesso capisce che non mi interessa in quel senso.

«Posso annaffiare il fiore nel tuo deserto...», insiste con un sorriso forzato.

«Ma porca puttana, Dave! Levati dai coglioni, Ariel non scoperà mai con te, Cristo!», Aaron dà in escandescenze, sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

«Non c'era bisogno che tu sbottassi così, capisco anche con le buone, sai?», Dave fa il permaloso.

Io e Aaron lo guardiamo perplessi. «Stai scherzando?», gli chiedo.

«Sì, sono abbastanza determinato. Per ora ti lascio stare, ma voglio donare una giornata di pioggia a quel deserto», fa cenno verso le mie parti basse e mi porto automaticamente le mani davanti, come se volessi proteggermi.

Aaron inizia ad avanzare verso di lui a pugni stretti, ma Dave se la dà a gambe levate, ridendo e gridando: «Calmo, Reynolds! Scopatela tu», e sparisce dalla cucina, lasciandoci nuovamente da soli.

Aaron emette un verso di frustrazione e poi chiude la porta e si gira verso di me. «Vuoi bere qualcosa?»

Mi perplime il fatto che sia così gentile anche adesso, come se avesse già accantonato l'accaduto di poco fa nel suo cervello e facesse finta di niente.

Apre il frigo e controlla alcune bottiglie, poi ne afferra una, ma io dico: «Una tisana mi andrebbe benissimo», appena lo dico, resta a guardarmi con la bottiglia di vino tra le mani. La rimette nel frigo e poi mi sorride.

Inizia a cercare dappertutto, finché non trova delle bustine e afferma: «Non penso siano amanti delle tisane, però ho trovato queste al gusto di finocchio e menta... Porca troia che schifo, sei sicura di voler bere questa roba?», mi guarda con una smorfia disgustata sul viso.

«Certo, mi va bene», gli dico; lui sembra sorpreso.

Non dice più niente, ma batte per un paio di volte le palpebre velocemente, come se non riuscisse a crederci, e poi mette il bollitore sul fuoco.

Ci sediamo mentre sentiamo uno schiamazzo provenire da dietro la porta.
Aaron non ci fa molto caso, anzi sembra immerso nei suoi pensieri. All'improvviso si alza e prende tue tazze; una la mette davanti a me.

«La bevi anche tu?», chiedo, con l'entusiasmo che s'impadronisce della mia voce.

Lui fa un breve sorriso e dice: «Be', sì, ti faccio compagnia. È come il tè, no? Si beve in compagnia.»

Prendo la tazza vuota tra le mani e la sollevo all'altezza del viso, nascondendo dietro ad essa il sorriso.

Quando le tisane sono pronte e siamo seduti uno davanti all'altro, Aaron sembra indeciso se sorseggiarla o meno.

Il profumo di menta mi arriva dritto nelle narici, e ne percepisco subito la freschezza.

Aaron continua a stringere la tazza fumante tra le mani e guarda all'interno, come se ci fosse uno squalo cattivo a nuotarci dentro.

Finalmente si fa coraggio e ne beve un sorso, anche se lo manda giù con grande fatica.
Trattengo la risata e continuo a berla senza osservarlo troppo, altrimenti rischierei di passare per la tizia inquietante della situazione.

«È... È buona...», mormora, mettendoci dentro un altro cucchiaio di zucchero e mescolando continuamente.

«Sì. È fantastica», confermo.

Manda giù un altro sorso ma non riesce più a fingere e gli scappa una smorfia di disgusto così forte che per un secondo ho pensato stesse per vomitare nella tazza. La spinge via, prende un tovagliolo e si pulisce la lingua.

«Scusa, scusa. Ci ho provato, ma questa merda non migliora nemmeno con lo zucchero, e lo zucchero di solito migliora tutto», dice schifato.

«Non dovevi provarci, lo sai. L'hai detto sin dall'inizio che ti faceva schifo», gli ricordo, lui alza le sopracciglia, come se l'avessi colto in flagrante.

«Hai ragione, ma volevo darle un'opportunità. Insomma, non è così che funziona? Prima vedi se ti piace e se ti va bene, poi molli nel caso fosse il contrario», si mordicchia il labbro.

«Sì, penso di sì», dico ridendo.

«Tranne baciarti. Non riuscirei a baciarti dopo aver bevuto quella roba», forse non si è reso conto di quello che ha appena detto, ma io sono molto sorpresa. Ci fissiamo, ma lui non sembra proprio aver capito.

«Cosa?», chiede preoccupato.

«N-niente», dico, balbettando.

Dopo aver finito la mia tisana, sento il cellulare di Aaron squillare. Lo prende dalla tasca e guarda lo schermo, poi lo rimette dentro la tasca e si alza.

Sollevo lo sguardo verso di lui e vedo che inizia ad avvicinarsi. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo che mi supera; questo finché non sento il suo respiro caldo sfiorarmi il collo e poi l'orecchio. Tutti i miei muscoli si irrigidiscono.

«Restando in stand by a lungo, la tua batteria si potrebbe scaricare e resteresti spenta per sempre. Accenditi ogni tanto, anche soltanto per darti una piccola carica», sussurra, appoggiando la mano sulla mia spalla, mentre con l'altra mano mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e aggiunge: «Come adesso. Ti sento. So che sei capace di fare quello che vuoi davvero», poi si tira indietro e le sue dita mi sfiorano un'ultima volta la pelle calda del collo, facendomi rabbrividire. Forse il suo intento non era nemmeno questo, ma mi sento frastornata e lui non se ne rende conto dell'impatto che le sue azioni hanno su di me.

«Ci vediamo, Ariel», solleva due dita per salutarmi ed esce fuori dalla cucina.

Mi giro verso la finestra e afferro la mia poesia che lui ha lasciato sul davanzale, poi apro la finestra a ghigliottina e lascio che l'aria fresca si schianti contro il mio viso e mi faccia tornare con i piedi per terra. Mi stropiccio gli occhi e dopo un po' la richiudo e torno nel salotto, dove ci sono gli altri.

A quanto pare Aaron è andato via sul serio.

«Merda, che voglia di frittura di pesce», sento dire da Dave.

«Che diavolo ti prende all'improvviso?», chiede Seth.

«Non lo sentite anche voi quest'odore? Sa di frittura», continua a dire Dave. Ignaro della mia presenza dietro di lui, picchietto il dito sulla sua spalla e non appena si gira, dico: «Sono io.»

Lui sembra colpito. «Sei tu la mia frittura di pesce?»

Jasmine gli tira un ceffone dietro la nuca, mettendolo a tacere.

«Forse dovrei andare a casa», dico a Jasmine.

Lei lancia un'occhiata a Seth e quest'ultimo fa spallucce.

«Mi dispiace, a quanto pare la nostra compagnia non è di tuo gradimento, eh?», esclama all'improvviso Dave, attirando tutta l'attenzione su di me.

Seth alza gli occhi al cielo. «Ma che cavolo dici?»

Dave fa una smorfia e poi guarda i suoi amici. «Intanto la signorina si è infilata nel mio letto e poi si è finta una santarellina ed è scappata tra le braccia di Aaron. Forse il piano era proprio quello», borbotta lui.

Per poco non mi cade la mascella. Non può averlo detto sul serio.

«Ma che cazzo...», mormora Seth.

Non posso dire nemmeno che non è vero ciò che ha detto, perché le dinamiche sono molto simili e se dicessi che non è andata così, nessuno mi crederebbe.

«Okay, è arrivata l'ora di andare a casa. Ciao a tutti, è stato proprio un piacere fare la vostra conoscenza», replico in tono aspro e poi mi avvio verso la porta d'ingresso, con le lacrime agli angoli degli occhi. Appena la apro trovo Aaron con la mano sollevata, pronto a suonare il campanello.

Alza un sopracciglio e dice: «Seth ha le chiavi dell'appartamento. Sono tornato a prenderle.»

Annuisco e abbasso lo sguardo, pronta a sorpassarlo. «Tutto bene?», chiede, abbassandosi di poco sulle ginocchia.

«Sì», dico.

«Stai per piangere? Perché?», allunga la mano verso il mio mento, probabilmente con l'intento di sollevarmi il viso, poi la ritrae e si abbassa ancora di più, finché non mi guarda in faccia.

«Ehi, tesoro, torna qui!», grida Dave. Alzo gli occhi al cielo e Aaron guarda dietro di me.

«Tutto bene, Dave? Che le avete fatto?», gli chiede.
Dio, voglio soltanto andare via. Odio essere così sensibile.

«Niente, amico», risponde l'altro.

Stringo i pugni e mi giro verso di lui, dicendo a denti stretti: «Niente? Mi hai quasi dato della poco di buono davanti a tutti gli altri, soltanto perché tu pensavi che io volessi andare a letto con te, ma in realtà volevo scappare tra le braccia di Aaron? Sul serio? Ma ti senti?»

«Le hai dato della poco di buono?», indaga Aaron, serrando la mascella.

«No, ma ha la faccia da finta santarellina. Andiamo, Aaron. Lo sai che quelle con questa faccia da ragazzina timida in realtà sono delle-»

«Dave?», dice Aaron, avvicinandosi a lui. Lo afferra per la maglietta e lo guarda in faccia, sibilando: «Dì un'altra parola del genere su di lei e te ne pentirai. A costo di mettere a rischio la nostra amicizia. Sono stato chiaro?»

«Cos'è? La tua nuova ragazza?», lo deride l'amico, sghignazzando.

«No, è la mia nuova amica. E io ci tengo ai miei amici, dovresti saperlo», gli dà uno spintone e quest'ultimo lo guarda sbigottito.

«Vieni, Ariel, ti do uno strappo», mi dice Aaron. Va a prendere le chiavi da Seth, Dave mi lancia un'occhiata strana, poi sparisce anche lui. Quando torna Aaron, mi accompagna fuori in silenzio.

Una volta in macchina continuo a stare zitta, incapace di avviare una conversazione con lui in questo momento.

Ogni singola cosa sembra essere destinata a prendere una piega spiacevole.
Sembro sempre alla ricerca di qualcosa che sia in grado di regalarmi un briciolo di allegria.

Mi sento come se fossi un girasole, solo che il mio sole è la felicità. Ovunque essa sia, anche nelle piccole cose, nelle persone, mi giro a cercarla; a volte resto lontana a contemplarla, chiedendomi se sarò mai in grado di raggiungerla. E Aaron in questo momento sembra il sole che splende alto nel cielo e io mi giro e lo seguo; gli sorrido e lo ringrazio mentalmente per gli attimi di felicità che mi ha fatto provare. Ma questa felicità non mi appartiene del tutto e sarà sempre irraggiungibile per me; chissà se Aaron mi considera davvero sua amica adesso.

«Siamo amici davvero?», gli chiedo, mordendomi nervosamente il labbro.

«Ho sorseggiato quella terribile tisana per tenerti compagnia; ho letto la tua poesia nonostante sia una cosa privata; abbiamo mangiato e dormito insieme. Direi di sì, sai?», mi regala un sorriso e io mi sento arrossire.

Quando arriviamo davanti a casa mia, ferma la macchina e lo ringrazio per il passaggio.

«Buonanotte, sirenetta», mi dice quando esco fuori.

«Buonanotte, Aaron.»

La sua macchina si allontana e io mi avvio verso il mio appartamento con uno stupido sorriso stampato sul viso. Appena entro dentro e chiudo la porta, mi giro e il mio sorriso si spegne di colpo.

«Ciao, tesoro. Sei tornata tardi, vedo. Dov'eri?», Jamie è davanti a me, nel corridoio, con una bottiglia di birra tra le mani.

Sono nella merda.

Ciao, scusate l'attesa, ma è stata una settimana impegnativa per me e ultimamente sono tornata a casa molto tardi, e di giorno aiuto mia sorella quindi non posso scrivere. Ora spero di tornare ad aggiornare due volte alla settimana:) spero vi sia piaciuto, comunque ❤️fatemi sapere, votate e commentate, love you ☀️

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