Capitolo 8
Io e Steve restiamo così, sospesi nell'aria senza curarci della parete, a guardarci.
Dal basso ci avvertono che il tempo ormai è scaduto, tocca ad altre persone. Ci tirano giù.
Stella:"questa volta tocca a me offrirti il pranzo, sai per ricambiare"
Steve:" sei matta, non se ne parla"
Stella:"scommettiamo?"
Steve:" ci sto, ti avverto che perderai"
Ho la brillante idea di iniziare a correre, Steve mi segue a ruota, convinta di vincere, pochi minuti dopo mi ritrovo a respirare affannosamente e Steve che mi saluta mentre mi supera. Sono sempre stata una schiappa, ma in mia discolpa non posso fare altro che appellarmi all'incidente subito.
Steve, non vedendomi arrivare torna indietro.
Si inginocchia, e mi scruta con attenzione.
Restiamo così, fermi ad osservarci, quando mi afferra per il polso e mi aiuta a rialzarmi.
Sono una persona maldestra, quindi potrete immaginare ciò che sia accaduto.
Nell'afferrarmi il polso inaspettatamente, gli sbatto contro il petto. Solito genio.
Mi solleva il viso. Mi osserva. Mi penetra con i suoi occhi magnetici, schiude le labbra e...
Sam:" Stellaaa. Steveeeee. Ragazzi raggiungeteci, pranziamo insieme dai"
Grazie mille Sam, sei un'amica.
Mi allontano da Steve e rispondo che li avremmo raggiunti subito.
Nonostante l'interruzione di questo momento "magico" Steve mi prende per mano, e raggiungiamo i ragazzi in un ristorante lì vicino.
Sam spiega tutti i piatti tradizionali, dal brodo speciale alla carne di manzo speciale.
Io opto per questa tagliata di manzo, perdonatemi vegani e vegetariani, ma non so dire proprio di no.
Dopo pranzo, andiamo in un cinema lì vicino.
Steve per tutta la durata del film non mi stacca gli occhi di dosso. Spesso mi son girata e l'ho beccato ad osservarmi. Questa cosa mi lusinga e non poco. Però c'è qualcosa che non mi convince.
Il mio sesto senso cerca di mettermi in allerta, ma decido che questa volta devo seguire il cuore e non la mente.
Steve si avvicina, e mi sussurra che va in bagno.
Mentre si alza, il cellulare gli cade ma quando mi rigiro per avvisarlo, è troppo tardi è già uscito.
Lo schermo si illumina varie volte, così all'ennesimo messaggio lancio un'occhiata.
Nuovo messaggio Detective Rogers!
Nuovo messaggio Detective Rogers!
Nuovo messaggio Detective Rogers!
Faccio finta di nulla e riprendo a guardare il film.
Dopo due secondi il cellulare riprende a squillare.
Sullo schermo lampeggia una chiamata in arrivo dal detective. Lo prendo e mi allontano all'esterno per rispondere.
Stella:" si, pronto?"
Detective Rogers:" si Steve ciao, volevo solo avvisarti che non ci sono prove sufficienti per tentare la carcerazione di Jim, per questo il giudice l'ha dichiarato innocente e ha pagato soltanto una multa per aver bevuto più del concesso dalla legge"
Stella:" mi scusi, non capisco, sono Stella, cosa c'entra Jim e la carcerazione"
Detective Rogers:"ah mi scusi signorina, quella mattina in ospedale Steve ci ha raccontato che Jim, il ragazzo dell'aggressione in realtà la perseguitava e aveva premeditato l'aggressione in quel locale, ma la sua confessione dinanzi al giudice ha fatto cadere ogni accusa, mi dispiace molto, ora la saluto, arrivederci "
Stacca la telefonata e fisso il telefono incredula di quanto accaduto.
Ritorno in sala, prendo le mie cose e lascio il telefono a Sam, l'avviso che ritorno a casa e quanto prima a Los Angeles.
Cammino per strada e non riesco a crederci, ma perché?
Jim ok sarà esagerato, ma non ha mai tentato di farmi del male, non lo conosco neppure e lui ha deciso così di toglierselo dalle palle mandandolo in carcere. È una situazione alquanto assurda.
Arrivo in casa e mi fiondo nella camera, mi ci barrico per evitare tutti. Ho bisogno di starmene da sola.
Devo essermi addormentata perché vengo svegliata da duri colpi alla mia porta.
Steve:" Stella apri per favore, dimmi che stai bene"
Mi alzo e apro la porta. Steve esasperato mi abbraccia ed esclama "grazie a Dio"
Si, ringrazialo e pregalo finché potrai.
Stella:" spiegami del perché hai deciso di raccontare cose non vere su Jim, non che mi importi qualcosa di lui, ma non mi piacciono le persone bugiarde"
Steve sbianca. Non riesce a parlare.
Ma poi da qualche parte ritrova le palle per parlarmi.
Steve:" stavo solo dicendo quanto accaduto, poi mi ricordavo della tua confessione e di lui al ristorante, John mi ha detto di avergli dato un pugno, ho soltanto ricamato sulla situazione così da non poterti dare più fastidio"
Stella:"sai che sei proprio un imbecille?"
Steve:" perché?"
Stella:" perché le cose non sono andate come pensi, siediti ti spiego, però dopo ritorniamo in città"
Gli racconto che Stacy dopo le dimissioni dall'ospedale mi ha chiamata, non avendo sentito il cellulare mi ha scritto un messaggio.
Prendo il cellulare e glielo leggo
Stacy
Ciao Stella,
ho provato a chiamarti ma non hai risposto, volevo semplicemente dirti che Jim non c'entra nulla.
Quella sera in ospedale ero impaurita e soprattutto fatta, quindi decisi di non parlare per evitare guai.
Io e Jim dopo l'aggressione abbiamo parlato, era esasperato, e convinto di averti fatto del male.
Ma le cose non sono andate così.
In realtà eri tu il bersaglio per colpire Jim.
I ragazzi erano suoi amici, erano con lui quella sera fuori dal locale quando ha ritrovato il tuo cellulare.
Sapevano della sua cotta per te, doveva dei soldi per una scommessa persa ma lui non è un tipo che molla facile. Lui si è recato nel locale dove eravamo noi perché ha visto delle foto e quindi ci ha raggiunte perché voleva parlarti.
Ma quel gruppo a cui doveva dei soldi erano lì, avevano già deciso tutto, rimorchiarti e poi mandare le foto per ricattarlo, ma tu sei passata proprio davanti ad uno di loro, ti ha dato un pugno in testa e tu sei caduta sul pavimento. Qualcuno ti ha suonato un calcio e poi si sono fiondati su di lui.
E il resto lo sappiamo. Jim voleva parlarti ma tu non gli hai dato modo per questo ha preferito beccarsi la denuncia fatta da Steve, perché pensa che voi due siate una coppia e per questo è scomparso. Volevo dirtelo perché mi è sembrato davvero disperato!
Ci vediamo quando torni a casa.
Ti voglio bene, tua Stacy.
Steve resta immobile e non sa cosa dire.
Stella:"sai cosa devi fare ora? Chiamare il detective ritirare la denuncia e poi riportarmi a casa, il nostro rapporto si limiterà esclusivamente a quello di due semplici colleghi."
Steve prende il cellulare e chiama il detective, io esco dalla camera e porto la mia valigia giù.
Sam ci raggiunge e mi chiede il motivo.
Le spiego come sono andate realmente le cose e mi abbraccia.
Sam:" le ragazze mi avevano accennato, ma pensavo lo sapessi, Steve ha cercato di proteggerti a modo suo, non incolparlo brutalmente"
Stella:" sai come la penso in merito a chi non ha ben chiaro il concetto di sincerità, so di essere troppo dura ma su determinati aspetti ci tengo e tu lo sai benissimo"
Decido di fare l'unica cosa giusta. Scrivere a Jim.
Saluto Sam con un abbraccio, e salgo in auto.
Io e Steve non ci rivolgiamo la parola, preferisco così.
Prendo il cellulare per distrarmi e mi torna in mente cosa avrei dovuto fare. Scrivere a Jim.
Entro su Instagram, ma noto che non lo usa da molto, poi ricordo che l'ultima volta salvò il suo numero sulla mia rubrica.
Eccolo. Jim.
Stella: Ciao.
Jim: Ciao
Stella: vado dritta al punto, sono di ritorno in città, domani sera avrei bisogno di parlarti urgentemente, so che potresti rifiutare come ho fatto io con te, ma fidati ora so delle cose e credo di doverti delle scuse.
Jim: ti vengo a prendere io alle 22. A domani
Stella: a domani.
Pensavo rifiutasse invece mi ha sorpresa. Ho notato che Steve ogni tanto si girava a guardarmi.
Voglio delle scuse che non ho ancora ricevuto.
Sembra leggermi nel pensiero perché dopo poco inizia a parlarmi.
Steve:" è vero. Ho sbagliato a non dirti una parola a riguardo e mi dispiace che tu mi abbia scoperto cosi, volevo soltanto proteggerti, credo che tu meriti di più di quel ragazzo, scusami Stella, perdonami"
Stella:" devo pensarci, è una cosa molto brutta quella che hai fatto e da te non me lo sarei mai aspettata."
Steve:" ti giuro che non m'immischierò più nelle tue cose. Dovrai chiedermelo tu la prossima volta, ma ora perdonami non sopporto di stare qui e non poterti parlare"
Stella:"ok, ti perdono."
Vedo comparire sulle sue labbra un gran sorriso.
Lungo tutto il tragitto abbiamo parlato poco io e Steve, mentre io ogni tanto sbirciavo sui social di Jim.
Non so spiegare il motivo di quest'interesse imminente ma non riesco a farne a meno.
Arriviamo sotto casa, saluto Steve che insisteva nel portarmi le cose su in casa, ma ho bisogno di stare sola.
Finalmente casa dolce casa.
La notte sono molto inquieta perché penso all'incontro della sera successiva.
Mi sveglio molto presto, pulisco casa e poi mi siedo a fare una bella colazione.
Più tardi scendo a fare shopping e la spesa, perché in casa c'è poco e niente. Mi fermo in una libreria a comprare un nuovo libro da leggere.
Esco da lì con più libri di quanti ne immaginavo.
Rientro in casa, metto in ordine la spesa e i vestiti, e poi mi preparo il pranzo.
Sembra tutto senza alcun senso perché il mio cervello è predisposto in una direzione, Jim.
Credo di essermi appisolata e me ne rendo conto perché vengo svegliata da un ronzio. È il mio telefono.
Nuovo messaggio Jim!
Lo apro.
Jim
Ciao, volevo avvisarti che verrò un po' prima perché riesco a liberarmi. Spero per te non sia un problema. Ci vediamo alle 19 sotto casa tua, a dopo.
Controllo l'ora e sono le 18, cavolo devo prepararmi.
Riesco ad essere pronta qualche minuto in anticipo quando il mio telefono suona.
Jim
Ti aspetto, sono sotto casa.
Prendo la borsa e scendo.
È appoggiato alla sua moto, ha un giubbotto di pelle, un jeans chiaro e gli anfibi. Il suo fisico è molto cambiato, è molto più muscoloso dal nostro ultimo incontro ed è anche più carino. Ha i capelli più lunghi, anche la barba è cresciuta. La sua bellezza è disarmante.
Mi avvicino e lo saluto, e lui mi porge un casco.
Lo guardo con aria interrogativa.
Jim:"immagino non vorrai parlare qui, per questo ho prenotato un tavolo, prima mangiamo e poi si discute"
Stella:"ok"
Sale sulla moto e poi mi porge una mano per aiutarmi a salire.
Involontariamente, ma per paura, stringo le mie braccia intorno a lui, saldamente.
Arriviamo in questo ristorante, ci sediamo al nostro tavolo.
Jim non ha smesso di guardarmi per tutto il tempo.
Ordiniamo la stessa cosa, insalata di pollo e vino bianco.
Arriva il vino. Era decisamente quello di cui avevo bisogno, altrimenti non riuscirò a dire una parola. Ma il primo a spezzare il silenzio è proprio lui.
Jim:" come stai?"
Stella:" un po' ammaccata ma bene, tu?"
Jim:" ora che ti vedo, meglio, in quel letto non riuscivo proprio a guardarti"
Stella:" ormai è acqua passata"
Jim:"già"
Stella:" volevo dirti una c..." vengo distratta dal cameriere che ci serve le nostre insalate e quindi lascio perdere.
Paghiamo il conto, nonostante insistessi per pagare io, Jim ha rifiutato categoricamente appellandosi al fatto che lui mi ha ridotto in questo stato e pagarmi una cena è anche poco.
Usciamo fuori dal locale e propongo di fare due passi.
Stella:" prima volevo dirti una cosa, so che non sei stato tu, cioè a ridurmi in questo stato non sei stato tu, non hai alcuna colpa e non sono stata io a denunciarti ed è per questo che voglio scusarmi principalmente.." mi interrompe prendendomi una mano
Jim:" so che è stato il tuo amico, Steve, quando sono entrato nella tua camera lui era impegnato in una conversazione con gli agenti, non te ne faccio una colpa ma tu non volevi ascoltarmi quindi ho preferito lasciare fare quello che gli agenti ritenevano opportuno, ma poi la tua amica Stacy si è presentata in tribunale e ha cambiato le cose, ha detto lei la verità ed io ho solo confermato, non volevo accadesse, non volevo che ci fossi tu di mezzo, ma la cosa mi è sfuggita di mano, tu mi rifiutavi e sono scomparso. Quando mi hai scritto mi hai stupito, sorpreso, mai mi sarei immaginato un tuo messaggio e li ho capito che Stacy ti avrà parlato, di questo ne sono più che felice. Non dico che quel Steve sia cattivo, ma non ti fidare troppo."
Stella:" hai detto tutto tu, ti prego di scusarmi e perdonarmi davvero non volevo crearti casini"
Jim:" facciamo così, questa cena va bene per le scuse, che ne dici di un'altra per il perdono?"
Stella:" si però a casa mia, così sono certa di offrire io la cena"
Scoppia a ridere e scuote la testa, mi prende il braccio e mi tira verso di lui per abbracciarmi.
Mi sussurra nell'orecchio "sono proprio contento che tu stia bene, non immagini quanto sia felice"
Stringo ancor di più l'abbraccio. Sa di buono.
Sa di casa.
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