Capitolo 41

Ritornare nel posto in cui sono cresciuta dopo tanto tempo fa sempre uno strano effetto, evoca soltanto ricordi di me e Sam da piccole in giro a combinar guai, nel periodo dell'adolescenza le nostre mamme erano costrette davvero a cercarci durante la notte per riportarci a casa. Ogni sera sempre una festa nuova che terminavano nel nostro posto. La baita dei nonni di Sam, un posto abbandonato ma ristrutturato da noi per ricreare una zona per stare lontane dalle nostre madri oppressive, anche se la loro era soltanto preoccupazione.
Emma:"perché non ritorni qui?"
Stella:"perché ormai la mia vita è a Los Angeles, anche se non ho più un lavoro, e la mia vita è in standby, ho comunque tutto lì"
Emma:"ma qui hai me"
Stella:"qui avrò sempre te ad aspettarmi e sarà sempre un buon motivo per tornare" mi abbasso per poterla abbracciare, la sua dolcezza mi scalda il cuore in un modo assurdo. Negli anni la mia dolcezza a causa delle troppe delusioni e sofferenze, si è trasformata in un cinismo profondo ma che grazie ad Emma, sto riscoprendo che in realtà c'è sempre stata, soltanto che mi sono imposta di reprimerla.
Emma:"i tuoi nonni parlano sempre di te"
Stella:"dici?"
Emma:"si"
Stella:"che ne dici se prima facciamo una sosta in quel posto dove fanno dei waffle buonissimi?"
Emma:"si sì, waffle waffle" inizia a saltellare, contagiandomi con la sua gioia.
Jim:"sai avresti potuto dirmelo anziché scappare come una colpevole di omicidio"
Mi blocco, in una mano stringo Emma e nell'altra la maniglia della porta d'ingresso, è l'ultima cosa che mi aspettavo. Lui che venisse qui soltanto per rinfacciarmi come suo solito fare, devo ammettere che mi ha spiazzata e scioccata, non avrei mai pensato che fosse in grado di farsi tanti chilometri soltanto per esaltare quanto lui si sente ferito e importante, peccato però che nella coppia siamo in due e non è soltanto lui.
Stella:"devo darti delle spiegazioni?"
Jim:"credo sia il minimo, sai siamo in una relazione" esce la mia risata isterica, quella quando qualcuno spara a zero.
Stella:"ah ma davvero? Strane accuse mi rivolgi, ti ricordi che siamo in una relazione soltanto quando ti fa comodo"
Jim:"stai scherzando?" Prima che inizi a scaldarsi gli faccio presente che c'è una bambina con noi quindi la conversazione è rimandata.
Stella:"ora non posso trattenermi con te, ho da fare con mia sorella"
Jim:"quindi sono tagliato fuori?"
Stella:"se resti per discutere si, sei tagliato fuori"
Jim:"tu devi essere la piccola e bellissima Emma, non è vero?"
Eccolo di nuovo, il suo cambio d'amore.
Emma:"si e tu chi sei?"
Jim:"un amico di Stella"
Emma:"menomale che sei soltanto un amico"
Stella:"perché?"
Emma:"non mi piace, è cattivo"
Com'è che si dice? "Soltanto due tipi di persone dicono la verità, gli ubriachi e i bambini" nel caso di Emma vale la seconda, per quanto possa sembrare un'adulta fortunatamente ancora non ha accesso all'alcol.
Stella:"lo può sembrare ma fidati è un tenerone"
Emma:"perché indossa i chiodi?"
Jim:"piccolina, non sono chiodi vieni tocca, sono delle finte punte ma non fanno male"
Stella:"vedi con te è buono, almeno"
Emma:"voglio i waffle"
Stella:"andiamo"
Jim:"vengo anch'io"
Credo che questa sia la svolta a questa giornata un po' noiosa, presto però Jim partirà con il suo show e quindi passeremo in un nano secondo al dramma, mi dispiace che con noi ci sia Emma e debba subirsi le paternali del mio psycofidanzato, per quanto possa sembrare normale, non lo è per niente.
Jim:"sei partita senza dirmi nulla quando un minuto prima volevi che ti accompagnassi per conoscere la tua famiglia e poi cosa fai? Mi lasci da solo senza nemmeno salutarmi"
Stella:" un po' lo meritavi, sono giorni che mi tieni all'oscuro della tua vita come pretendi che debba ritenerti parte integrante della mia?"
Jim:"non ti tengo all'oscuro di nulla, organizzavo il mio futuro senza recarti alcuna pressione, già che ci siamo, volevo dirtelo in un altro contesto ma ormai siamo qui, ero misterioso perché dovevo partire per una gara, questa gara si terrà proprio qui.." non gli lascio il tempo di finire. Davvero sta dicendo che si è recato fin qui non per me, perché l'abbia lasciato solo, ma soltanto perché avrà una gara e quindi ha unite le cose. Complimenti Jim, ogni giorno mi dimostri di che pasta sei fatto.
Stella:"perché le tue parole non mi sorprendono? Per un attimo ho pensato che tu abbia fatto tanti chilometri soltanto perché davvero ti importava di me e invece? Hai una gara, bene allora goditela perché io non ci sarò a festeggiare con te. Andiamo Emma"
Mi stringe la mano e ci alziamo dal tavolo pronte ad uscire dal locale, mi dispiace per i waffle che non abbiamo nemmeno ordinato ma un altro minuto seduta in quel tavolo e avrei tirato giù tutto in un nano secondo.
Emma:"però dopo prendiamo i waffle"
Stella:"li faremo a casa"
Non diamo il tempo a Jim di raggiungerci poiché conoscendo le scorciatoie siamo arrivate subito presso la casa dei miei nonni.
Gabrielle:"oh piccole mie, Stella come stai? Ero così in pensiero per te, tua madre mi ha raccontato tutto, temevo che avrei dovuto prendere un aereo per controllare se stessi bene ma poi quando tua madre mi ha detto che saresti venuta qui il mio cuore era colmo di gioia"
Mio nonno non c'è, mia nonna mi ha raccontato che da quando è in pensione non si è mai fermato, ha un orto che cura ogni giorno con amore, da allora che mangiano tutto ciò che coltivano ed è estremamente fresco.
Emma:"devi assaggiare i pomodori, sono buonissimi"
Gabrielle:"restate qui per pranzo?"
Stella:"no magari domani, ho promesso a mamma che sarei stata con lei, da quando sono arrivata non siamo state un attimo insieme, però potremmo venire per cena"
Gabrielle:"ma certo, vi aspetto"
Tutto il tempo mia nonna mi racconta sinteticamente tutto il periodo in cui non ci sono stata, come hanno saputo della gravidanza e di come hanno accolto Emma come parte integrante della famiglia. Si fa amare sin da subito, anche se non sarà il caso di Jim, è stato più odio che amore a prima vista. Mia nonna continua a parlare ed io meccanicamente continuo ad annuire lasciandomi trasportare dai miei pensieri che convergono verso una sola persona, Jim.
Soltanto ora noto che mia nonna è in attesa che io dica qualcosa perché mi osserva in modo strano.
Stella:"scusa nonna temo di essermi persa qualcosa"
Gabrielle:"dicevo che ora che sei qui perché non organizziamo una festa per il bambino in arrivo? Potremmo fare una sorpresa a tua madre, ne sarà felice ed io potrò sentirmi meno in colpa"
Osservarla in questo stato mi fa capire che il mio arrivo le abbia arrecato un'immensa sofferenza, il fatto di pormi lontano da loro soltanto per un astio nei confronti di mia madre e la sua pseudo relazione con quello che dovrebbe essere mio padre.
Stella:"si nonna, va bene"
Con le lacrime agli occhi mi abbraccia e non credo che stia piangendo per aver acconsentito ma per come io l'abbia chiamata.
Il telefono emette un suono, credo si tratti di un messaggio.
Mi scosto da mia nonna per poter leggere.
Ho bisogno di parlarti, non respingermi e non fare la bambina.

Non sono una bambina, sei tu che sei uno stronzo!

Dammi la possibilità di spiegarmi.

Ti ho dato troppa importanza, non meriti altro.

Stella...ti prego!

Jim, ti prego!

Un secondo soltanto, dopo avermi ascoltato potrai anche non vedermi più!

Penso che questa decisione l'abbia già presa, non ho bisogno di sentirmi dire altre bugie da una persona che non si fa sentire e poi decide di dirmene quattro soltanto perché si trova nel mio stesso posto ma per motivi ben differenti. Mi basta questo per starti lontana.

Davvero? Come preferisci...

È tornato a far lo stronzo. Bene!
Saluto mia nonna e torniamo verso casa.
Camille:"non ci credo, sei veramente tu Stella?"
Mi volto per capire chi è che mi abbia riconosciuto.
Stella:"Camille? Ma che ci fai qui? Non dovresti essere in Australia ?"
Camille:"già ma sono tornata per stare un po' con i miei, quanto tempo è passato? Sam è con te? Dio...quanto mi siete mancate. Chi è questa bambina?"
Stella:"quando parti con le tue solite domande a raffica mi spaventi sempre, vieni prendiamo un caffè a casa mia"
Camille. Gambe lunghe, fisico da urlo e modella famosa. Eravamo un trio fino a quando non ha deciso di partire e andarsene dall'altra parte del mondo per inseguire i suoi sogni. Io Sam e Camille eravamo amiche da bambine, poi abbiamo preso strade differenti pur restando sempre unite.
Camille:"abiti ancora qui?"
Stella:"no sono a LA, sono qui da mia madre, hai idea che si stia per risposare? La vedi questa margherita qui? È mia sorella...e tieniti forte perché mia mamma sta per regalarmene un'altra"
Camille:"tua madre? Hannah col pancione? Credo che questa vacanza sia migliorata in un attimo. Sam?"
Stella:" ti sconvolgerai. È incinta anche lei"
Camille:"Sam? Una relazione seria? Uomo fisso e bebè in arrivo? Scherzi?"
Stella:"no, per niente"
Camille:"credo di essere stata troppo tempo lontana dall'America...non posso crederci"
Stella:"e tu?"
Camille:"mollata un anno prima dal nostro matrimonio, mia madre crede che io sia qui per organizzare l'evento ma in realtà Steph un mese fa mi ha lasciata e poco dopo ho scoperto il motivo quale fosse. Una mora con due bombe così"
Stella:"oddio, mi dispiace.."
Camille:"meglio così, meglio single che in un matrimonio infelice..tu invece?"
Vorrei non parlarne perché non saprei nemmeno io come definire la nostra situazione più che relazione, non credo nemmeno che si possa definire tale, sin dal principio ci siamo soltanto scontrati forse proprio perché non siamo fatti per stare insieme.
Stella:"mah, non saprei cosa dirti, c'è qualcuno ma è come se non ci fosse"
Camille:"perfetto, domani ti passo a prendere passi la giornata con me, prima però ho un lavoro da sbrigare, ci metteremo poco e ti prometto che ti piacerà"
Stella:"promette bene, ci sto"
Avrei voluto raccontarle cosa ho vissuto in questo periodo ma ho deciso di reprimerlo nel cassetto delle sofferenze per evitare la compassione, è una cosa che odio. Ho ancora qualche leggera fitta, però finalmente cammino sulle mie gambe.
Camille:"tua madre con il pancione è proprio gnocca, per non parlare del tuo patrigno"
Stella:"potrei chiamarlo anche papà, ha adottato me dandomi il suo cognome solo perché sposa mia madre..."
Camille si strozza con l'acqua sulle ultime parole pronunciate, sa bene cosa significa, io ho passato anni della mia adolescenza a cercare mio padre biologico per poi scoprire della sua esistenza solo poco tempo fa.
Camille:"lui è tuo padre?"
Stella:"biologico no, adottivo si. Chi mi ha creato purtroppo è morto, quindi non saprei dirti ma Michael è di una dolcezza unica"
Passa il tempo mentre le racconto ogni cosa dal principio e ad ogni avvenimento Camille resta stupita, affascinata da quel che si può definire la storia della mia vita.
...
Stella passo a prenderti tra cinque minuti, siamo già in ritardo, sbrigati altrimenti mi licenziano.
Leggo il messaggio di Cami e mi sbrigo a richiudere la zip dei miei stivali quando sento bussare con il clacson.
Hannah:"amore scendi, Cami ti aspetta in auto"
Stella:"arrivo, dille di aspettare"

Nell'abitacolo riecheggia il profumo alla vaniglia che Cami ha spruzzato credo più di una decina di volte, è sempre stata ossessionata dai profumi, buoni odori.
Camille:"siamo in ritardo"
Stella:"perché sei vestita così?"
Camille:"mi cambio quando saremo a destinazione" non indossa nulla di particolare se non un vestito preso a caso nella sua cabina armadio regalatole da chissà qualche brand per cui abbia sfilato di recente, ad occhio, provo ad immedesimarmi in Arthur, sentenziando che si tratta di un Dior.
Cami:"cosa stai pensando? Non smetti di osservarmi"
Stella:"dimmi un po', è un Dior?"
Cami:"no Stella, l'ho preso in un mercatino vicino casa, mi piaceva e l'ho comprato"
Donna ricca che potrebbe permettersi i migliori brand ma preferisce uno umile. Ecco perché l'ho sempre adorata, la sua umiltà l'ha sempre contraddistinta, la chiave del suo successo è proprio questa.
Cami:"vedo gli ingranaggi del tuo cervello ruotare, che ti prende?"
Stella:"rifletto sulla vita e sul perché non mi hai dato nemmeno il tempo di fare colazione questa mattina"
Cami:"avrai tempo per farlo, fidati e poi ci sarà tanto cibo gratis"
Dopo un bel pò di viaggio in auto tra una canzone canticchiata che passava alla radio, alle nostre confidenze siamo arrivate a destinazione.
È una pista. Non può essere vero.
Perché non le ho chiesto nulla in merito? Faccio finta di nulla anche se la mia ansia è visibilmente palpabile.
Cami:"tutto ok? Ti fanno paura le moto?"
Stella:"no tutt'altro, ma andiamo sono curiosa di scoprire il tuo ruolo".

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