Capitolo 36

Stella
La mia testa è un macigno, la sento troppo pesante, l'effetto degli antidolorifici è svanito e i dolori sono molto più intensi.
Ora riesco a percepire che il mio corpo è stato mal ridotto dalla quantità di lividi, fasce e dolori infiniti.
Sam:"buongiorno piccola Stellina, come stai?"
Stella:"basta guardarmi, sembro un rottame"
Sam:"non dire così, sei sempre bellissima"
Stella:"parliamo di cose belle, il piccolo fagiolino che dice?"
Sam:"cresce, io e John litighiamo sul sesso, lui vuole una femmina ed io un maschio, non si direbbe ma è cosi"
Stella:"allora io mi schiero con John"
Sam:"non ci credo traditrice. Se avrò una femmina tu sarai costretta ad essere la sua madrina"
Stella:"accetto ben volentieri"
Restiamo lì a parlare di tutto ciò che sia successo negli ultimi giorni senza tralasciare che ho trovato una sorella e un altro in arrivo.
Arthur:"fate spazio anche al re, principesse, come stai?" Mi lascia un dolce bacio sulla fronte e ripone le rose sul tavolo di fianco al mio letto.
Stella:"sto bene davvero" mento perché non so se sto più male per ciò che mi sia successo o per lui che mi ha dimenticata e non si è degnato di farsi vivo.
Ma cerco di tenerlo nascosto quanto più possibile ai miei amici, non voglio che lo inducano a venire qui dovrebbe essere un gesto dettato dalla sua volontà.
Se non lo fa è perché non sono poi così importante come spesso ha dichiarato.

Sono passati giorni infernali, insieme alla fisioterapista dopo una settimana sono riuscita a scendere dal letto e ad essere un po' normale, piccoli passi piccoli progressi, mi ripete sempre la dottoressa.
Il trauma cranico è stata la cosa più dolorosa, porto ancora la fascia ed ho ancora dei dolori fortissimi alla testa per questo non riesco a stare troppo tempo in piedi, devo alternare a dei piccoli passi la seduta sulla carrozzina.
Ormai con gli infermieri e dottori ci sono amica, li conosco tutti.
Mia madre mi ha telefonata perché ha saputo, ha pianto per tutto il tempo e voleva prendere il primo volo per essere al mio fianco, grazie a Michael l'ho fatta ragionare, ha fatto sapere il tutto ai miei nonni, preoccupati della situazione non fanno altro che chiamarmi, specialmente Gabrielle. È la copia esatta di mia madre, mi chiamano e piangono temendo che io non possa riprendere a camminare.
Per un attimo il mio pensiero corre a Jim.
Arthur mi ha raccontato di aver scoperto che quella sera sia stato a letto con quella ragazza con cui l'ho incontrato il mattino dell'aggressione. L'ha sentito litigare a telefono proprio con questa ragazza interessata e lui le ha chiesto di non cercarlo più.
Questo è quello che più mi ha ferito, mi sono sentita tradita anche se non siamo realmente insieme, ma era un qualcosa di forte, un legame che va al di sopra di ogni etichetta. Eravamo insieme e non avevamo bisogno di dirci "sei il mio ragazzo" ma ovviamente questo era la versione del mio mondo mentre nel suo non ho mai avuto un piccolo posto.
Sono settimane che non lo vedo e non lo sento, forse questa è la volta buona di tagliarlo completamente fuori dalla mia vita anche se è doloroso, più di quanto credevo.
Mi abbandono tra le braccia di Morfeo, sono troppo stanca per riservare ogni mio pensiero ad una persona del genere.
Sento qualcuno sfiorarmi la mano per poi arrivare alla guancia.
Jim:"scusa, mi dispiace, è tutta colpa mia"
Mi sveglio, apro gli occhi e finalmente lo vedo. Pensavo si trattasse di un sogno e invece lui è realmente qui, non sono per niente felice di vederlo, temevo che averlo qui avrebbe lenito ogni mio dolore e invece sì sono intensificati.
Stella:"cosa vuoi? Che ci fai qui?"
Jim:"fammi spiegare" inizia a piangere.
Se c'è una cosa che odio è chi cerca di fare la vittima per farsi perdonare, apprezzo chi invece riesce ad assumersi le proprie colpe e cercare di rimediare, non chi si piange addosso cercando una giustificazione. Ma è Jim, non sa fare altro.
Inizia anche a parlare ma non riesco a sopportarlo.
Stella:"tu non sai cosa significa provare ciò che ho provato io, venire qui nel bel mezzo della mia guarigione a cercare di pararti il culo non ci sto, ti svelo una cosa, non serve a niente, avevi ragione tu io non sono niente e questi giorni hai dimostrato chiaramente la mia posizione quale sia nella tua vita, cioè nessuno. Sono sopravvissuta a cose peggiori, posso sopravvivere anche senza di te, quindi puoi anche raccogliere i tuoi cocci del vittimismo e tornare con chi stavi, non dovevi prendermi in giro, so tutto. Di te che sei uno stronzo, che alle prime discussioni cerchi altre donne ma io non merito tutto ciò, quindi vedi quella -indico la porta- fatti da parte e non provare mai più ad avvicinarti a me per nessuna ragione al mondo."

Jim:"ti prego"
Stella:"vattene e non costringermi a chiamare la sicurezza"

Jim:"non fare così"

Stella:"guarda che non mi fai pena, io chiamo davvero ti conviene andartene di tua spontanea volontà"
Finalmente fa come gli dico ed esce rivolgendo il suo sguardo a me.
Non appena la porta si chiude scoppio in un pianto liberatorio, non sono mai stata così crudele con qualcuno ma lui lo meritava, meritava una lezione.
Mi ha preso in giro sin dall'inizio che ci siamo conosciuti, ma la verità viene sempre a galla.

Di quel che è successo realmente il giorno dell'aggressione ricordo ben poco, i miei amici preferiscono non dirmi nulla se prima non mi rimetto in sesto; questa volta il colpo è stata abbastanza duro, la mia permanenza in ospedale perdurerà.
Stavo per pagare la mia vita a caro prezzo a quale scopo? Ah si, perché un pazzo era così ossessionato da me che avevo due opzioni; essere la sua ragazza o pagarla se non avessi accettato. Questo non si può chiamare amore, questa è follia allo stato puro, la donna deve sentirsi libera di rifiutare chi non le piace, di amare liberamente chi vuole e non a delle condizioni.  Al cuor non si comanda.
Sono giorni che rifletto in particolar modo riguardo l'amore, nello specifico Jim.
È una situazione di confusione totale, questo è dato molto dalla sua indecisione in fatto di sentimenti, è bipolare nella sfera sentimentale. Precisamente non sa che vuole ma nonostante tutto continua imperterrito a dichiararsi a me, cerca in qualsiasi modo di proteggermi, e a chiudere il tutto milioni di scenate di gelosia però poi non manca il continuo sminuire  quel che rappresenta questo tipo di rapporto.
È pronto ad etichettare me come la persona più importante però poi non si fa il minimo scrupolo nel trattarmi come fossi il nulla.
Ed oggi? Non voglio pensarci, sono settimane che passo qui la mia vita e soltanto ora gli è saltato in mente chiedersi se fossi viva o meno, per non parlare della sua storiella, quello mi ha ferito più di tutto, quando Arthur mi raccontava ciò che fosse successo a me mancava l'aria nei polmoni, il sangue aveva smesso di circolare e le vene di pulsare. Mai fidarsi!

Dopo settimane di riabilitazione e fisioterapia posso finalmente rimettere piede a casa mia.
Arthur mi ha giurato di venir da solo per portarmi via da qui, non voglio sorprese e ne tanto meno vedere Marcus in compagnia di qualcuno di spiacevole, e gli ho fatto promettere niente festa di bentornata.
Arrivati finalmente in casa posso accertarmi con i miei occhi che Arthur ha fatto di testa sua ed ha invitato i soliti pur di festeggiare.
Stacy corre ad abbracciarmi per poi parlarmi all'orecchio.
Stacy:"dopo dobbiamo parlare"
Stella:"anche ora possiamo"
Reggendomi quanto più posso sulle mie stampelle cercando di non rischiare di cadere raggiungiamo la mia camera.
Stacy:"devi saperlo, è distrutto, mi chiama quasi ogni giorno e in ogni momento, mi ha chiesto di dirti che gli dispiace soprattutto di non esserci stato per te ma era troppo arrabbiato con se stesso per  non essere riuscito a proteggerti, e poi.."
Stella:"e poi niente, non serve a nulla piangere sul latte versato Stacy, oltre a lasciarmi lì in quell'ospedale, è stato a letto con un'altra e questo è imperdonabile"
Stacy:"non state neppur davvero insieme quindi come puoi considerarlo tradimento?"
Stella:"perché lo è fidati, è inaffidabile, agisce sempre secondo i suoi bisogni ed io non ho bisogno di una persona così, non voglio un amore distruttivo, non voglio sofferenze Stacy capisci? Riferiscigli che a me non interessa più, può fare ciò che vuole, ora ritorniamo dagli altri" Ritorno ai festeggiamenti nonostante la mia voglia pari a zero.
Marcus viene ad abbracciarmi e a rassicurarmi che l'artefice del mio corpo martoriato marcirà per un bel pò in prigione grazie alla mia bravata.
Marcus:"possiamo finalmente chiudere questa spiacevole storia, se avessi seguito i nostri consigli ora non saresti in queste condizioni, però l'importante che tu stia bene, questo conta...ah"
Stella:"ti prego non cominciare anche tu a parlarmi di Jim, non ho la minima voglia di sentirlo neppure nominare"
Marcus:"come preferisci"
Fa come gli dico e raggiunge la sua ragazza, Amy.
Non avrei mai immaginato di riuscire a legare con cosi tante persone in poco tempo, in questo periodo in cui Sam si è trasferita, mia madre ha trovato un compagno ed io con i miei guai, posso dire di aver trovato la mia famiglia qui, in questa grande città di Los Angeles.
Sono certa di poter contare sull'amore fraterno di Arthur e Marcus, da quando viviamo sotto lo stesso tetto sono diventati parte integrante della mia vita; il nostro viaggio in Canada da mia madre ha consolidato la nostra amicizia.

Il mattino seguente al mio ritorno a casa i ragazzi sono usciti all'alba da casa, a quanto pare entrambi avevano da fare con il lavoro, Amy è rimasta con me poiché sono ancora limitata nel muovermi indipendentemente. Ho ancora molte difficoltà, dovrò continuare ancora un bel pò con alcune terapie, medicinali.
Amy:" buongiorno stronzetta, ce la fai ad alzarti?"
Stella:"buongiorno a te, certo magari....aiutami per favore"
Si avvicina e mi tende una mano, una fitta pervade il ventre, dalla mia faccia contrariata dal dolore Amy sbianca.
Stella:"tranquilla è normale, le mie gambe formicolano e si addormentano quindi avverto dei dolori quando mi rialzo"
Amy:"non farmi brutti scherzi, ho acconsentito solo perché mi hanno rassicurato che non hai granché bisogno"
Stella:"chi ti ha rassicurato?"
Amy:"Marcus, chi se no? "
Stella:" già, andiamo a far colazione su che ho fame"
Tutto il mattino l'abbiamo trascorso sul divano a guardare serie tv e a mangiar cibo spazzatura, Amy ha preso il giorno libero per star con me e il suo ragazzo, che a quanto pare le ha dato buca e quindi ha accettato ad una giornata in compagnia di una mezza invalida.
Suonano la porta, presumo sia il fattorino delle pizze.
Amy ritorna in salotto con una faccia visibilmente preoccupata, non sa come dirmi qualcosa, ma ho già capito di cosa si tratta.
Alle sue spalle appare Jim che tra le braccia ha un enorme peluche e un mazzo di girasoli.
Mi cerca con lo sguardo, senza neppur proferire alcuna parola cerca un consenso per avvicinarsi e porgermi il suo regalo, gli faccio capire che può, si avvicina e posa tutto al mio fianco.
Amy:"io vado in camera a riposarmi, se avete bisogno basta farmi un fischio"
Mi abbandona proprio nel momento sbagliato.
E' impacciato e terribilmente in difficoltà, non nascondo che sono divertita nel vederlo in questo stato , solitamente è quella dove mi ci ritrovo io ma per una volta ha bisogno di provare quelle sensazioni.
Strofina più volte le mani sui suoi jeans blu strappati, non fa altro che alzarsi e sedersi dalla poltrona, il tutto mentre continua ad osservarmi. Pensa che io non me ne accorga, quando lo trovo ad osservarmi distoglie subito lo sguardo.
Restiamo per molto in silenzio ad osservarci, a studiarci e nonostante ciò che ha fatto non riesco a fare a meno di perdermi nei suoi meravigliosi occhi, nel suo sguardo magnetico.
Ha un effetto anestetico su di me, da quando è entrato in questa stanza ho perfino dimenticato le mie condizioni.
Ad un tratto decide di interrompere il silenzio e di accorciare le distanze.
Jim:" puoi perdonarmi? Io ho bisogno di riaverti nella mia vita e non come amica, ma come la mia ragazza. Sono uno stupido e avrei dovuto dirtelo prima ciò che provo in modo esplicito e invece ho dato per scontato che fosse così. Quel giorno sono morto con te, quando ti ho vista priva di sensi e il tuo corpo morto mi sono sentito male, mi sono rinchiuso in casa per giorni poi mi sono diretto qui e per sentirti più vicina ho dormito nel tuo letto.
Ho tanto da farmi perdonare di questo ne sono consapevole, ma permettimi di dimostrarti che puoi fidarti di me.
Dammi la possibilità di essere il tuo ragazzo e di aprire il mio cuore a te."
Stella:"perché sei andato a letto con quella ragazza?"
Jim:"perché ero arrabbiato e l'unico modo per avere attenzione dalle persone secondo la mia mente perversa è quella di farle soffrire, ma nel tuo caso me ne sono pentito amaramente. Non volevo e non lo farò mai più, so che tu non meriti uno come me, meriti il meglio, ma lo sai che io sono egoista e quindi voglio averti con me, voglio che tu sia mia".

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