Capitolo 34

Dopo la mia bravata, Marcus ci ha costretti a tornare in città per evitare di coinvolgere mia madre; dovevamo pensare al vestito, al matrimonio ma le ho detto che le avrei mandato la mia sorpresa.
Arthur ha buttato giù qualche bozzetto di quel che sarà il suo vestito. Si sposerà col pancione quindi abbiamo pensato a qualcosa di morbido che nasconde la pancia.
Ho promesso i miei nonni di chiamarli ogni giorno aggiornandoli sulla mia vita, ma quella che mi è costata una gran fatica e un'immensa sofferenza salutare è stata proprio la piccola Emma.
Ho un nodo in gola, tutto il viaggio non ho smesso di piangere, il suo viso triste mi piomba nella mente ogni secondo.
All'aeroporto ci attendono Jim e Marcus, sono terrorizzata alla combo.

Nessuno dei due ci rivolge la parola.
Marcus mi si avvicina, prima mi abbraccia e poi sospira.
Marcus:"ho sudato sette camice a saperti faccia a faccia con lui, sei matta Stella"
Stella:"sto bene, sono qui di fronte a te"
Marcus:"non avvicinarti a lui, è impazzito, non hai idea di cosa ha combinato, ha distrutto mezza casa e poi è andato via in moto, quando vive momenti così se ne va a correre con la sua moto, non so se lo sai ma lui vive l'emozioni in modo amplificato, perciò ti chiedo di evitarvi  per favore"
Seguo il consiglio di chi lo conosce da più tempo.
Arrivati a casa so che dovrò trovarmi un posto dove dormire dal momento in cui ha monopolizzato camera mia.
Dopo aver messo il pigiama faccio per andarmene in camera di Arthur quando mi blocca per il polso.
Jim:"dove vai? Questa è la tua camera"
Stella:"ci dormi tu quindi vado in.."
Jim:"non vai da nessuna parte, dormi qui"
Stella:"preferisco lasciarti la camera per te"
Jim:"non c'è bisogno, non dormo qui"
Stella:"dove dormi?"
Jim:"da quando ti devo delle spiegazioni?"
Decido di non rispondere per non aggravare ulteriormente la situazione, mi divincolo dalla sua presa e vado verso il mio letto. Questa sua indifferenza mi uccide.
Stella:"se è per me che te ne vai, puoi anche restare non è un problema"
Jim:"preferisco non dormire con te, nemmeno stare nella stessa casa con te"
Parte all'attacco, inizia a dire cose che non pensa facendo precipitare la situazione ma questa volta non ci casco. Può andarsene a quel paese.
Mi volto nel letto e chiudo gli occhi facendogli capire che per me è chiusa.
Si volta e se ne va via.
Forse è la decisione giusta, nessuno può dirmi come agire nella mia vita anche se si tratta di un pazzo, Steve non sa che io sono al corrente di chi è davvero, non mi farebbe mai del male subito, sta aspettando un momento preciso e non riesco a capire quale sarebbe.

Al risveglio so che dovrò affrontare Marcus che non è arrabbiato ma nero.
È da un'ora che lo sento strillare con il fratello che non c'entra nulla per questo decido di intervenire.
Stella:"lui non ha colpe, dovresti prendertela con me lui ha provato a persuadermi ma quando mi metto un'idea in testa difficilmente riescono a farmi cambiare, quindi il colpevole qui sono io"
Marcus:" sarei arrivato anche a te ma dato che sai già di aver gran parte delle colpe devi sapere che mi hai costretto tu, avrai qualcuno che ti seguirà sempre ma non saprai chi è, perché se deve interrompere qualcosa tu proveresti a persuaderlo e non posso permettere che accada di nuovo, ho detto tutto ciò che dovevo dire ora me ne vado"
Stella:"mi aspettavo di peggio"
Arthur:"non c'è mai fine al peggio amica mia, dovresti saperlo"
Dopo colazione sono uscita per schiarirmi le idee, ho telefonato mia madre la quale mi ha riferito che Emma ha pianto molto dopo la mia partenza, i miei nonni sono entusiasti del lavoro che ha fatto con me. E mentre ero al telefono con lei che mi si è gelato il sangue, Jim mano nella mano con una ragazza, non era Lisa ne tanto meno Irina.
Questo è troppo perfino per me, saluto mia madre per raggiungere i due prima che salgano sulla moto.
Fingo di scontrarmi con la ragazza, lui resta immobile.
Stella:"ciao Jim come stai? Scusa che sbadata, piacere Stella tu sei?"
Camille:" sono la fidanzata di Jim, Camille, come lo conosci?"
Stella:"ah no tranquilla sono sua cugina"
Il viso di Jim è pallido, non sa cosa dire e preferisce starsene zitto. Coglione.
Ma come ho fatto a dargli anche un minimo di fiducia?
Vado via lasciandoli lì a scontrarsi tra di loro.
Vorrei tanto partire di nuovo e tornare a casa mia, starmene con Emma a giocare e non pensare a niente ma non posso farlo.
Ma oggi deve essere il mio giorno fortunato, Steve mi incrocia con lo sguardo e resto pietrificata, entrambi siamo da soli e non c'è una via di fuga.
Steve:"sempre incantevole sei, dove te ne vai da sola?"
Colta alla sprovvista non so cosa rispondergli, sono fregata.
Stella:"giravo per la città"
Steve:"trovato poi niente su tuo padre?"
Stella:"niente"
Steve:"vieni con me ti faccio vedere una cosa"
Mi porge la mano per aiutarmi a salire sulla moto, se lo farò nessuno saprà che sono con lui, voglio capire cosa voglia fare. Accetto. Ignara di quelle che sono le vere intenzioni.
Arriviamo in una baita sperduta fuori città, quando entriamo mi mette all'angolo e prova a baciarmi.
Stella:"non farlo ti prego"
Steve:" ti ho sempre pensata sin dal primo giorno che ti ho conosciuta. Ho pensato che dovevi essere mia a tutti i costi, pronto a lottare contro tutti, quella volta al lago era a poco dall'averti davvero ma poi qualcuno mi ha rovinato i piani e non sai quanto mi sia arrabbiato per questo" cerco di scappare ma mi afferra e con la sua mano mi copre la bocca.
Steve:"ora finalmente sei mia e non puoi fare niente, non puoi chiedere aiuto, non puoi scappare, qui ci siamo solo io e te"
Mordo la mano per provare a scappare ma è molto più veloce di me, mi afferra e mi porta verso una stanza buia, mi lega su una sedia e si pone di fronte, a pochi centimetri dal mio volto.
Stella:"se dici di volermi perché mi fai del male?"
Steve:"perché vuoi opporti al mio amore e questa cosa mi fa arrabbiare, Stellina"
Stella:"non chiamarmi così brutto stronzo"
Inaspettatamente mi colpisce il volto con uno schiaffo, quello che sento è un dolore lancinante.
Le lacrime mi rigano il volto e cerco di starmene zitta quanto più possibile anche se mi costa tanto.
Cerco di slegarmi ma questa volta mi colpisce più forte alla testa. La vista mi si annebbia e non riesco a capire chi è che sia entrato nel capannone, ma presumo una figura femminile perché è molto esile.
Anche lei mi parla ma non riesco a capire le sue parole e dopo anche lei mi colpisce e non si ferma fino a quando non perdo del tutto i sensi.
Finalmente tutti quelli a cui voglio bene sono qui per salvarmi, ma quando entrano anche mia madre ed Emma capisco che si tratta di un sogno, questo significa che mi stiano dicendo addio e che quindi, sono morta?

Mi risveglio in una stanza bianca asettica, non posso muovermi e ho difficoltà a respirare.
Dove sono?
Un'infermiera e un dottore entrano non appena notano gli occhi aperti, iniziano a visitarmi e a farmi parlare, ma riesco solo a fare dei lievi movimenti con la testa, il mio dolore è assordante, la testa a momenti mi scoppia.
Dottore Miles:" bene signorina Rivers, abbiamo temuto il peggio ma si è ripresa prima di ogni aspettativa, ora se vuole facciamo entrare i suoi amici"
Nella stanza entrano Arthur, Sam, Amy, Stacy, Lily, Eric, il nuovo ragazzo di Lily e Tony, fidanzato di Stacy.
Stella:"Marcus ? Dov'è ?"
Arthur:"ti sei appena svegliata e pensi a lui? Ah se vuoi saperlo si, è arrabbiato nero con te e non hai idea quanto"
Stella:"spero non abbiate avvisato mia madre"
Arthur:"no per niente nelle sue condizioni ho preferito non dirle nulla"
Amy:"ci hai fatto prendere un colpo, ti sei bevuta il cervello?"
Arthur:"che credevi di fare? Persuaderlo a non farti del male? Devi ringraziare la guardia che ti ha seguito e non appena è stato raggiunto dall'intera squadra sono intervenuti quando per te era quasi tardi, bastava qualche altro colpo alla testa e..."
Stella:"sono viva, vieni qui" cerca di abbracciarmi nonostante le varie fasciature e fili dei monitor.
Non ricordo nulla di cosa sia successo, tanto meno del perché mi ritrovo nuovamente nel letto di un ospedale. Stessa scena, diverso periodo con la differenza che ora ho qualche livido e dolore in più, quindi mi tocca un bel po' di permanenza qui.
Non mi va per il momento di scoprire cosa è successo, ricordo soltanto di essermi consegnata a Steve, accettando di andare con lui, pur sapendo quali fossero le sue intenzioni; la cosa che ricordo nitida è che Lisa mi ha dato una bella botta in testa.
Ricordo perfettamente il suo viso un istante prima che mi colpisse.
Nonostante sia qui, non posso fare a meno di notare che manchi proprio lui.
Le mie amiche mi salutano e con me restano Arthur e Marcus, la mia famiglia.
Marcus:"non farci più brutti scherzi, temevamo di averti persa"
Arthur:" sono state le 24 ore più brutte della mia vita"
Stella:" ventiquattro che?"
Arthur:"si ti sei fatta una bella dormita, hai subito un trauma cranico non una cazzata di poco, ma fortunatamente è andato tutto per il meglio"
Stella:"certo che la mia vita fa proprio schifo"
Marcus:"questa te la sei cercata, scusa ma proprio te lo meriti"
Non posso dargli torto, sono stata incosciente di dar fiducia ad una persona la quale sapevo cosa avesse in serbo per me, è che ho questa fissazione di trovarci sempre un lato buono in chiunque capiti nella mia vita sottovalutando una cosa importante; non tutti sono buoni come penso io, molti nascondono un lato oscuro che tengono ben nascosto e difficilmente emerge, che poi io abbia la gran sfortuna di attirare persone che preferiscono vedermi morta piuttosto che viva questo devo ancora capirlo.
Arthur:"ora ti lasciamo riposare un po'"
Stella:"aspettate, non mi avete detto la cosa più importante"
Marcus:"l'abbiamo preso, anche Lisa è stata presa. Saranno fuori dai giochi per un bel pò, forse lei se la caverà, lui non credo, puoi stare tranquilla ora"
Stella:"grazie e..."
Arthur:"non si è fatto vivo..."
Stella:" ok"
Marcus:"andiamo?"
Arthur:"si, a domani Stella"
Mi lasciano qui con mille pensieri che frullano nel mio cervello, dove sarà? Perché non è qui?
Non avevo poi sbagliato mica sul suo conto, non sa prendere una decisione, per lui non è bianco o nero, è un grigio e gioca a far la brava persona con chi vuole. È molto bravo a giocare con i sentimenti, stupida io che ci sono cascata pur sapendo di che pasta sia fatto.
Il dolore fisico è niente in confronto a ciò che sto provando, sono delusa da una persona che mi considera il nulla mentre io sono qui a pensare a lui anziché a me, sono letteralmente a pezzi, e come una stupida penso se lui stia bene e cosa stia pensando in questo momento.
Ma perché sono nata così stupida?
Crollo in un sonno profondo, la stanchezza mi abbraccia e mi abbandono a lei, sono stati giorni faticosi, pieni di stress ed emozioni pure, con la mente ritorno al periodo di Natale, a mia madre, a Michael, i miei nonni, alla piccola Emma.
Per una volta riesco a mettere da parte la sofferenza per far spazio al mio posto felice, la mia nuova famiglia.
Non sono solo Rivers, da oggi sono una Brown.
Stella Brown...Rivers.

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