Capitolo 16
Steve si dimena nella folla per permettermi di passare senza urtare contro nessuno.
Arriviamo al bancone e ci sediamo, ordina due drink e poi ritorna a parlarmi.
Steve:" sai, non volevo scendere a patti con il diavolo ma mi vedo costretto nel farlo, non appena avrò modo" lo guardo confusa perché non ho capito a cosa si riferisse.
Stella:" scusa ma non ti sto seguendo.." il barista, il mio amico Wade lo interrompe mentre stava per parlare.
Wade:" eccoti, stavo cercando per tutta la pista e non ti trovavo, ti va di venire con me? Aspetto il mio collega che mi dia il cambio poi sono libero"
Per sfuggire a Steve accetto l'invito annuendo.
Stella:" Steve grazie per il drink ma avevo promesso al mio amico un'uscita, ci vediamo"
Steve:" aspetta, ma se non lo conosci nemmeno"
Stella:" saranno pur affari miei, non conoscevo nemmeno te eppure mi sono fidata, quindi"
Mi guarda stupito e intanto avviso i miei amici che vado via con Wade.
Arthur:"brava così ti voglio, non aspettarmi farò sicuramente tardi"
Stacy:" ci sentiamo domani, tra un po' anche io e Tony andremo via"
Stella:" ragazzi non riesco a trovare Amy, me la salutate voi, a domani"
Mi dirigo verso l'uscita, aspetto Wade all'esterno del locale. Arriva dopo pochi minuti, e insieme escono la bionda accompagnata da Jim lo stronzo, che continuano a baciarsi incuranti delle persone che li circondano.
Mi passano di fianco, e sono sollevata che non fanno caso a me, salgono sull'auto e vanno via chissà dove.
Le parole di Wade mi riportano alla realtà "ti va di mangiare qualcosa?" Annuisco e andiamo verso la sua auto.
Stella:" wow, i Coldplay, sei un tipo romantico? Ti facevo più tipo da heavy metal" ride e scuote la testa
Wade:" sai come si dice? Mai giudicare un libro dalla copertina " e non posso che concordare con lui però aggiungo " sai a volte anche la copertina può ingannarti, sfogliando il libro può sempre ricrederti"
Wade:" sei molto arrabbiata con la vita o con qualcuno in particolare"
Stella:" diciamo che ce l'ho con il mondo in generale"
Potrei refilare la scusa che la mia diffidenza verso gli uomini scaturisca dalla totale inesistenza di un padre, da piccola ero invidiosa delle mie amiche che avessero un legame profondo con tale figura, io ho sempre avuto difficoltà soltanto nel riuscire a pronunciare "papà" eppure le sentivo lamentarsi delle gelosie, delle punizioni ed io? Mi lamentavo perché lui si è rifiutato totalmente di riconoscermi come tale, come figlia sua.
Wade:" a cosa pensavi?"
Stella:" niente, l'alcol gioca brutti scherzi, tranquillo sto bene"
Wade:"mi fido, ti va un kebab?" Rispondo di si e scendiamo per raggiungere il locale, sono le 4 del mattino lo so, ma ho bisogno di mettere qualcosa nel mio stomaco prima di ritrovarmi in ospedale. Ok, forse ho esagerato ma io e l'alcol non abbiamo un buon rapporto.
Mentre mangiamo Wade mi riempie di domande, sulla mia vita, la mia famiglia, la mia situazione sentimentale... "hai presente nei film western quando la balla di fieno rotola e intorno non c'è nessuno? Ecco quella è la mia vita sentimentale"
Wade:"non ci credo, al locale ti ho vista sei circondata da uomini che ti vogliono"
Stella:"beh magari saranno quelli sbagliati, che ti devo dire"
Wade:"probabile, ma per quello giusto non è mai troppo tardi, come si dice bisogna saper attendere "
Stella:" una tua filosofia di vita?"
Wade:" beh più o meno" e ridiamo poi prende la sua birra "alle persone giuste che arriveranno" e mi unisco lui ripetendo le sue ultime parole "bisogna saper attendere"
Il mio telefono inizia a vibrare. Stacy
"Non volevo disturbarti ma devi tornare immediatamente al locale, non spaventarti ma è meglio che ti fiondi qui Stella"
Ti prego, fa che non sia successo nulla...
Stella:" Wade scusami, potresti riportarmi al locale non so cosa sia successo, ma la mia amica Stacy mi ha detto di andare subito li"
Wade:" certo, sta tranquilla"
...
Arriviamo al locale e vado alla ricerca di Stacy, ma non c'è. Provo a chiedere in giro e qualcuno mi riferisce che un ragazzo si è sentito male e che è stato portato in ospedale. Riprovo a chiamare Stacy ma non risponde, lo stesso Amy.
Controllo i messaggi e noto uno di Stacy, raggiungici in ospedale. Oddio no...
Al pronto soccorso trovo Stacy, Tony, Amy e il ragazzo moro... "ragazze Arthur dov'è ? Cos'è successo?" Stacy viene ad abbracciarmi, è decisamente in lacrime e la cosa non promette per niente bene.
Stacy:" ha preso qualcosa, subito dopo si è sentito male, si è accasciato ed era quasi privo di battito, era incosciente e..." inizia a piangere a singhiozzo.
Non può essere vero.
Amy:" Stella... è in coma" ho bisogno d'aria, coma non significa per forza morto, c'è una speranza e tu amico mio non devi abbandonarla, aggrappati a quell'ultimo brandello di vita e ritorna qui. Non puoi andartene così...
Sono in preda ad una crisi di panico, non posso e non devo sentirmi male, lui ha bisogno di me, di noi.
Ritorno al pronto soccorso e mi siedo vicino a Stacy che è terribilmente scossa.
Stacy:" l'ho visto accasciarsi, Eric è sotto shock non parla da quando è successo, lui l'aveva di fronte e giuro Stella è stato bruttissimo..." cerco di consolare Stacy quando le porte del pronto soccorso si spalancano ed entrano due persone, presumo siano i suoi genitori, suo fratello e lui. Jim.
Che cosa ci fa lui qui?
Chiedono ai dottori e vengono fatti entrare subito, Jim in quanto non ricopre nessun ruolo nella famiglia deve attendere con noi nella sala d'attesa. Bene. Problemi dopo problemi.
Mi guarda, il mio cuore inizia a battere all'impazzata e non so se sia per rabbia o per qualche altra cosa. Si avvicina e a momenti temo che venga a sedersi di fianco a me, ma fa una scelta saggia. Si inginocchia davanti a Stacy e le accarezza una guancia.
Jim:" sta tranquilla è forte, Arthur sin da bambino è sempre stato un guerriero" mi rivolge un ulteriore occhiata. Non ce la faccio. Mi alzo ed esco fuori.
Non posso sopportare altro, è una persona bipolare, o non ho capito nulla di lui.
Amy mi segue e inizia a fumare.
Amy:" non ci credo, no, non è possibile, siamo amici da anni non ha mai, MAI, provato nulla e stasera doveva farsi di PASTICCHE? Sono, non lo so.." inizia a piangere, la stringo e continua "dovevo prendermi cura di lui, dovevo impedirglielo e invece dove cazzo ero? Dove eravamo?"
Stella:" Arthur è grande abbastanza da capire cosa non va bene e cosa invece si, tutti facciamo delle cazzate, questa è una delle più grandi che lui potesse mai fare, ma deve farcela altrimenti lo ammazzo io"
Jim:"non ti facevo così aggressiva"
Stella:" e tu che cavolo vuoi? Cosa ci fai qui? Cosa c'entri?"
Jim:" conosco Arthur da quando era un poppante, ci siamo persi di vista io e lui, ma il fratello è il mio migliore amico. Siamo cresciuti insieme."
Stella:"bene, puoi lasciarci da sole ora"
Jim:"no, non me ne vado" Amy intuisce che ci sia in atto una guerra e ritorna dentro, faccio per seguirla ma Jim me lo impedisce.
Jim:" perché non eri al locale? Perché eri con quel cameriere?"
Stella:" quello che faccio della mia vita non dovrebbe interessarti e poi non è un cameriere ma un barista, ora mi lasci andare?"
Jim:"no, non ti lascio andare"
Stella:"dovresti invece"
Veniamo distratti da una moto, scende dalla sella e ci raggiunge di corsa.
Steve:" dov'è? Dov'è Marcus? Come sta? Arthur? Ma cosa cavolo è successo?"
Jim:" sei uno stronzo lo sai, è tutta colpa dei tuoi imbecilli, sai cosa è successo? Gli hanno venduto una pasticca. Ci credi? Una pasticca ad Arthur..." iniziano a farsi addosso...
Steve:" hey non è colpa mia, io non c'ero nemmeno, ero con una ragazza" Steve mi osserva compiaciuto ed io non riesco a capire.
Jim saetta lo sguardo da Steve a me, strattona l'amico e prima di ritornare nel pronto soccorso mi punta gli occhi addosso e con tutto il veleno che si possa immaginare sentenzia "solo con uno come lui potevi finire, sei peggio di lui, sei più sporca di lui. Vaffanculo" si volta impedendomi di ribattere.
Stella:"perché hai lasciato intendere che fossi con me? Perché continui la competizione quando ormai mi fate entrambi schifo, a che serve?"
Steve:" non è una competizione, ero con te al bancone quando Arthur ha comprato la pasticca, ma non pensavo che si sarebbe sentito male"
Non riesco a parlare, lui sapeva e incurante mi ha tenuto all'oscuro di tutto. Bastardo.
Entro nel pronto soccorso, nel frattempo Steve è andato via, sa che rischia grosso.
Prendo Jim, lo tiro per un braccio e lo trascino fuori.
Faccio un respiro profondo e cerco di rilassarmi prima di sputare fuori tutto ciò che trattengo da giorni...
Stella:" non scappare, tu ora devi ascoltarmi. No, non pensare che stia qui perché voglia saltarti addosso o voglio che sia la mia anima gemella soltanto per un mezzo bacio a casa mia, ne ho baciati tanti e anche migliori di te" non è vero, ma preferisco mentire e ferire il suo orgoglio, se lo merita, prova a rispondere ma riparto "fammi finire, ci tengo a precisarlo non perché voglia giustificarmi ma ci tengo alla mia dignità e quindi si, ero con Steve quando gli hanno venduto la pasticca ma ero ignara di ciò che stava accadendo, e prima che me lo chieda ero con lui perché ero ubriaca, mi ha portata in bagno e poi per scusarsi mi ha offerto da bere, no non è successo niente e mai succederà niente ne con lui e ne tanto meno con te, si so tutto, sei uno stronzo e fai schifo, mi fai veramente schifo, fai il superuomo ma sei come Steve. Io non sono il trofeo da conquistarti come la bionda, o come ogni altra ragazza, io non sono il giocattolo di nessuno e mai permetterò a nessuno di trattarmi così, certo ho provato a chiederti motivazioni, tutto non combaciava dal primo giorno ma data la mia ingenuità hai potuto proseguire con il tuo anzi vostro sporco gioco, ma come ogni gioco prima o poi la fine avviene, e sono felice che sia avvenuta quanto prima, che magari tu potessi spingerti oltre e lasciarmi sprofondare in un tunnel senza fine, per questo ti ringrazio, detto ciò sei pregato di non avvicinarti e ne tanto meno provare a parlarmi. È chiaro?"
Jim:" è chiaro, ma non che ti interessi io non sto con nessuno, lei è un'amica"
Stella:" non ti ho chiesto chi fosse, noto che qualche passaggio non ti è molto chiaro. Mi fai schifo, non disturbarti a giustificarti"
Jim:" vedo che il barista però non ti fa tanto schifo"
Stella:" Dio..ma, senti lascia perdere ok?"
Mi giro, faccio per andarmene ma mi blocca
Jim:" mi dispiace, per tutto." mi libero dalla stretta e vado via. Ho il volto rigato dalle lacrime, mi dispiace, quante volte l'ho sentita e quante volte non è mai stato così. Nella mia vita mi hanno sempre ferito liberamente questo perché sono troppo ingenua, ho sempre creduto nelle favole ma poi a cosa portano? Dolore, soltanto questo.
Stella:" ragazzi novità?"
Stacy:" purtroppo nessuna che sia buona, i dottori non sapranno definire le sue condizioni, non sanno dirci se si sveglierà oggi o domani o.."
Amy:"non lo dire, non accadrà"
Jim si siede alla parte opposta, ma di fronte.
Continua ad osservarmi, anche lui ha gli occhi rossi e il volto rigato dalle lacrime. Per quanto lo odi, provo compassione, ma poi ripenso che non possa provare sentimenti perché lui un cuore non ce l'ha e l'ha dimostrato poco fa.
Sono arrivata a casa a mattino inoltrato, Sam è ignara di tutto ciò che sta accadendo, decido di scriverle un messaggio se può coprire il mio turno a pranzo o quanto meno invertire, così che possa dormire quanto basta.
Quando mi sveglio è tardi, manca mezz'ora all'inizio del mio turno; mi preparo più in fretta possibile cosicché possa raggiungere l'autobus.
Al ristorante con me c'è Steve, come si dice? Non c'è mai fine al peggio.. ecco appunto!
Stella:" salve ragazzi, arrivo subito, non ho chiuso occhio"
Sam:" si vede"
Steve mi segue nel retro, poso le mie cose e prendo il cellulare per averlo a portata di mano per ricevere notizie di Arthur.
Steve:" senti mi dispiace, so che da quando siamo entrati nella tua vita succedono solo casini, ma davvero non sapevo fossero per Arthur le pasticche altrimenti non avrei detto di sì"
Stella:" scusa, ma che razza di persona sei?"
Steve:" è complicato, non posso spiegarti tutto, ma fidati è meno peggio di quel che pensi"
Stella:" ieri eri un angelo e oggi si scopre che spacci addirittura, ti prego chiudiamola qui, per me è abbastanza" prendo il grembiule ed esco a servire i clienti.
Le apparenze ingannano, ma di brutto.
Dopo una lunghissima serata trascorsa a servire, clienti irritanti e troppo esigenti, metto a posto le ultime cose così posso finalmente andarmene a casa ma Sam mi interrompe e mi chiede di passare del tempo insieme.
Stella:" certo, un caffè ti va?"
Sam:" si va bene, ti aspetto fuori"
Io e Sam trascorriamo meno tempo insieme, ma il nostro rapporto è esattamente lo stesso di un paio di mesi fa. Non è cambiato assolutamente niente, se non che ci vediamo di rado, è sempre la mia migliore amica.
Ci conosciamo da una vita, stesse passioni e stessi sogni, però lei ad un certo punto della vita si è resa conto di voler fare altro, punta a diventare una grande chef e per questo ha iniziato a lavorare da John; la passione per il cinema non l'ha accantonata del tutto, diciamo che si limita soltanto alla visione per quanto riguarda la parte tecnica ormai è acqua passata.
Sam:"allora? Mi dici che ti prende? Sei strana, sei arrivata più tardi del solito, a momenti sbranavi Steve... cosa mi sono persa?"
Stella:" te lo dirò in modo brutale, ma ieri è successo un casino, Steve e gli amici hanno venduto delle pasticche ad Arthur, si è sentito male ed ora è in ospedale... è in coma! "
Sam:" oddio... ma che dici?" gli occhi le si riempiono di lacrime e mi prende una mano per sostenermi.
Stella:" non sapranno cosa accadrà, non riescono a definire se ci sarà un risveglio o meno, sono...sono preoccupata Sam, ho paura!" Mi abbandono ad un pianto, con lei so di poter mostrare il mio lato fragile, sa che difficilmente mostro ciò che provo realmente perché da sempre cerco di essere forte per gli altri, anche se dentro va tutto a rotoli, cerco di essere utile quanto meno. Ma poi crollo, sono umana anch'io.
Sam:" Stella, è forte Arthur sono certa che si riprenderà quanto prima! È un guerriero!"
Abbraccio la mia amica e credo che abbia proprio ragione, voglio provarci a credere nelle sue parole ma la paura s'impadronisce e mi riporta soltanto brutti pensieri.
Il mio amico non merita tutto questo, merita di continuare a vivere la sua brillante vita, il suo futuro da stilista di successo e di amare con tutto il cuore chi lo ricambierà. È un ragazzo d'oro, un amico vero.
Sam:"ti accompagno a casa, resto con te se non vuoi restare da sola, capisco che non sia un bel momento"
Stella:"sta tranquilla, vai a casa, me la posso cavare"
Sam:" sicura? Guarda non ho problemi, avviso John e vengo a stare da te"
Stella:" Sam ti voglio bene, non preoccuparti per me, ce la farò"
Sam:" d'accordo ma se cambi idea, chiamami! Notte"
Stella:" notte"
Ritorno nel mio appartamento e la mia mente mi riporta ad Arthur, al suo trasferimento suo qui durato quanto? Una giornata al massimo ed ora? È in un letto d'ospedale a lottare tra la vita e la morte.
Non farmi brutti scherzi, altrimenti mi incazzo!
Le mie palpebre si calano pensando a lui, alla sera in discoteca, al brindisi tutti insieme.
Alla vera amicizia.
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