Capitolo 15
Sono stata una stupida, un'ingenua a riporre fiducia in due individui come Jim e Steve.
Entrambi mi hanno usata per i loro giochi, e io ero il giocattolo da contendersi, non perché avessero un interesse vero ma per il semplice brivido della conquista.
Sono nel letto quando non smettono di suonare alla porta. Ma perché non mi lasciano in pace?
Apro la porta e mi ritrovo Stacy.
Stacy:" grazie a Dio stai bene, pensavo ti fosse successo qualcosa, mi ha chiamata Jim e così non riuscendo a rintracciarti ho chiesto a Sam"
Stella:"oddio, ma è cretino? Perché ha cercato te?"
Stacy:" diciamo che dall'ultimo incidente siamo diventati amici, perché credo che abbia un interesse vero per te e.." decido di interromperla scoppiando in una risata isterica.. "ti senti bene Stella?"
Stella"mi sento bene? Tu credi veramente che quello lì sia un santo? Mi dispiace ma non è così..." così le racconto dell'incontro di Steve, del perché questo strano comportamento nei miei riguardi da parte di entrambi e lei resta quasi scioccata. Mi fissa con la bocca aperta, incredula, quando il suo telefono inizia a suonare.
Stella:" chi è ?" mi fissa terrorizzata e gira il suo telefono per farmi leggere "senti Stacy sei libera di fare ciò che vuoi, di essere amica con chi vuoi però se è me quella con cui vuole parlare allora ti consiglio di rifiutare la chiamata"
Stacy:"sono davvero senza parole" la vedo rifiutare e ne gioisco per questa sua totale lealtà.
Ma la vedo anche smanettare ma preferisco non chiederle niente, si rivolge nuovamente a me "scusami Stella, ti vedo e sei distrutta se vuoi ti preparo qualcosa di caldo, mettiti a letto, per stasera resto con te se non ti dispiace, non voglio lasciarti da sola" sinceramente, pensandoci nemmeno io ho più voglia di restare da sola così accetto la sua offerta.
Quando mi sveglio mi rendo conto che sia ora di pranzo poiché le mie narici vengono invase da un buon profumo. Questa è opera senz'altro di una sola persona. Sam!
Entro in cucina e ritrovo tutte le mie amiche insieme a John e ovviamente la mia persona preferita, Arthur.
Stella:" vi radunate per fare un festino in casa mia e non vi degnate nemmeno di svegliarmi? Maledetti!"
Arthur mi viene incontro e mi abbraccia "Amore non volevamo svegliarti, anzi abbiamo saggiamente scelto di farti riposare per poi sfrenarti con noi" poi si avvicina al mio orecchio e bisbiglia "è un coglione, anzi sono due coglioni, ma tu hai me" non posso far altro che sorridere, tutto l'amore di cui io ho bisogno è qui.
Dopo pranzo ognuno ritorna alla propria vita, soltanto Arthur decide di restare con me.
Arthur:" sai prima ho parlato con Sam, ormai sai già che vuole trasferirsi da John" annuisco mentre l'osservo prendere del caffè e sedersi al mio fianco "quindi le ho proposto una cosa, come ben sai il mio lavoro di stilista è qui in città e quindi sono esausto di svegliarmi due ore prima la mattina per raggiungere l'ufficio in metro quindi... sono ufficialmente il tuo nuovo coinquilino" salto dalla gioia addosso ad Arthur, stare qui da sola iniziava ad essere deprimente ma non poteva darmi notizia migliore, certo, mi dispiace che Sam mi abbandoni ma sono comunque contenta di aver lui piuttosto che restare da sola.
Stella:"spero non sia uno scherzo altrimenti ti picchio"
Arthur:" giuro abbiamo informato per quanto riguarda il contratto d'affitto il cambio nome e quindi direi che non si tratti di uno scherzo"
Stella:" io propongo di festeggiare con una bella e sana terapia di shopping, né approfitto perché non ho più niente di carino e ho voglia di tirarmi su il morale." Anche se in realtà dentro sono arrabbiata ma preferisco scacciare via quel sentimento e concentrarmi sulla felicità, me la merito, no?
Arthur:" tesoro direi che la tua è una saggia scelta, sperperare i soldi potrà soltanto migliorare il tuo umore, corri a vestirti su"
Mi faccio una doccia veloce per poi prepararmi molto velocemente, decido di truccarmi decentemente perché sento il bisogno di sentirmi bella.
Arthur:" Stella in giornata dovremmo uscire non domani, sbrigati, io odio aspettare"
Stella:"sono pronta, eccomi"
Chiudo la porta di casa e scendiamo all'insegna dello sperperamento di soldi.
Io e Arthur passeggiamo con le nostre buste a braccetto, lui mi guarda e poi inizia a sorridere.
Arthur:" sembriamo Blair e Serena di Gossip Girl"
Stella:" si certo, con la differenza che qui l'unica povera sono io"
Arthur:" fai la versione povera di Serena"
Stella:"ah si certo, guarda non avevo alcun dubbio che tu saresti stato Blair" scoppiamo in una risata quando mi imbatto in una bionda ossigenata che inizia a sbraitare e ad offendere perché le sono finita addosso.
Stella:" cara potresti anche guardare dove cammini avresti notato così che non ci sei soltanto tu..." ma mi muoiono le parole di bocca.
Arthur lo vede, lui resta inerme e in silenzio, raccolgo le mie buste e Arthur mi strattona. Per un momento ho temuto che mi stesse trascinando via poiché ero bloccata nel suo sguardo e nella sua faccia scioccata.
Arthur:" Dio ma che sfiga, con tante persone proprio lui. Ma poi quella barbie?"
Stella:" un altro trofeo, la nuova barbie e lui il perfetto Ken senza attributi" che stronzo!
Torniamo a casa per posare le buste e nel mentre scarto le cose da mettere a lavare, mi ricordo di cosa parlava Amy, stasera c'era una serata in onore di qualcosa, qui in un locale.
Le mando un messaggio per girarmi la locandina.
Arthur:" quando sei silenziosa mi preoccupi, che stai architettando?"
Stella:" chiama qualche tua amica o amico, chi vuoi, stasera andiamo a divertirci"
Arthur:" eccola la mia amica, ora si che parli la mia lingua" si blocca ma poi riprende "magari il moro dell'altra volta questa sera non ho scuse per rifiutarlo" lo guardo e scoppio a ridere. È matto, e mi piace!
Arthur:" muy linda, sei uno schianto, cavolo se fossi etero ti avrei limonata subito"
Stella:" ecco, appunto, mi cambio"
Arthur:" non osare, andiamo sbrigati, Stacy ed Amy ci raggiungono dopo il lavoro, Lily ha la febbre, Sam moglie a tempo pieno, ma ci sono io piccola, andiamo a divertirci" mi assesta uno schiaffo sul sedere e ride da solo.
Stella:" sei già ubriaco senza bere?"
Arthur:"ovvio, perché sono felice di rivederti splendere"
Quando arriviamo al locale è già stracolmo di gente, andiamo al bancone per bere e ordiniamo il primo giro di shot. Ma dopo neanche due secondi Stacy fa capolinea alla serata!
Stacy:" già ad ubriacarvi voi due?" La saluto con un abbraccio e lei ricambia.
Arthur:" siamo gente che non ama perdere tempo"
Pochi secondi e lo vediamo scomparire nella pista con un ragazzo, il moro della scorsa volta.
Stacy mi guarda e poi si avvicina al mio orecchio, il volume alto mi impedisce di decifrare cosa dice ma poi urla " devo dirti una cosa, ho conosciuto un tizio ed è qui, ma ho una tremenda paura che sia un serial killer, non l'ho mai visto da vicino" scuoto la testa, sempre fissata per le app di incontri quando lei non ha alcun bisogno di queste scemenze per conquistare una persona. Le sorrido, e le dico "ho capito, sarò la tua spalla" mi ringrazia e andiamo alla ricerca di questo fantomatico serial killer.
Riesce a riconoscerlo dopo poco e così lo fermo, mi avvicino e cerco di capire quanto possiamo fidarci di lui.
Tony:" ciao, sei Stacy?" di risposta scuoto la testa e vado dritta al punto "senti non ci fidiamo per niente di te, quindi mi auguro per te che tu sia un bravo ragazzo altrimenti non hai idea di quello che potrei farti" mi osserva stranito e poi scoppio a ridere
Stacy si fa avanti e gli risponde "non farci caso, cerca di essere protettiva, sono io Stacy"
Tony sorride e poi mi risponde :" sta tranquilla, sono un poliziotto, potete fidarvi, sono Tony" così rispondo "sono Stella, l'amica protettiva e divertitevi vi tengo d'occhio" sorridono entrambi e ritorno al bancone del bar!
La mia vita è uno schifo mentre i miei amici non fanno altro che rimorchiare, io? Mi imbatto in due cretini che fanno la gara tra di loro per solo scopo di competere! Ordino un gin tonic e il barista mi scruta, mi porta il drink e poi si blocca.
Wade:"non ci posso credere, di nuovo tu?" lo osservo accigliata perché non riesco a capire il perché del suo stupore.
Wade:" Stella giusto? Sono il barista di quella sera, già tu eri ubriaca come puoi ricordarti" ma poi mi si accende la lampadina e mi viene in mente.
Stella:" ah già scusa è che a mente lucida non avevo collegato, come stai?"
Wade:" tranquilla, bene tu? E..." fa per continuare ma il suo capo ci interrompe "Wade prepara l'ordine per il tavolo nel privé, sono una ventina di persone circa, sbrigati" mi guarda con aria di scuse e poi si affetta a dire "il lavoro chiama"
Per mia fortuna Arthur si ricorda della mia presenza e mi tira in pista a ballare ormai l'alcol inizia a far effetto e sono certa di essere già brilla. Sono certa di constatare che l'alcol ha un brutto effetto su di me però almeno questo mi aiuta a non sentire più nulla e a non pensare più se non a divertirmi.
Nella pista un ragazzo inizia a ballare con me, ma quando Arthur scompare dalla mia visuale decido di ritornare al mio angolo di salvezza. Il bar.
Ordino un malibu e mi siedo lì a godermi la musica assordante e l'alcol bruciarmi la gola. Sembro quegli ubriaconi sulla 24esima. Non mi riconosco più, la mia vita è cambiata ed io non riesco a trovare un modo per trovare una soluzione. Non ho detto a nessuno che il mio lavoro da stagista in realtà è andato in fumo poiché le riprese sono state sospese perché il mio professore si è ammalato, ma non volevo rattristarli e quindi ho deciso di tenere questa cosa per me e ne avrei parlato successivamente, avevo bisogno di distrarmi dagli avvenimenti trascorsi negli ultimi giorni, la competizione di Steve e Jim mi ha spiazzata, mi ha ferita e delusa, e non perché riponessi qualche aspettative in loro due ma in quanto Jim c'era d'aspettarselo ma Steve? Si, ok, è stronzo ma non avrei mai pensato fino a questo punto.
Stacy e la sua nuova conquista tornando da me, seguiti da Arthur e il moro della serata scorsa.
Stacy:"io propongo un brindisi alla vera amicizia e al vero amore"
Arthur:" sapete per cosa brindo io, non c'è bisogna che io lo ripeta" scoppio a ridere perché capisco a cosa allude.
Tony:"alle amiche protettive e alle belle ragazze" e guarda Stacy con occhi profondi.
Amy:"hey all'amica più figa che arriva in ritardo non brindate? Stronzette" l'uragano Amy è arrivato, ordina da bere e si unisce a noi.
Dopo aver scolato più di tre bottiglie, ci rechiamo in pista per smaltire l'alcol. Vengo distratta da molti uomini vestiti in nero che fanno strada per far entrare qualcuno, ma la mia poca lucidità mi impedisce di capire di chi si tratta.
Si avvicina un ragazzo, capisco che sia Wade, mi cinge i fianchi con le sue mani e mi fa dondolare, mi giro per guardarlo e lui sorride.
Wade:"questa cosa potrebbe costarmi il lavoro, ma ti prometto che dopo potremmo divertirci" mi lascia un bacio sul collo e ritorna al bancone.
La temperatura si è alzata di qualche grado perché inizio a sudare, avviso Amy che vado in bagno, mi faccio spazio tra la gente per arrivare sana e salva ma mi imbatto in una schiena.
Steve:"hey amico guarda dove metti i pie.. Stella? Ti senti bene?"
Stella:" si sto bene, devo solo andare in bagno"
Steve:"aspetta, ti accompagno"
Stella:"no non c'è bisogno"... finisco di dire la frase ma lui mi già sta strattonando tra la folla per raggiungere il bagno. Ma perché tutti quelli che voglio evitare mi si presentano sempre dove passo io? È una sfiga perenne!
Steve:"vai, ti aspetto qui" aspetta all'esterno del bagno mentre io entro per rinfrescarmi polsi e collo.
Sono assorta nei miei pensieri, la porta del bagno si apre e ricompare lei, la bionda ossigenata.
Dio cerca di punirmi per tutte le domeniche che non sono andata in chiesa probabilmente. Potevi infliggermi una pena minore.
Lei mi osserva ma sembra non ricordarsi di me, per questo ringrazio il cielo.
Rimette una buona dose di rossetto rosso, una spruzzata di profumo ed esce.
Dopo pochi secondi esco anche io, Steve è appoggiato allo stipite che mi attende con il cellulare tra le mani intento a messaggiare.
Si accorge di me, mi osserva, mette via il cellulare.
Steve:"hey, tutto ok? Ti offro da bere per farmi perdonare" accetto, dopotutto è niente rispetto a ciò che mi ha fatto.
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