No?
Come sto?
Posso affermare con sicurezza giusto di stare... Seduto su questa stramaledetta sedia. Mi sento stufo, stanco di stare qui, alla luce scarsa di una lampadina al neon, a leggere e firmare, senza più nemmeno capire cosa sto facendo. Vorrei andarmene; ma l'idea di entrare solo in casa...
Mentre formulava tali pensieri, il detective ispettore Lestrade cercava di non lasciarsi andare ai ricordi; ma, complice la stanchezza, stava decisamente fallendo nel suo proposito.
Il divorzio da Sylvia iniziava a pesare solo ora; solo adesso, così tanto tempo dopo che sul loro matrimonio era stata posta definitivamente la parola "fine".
Dopo quel fatidico giorno - quello in cui le aveva proposto di separarsi - non erano più stati in una stanza da soli. Lei era tornata dai suoi genitori, mentre lui - essendo in pessimi rapporti con ogni parente - stava nella "loro" casa, ma rigorosamente da solo. Quando non era al lavoro era sempre dietro a mettere via le cose sue, e quelle poche comprate con l' ex che riteneva corretto portare via.
Non ha esitato, allora, neanche un secondo riguardo alla scelta che aveva fatto e che stava portando avanti.
Ma adesso... Ora che lei aveva ripreso il suo cognome da nubile, Palmer... Ora che la casa che avevano comprato "insieme" era in vendita...
Si sentiva terribilmente solo.
Non aveva avuto difficoltà a trovare un monolocale in affitto - bastante alle sue esigenze - molto vicino alla stazione di polizia; si trovava molto bene là, aveva già sistemato ogni cosa, aveva persino un garage per la sua BMW. Però era tutto così... Vuoto.
Il letto, singolo, a volte gli sembrava troppo piccolo; altre volte, troppo freddo; altre ancora, troppo solitario.
Ma la cosa più vuota che ci fosse era il suo cuore.
Sally Donovan era una persona stupenda; si era fatta molto più gentile, da quando aveva saputo della situazione che il suo capo stava passando, e cercava sempre di contenersi quando lui si mostrava troppo nervoso o, in qualche modo, fastidioso; e le sue attenzioni, per quanto numerose fossero, non erano mai invasive o noiose, anzi erano apprezzabili e, in qualche modo, gli mancavano quando lei non c'era. Non aveva mai pensato a quella donna fuori dal lavoro - mai, prima d'allora.
In quel periodo così nero, Gregory si sentiva talmente solo che persino la compagnia di Sherlock gli sembrava desiderabile.
Eppure, se ci pensava bene, se ci ragionava sopra per qualche tempo - il tempo di rilassarsi e cercare di ascoltarsi veramente -, non era difficile capire che in realtà no, la sua ex non gli mancava; e che non era di amici che necessitava.
Sentiva di essersi innamorato. Quel sentimento che messo vicino al nome di Sylvia Palmer lo faceva quasi ridere, prima che inorridire, messo vicino ad un'altra persona sembrava... Perfetto.
Non aveva mai provato qualcosa di così forte per qualcuno. E questo lo spaventava.
Ma non voleva arrendersi a quest'evidenza soprattutto per un altro fattore: si trattava di un uomo.
L'ispettore si è alzato dalla sedia girevole, ha aperto un cassetto della scrivania, tirando fuori il pacchetto di sigarette - che aveva ricominciato a usare - e l'accendino, e poi è uscito dall'edificio dello yard. Aveva bisogno di una pausa.
Girando per le strade e le vie sotto un cielo plumbeo, carico di pioggia, non vedeva che coppie felici; e chi era da solo, quattro quinti delle volte era occupato col cellulare, a chiamare o... Mandare messaggi.
Gli è scesa una lacrima; ma la ha asciugata con il dorso della mano prima che potesse anche solo arrivare allo zigomo.
Messaggi.
Forse era per quello che gli mancava sua moglie; o meglio, che gli mancava il periodo in cui era ancora sposato, ma con lei non aveva più quasi nessun contatto. Perché tornato a casa, la sera, mentre metteva le sue cose negli scatoloni, svuotando quella casa da ogni sua traccia, capitava che il cellulare squillasse; o che, così, gli venisse in mente di farlo senza motivi validi; e preso il dispositivo, digitasse o leggesse il resoconto di una giornata intera in meno di 150 caratteri, spazi inclusi.
Ha preso l'ultima boccata, poi ha gettato la sigaretta in un posacenere, fermandosi a fissarla giacere in mezzo a dozzine d'altre. Ovviamente aveva la mente completamente altrove.
Ha preso il telefono dalla tasca; nonostante non lo controllasse da tutto il giorno, non c'era nemmeno un sms.
Uno al giorno. Uno solo in 24 ore, poteva davvero fare così tanta differenza?
Non l'avrebbe mai immaginato. Ma il suo morale, così a terra, gli faceva capire solo una cosa - glielo diceva molto chiaramente, urlando, gesticolando e cambiando colore come un cartello luminoso -: che era proprio vero, verissimo, vererrimo.
Mycroft era diventato molto importante. Forse troppo.
E per questo, probabilmente, aveva scelto di interrompere quel rapporto.
Se per lui era così importante, forse per l'altro non lo era; e tutto l'affetto che versava in quei piccoli testi poteva risultare conseguentemente sgradevole agli occhi del ministro.
Per questo non poteva dargli torto, assolutamente; e non lo faceva. Gli dava torto su un altro fronte; per come, cioè, aveva scelto di farlo.
[16/06 - 20:17]
Gregory, è stato un vero piacere avere a che fare con te. Non posso, tuttavia, continuare a scriverti. Lo faccio anche per te: continuare sarebbe dannoso.
Spero potrai perdonarmi.
MH
Solo quel messaggio, telegrafico proprio come gli altri; e basta. Non aveva più risposto, mai più. Nemmeno una parola.
[16/06 - 20:20]
Perdonarti?
GL
[16/06 - 20:25]
Perché mai continuare dovrebbe essere dannoso?
GL
[16/06 - 20:36]
Mycroft...
GL
[16/06 - 21:09]
Solo un messaggio, Mycroft. L'ultimo. Spiegami perché...
GL
[16/06 - 22:52]
Non intendevi "per sempre", vero?
GL
[17/06 - 02:38]
Non andare via...
GL
A distanza di due mesi da allora, non sapeva neanche se fosse vivo; e non osava chiedere a Sherlock sue informazioni - non poteva farlo, semplicemente. In più, era convinto di poter vivere senza quei messaggi, ignorando quanto tutta la sua anima gli chiedeva, in ginocchio.
Non era omosessuale. Non lo era mai stato; non lo sarebbe mai diventato.
Era una presa in giro ingiustificata che aveva dovuto sopportare per tutti gli anni in cui aveva frequentato la scuola. Una volta era scoppiata una rissa per... Perché era intervenuto... E poi nessuno l'aveva aiutato e... E...
Acqua passata. Non pensarci.
Già; meglio non pensarci. Gregory ha alzato lo sguardo al cielo nuvoloso, e dopo aver preso un respiro profondo ha girato sui tacchi ed è tornato in ufficio. Sicuramente quell'amore non sarebbe potuto durare per sempre; prima o poi sarebbe passato.
No?
*-*-*
La vostra faccia è un grazioso oblò. ❤️
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