Come sempre.

A bordo della sua BMW, il D.I. non è riuscito a smettere di pensare agli Holmes. In particolare a Sherlock: cosa significava "Consulente Investigativo"? Se era vero che non mancavano mai casi praticamente irrisolvibili tra le decine che riceveva ogni giorno, altrettanto vero era che nessuno poteva risolverli, oltre alle menti che avevano deciso di dedicarsi alla giustizia entrando nel corpo della polizia.

O forse sì?
Quel ragazzo gli aveva dato un'impressione molto positiva. Il poliziotto era persuaso che quella fosse la persona più intelligente che avesse mai incontrato, e che avrebbe mai potuto incontrare; ma sarebbe stato così acuto come il fratello voleva dare a intendere? L'unico modo per capirlo era proprio metterlo alla prova. E l'avrebbe fatto - oh, se l'avrebbe fatto. Il giorno successivo.

Nel frattempo, Mycroft era salito sulla sua vettura ed era già quasi a casa. Nella sua mente vorticavano le stesse parole, le stesse immagini da quando era finito il colloquio, e sentiva addosso ancora quella strana sensazione che aveva avvertito parlando con lui, con Gregory Lestrade. Gli era importato talmente poco di quell'uomo, in partenza, da non accorgersi nemmeno che sul biglietto da visita non c'era scritto il suo nome. Poi l'ha visto, nella sua totalità, nella sua bellezza; quell'ispettore avrebbe potuto avere un ascendente su di lui, se non si fosse trattato di Mycroft Holmes. Il ministro aveva affinato per anni una tecnica per sovrastare i suoi istinti; e ormai aveva il controllo perfetto sui suoi sentimenti. Anche se, non riusciva a smettere di pensare: come suonava bene! Gregory Lestrade... L'ha ripetuto così tante volte, nella sua testa, che non ha saputo resistere alla tentazione di pronunciarlo: così l'ha sussurrato, da solo, in auto; e non ha potuto che sorridere, e scuotere piano la testa. Aveva un'idea molto precisa sulle emozioni; e, come sempre, non avrebbe fatto eccezioni. Parcheggiata l'auto, è salito in casa abbastanza trafelatamente; si è chiuso il portone d'ingresso alle spalle, ha messo a posto la valigetta ed è andato a farsi un bagno. Voleva rilassarsi, distendere i nervi; poi avrebbe fatto quel che gli mancava di fare e basta, la sua giornata sarebbe finita là.

**

"Buona sera..." Ha detto Greg, varcando la soglia di casa, per annunciare il suo arrivo. Che poi, tanto casa non era - si ostinava a chiamarla così più in virtù del fatto che stava pagando un mutuo per abitarci, che per la fede che gli stringeva l'anulare sinistro, manifestando il matrimonio in seguito al quale era andato ad abitare là. Ricordava bene quel giorno; allora era abbastanza persuaso che Sylvia fosse perfetta, almeno per lui, e che sarebbe stata la donna della sua vita. Ma il pochissimo tempo che aveva da passare con lei, a causa del suo lavoro, aveva lacerato ogni rapporto e cancellato l'intesa iniziale; e in più, da quando lui era stato promosso a ispettore le sue giornate erano si erano fatte sempre più pesanti, con la sola conseguenza che nemmeno la sera, a casa dopo il lavoro, aveva più la forza di dedicarsi a lei. La stanchezza, tra l'altro, lo rendeva nervoso e irascibile; e di certo questo fatto non aiutava la ormai precaria relazione.
Sylvia si sentiva una moglie abbandonata; si comportava da tale, aveva addirittura sparso la voce che fosse così tra parenti e amici, e non c'erano dubbi, per nessuno, che si fosse fatta un'amante; ma cosa poteva farci lui, Greg? Lavorava per mantenere anche lei, quindi non credeva di meritare tutta quella cattiveria; ma non poteva neanche darle completamente torto, perché da tempo ormai anche solo parlavano esclusivamente nei fine settimana, e nemmeno tutti. La sera e la mattina, quando era in casa, non aveva mai voglia di litigare, perciò non sollevava alcun argomento; e se era lei a iniziare, preferiva non rispondere che cercare di vincere una causa che sapeva essere già persa.
Il divorzio era l'unica via d'uscita che vedeva da quella scomoda posizione, per quanto quell'idea lo rattristasse - sarebbe stato completamente solo, dopo. In ogni caso, non trovava mai il momento adatto per parlargliene.
Si chiedeva spesso perché non fosse lei a farsi avanti, che senza dubbi, in qualche modo, doveva pur desiderarlo; e tutte le volte si sforzava (usando tanta fantasia) di credere che non lo facesse solo perché parte del suo stipendio ogni mese lo dava a lei, la quale percepiva una paga minore per l'impiego part-time che aveva; ma più il tempo passava, più lei era indifferente, più era difficile autoconvincersi.
"Finalmente!" ha sentito esclamare dalla sua voce acuta, dalla stanza adiacente a quella in cui si trovava. Il viso della donna che aveva amato, ma che non provocava più in lui la benché minima emozione, si è affacciato alla porta scorrevole con un ghigno quasi cattivo sulle labbra.
"Cosa è successo, perché sei stato fuori fino a così tardi? Io, proprio stasera, volevo dirti una cosa importante".
Una cosa importante? Nah, la conosceva abbastanza bene da capire che lo diceva solo per farlo innervosire.
"Un colloquio. Forse avrò un nuovo collaboratore" ha risposto, cercando di essere sincero e molto breve al contempo - desiderava sfuggire a quegli occhietti sprizzanti odio quanto più in fretta possibile.
"Collaboratore? Ti rendi conto di che ora sia?"
"Sylvia, non è durato molto... Io questa mattina non sono stato al lavoro, ho iniziato a mezzogiorno e ho finito alle otto"
"Sono le nove, Greg. Le nove della sera. Tu non hai ancora cenato, e sicuramente vorrai andare a dormire subito dopo!"
L'ha fulminata con lo sguardo.
"Cosa dovrei fare, sentiamo un po'!"
"Nulla, proprio nulla! Non saprei dirti cosa devi fare!" ha strillato la donna, voltandosi e andando via. Poi, però, ha girato sui tacchi ed è tornata a guardare il suo interlocutore. "So solo dirti cosa non dovresti fare: non dedicarmi tempo, non parlarmi e non cercare di capirmi. Non preoccuparti per me; mica sono tua moglie!"
L'uomo stava ribollendo di rabbia.
"Sicuramente non dormirò con te" ha mormorato, cercando di contenersi. Si è avvicinato alla porta, e con poco garbo gliel'ha sbattuta in faccia; e quando lei ha fatto per iniziare a protestare, non è più riuscito a controllarsi.
"Gregory Lestrade, tu meriti-"
"Io non merito NULLA! Di sicuro non merito una moglie pessima come TE!"
L'ha sentita scoppiare in lacrime e allontanarsi; no, quella notte non sarebbe riuscito a dormire.
Ha ripreso il cappotto che si era appena tolto, ed è uscito di casa. Piuttosto che continuare a litigare con lei - cosa che gli procurava un dolore immenso, in fondo - avrebbe passato la notte solo in macchina; ed è quanto si stava accingendo a fare.

*-*-*
Penso che non arriverà viva al giorno del divorzio. O penso male..? Ahahahha!!

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