Ci vedremo ancora.
Urla femminili, seguite da urla maschili; qualcosa che s'infrange a terra; ancora urla, passi pesanti. Una porta sbatte, facendo cadere qualcos'altro; poi l'uscio si spalanca, a seguito di un gran fragore di chiavi.
"Signor Lestrade, la quiete..."
"Tranquilla, carissima signora Bell! Abbiamo finito di vederci, per sempre!" ha urlato lui in risposta alle solite proteste della vicina, facendo rimbombare una risata nervosa per tutte le scale prima di uscire dalla porta a vetri.
"Signora, ma cos'è successo?"
"Oh, usi la sua fantasia" le ha risposto, cercando di contenersi, l'ancora-per-poco moglie dell'ispettore, prima di sbatterle il pesante portone in faccia.
Con indosso gli abiti che aveva da quella mattina, Greg è salito sulla BMW in cui, da qualche tempo, dormiva più spesso che sul divano. Guidando veloce come un pazzo si è diretto all'autostrada; non aveva nessun posto in cui andare, nessuno a cui parlare, e per questo aveva intenzione di viaggiare e viaggiare fino a che avesse iniziato a sentire fastidio di star seduto.
Al primo semaforo, tuttavia, la squillante suoneria dei messaggi l'ha spinto a guardare lo schermo colorato del suo cellulare.
[05/11 - 22:43]
Conosco un ottimo avvocato e un albergo con dei prezzi accessibili.
Beviamo una birra insieme, via Gray 152.
MH
Già; quel giorno non si era fatto vivo con lui, così concentrato che si era trovato ad essere sulle parole da dire a Sylvia.
Ha pensato qualche attimo alla strada che gli conveniva seguire; e appena è scattato il verde si è diretto al pub.
Mycroft era già là; vi si era recato appena aveva saputo del caos che stava verificandosi in casa Lestrade, grazie ai contatti che ovviamente aveva in quella zona.
Sì, Gregory stava diventando importante. Forse troppo.
Si fosse trattato di qualunque altra persona, avrebbe già interrotto quel che si era creato; ma quell'uomo era in grandi difficoltà. Non gli aveva mai accennato ai problemi che aveva in casa, negli innumerevoli messaggi che si erano scambiati; anzi, più in generale non aveva mai parlato di sé stesso (al ministro non risultava che gli avesse mai nemmeno svelato il suo indirizzo di casa - non che ci fosse un reale bisogno di sentirselo dire da lui, ovviamente). Ma era evidente a chiunque che l'ispettore ne avesse fin troppe, di rogne; e dato che non si trattava di chiunque ma di un Holmes, a lui era apparso lampante fin dall'inizio di che tipo fossero, e come quindi di quale cura il poliziotto avesse bisogno.
Compagnia.
Era proprio quello che gli mancava; quella donna, con una qualsiasi scusa, aveva fatto cadere a uno a uno ogni rapporto d'amicizia che il marito aveva e avrebbe voluto intrattenere, così da spingerlo a preoccuparsi solo di lei; ed ora lui indugiava a chiederle di divorziare solo perché si sarebbe sentito solo, senza lei.
Mycroft odiava quel tipo di persone. Anzi, lui odiava qualsiasi tipo di persone; però quello in particolare lo nauseava. Avrebbe potuto trovare senza troppe difficoltà migliaia di soprannomi per quella gentaglia malvagia - ruggine dei rapporti - e, prima di diventare com'era (serio, impegnato), ne aveva individuati forse troppi. Insomma, sentiva un disprezzo incondizionato per quella donna già per questa sua qualità; che poi desse fastidio a quel personaggio che, ormai era chiaro, non gli stava indifferente, non faceva che, da una parte, aggravare l'avversione che l'uomo provava per lei; e dall'altra, aumentare la compassione che provava per Gregory.
E quest'altro sentimento, più di qualsiasi altra nascente emozione, non gli permetteva di interrompere quel legame che si stava creando, e sul quale evidentemente il poliziotto faceva leva per resistere alle angherie di sua moglie.
O aveva fatto. Perché Mycroft era al corrente del fatto che, finalmente, in quella sera di autunno il detective si era deciso a dirle che il loro matrimonio era più morto di tutte le amicizie che Sylvia aveva ammazzato nei primi tempi del loro amore; e sapeva, di conseguenza, che ora più che in ogni altro momento necessitava di una spalla su cui sfogare quel qualcosa che teneva dentro da troppo. Per stavolta quindi, aveva stabilito tra sé e sé, sarebbe stato lui, Mycroft, a offrirgliela.
"Buonasera"
Sentendo la voce di Lestrade così vicina, d'improvviso, il ministro ha sollevato un sopracciglio - sì, quella era una delle sue più manifeste reazioni di sorpresa - e si è voltato in fretta. Era seduto da solo in un basso tavolino per due, rivolto al muro colorato del locale, ma non aveva ancora ordinato nulla; e la sua eleganza stonava alquanto con l'ambiente che aveva scelto, che doveva servire solo a mettere a suo agio il D.I. - il quale, in effetti, sembrava sollevato di non trovarsi in un luogo esclusivo, conciato com'era. I capelli arruffati, le occhiaie profonde come mai prima, gli abiti disordinati indicavano che brutto momento stesse passando; in più, la luce era scarsa, ma a Mycroft è parso che fosse molto pallido, sicuramente a seguito di molte notti in bianco.
"Altrettanto, ispettore"
"Oh, Greg, ti prego. La formalità mi dà fastidio, stasera"
"Vorrei fingere di non sapere cosa è successo, ma temo che non mi verrebbe particolarmente bene. Le vostre urla hanno disturbato un quartiere intero". Il tono serio che stava usando per parlare serviva a indurre l'altro ad aprirsi, a mettergli un po' di voglia di sfogarsi; ma quello sembrava troppo distratto per potersene accorgere.
"Ne sono mortificato, davvero. Tuttavia... Ecco, non dico che era necessario..."
"Volete ordinare?"
"Oh, sì" ha risposto cortesemente il poliziotto, mentre Mycroft aveva già cominciato ad impegnarsi a fulminare la cameriera che aveva osato interromperli con tutte le forze che poteva concentrare in uno sguardo.
Appena quella si è allontanata, gli uomini si sono guardati in volto.
"La stavi guardando..."
"... Malissimo, lo so", ha completato il più giovane.
Hanno riso.
"Beh, peggio per lei!"
Quella sera i due hanno parlato e si sono divertiti fino a tardissimo. Da un pezzo Gregory non passava una serata così!
Giunte le due di notte, tuttavia, Holmes è dovuto tornare a casa.
"Ci vedremo ancora"
"Oh, molto volentieri" ha risposto il D.I. iniziando ad intristirsi, ricordandosi l'amarezza della sua vita ordinaria.
"Solo una cosa, prima di salutarci" ha detto Mycroft, in piedi di fronte a lui, come ricordandosi d'improvviso di un particolare importante. "Hai idea di quanto... Quanto tempo ci può volere per un divorzio?"
"Mi risulta sei mesi, dopo la comparsa in tribunale"
Gli ha allungato un biglietto da visita.
"Esatto. Ma tu rivolgiti a quest'avvocato, lavora sempre in modo eccezionale. Gli dirò due paroline, affinché possiate andare da un giudice il più presto possibile".
"Oh, grazie!" Ha esclamato il detective, con una luce nuova negli occhi. "Grazie davvero!"
"Figurati". Il sorriso che ha usato per accompagnare quella frase è stato uno dei più dolci e finti che avesse mai fatto.
Allontanandosi, diretto alla sua Bentley, Mycroft ha cercato di contenere la tristezza che si sentiva crescere in petto. Aveva deciso: appena concluso il divorzio, avrebbe smesso di scrivere a Gregory - in qualche modo gli dispiaceva accorciare i tempi per questo; ma doveva farlo, per lui, per il suo bene. E soprattutto, doveva avere il controllo completo di sé stesso; e rischiava di perderlo, stando a contatto con quell'uomo ancora molto a lungo.
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