29.
[Namjoon]
Sentii Jin passare davanti alla porta, e realizzai che non mi ero mosso dalla mia posizione sul divano per tutta la giornata. "NAMJOON OH MIO DIO AIUTO." Mi alzai di scatto alle sue urla, lui venne da me e mi inghiottì in un abbraccio.
Ero troppo sorpreso per rispondere e rimasi congelato. Mi alzò leggermente e mi fece girare. Non avevo idea di come riusciva a farlo con il mio peso corporeo contro il suo. "Perché sei così felice?" Chiesi una volta liberato dalla sua stretta.
"Ho ottenuto il lavoro." Sorrise ed io applaudii con orgoglio. Strillò come una bambina e cominciò a saltare su e giù. Risi al suo comportamento infantile, ma gli permisi di esprimere la sua felicità.
Un'idea improvvisamente spuntò nella mia testa, non ero sicuro se fosse buona o no. Scossi il mio dubbio e decisi di dirlo comunque a Jin.
Chiamai il suo nome, ma non mi sentì date le sue grida eccitate. Alzai gli occhi al cielo e lo bloccai sul divano. Si zittì immediatamente e mi guardò con occhi sgranati. "Namjoon?"
"Ho un idea." Le mie parole fecero illuminare il viso di Jin. Fece un gesto per dirmi di andare avanti, decisi di tenerlo un po' sulle spine, ancora incerto sulla mia scelta. "Beh... Non importa, non è una buona idea comunque." Risi internamente quando Jin si imbronciò.
"No, non puoi farlo." Sembrava così serio che non potei fare a meno di sbuffare. Mi colpì lievemente. "Per favore."
"Vai ad un appuntamento con me."
Sgranò gli occhi. "Aspetta, ma-"
"Non è una domanda. Tornerò fra un ora, faresti meglio a prepararti." Baciai la sua guancia, facendolo arrossire. Prima che potesse dire una parola, uscii dal suo appartamento, con il mio cuore che batteva ad un ritmo allarmante.
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