Capitolo 21
Brian Mulroney, uscí dalla casa del boss , dopo aver trascorso la notte con le due donne.
La luce del sole del mattino rivelò il suo rammarico per non aver informato i suoi colleghi, Dimitri e Owen, degli ordini del boss di attentare alla vita di Diletta.
Salito in macchina, il colonnello compose il numero di Dimitri, ma Owen rispose alla chiamata, dato che Dimitri era ancora sbronzo dalla sera prima.
"Pronto?" rispose Owen, con la voce intontita dal sonno.
"Owen, sono Brian," iniziò il colonnello, con voce urgente. "Devo parlare con Dimitri. È fondamentale."
" Dimitri in questo momento non può, non è stato bene stanotte" lo informò il ragazzo
L'uomo sospirò, rendendosi conto che doveva far arrivare il messaggio a qualcuno. Decise di informare Owen della situazione.
"Sì, è successo qualcosa", disse, con voce tesa. "Il boss, ha impartito degli ordini. Vuole Diletta morta."
Il cuore di Owen accelerò mentre le parole del colonnello affondavano. Volse lo sguardo verso Diletta, ancora addormentata , che sembrava così vulnerabile e ignara del pericolo che la circondava.
"Cosa?! No, no, non può essere...", balbettò, con la voce tremante con un misto di shock e rabbia.
"Perché? Perché la vuole morta? Questo... questo è folle!"
Il rumore di una forte esplosione all'esterno interruppe la loro conversazione, facendo congelare momentaneamente il colonnello..
La voce di Owen echeggiò nella stanza, chiamando Dimitri, Diletta venne svegliata di soprassalto, aprí di scatto gli occhi. Anche il suo bambino, che dormiva tra le sue braccia, venne svegliato dal rumore improvviso e iniziò a piangere, spaventato dal trambusto. Diletta cercò di calmare il figlio, accarezzandogli i capelli e sussurrandogli parole rassicuranti.
La stanza esplose all'improvviso nel caos mentre il rumore degli spari echeggiò nell'aria, seguito dal rumore dei proiettili che rimbalzavano sui muri. Nel mezzo della confusione, Dimitri irruppe nella stanza, un braccio protettivo attorno a Diletta e al bambino. Owen scattò immediatamente in azione, urlando sopra il rumore degli spari: "Dobbiamo farli uscire da qui! Ora!"
Mentre i proiettili sibilavano nell'aria, Owen venne colpito alla spalla e alla milza. Gridò di dolore, il suo corpo sussultò per gli impatti. Barcollò, barcollando all'indietro contro il muro, la sua mano premuta contro le ferite nel tentativo di fermare l'emorragia.
Dimitri cercò freneticamente di aiutare Owen mentre proiettili sfrecciavanono tutt'intorno.
"Resta con me, amico," urlò, tentando di controllare il tremito nella propria voce. Mentre si chinarono per prendere riparo dietro un muro, un proiettile rimbalzò contro la superficie e gli sfiorò la spalla, provocando un grido di dolore.
Diletta, non potendo contenere la sua angoscia, corse fuori dalla casa, chiamando disperatamente i loro nomi. Appena vide Owen privo di sensi e Dimitri con una ferita alla spalla, si bloccò di colpo, il viso pallido per il terrore. I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre si avvicinò al suo amato e all'amico, tremante e sconvolta.
Cadde in ginocchio vicino a Owen, prendendogli il viso tra le mani. "Owen, tesoro mio..." mormorò , la voce rotta dalla disperazione. "Rimani con me, ti prego. Ti prego."
Le raffiche di spari continuarono, accompagnate dal frastuono degli elicotteri della polizia che stavano arrivando sul luogo dell'attentato.
Gli agenti a bordo cominciarono a sparare sugli uomini del boss, prendendoli di sorpresa e colpendo molti di loro. I criminali risposerono al fuoco, ma vennero rapidamente messi in difficoltà dalla superiorità numerica e dall'alta posizione degli agenti di polizia.
Il colonnello Brian Mulroney giunse sul luogo dell'azione, supervisionando le operazioni,dettò istruzioni agli agenti tramite la radio, coordinando i diversi servizi di sicurezza.
"Tenere la situazione sotto controllo!", gridò nel microfono.
"Uccidete solo se assolutamente necessario, lasciatene qualcuno vivo abbiamo bisogno di informazioni su questo boss e il suo raggio d'azione!"
Finalmente il caos finí, i poliziotti continuarono a discutere tra loro sulla situazione. Improvvisamente, uno di loro intravide qualcosa di sospetto all'interno della casa, vicino alla porta d'ingresso.
Un uomo teneva in ostaggio il figlio di Diletta, Dimitri entrò subito in modalità di protezione. I suoi occhi si incupirono di rabbia, determinato a salvare il bambino. Si avvicinò di soppiatto all'uomo, tenendo d'occhio ogni sua mossa.
Il terrore della madre dilagò su ogni centimetro del suo viso mentre guardò l'uomo tenere in ostaggio suo figlio. Sentí il proprio cuore battere all'impazzata, non sa cosa fare né come salvare il figlio. La disperazione e l'ansia vengono scritte in ogni suo movimento, mentre cerca di reprimere le lacrime che le riempiono gli occhi.
"Lascialo andare, per favore. Per favore, non fargli del male." urlò la ragazza
"Sta' zitta e fai come ti dico se non vuoi che tagli la gola a 'sto marmocchio!" urlò l' uomo
Il panico divampò dentro di lei come una fiamma incontrollata, divorandole le interiora. Il dolore era intenso, paralizzante, mentre guardava suo figlio così vicino al pericolo. Ogni respiro le costava uno sforzo immane, come se qualcuno le stringesse la gola, impedendole di respirare a fondo.
Dimitri non esitò un attimo, balzando in avanti come una pantera. Afferrò l'uomo e lo buttò a terra in un unico movimento fluido, disarmandolo e togliendogli il coltello di mano. L'uomo urlò di sorpresa e di dolore mentre Dimitri lo tenne
bloccato a terra, mostrando una forza e una sicurezza spaventosa.
L'uomo venne ammanettato e trascinato via dalla polizia, ancora stordito dall'improvvisa reazione di Dimitri. Diletta abbracciò ancora strettamente suo figlio, incapace di rilasciare la presa di emozioni contrastanti.
Mentre il personale medico accorse attorno a Owen, preparando a trasportarlo in elicottero, Diletta desiderò disperatamente accompagnarlo e restare al suo fianco durante il percorso verso l'ospedale. Tuttavia, Dimitri la trattenne , spiegando che non era consentito che lei andasse e dovrebbero andare a New York alla sede centrale della DEA . Diletta si arrabbiò e protestò, le lacrime le riempivano gli occhi, disperata di essere separata da Owen in quel momento di emergenza medica.
"Ascolta, so che sei preoccupata per Owen, ma non puoi andare." Dimitri le parlò dolcemente, toccandole il braccio
"Ma lui ha bisogno di me! Devo essere al suo fianco." la ragazza si allontanò per guardare l'elicottero inalzarsi verso l'alto.
Durante il volo, i medici dell'elicottero fecero le prime visite a Owen, che attualmente era in stato critico e stava facendo tutto il possibile per salvargli la vita.
Le lacrime di Diletta scorrevano liberamente mentre lottava con il peso di tutto ciò che stava succedendo.
Guardò Dimitri, il suo cuore era pieno di disperazione e frustrazione
" Volevo andare con lui, ha bisogno di me!"
La voce di Dimitri era ferma ma empatica
mentre cercò di spiegare
" So che sei preoccupata per lui e vuoi stargli accanto" disse gentilmente.
"Ma è troppo pericoloso. Non sappiamo ancora chi ti sta inseguendo o cosa potrebbero provare a fare. Dobbiamo dare priorità alla tua sicurezza e questo significa mantenere segreta la tua posizione."
Il colonnello Mulroney, vedendoli parlare, si avvicinò e intervenne nella conversazione.
" Dobbiamo andare alla sede centrale di New York ", spiegò
" Dovete essere messi al sicuro e ci sono dei dettagli urgenti di cui discutere "
La ragazza guardò il colonnello e Dimitri
"Perché dobbiamo andare a N. Y?
" È necessario mettervi al sicuro " rispose Brian
" Mi è permesso portare via le mie cose e sistemare un po' prima di partire? " chiese con esitazione.
Il colonnello scosse la testa in modo deciso.
" Non c'è tempo, dobbiamo partire immediatamente. È una questione di sicurezza e non possiamo che tu debba restare qui più a lungo"
Alla ragazza le venne in mente suo padre
"Mio Dio, devo chiamare mio padre! " affermò con urgenza.
Dimitri intervenne con voce dolce.
"È già stato informato della situazione, vi vedrete alla centrale della DEA"
Le emozioni di Diletta presero sopravvento e si mise a piangere, abbracciandolo fortemente.
In quel momento, si sentí sopraffatta dalla situazione e aveva bisogno di conforto.
Il ragazzo in quel momento sembrò confuso e impotente, non essendo abituato a gestire situazioni emotive come questa. Rimase immobile per qualche istante, senza sapere esattamente cosa fare per confortare la ragazza.
Poi lentamente, alzò le braccia e la strinse delicatamente, accarezzandole la schiena dolcemente.
Dopo essere arrivati a destinazione, Diletta poté abbracciare suo padre, sollevata di vederlo dopo gli eventi appena vissuti.
Anche il piccolo Noah accorse e abbracciò il nonno visibilmente felice di vederlo.
Il colonnello e Dimitri lo informarono su quello che era successo al ranch e sulle attuali circostanze di pericolo che coinvogevano Diletta, e che potrebbe essere necessario che loro partino per un altro Stato.
"So che il suo lavoro è importante per lei, abbiamo già parlato con il suo datore di lavoro e ha espresso comprensione della situazione, potrebbero organizzare uno studio temporaneo non lontano da dove andrete voi. In questo modo potrebbe continuare a lavorare e allo stesso tempo stare vicino a sua figlia e al suo nipotino "
L'emozione si lesse chiaramente sul volto di Arnold mentre teneva in braccio il piccolo Noah che si stava addormentando.
Il colonnello notò l'emozione dell'uomo e gli posò una mano sul braccio in un gesto di comprensione.
Arnold domandò in quale località andranno
Dimitri gli rispose
"A Chacama, in Perù"
Arnold rimase meravigliato
"Wow è un bellissimo posto!"
"Sí, è vero. È un bellissimo posto, pieno di paesaggi mozzafiato e natura incontaminata. Inoltre sarà un luogo abbastanza distante dal trambusto della città e fornirà un buon livello di sicurezza per tutti voi".
"Chi verrà con noi?"
"Dimitri. È un dei nostri agenti più abili e affidabili, quindi avrete accanto a voi una persona con una grande capacità di valutazione della situazione e di protezione" concluse Brian,salutando tutti.
Il gruppo, avendo avuto dei documenti con nuove identità dall'FBI, salí a bordo dell'elicottero diretto a Chacama.
Il piccolo Noah era un'pò triste di dover partire, ma si calmò tenendo la mano di sua madre e di suo nonno.
Dopo un lungo e affascinante viaggio, arrivarono a destinazione.
La vista dall'alto del paesaggio mozzafiato
lasciò a bocca aperta a tutti.
Noah sembrava incuriosito dalla nuova destinazione, ma nello stesso tempo si sentí sperduto in un luogo sconosciuto.
Scesi, furono accolti da un uomo dall'aspetto austero ma solenne, che si presentò come Javier, l'accompagnatore locale.
Javier li condusse fino a un villaggio vicino, che si rilevò essere il luogo dove avrebbero soggiornato per la durata del trasferimento.
La casa dalla struttura inconfondibile, sospesa sulle palafitte e vicina al mare, il gruppo fu accolto da una brezza fresca e profumata, trasportata all'aria oceanica che lambiva dolcemente i loro visi.
Il piccolo Noah, attirato dalla bellezza incalzante del mare, fu colto da una sensazione di meraviglia. Guardava incantato dal parapetto della palafitta mentre le onde si infrangevano sulla sabbia bianca più in basso.
"Mamma, guarda ci sono dei surfisti!" esclamò, osservando gli atleti che cavalcavano le onde sulle tavole da surf, creando figure sorprendenti nell'incedere del mare.
"Un giorno vorrei essere come loro, cavalcare le onde con il surf!" esclamò.
La madre sorrise dolcemente accarezzandogli il viso, mentre i due uomini guardarono la scena con un'espressione complice.
Javier tese le chiavi di casa a Dimitri e fece un gesto di disponibilità.
" Sono a disposizione per qualsiasi cosa abbiate bisogno. Questa casa è sicura e ben attrezzata per la vostra permanenza. Sentitevi liberi di chiedere informazioni o aiuto qualunque cosa serva." disse, mostrando un'espressione seria e professionale.
Lo ringraziarono per la gentilezza e la disponibilità offerte.
L'uomo annuí in segno di saluto e si congedò,lasciandoli soli nella struttura sospesa dalla quale potevano godere di una vista a dir poco strabiliante.
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