LUNEDÌ

Le prime due ore del lunedì abbiamo il prof di scienze umane, poi le altre due le trascorriamo tra sudore e competizione con la nostra professoressa di ginnastica oppure, come vuole che dica Riccardo, di scienze motorie.

«Buongiorno — ci saluta con entusiasmo mentre entra in classe — Già so dell'attività che svolgerete questo mese, ma so anche che la nostra amata ginnastica non la abbandonerete, visto che sarà l'unica materia che continuerete come prima.

L'unica differenza è che faremo un po' più di pause per permettervi di spiarli — continua, anche lei con il tono utilizzato da Alessio poco prima — Su forza, prendete gli zaini e attendiamo in corridoio.»

Infilo il poco materiale scolastico che era sparso sul mio banco nel mio zaino invicta grigio/verde, lo metto in spalla e mi dirigo verso la porta della nostra classe, dove ogni volta che bisogna uscire si crea un ingorgo che fa invidia alle file dell'asur.
In quel trambusto si nota quella testa riccioluta che spunta sempre fuori appartenente a quel piantagrane del mio amico Teo.
La testa castana di Alessio invece, è impossibile da individuare, visto la sua statura ridotta.

Finalmente riesco a passare tra quelli che sono i miei compagni, ma che a me ora sembrano solamente degli ostacoli che mi impediscono di raggiungere i miei amici.

«Ragazzi fate passare quella della 1F» sbraita la professoressa, mentre riesco a scorgere i ragazzi della prima uscire dalla loro classe diretti nel nostro stesso luogo.

Con gli occhi mi accorgo che Chiara è in un gruppetto, sicuramente quello di cui mi ha parlato il professore, ma si vede che le altre sono più amiche tra loro.
Esmeralda parla con Jasmine, Ylenia e Giulia si tengono per mano, mentre Mariachiara gesticola a Isotta.
Quando, finalmente, tutti e ventotto i ragazzi passano anche noi ci avviamo uscendo dalla scuola, questo perché il nostro istituto non ha una palestra, quindi dobbiamo andare in quelle comunali che sono un pochino lontano da qui.

Una volta uscita dal portone principale della scuola, ci incamminiamo verso la strada e aspettiamo al sole la nostra corriera che dopo 10 minuti finalmente si degna ad arrivare, così inizia la gara per prendere i posti liberi, peccato che la 1L oggi è riuscita ad infilarsi ed entrare per prima, prendendosi tutti i posti a sedere. Per tutti gli Dei!

Dato che ormai ho la certezza che non riuscirò a trovare un posto, se non stando in piedi, decido di rallentare il passo, senza dare troppo nell'occhio, finché non mi ritrovo tra quei nani della prima F. Non devo nemmeno cercarla, che me la ritrovo davanti, con quelle sue ciocche morbide che sfuggono all'elastico.

Come previsto i posti erano tutti terminati, perciò dovevamo stare tutti appiccicati come delle sottilette l'uno all'altro. E io sono capitato, non molto casualmente, tra i primini dello scienze umane, e sicuramente non casualmente vicino a Chiara. Ma certo che no!

Vedo che vicino a Chiara sta parlando con un'altra ragazza del gruppo, Isotta, così aguzzo l'udito per origliare meglio.

«Dai Isotta, non puoi non leggerlo. Ma cioè, non so se mi spiego, non sai nemmeno che cos'è Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo, è un classico. Se ti perdono per non aver letto Gregor, non ti posso perdonare se non hai letto Percy Jackson!» a sentire quelle parole mi venne un groppo in gola.

«E perché lo dovrei leggere? Per sapere che Afrodite è la dea della bellezza?»

«Ma noo, è bellissimo. Praticamente narra di questo ragazzo che ha undici anni che si chiama Percy Jackson...»

«Chiara stammi a sentire. NON MI INTERESSA UN CAVOLO DEL TUO PERCY JACKSON. Leggere fa schifo, punto e basta!»

«Ma..»

«PUNTO E BASTA.»

Un libro di su Percy? Ma stiamo scherzando!! Che diamine ci sarà scritto su quel libro riguardante mio fratello?

L'autobus si fermò, siamo arrivati e io mi affretto a scendere, così tanto che spingo Chiara che va a finire a faccia in avanti, proprio sul marciapiede.
BANG! Che botta! Talia che era lì davanti non la riesce a prendere per un pelo, ma la aiuta a rialzarsi.

«Scusa Chiara, Jason è uno sbadato» parla a lei, mentre scocca un'occhiataccia a me.

«Stai bene?» gli chiedo io.

«Sì sì, stai tranquillo, non ho neanche un graffio, ma mi hai fatto prendere un colpo>> dice lei controllandosi che le mani non si fossero graffiate.
Mentre lei si esamina, da dietro Isotta le tocca una spalla e Chiara trasalisce lanciando un piccolo urletto.

«Isotta!» urla indignata, mentre l'amica ride.

«Che succede qui? Non ti vedevo più»

«Nulla sono caduta, niente di grave, guarda - le mostra le mani - neanche un graffio» dice soddisfatta.

«Neanche un graffio ma qualche buco vorrai dire»

«In che senso Isotta, parla chiaro dannazione»

«Nel senso che ti sei bucata la maglietta scema, guarda sui gomiti.»

«Noooo» la voce della ragazza piena di delusione, poi distrattamente guarda l'orologio e quando vede che ora indicano le lancette, gli occhi cadono fuori dalle loro orbite
<<Ehm, beh, ciao» saluta correndo verso lo spogliatoio con Isotta alle calcagna.

«Ahahaha, mi piacciono queste due» dice la mia amica, mentre anche noi ci avviamo.

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