DA CHIRONE
Siamo in macchina, e mentre mia madre guida, io guardo fuori dal finestrino.
Alberi, case e persone sono tutte sfocate e indefinite per via della velocità di questa.
Su nel cielo ci sono nuvole dalle forme buffe, una somiglia a un cavallo con le zampe anteriori alzate, come se volesse attaccare la nuvola che ha davanti.
Il sole non è così alto nel cielo, infatti è prossimo il tramonto, che colpisce in faccia Riccardo, seduto dinanzi a me, mentre Gabriel è seduto dietro e guarda anche lui il finestrino, mentre in mano ha qualcosa. Filo di metallo intrecciato a formare una piccola balestra, ma deve aver finito il filo, sennò avrebbe fatto anche la freccia. Dovrò fare un'altra tappa prima di tornare a casa dopo aver parlato con Chirone.
Quando arriviamo, mamma ci fa scendere, la salutiamo e poi tutti e tre ci avviamo verso il campanello, oggi è il turno di Gabriel, che fa una piccola serie di suoni, probabilmente codice morse. La porta si apre e grazie agli dei non dobbiamo neanche salire le scale, dato che Chirone deve stare sulla sedia a rotelle per non far vedere la sua parte equina, non poteva prendere un appartamento al 5° piano! E per fortuna aggiungerei!
Chirone ci accoglie calorosamente, anche se sicuramente nasconde un velo di preoccupazione, dato che di solito veniamo domenica pomeriggio, mentre oggi è mercoledì.
Veniamo ogni domenica pomeriggio, perché ci aiuta con i compiti, dato che non siamo dei figli di Atena, anche se sicuramente anche loro avrebbero qualche problema a leggere l'italiano! Per non parlare delle sue mille regole ed eccezioni in grammatica...
Comunque l'appartamento di Chirone è moderno, nonostante sia in un condominio, questo perché è molto recente, quindi penso che a Chirone non piaccia veramente, visto i suoi lunghi secoli di vita credo preferisca qualcosa di più rustico, che quattro pareti di vetro.
«Allora ragazzi come mai siete qui? I compiti li abbiamo fatti tutti domenica, perciò che cosa avete combinato?» chiede intrecciando le dita delle mani.
«È un po' complicato...» inizia Riccardo, ma io lo interrompo.
«Ho asciugato Chiara oggi.» Chirone mi guarda come se fossi un detenuto di un carcere minorile, ma si ricompone subito e dice:
«Non dovete dirle niente, come già sapete, quando una persona sa cosa è realmente attira ancora più mostri. Non sarà facile mentirle, vi farà domande, ma credo che sia più semplice grazie a te Lucas.» serro la mascella a quel nome, ma mi chiedo come faccio a rendere la cosa più semplice, dato che io ho creato questo disastro. Così do' voce ai miei pensieri.
«Credo che Chiara provi qualcosa per te.
L'ho seguita con lo sguardo il giorno dell'assemblea di classe, e nella biblioteca quando c'era la battaglia rap, lei ti dava occhiate fugaci e poi sorrideva rossa come un pomodoro in imbarazzo. Oppure a ginnastica, ti cercava sempre con gli occhi, e quando voi siete andati da soli in palestra ha anche brontolato.— mi spiega Chirone, e io non ce la faccio a capire come non ho fatto a notarla prima... — Perciò Lucas, sei molto d'aiuto, naturalmente non voglio sfruttare questa emozione che prova per te tanto da logorarla, ma almeno abbiamo qualcosa dalla nostra parte.» conclude, così decidiamo che domani non le diremo niente, ci salutiamo e mentre i miei fratelli chiamano mia madre io mi avvio camminando a testa bassa verso la ferramenta.
Devo mettere tutte le informazioni che Chirone mi ha detto circa 5 minuti fa nei vari cassetti della mia testa.
Arrivo in ferramenta e compro del filo di metallo, 5 metri, quanto durerà?
Pago e mi metto sulla via del ritorno.
Cammino sul marciapiede accanto alla strada trafficata, blu, nero e bianco sfrecciano affianco a me. Ho lo sguardo che segue le fughe delle 'piastrelle del marciapiede', ma vengo interrotto da cartacce, fazzoletti e lattine che si trovano a terra. Se ci sarebbe stato Grover avrebbe mangiato la lattina e poi buttato le cartacce e i fazzoletti nel cestino che non è molto lontano.
Ah Grover, a questo pensiero mi fa tornare in mentre anche l'altro mio fratello, Percy.
Mi manca stare in cabina con lui, soprattutto quando la mattina Annabeth deve fuggire nella sua cabina per non essere scoperta da Chirone, poi l'odore del mare, la sabbia fresca sotto i piedi...
Non mi accorgo neanche che sono davanti casa, apro il portone in legno, entro e vedo che Gabriel e Riccardo sono comodamente seduti sul divano, intenti a scegliere un film.
«Hey, Jason. Finalmente sei tornato. Serata cinema stasera!!» urla entusiasta.
La serata cinema è la cena più malsana del mondo.
E la formula per ottenerla è: McDonald's + popcorn + film.
Sorrido all'entusiasmo di Gabriel, e gli do' il mio piccolo regalo.
«Vedevo che eri a corto di filo...» gli dico, mentre lo consegno.
A lui gli si illuminano gli occhi, mormora un grazie e corre in camera sua, probabilmente per finire la balestra, intanto Riccardo sospira, sicuramente perché così può scegliere il film senza fare la 5° guerra mondiale, visto che per me va bene tutto.
Così si conclude questa stressante giornata di mercoledì...
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