ACQUA
P.O.V. JASON LUCAS
Pian piano tutto intorno a me torna a riacquistare colore.
Azzurro-verdognola.
Ecco il colore dell'acqua che mi circonda.
Aspetta!
ACQUA CHE MI CIRCONDA!
Sono in un fiume!
Vedo l'immagine tremolante di Chiara, fuori dall'acqua.
«Dai entra, non è malaccio.»
«No.» ribatte con decisione.
«Perché? Si sta bene fidati! Non mi dire che sei una di quelle figlie viziate a cui fa schifo l'acqua di fiume.»
«Forse, ma non posso. Tu lavati, fai quel che devi.» mi risponde allontanandosi dalla riva.
Bah, chissà cosa le sarà preso.
Io intanto mi diverto qui, lei invece non so dove sia andata.
Dopo un po' la sento che mi chiama:
«Jasonnn!»
«Arrivo!» urlo di rimando mentre esco dall'acqua tutto asciutto.
Privilegi di essere figli di Poseidone.
Mi avvicino pian piano verso di lei, lontana dalla riva del fiume, e noto che ha allestito un piccolo fuocherello su cui sta cuocendo del pesce.
Poverini.
«Capisco che ti farà schifo mangiare il pesce con cui prima nuotavi, ma se vuoi mangiare l'erba inizia pure a brucare.»
«Io non ho detto nulla.» ribatto, mentre mi guarda ovvia.
Beh sì, un po' schifo mi fa.
Mi siedo a terra vicino a lei, mentre mi passa una stecca di legno su cui ha infilzato il povero pesce, ormai cotto.
Lo addento non pensando a cosa sto mangiando mentre sento lei dire qualcosa in un bisbiglio.
«Cosa?»
«Èh» risponde arrossendo.
«Cosa hai detto?»
«Nulla di importante tranquillo.»
«Sicura?» le domando ancora.
«Ho solamente detto 'buon appetito' nulla di che.» dice di getto.
«Buon... appetito?» chiedo.
Lei diventa rossa come il fuoco davanti a noi mentre risponde:
«Sì, ormai lo dico per abitudine.» cerca come scusa.
«Tranquilla. Allora buon appetito.»
«Buon appetito.»
E così continuiamo a mangiare in silenzio, poi Chiara si alza per spegnere il fuoco, ma la fermo.
«Perchè? Dobbiamo cercare un posto in cui dormire, non possiamo restare qui.»
«Lo so però prima devo fare una cosa.» prendo un pezzo rimanente di pesce e lo butto sul fuoco mentre "prego" mentalmente mio padre.
«Hai fatto?» domanda un po' più acida.
«Sì.» lei non perde tempo e spegne il fuoco.
«Hai idea di dove siamo?» domando io.
«Forse si, ma non sono sicura — mi dice mentre si guarda attorno — Ah guarda! Là!» esclama mentre indica un monte.
«Quindi?» domando senza capire.
«Monte Murano — risponde ovvia — Non conosci Monte Murano?!» chiede incredula. Io scuoto la testa.
«Uh allora ti dovrò raccontare un po' di storia. Però prima incamminiamoci verso la nostra amata Angeli di Rosora!» dice con fare teatrale, al quale io non resisto e scoppio a ridere con lei.
Spazio fuori dalla storia.
Capitolo corto, anzi cortissimo ne sono consapevole e mi dichiaro colpevole.
Però prometto che il prossimo sarà più lungo.
Spero.
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