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L'italianità di Noelani raggiunse persino le orecchie di coloro che erano fuori a ravvivare le fiamme, rendendoli alquanto esterrefatti. Si sapeva non fosse difficoltoso incontrare stranieri che avessero un pizzico di penisola nel proprio DNA, eppure le orecchie si drizzano e il messaggio elettrizzò una zona del cervello.
«Ma te pensa, adesso mi verrà pure negata qualche battuta in una lingua sconosciuta».
Fu Maso a parlare, facendo sghinazzare gli amici.
«Del tipo?» curiosò Jacopo, desideroso di carpire nozioni su come la sua morosa si presentasse davanti a degli sconosciuti, o perlomeno quasi; le narrazioni avevano permesso a lei di conoscerli, ma il contrario non è stato più di tanto possibile.
Tommaso si meravigliò dalla presa di posizione del sodale, tanto da strappargli una smorfia gioconda dalle labbia. «Della serie che t'ha trovao per sfortuna, 'un le garbava miha trovarsi un bischero composto e coi fiorini a traboccare dalle tasche. Un viandante».
«Hai dimenticato una cosa» un cenno del capo lo fece proseguire. «La mia impareggiabile bellezza» si prostrò con cavalleria, trastullando le anime dei presenti. «N'do lo becchi un bischero così garbato».
«Se così tu fossi, allora o la tu testa sbucava tra gli oggetti smarriti dell'aeroporto o tra i pupazzi del gancio».
Il Neri morse il vermiglio nel fragore delle risa, ciò nonostante non si offese. Sapeva che l'amico era dotato di sarcasmo, che le sue battute fossero bonarie, e soprattutto che non riuscisse a contenersi. Era un tratto che incuriosiva e al tempo stesso poteva dare rogne. Non veniva apprezzato da assai persone, infatti spesso si ritrovava in mezzo a delle discussioni perlopiù inutili. Nella sua famiglia erano spesso burloni, scherzavano su qualsiasi tematica e le freddure decorate da delle spezie che pizzicavano la lingua non erano una novità.
Si ricordò d'improvviso di un piccolo tema sulla mamma che dovevano trascrivere durante l'ora d'italiano in terza elementare, e Tommaso, tra tutte le vicende che poteva raccontare, si ritrovò a stilare e a leggere ad alta voce davanti a tutta la classe:
Mamma dice che bisogna cambiare il divano.
Mamma dice che bisogna cambiare la cucina.
Mamma dice che bisogna cambiare il pavimento.
Papà dice che forse è meglio cambiare la mamma.
Quando lo sentirono scoppiò una baraonda da far tremare le finestre, muovere i banchi e grattare il colore delle pareti. L'unica a non essersi piegata dalle risa fu proprio l'insegnante, che dopo avergli riservato una strigliata convocò la madre aspettandosi delle scuse o della mortificazione, tuttavia al colloquio si dovette ricredere a testuali parole: «Come posso sgridarlo se in famiglia sono tutti così?», con tanto di sorriso divertito.
E non aveva il minimo torto. Secondo loro a rendere la vita pensante c'erano già una lunga serie di pensieri e avvenimenti a noi incontrollabili, dunque perché aggiungere dell'altro pessimismo? Perciò, leggerezza era l'aria che si respirava una volta varcata la porta di casa Alderici, simile a una brezza rinfrescante durante una focosa giornata estiva o a una coperta di lana accompagnata da della cioccolata calda in un pomeriggio invernale.
Una suoneria spezzò l'armonia della stanza assieme alla folata di vento che rischiò di spegnere il caminetto, e tutti si voltarono in un'unica direzione. Si era già inteso di chi si trattasse, d'altronde Rocky era da sempre stato il suo idolo televisivo da cui, secondo Jacopo, non aveva preso un accidente; ma dopotutto, quale migliore occasione di ora per prenderlo per i fondelli come ai vecchi tempi?
Quel ghiaccio a contornare le pupille si era fatto massiccio quanto un ghiacciaio, quando solitamente manifestava una sensazione di sereno, un cielo terso. Si era fatto distrarre dalla notifica comparsa sul display e una nota di fastidio aveva appena sporcato quel viso sbarbato, rassomigliando a quel ragazzetto che anni or sono aveva rivisto per sbaglio all'Art Pub. Ma quell'espressione seccata non la si poteva confrontare con ciò che aveva in serbo per lui.
Non dandogli troppo peso e voglioso di farsi loggia delle file di denti che si sarebbero mostrate a breve, diede inizio allo show. Schioccando la lingua sul palato, simulò il trotto d'un cavallo e con le gambe accompagnò il verso andandogli incontro, fingendo di tener salda tra le falangi la corda. Dopodiché si fermò, e dinanzi la presentazione diede di petto un suon di tromba tra le conche delle mani. «Signore e Signori, è venuto per voi da Bellosguardo sull'Oltrarno, affrontando le insidie del territorio, fortezze inespugnabili, strettoie insidiose e vecchiette col bastone a imprecare i' Domo, vi presento l'impareggiabile, ma cosa vado dicendo, il meraviglioso e poderoso direttore delle Costruzione Alghieri, Oliviero Alghieri conosciuto meglio come il Vieri... No, il segaiolo!»
«Quella storia è vecchia vent'anni se non più!» sì giustificò, ma invano siccome, come per magia, in un risveglio dalle sembianze primitive, Tommaso nel bel mezzo delle risa se ne uscì con l'ennesimo coretto da stadio:
Tra i girasoli
In mezzo ai campi
C'era il Neri che si fece dei malanni
Perché beccao il grullo del Vieri
Che sereno si fece i suoi pensieri
Un clamore avvolse la campagna, e avrebbe potuto risvegliare la povera Bettina sepolta nel terreno confinante che finalmente si poteva godere di un sano riposo eterno. Era l'amante del nonno secondo le burlate del nipote, era la nemesi di una vita secondo il Senior. Erano ogni anno a sfidarsi su diatribe per lo più incentrate sull'alberello di melo che era cresciuto proprio in mezzo ai due terreni, rendendolo oggetto d'intesa. Due muli testardi parevano, si lanciavano maledizioni e si rubavano a vicenda i frutti. Nessuno riuscì mai a spiegarsi perché tanta ostinazione e soprattutto come un melo fosse cresciuto proprio lì in mezzo.
«E te credo, ha visto il cinci dell'impresario!» Daniele buttò l'occhio sui compari che si sganasciavano dalle risate per gli interventi del cuoco, specie quando vennero a conoscenza del misfatto esilarante; contrariamente, la sorella era diventata un peperone in volto.
Un brivido come carta abrasiva graffiò la schiena di Jacopo, percependo il coccolo nello stomaco girarsi su se stesso negli acidi. «Mio Dio, che scena orribile, i miei occhi non hanno più visto alla stessa maniera da quel giorno».
«Come in uno schermo rotto, hai perso dei pixel» celiò l'informatico, senza aspettarsi il commento del cuoco della giornata che arrivò di seguito.
«No, sono i pixel di un cazzo non suo, ancor peggio».
La respirazione si accorciava sempre più, persino la bionda dinanzi a ciò non poté che unirsi al disordine generale degli eventi compiuti in giovane età da coloro che nel tempo erano diventati degli adulti. Al viandante risultò persino complicato creare una frase di senso compiuto talmente il respiro era rarefatto. «Ancora non capisco il perché cazzo si fece una sega tra i girasoli».
«Le voglie sono improvvise, non sempre c'è qualcuna a soddisfare ogni esigenza».
«Quando manca la figa finisce così effettivamente».
Jacopo e Tommaso riuscirono nell'intento di pizzicare l'orgoglio del bersagliato, assistendo con sogghigno al fastidio che traboccava dal minestrone di pensieri del povero Oliviero. Per loro era divertimento, non potevano fare a meno di essere burloni con l'occasione buona servita s'un piatto d'argento, complici come nel tempo andato, sia a scuola sia durante le partite di calcetto. In quell'istante percepì una sensazione più unica che rara, come se avesse appena perso quindici anni di vita. Osservò il sodale e per un impercettibile istante lo rivide con quella capigliatura da Dexter Holland versione scura e i calzettoni sotto alle scarpe da ginnastica delle Adidas bianche e blu con striature gialle tutte usurate e sporche, che tutto sommato erano molto simili a quelle che indossava in questa giornata dicembrina.
«Smettetela di prendermi per i fondelli, non che voi siate stati meglio nel fare - negli spogliatoi dopo il calcetto - una battaglia laser coi cinci infilati in calzini fluorescenti».
Ancora tra le mani stringeva il collo dello spumante, e se soltanto gli fosse preso un attimo di pazzia, sarebbe finito contro la capoccia di qualcheduno; era sempre stato esagerato nei taglietti, come d'altronde faceva nelle partite a briscola.
«Quello è stato un momento di alto livello espressivo e artistico».
«Quanta cultura in due piselli che si menano» dinanzi all'affermazione di Jacopo, Francesco non seppe resistere al sarcasmo.
«Oppure mettere il pisello in faccia al Cecca con sopra la panna montata» continuò in propria difesa, causando contrazioni di disapprovazione all'espressione del quattr'occhi. Si era persino portato il pugno davanti alle labbra.
«Dio, che schifo, non farmici ripensare che mi viene il rigurgito».
Con la ridarella in corpo, Buzza diede delucidazioni sugli eventi decorsi. «Lì eravamo fatti, era il primo cannone, giustificati».
«C'era anche il Senior che dormiva spaparanzato su quella poltrona» Daniele diede il colpo di grazia a tutti, riportando in memoria i grugniti da facocero che emetteva, tanto profondi da pensare seriamente di averne uno in casa. Non che fosse un caso straordinario essendo che ogni tanto, durante le prime manifestazioni di dimenticanze, lasciava il cancelletto del recinto senza la chiusura, e dunque i suini curiosi uscivano a fare due passi, giungendo persino in casa quando l'ingresso era socchiuso o addirittura aperto nei giorni afosi per godere del venticello fresco.
Jacopo sospirò e portò una mano a livello del cuore. Batteva all'impazzata, infondendo al resto del corpo una gioia infinita.
Era così bello per lui rivivere tali emozioni che non volle saziarsi, tanto che riprese la conversazione pur di non perdere un'altra risata.
NOTE AUTORE
Siamo arrivati alla fine della prima parte!
Mi auguro che Jacopo sia stato di gradimento, è un personaggio un po' esibizionista! 😂❤️
Se ti sta piacendo questo romanzo, fammelo sapere qui nei commenti e consiglialo ai tuoi amici! Puoi fare un commento in questo capitolo o nella PREFAZIONE nominando con @nome utente uno o più amici a cui possa interessare questa nuova storia!
Sono entusiasta di conoscere nuovi pareri e nuove persone 😊.
IMPORTANTE
Stavo pensando di inserire all'interno della prefazione i commenti che maggiormente rispecchiano questa storia, un aiuto in più ai nuovi lettori che si vorranno cimentare nella lettura!
Dunque, sarei felice se riuscissi a dedicare due minuti a Jacopo per un tuo parere! ❤️
Grazie ancora per essere qui e condividere con me le voci di questi personaggi!
Alla prossima parte 🌻
Un abbraccio,
Niki
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