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Decise di prendere il telefono e adocchiare le notifiche. Tra la marea di e-mail e messaggi di lavoro, scorse la chat con la sua compagna; gli comunicava che stavano tutte bene, al che gli si accese un barlume di speranza.

Quindi Chiara sta meglio?, le chiese.

Pochi istanti dopo giunse responso, come se fosse stata attaccata al cellulare in attesa di sentirlo. No, magari... le si è alzata di nuovo la febbre. Ho sentito la pediatra, ha prescritto dei farmaci.

Non era amante dei medicinali, aveva da sempre preferito le cure naturali. Aveva provato coi panni freddi sulla fronte e il ghiaccio tra le gambe, farla bere tanto e prendere vitamina C. In questi ultimi due giorni giorni sembrava sconfortata dai fallimenti che stava collezionando, perdendo fiducia in quegli antidoti nella quale si era sempre rifugiata.

Penso tu debba cedere ai rimedi moderni, tesoro.

Era tra il prenderla per i fondelli e una premura. Sapeva che era cresciuta con sua nonna, rigida con le cure tramandate da generazioni, a purificare l'aria con la salvia secca bruciata e il palo santo oltre alle credenze sulla numerologia e teorie sull'universo e gli astri. La prima volta che l'aveva conosciuta gli era sembrata una strega; i capelli scombinati peggio di Bon Jovi durante gli anni '80 e i vestiti che parevano pezze rattoppate assieme, tuttavia, a distanza di anni, vederla emetteva serenità.

Non so più che inventarmi... ho chiesto a Flavia di farmi il piacere di passare in farmacia.

Si sentì inutile, pieno di responsabilità e in colpa. Posso liberarmi, ti raggiungo in 15 min.

Quasi sperava gli rispondesse di sì. Era la scusa migliore per togliersi dall'impiccio, dai teatrini d'intrattenimento per l'attesa del pranzo e le battute di poco gradimento. Invece si girò nuovamente la frittata.

No, rimani tranquillo che ti serve un po' di ilarità.

Sospirò. Si sentiva in torto a non esserle di supporto, con quattro bambine avrebbe preferito starle più vicino. Invece lo aveva spinto fuori dalla porta, come se sentisse questo bisogno di liberarlo dai doveri. Non la capiva, eppure non poteva evitare di apprezzarla e amarla così come si era presentata. Comprensiva e forse anche troppo emancipata, si sentiva poco l'uomo di casa con lei che affissava i quadri e faceva quei piccoli lavori manuali che generalmente vengono etichettati come compiti da uomini. Si vergognava e al contempo era contento. Aveva il desiderio di cambiare se stesso, eppure non aveva idea di come fare.
Sì, ma se sta male, capiranno.
Di responso ricevette un "Se torni prima mi arrabbio", decidendo di non andarle troppo contro, sebbene la sensazione che provava non era confortevole.
Va bene, volevo soltanto essere di aiuto.

...

«Mi ero ritrovato in una grotta di ghiaccio, era spettacolare. Al suo interno c'era un fiume che portava a una cascata, era sfavillante. Tutto quel bianco poteva accecare. E ci siamo arrampicati su, sempre più su. Non avevo capito il pericolo che stavo correndo se non quando mi ero girato e visto in che diavolo di posto ero finito».

Jacopo stava raccontando uno dei suoi viaggi ostili nella terra lontana dove le foreste subtropicali circondano montagne e ghiacciai, e nello specifico mostrava a parole la sua avventura in Nuova Zelanda nelle Grotte di Ghiaccio del Majestic Fox Glacier., uno dei più diffusi ghiacciai dell'Isola del Sud. La particolarità dei ghiacciai è che sono vivi, il paesaggio si rinnova giorno per giorno e si può gustare l'acqua pura dalle fontane naturali che produce.

Cecca lo sapeva bene avendo portato il tema per la tesina di terza media.

«Sembrava di stare in un oceano ghiacciato, era formidabile».

Invidiava le cose che aveva vissuto, il viaggio in Nuova Zelanda era il suo sogno, sebbene fosse al suo opposto; era troppo tecnologico per una terra tanto legata alla natura; era difficile di gusto per poter assaggiare piatti totalmente differenti. Ma, nonostante ciò, sentiva una sorta di richiamo, come se ci fosse una vana speranza di poterlo cambiare in positivo. Un Francesco 2.0.

«Finito il tour, si stava avvicinando il tramonto. Eravamo io, Noelani, un tedesco e un francese - sembra l'inizio di una barzelletta» osservò per un secondo, con la risata sotto i baffi. «Il francese si guardava attorno, alla ricerca di chissà cosa, poi con decisione puntò il dito verso la cresta dicendo "io salgo lassù per vedere il tramonto, chi vuole venire con me mi segua"» inscenò un accento francese. «E lo fece! Solo lui, perché io con gli altri me la stavo per fare nei pantaloni dalla fifa al sol pensiero di salire là sopra con tanto di pendenza spropositata, senza imbracatura e senza protezioni. Però lui era un tutt'uno con la montagna e con l'arrampicata, si vedeva anche dagl'occhi. Era da sempre iscritto alla federazione di arrampicata sportiva in Francia, così ci aveva raccontato, sin da bambino a scalare la roccia, ci aveva mostrato quelle poche foto sullo smartphone. E alla fine, quel pazzo la spuntò. Era riuscito a raggiungere la vetta in tempo per fare una foto al sole inghiottito dall'acqua, pazzesco».

«E poi?» chiese Rachele con gli occhi luccicanti. Era totalmente immersa nel racconto da quasi viverlo nella mente.

«Tornato giù, nel buio» prese parola la bionda, pareva ancora incredula dall'espressione che aveva assunto.

«Vedevi a una certa una torcia che andava a destra e a sinistra, un puntino minuscolo quanto una stella nel cielo. Eravamo in pensiero, credevamo potesse cadere da un momento all'altro, però la luce aiutava a capire dove fosse e se stesse bene. Sparì per quasi venti minuti dietro la vegetazione, poi tutto spavaldo ci raggiunse dicendo "Bonsoir"» la risata che emise grattò i timpani. «Che bischero! Come cazzo si ricordasse dove stessimo era incredibile».

Continuava a narrare i bei posti di cui aveva potuto godere con vista e mente; dal lago Matheson, soprannominato "Lago Specchio" a sei chilometri da Fox Village, a Hobbiton, la Contea de "Il Signore degli Anelli" realizzata a Matamata, nell'Isola del Nord. Gesticolava, e questo rendeva il racconto più dinamico, più fresco, più emozionante. Persino Tommaso, indifferente sulla geografia e paesaggistica, si soffermò dalla griglia per udire le avventure d'oltre oceano, si allontanò soltanto nel percepire l'odore della carne per girarla.

Era impressionante come Jacopo avesse la capacità innata di coinvolgere le persone. Era un cantastorie che affascinava il pubblico.


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