♡Capitolo 19♡

Un giorno come gli altri: scuola, studio, casa, studio, pausa, studio.. Insomma come gli altri.
Certo era diverso perché parlavo con Joel, ma non più di tanto. Anche lui studia e non abbiamo molto tempo per parlare.

La sera siamo liberi e parliamo:

"Finito di studiare?" dico io.

"Si, appena chiuso".

"Idem. Domani compito di mate e interrogazione di latino".

" Io interrogazione di inglese e di arte".

"Stiamo messi bene entrambi".

" Già...".

"Senti perché non facciamo la chiamata?".

" Certo che si".

Sono emozionatissima, finalmente sentirò la sua voce, non la riesco a immaginare.
Presa dall'ansia scrivo:

"Chiamo io o tu?".

" Ah intendevi adesso! Non posso adesso. Facciamo domani appena dopo pranzo se ti va bene".

"Ah certo" scrivo un po' delusa e continuiamo a parlare fino a sera tardi.

Arriva domani. Solito giorno, ma sono felice. Sto tutto il giorno a immaginare come sarà la nostra conversazione, di cosa parleremo e sono sicura che io all'inizio starò zitta o riderò.
Stamattina però non l'ho sentito e appena esco da scuola gli mando un messaggio.
Non risponde.

Aspetto..
Aspetto..
Aspetto..

Poi mi arriva un messaggio:

"Hei come è andata la giornata?".

Lo ha dimenticato. Come le altre nostre cose d'altronde: il nostro anniversario, il mio compleanno.. Si è dimenticato anche questa. Io non voglio ricordarglielo perché: 1) non voglio sembrare troppo insistente e 2) non voglio dare sempre io l'iniziativa.
Gli rispondo leggendo il messaggio nella mia mente con un po' di 'disgusto':

" Ehm bene... A te?".

E continuiamo così.

Joy aveva ragione. Lui non è cambiato e non si degna un po' a cambiare. Lui è fatto così, punto.

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