9.

Martina è in stazione, è difficile vedere una ragazza della sua età effettuare viaggi così lunghi in treno da sola. Sembrerà strano, eppure a lei piace. Le piace pensare che ci siano altre persone ed altre stazioni diverse da quelle del suo paese. Magari i treni lì non viaggiano sui binari che lottano per restare visibili nel letto di sigarette di qualsiasi tipo e lunghezza. Tabacco fumato in fretta da uno studente in ansia per un esame imminente. Tabacco fumato con sguardo vispo per vedere se qualcuno di conoscenza avrebbe potuto riportare la scoperta alla famiglia che, per la giovane età, è un tabù aspirare quelle sostanze tossiche. Tabacco bruciato da un anziano sia per riscoprire quel sapore che più gli ricorda la gioventù e sia per riscaldare quelle mani venose, tremolanti leggermente di più per il freddo e caratterizzate da qualche macchia violacea, che altro non è che il timbro del tempo che passa.

Ecco il fischio del treno, quest'ultimo è inconfondibile tra la luce ancora inesistente del giorno, ancora troppo debole per nascere. La locomotiva frena portando con sé il resto del carico metallico e umano. L'adolescente si aggiunge a quei tanti corpi che, ripiegati, leggono, studiano, ascoltano musica o fanno tanto altro mentre si affidano a questa scatola di latta che li porta in giro per la nazione. Si affidano al capotreno per la tranquillità e alcuni succubi ancora dei rami del sonno si abbandonano ad esso.

Martina invece pensa che oggi non andrà in biblioteca, in quello stanzone confinato dagli scaffali ricolmi di libri, dall'odore caratteristico della carta. Non sentirà il rumore di sospiri, di pagine sfogliate ed il tempo scandito dall'orologio appeso al muro. Eppure è felice di cambiare il suo tipo di giornata. Sta andando a trovare suo fratello e non può essere più felice di così.

Sono le 11:46 di mattina, Martina si trova sulla banchina della stazione, si guarda in giro, il sole e l'aria fresca, la stordiscono e rallegrano contemporaneamente.
«Mi vedi?» Chiede il fratello tramite messaggio,
«Se ti vedessi ti starei già guardando storto, non trovi?» Risponde ironica, «I nostri genitori ti potevano fare meno tappa!»
«Non ti conviene dire certe cose, ricorda che i colpi bassi sono quelli più dolorosi, non vedo l'ora di confermarlo appena ti scorgo!»
«Non mi incuti timore... Comunque vieni verso i negozi, noi siamo all'inizio del binario». Martina ripone il telefono in tasca e con lo zaino si avvia verso il luogo indicato da Alessio. Ecco che la ragazza scorge quello spilungone di suo fratello. Gli sorride e gli avvolge le braccia al collo, il ragazzo si china e la stringe. Alessio ride, quasi si commuove, sente il batticuore, quasi come se fosse appena entrato in contatto con la sua cotta per la prima volta. «Nana!»
«Smettila di chiamarmi così! Lui credo che sia Daniele, vero?» Indaga notando un ragazzo dagli occhi tra il marrone ed il verde e un bel viso dai tratti nordici, ma totalmente irriconoscibile tra sciarpa, cappello e occhiali da sole.
«Già, ciao Martina» le sorride il ragazzo più muscoloso,
«Certo che tra voi due davvero sono la più bassa» mormora la ragazza.

I ragazzi sono in auto, in realtà è una bella giornata, se non fosse che Daniele deve andare a lavorare subito dopo pranzo, avrebbero potuto muoversi a piedi e fare una lunga passeggiata. Lì è tutto pianeggiante circondato da palazzi di signorie ormai cadute e opere di mecenatismo. «Ti piace?» Chiede ridendo Alessio per lo stupore della sorella, «E' così diverso da Ostano, sembra che questa città preservi l'essere stata un piccolo borgo, ma che poi comunque si è modernizzata».

Arrivati nell'androne del palazzo, Martina smette di guardarsi intorno, concentra la sua attenzione sui ragazzi che hanno appena aperto un portone. La ragazza si aspettava di trovare anche i due coinquilini stravaganti di Alessio, «Sono all'università, torneranno nel primo pomeriggio» afferma il ragazzo scuro. Peccato, di sicuro avrebbero riso tanto. I ragazzi iniziano a cucinare, Martina invece si guarda intorno, si sente un po' una suocera che, con sopracciglia inarcate, tenta di scovare la più piccola imperfezione. In questa casa è facile trovarne: dalle mutande appese nella doccia ai libri sparsi a terra nel salone. Si chiede come suo fratello sia così rilassato in tutto questo disordine, quando erano piccoli qualsiasi cosa fosse fuori posto veniva distrutto da un Alessio perfettino e dispettoso. Si ricorda che pianse tanto per quella barbie decapitata che non aveva fatto in tempo e strappare dalle mani del fratello. Ricorda l'espressione da diavoletto di suo fratello che le faceva la linguaccia correndo per tutta la casa tenendo per i capelli la povera testa bionda. «Certo che sei cambiato molto...» Afferma Martina nel tentativo di stuzzicare il fratello.
«Oh, ormai ci sono abituato, non posso farci nulla, questione di sopravvivenza».
«Invece secondo me ti fa bene uscire dall'ordinario» afferma la sorella facendogli l'occhiolino.

Tutti sanno che intavolare una conversazione è molto più facile farlo con un piatto di spaghetti davanti. Ovviamente non cambia per questi ragazzi, «Daniele quanto eri disperato per scegliere mio fratello?»
«Credo abbastanza, anche perché sono rimasto un po' deluso quando ho notato che con me non era così spavaldo come lo era con le ragazze» ridacchia.
«In effetti è sempre stato un tipo molto spigliato» conferma la giovane.
«La volete smettere voi due? Siete più imbarazzanti di quando i genitori fanno vedere le foto strambe di infanzia dei propri figli a degli sconosciuti».
«Carissimo, la rivincita per tutto ciò che mi hai fatto passare quando ero piccola in qualche modo me la devo pure riprendere, no?» I due ragazzi esclamano due parole contrastanti: «Concordo!» e «No!»
«Daniele, Alessio mi ha detto che studi scienze motorie... Meglio che parliamo di questo, sarebbe anomalo vedere mio fratello arrossire» sghignazza la ragazza.
«Beh sì, attualmente lavoro in una palestra, sai ho provato a convincere tuo fratello a venire, ma non c'è stato nulla da fare. Solo il calcio riesce a farlo sgambare un po'».
«Questo sport vi ha fatto anche incontrare, mi ha detto» precisa Martina.
«Già... Allora che ne dite di vedere un film?» Propone Alessio.

Stanno vedendo un episodio di una serie poliziesca quando Martina nota che i due ragazzi si prendono per mano, cercano di nascondere quell'intreccio d'amore con un cuscino.
«Potete anche evitare di nascondervi» dichiara guardando negli occhi il fratello. Lui sostiene lo sguardo di cioccolato di sua sorella. Quest'ultima si allunga per portare quel cuscino, ora rivelatore, al petto. «Non ce n'è bisogno, non qui, non con me». Alessio sorride impercettibilmente, e con un cenno del capo la ringrazia. La giovane riporta l'attenzione sul televisore, però nota che i due amanti si scambiano sussurri complici. È certa di aver fatto la scelta giusta.

È arrivato il momento per Daniele di andare, lei lo saluta con un cenno della mano. «Lo accompagno alla macchina» dichiara il fratello.
Riccardo ed Andrea sono accompagnati da un trambusto, o forse sono proprio loro la causa di tutto questo chiasso. La porta di ingresso si apre e l'appartamento accoglie i due ragazzi che per come ridono e si appoggiano tenendosi la pancia, sembra di vedere quasi due ubriachi.
«Ragazzi tutto bene?» Indaga incerto Alessio.
«Sì, solo stavamo ricordando quel che è successo stamattina a Riccardo...» Scoppiano di nuovo a ridere.
«Quindi? Raccontate!» Trepida impaziente Ale.
«Beh nulla, questa ragazza si avvicina a Riccardo» ma il ragazzo viene interrotto da Ricky, il quale lo corregge «Ragazza?! Magari, vicino a lei c'era il cartello "Non toccare, questo è un reperto storico"!»
«Dettagli! Comunque questa donna, gli va vicino e gli chiede le indicazioni per un negozio di intimo femminile, giustamente Riccardo la guarda come se lo stesse prendendo in giro e lei gli dice "Come se non ne conoscessi uno. Di sicuro una bella ragazza come te avrà una lingerie più osé!»
«Ma tu eri vestito da donna?» Chiede allibito il ragazzo all'oscuro di tutto.
«No! È questo il punto, avevo il cappuccio e il maglioncino rosa. Secondo me la donna aveva gravi problemi di vista legati all'età, quella sì che era osé!» Risponde Riccardo.
«Solo a voi capitano 'ste cose assurde» sbuffa sconsolato Ale. Riccardo nota Martina, sapeva che sarebbe venuta, ma in tutta la confusione l'ha vista solo ora. Sfoggia un sorriso amichevole, non quello che riserva a tutta la restante parte del genere femminile. «Spero di non averti traumatizzato» scherza il ragazzo sedendosi sul divano. Martina sta per rispondere, quando dietro la sua figura spunta il volto di Ale che, senza dire nulla, fa intendere dal suo sguardo «Ehi ragazzi, è mia sorella, non è che ci impieghi tanto a castrarvi o a spezzarvi la gamba ausiliare!»
Riccardo alza le mani in segno di resa con evidente perplessità da parte dell'unica ragazza. «Che pezzo di... Mi sono risparmiato solo perché c'è una donzella, non ci hai lasciato nulla da mangiare!» Esclama Andrea.
«Ragazzi pensavo mangiaste al bar vicino all'università. Vogliamo andare un po' in giro e ci fermiamo in qualche locale?» Propone Alessio,
«Ci sto» risponde immediatamente Andrea, a momenti si trova già nell'androne del palazzo.
«Che gli è preso?» Chiede Marty stupita.
«Chica quando si parla di cibo, Andrea corre!» Risponde il diretto interessato.
«André fammi capire 'sta chica» inizia a scaldarsi Alessio. Riccardo fissa i due ragazzi che si punzecchiano mentre scendono le scale, Martina resta indietro insieme a Ricky. Lui le fa l'occhiolino prima di farla uscire per chiudere il portone.

Alla fine sono giunti ad un pub in centro, i due ragazzi sono in fermento, a Martina girano quasi gli occhi nel tentativo di captare tutti i movimenti che compiono. Si calmano quando arriva il pranzo, la ragazza sorseggia la sua Coca Cola mentre fissa i due ragazzi.
Andrea ha dei capelli castani che sfumano sul ramato, degli occhi verdi molto chiari, il naso un po' aquilino. Non è molto alto, ma il fatto che è magro lo slancia ulteriormente. Colpiscono i piercing che ha: un eyebrown e un labret.
L'attenzione è stata catturata di più dai lineamenti di Riccardo, sarà perché non se lo aspettava così taciturno durante il tragitto... Gli occhi assomigliano a quelli dei due fratelli, solo che Riccardo li ha più tendenti al cioccolato al latte, mentre quelli di Marty ed Ale hanno la sfumatura classica del cioccolato fondente. Le labbra sono leggermente carnose, ha le guance adombrate da un accenno di barbetta. Il pomo d'Adamo ben visibile. Il ciuffo castano è liscio e tirato all'indietro. Ha un fisico attraente, anche se i muscoli non guizzano da sotto il maglione, si vede che un po' ci tiene alla forma fisica. Come altezza si accinge a toccare il metro e ottanta. I capelli sono scuri, quasi neri.

«Starai da noi questa notte?» Si informa Andrea.
«No, andiamo a casa di Dany, lui ha la stanza degli ospiti libera».
«E tu dove dormi?» Chiede beffardo il ragazzo slanciato. Riccardo fa volentieri scontrare la mano sulla nuca ramata di Andrea. Martina sorride e d'improvviso il ghiaccio della bevanda è diventato molto attraente. Era evidente che il ragazzo voleva testare la sua reazione, non quella di Ale. Insomma dopo quasi due anni di relazione sarà pure capitato che abbiano dormito insieme e di sicuro non si sarà trattato di uno sbaglio. Ancor più certo è che i coinquilini ne siano a conoscenza. Eppure Martina non è affatto turbata, insomma dopo un certo periodo si presume che una coppia sia arrivata ad un certo punto di intimità. Perché loro non dovrebbero farlo? Perché sono due uomini? Forse ne faranno anche di più e ben venga. Che si divertisse suo fratello, se lo augura.

Si ritrovano in poco tempo fuori dall'aria calda e di frittura del locale. «Cavolo, sta già diventando buio... Io adoro l'estate, fino alle otto di sera c'è il sole, le giornate sembrano non finire mai» mormora Andrea. Alessio, da bravo vendicatore si appresta ad aggiungere «No caro, a te l'estate piace per via delle turiste e dei triangoli che durano fino al giorno dopo, per questo le ventiquattr'ore ti sembrano di più». Riccardo sorride, Martina invece si guarda intorno, direi che il suo sguardo è quasi intimidito. Non dai ragazzi, ma dal luogo, insomma Molatro è così diversa dalla piccola e familiare, ma anche monotona, Ostano.
«Vieni Marty, noi dobbiamo proseguire» la risveglia il fratello dal dolce torpore dei suoi pensieri. Saluta timidamente i due ragazzi, si sistema lo zaino in spalla e segue il fratello. «Ti ha infastidito quel che ha detto Andrea?»
«Perché avrebbe dovuto, insomma mi preoccuperei se ci fosse un'inattività...» Risponde sincera la ragazza, «Dunque non ti turba la cosa?»
«Aspetta, riformulo prima la tua domanda e poi ti rispondo: Ti dà fastidio che io faccia sesso con un ragazzo? Ti ripeto: no! Non mi cambia, perché dovrebbe? Sei felice, si vede benissimo. Credo che tu abbia cambiato città e sia cresciuto, ma i timori sono rimasti come se vivessi ancora nel nostro paesino all'età della scuola-calcio. Ti prego, con me non fatevi problemi... Ovviamente nei limiti della decenza, sai com'è, è bene specificarlo dopo aver conosciuto i tuoi coinquilini». Ridacchiano entrambi, Alessio avvolge con un braccio le spalle della sorella. «Sono dei pazzi, vero? Però ti assicuro che mi fido davvero tanto di loro», poi continua «Comunque hai commesso un errore nel riformulare la domanda, io e Dany non facciamo sesso, facciamo l'amore, che è diverso». Prima di entrare nell'appartamento di Daniele, Martina posa un bacio sulla guancia al fratello. «Perché non dormiamo a casa tua?»
«Il letto mio è troppo piccolo per noi due, saresti dovuta stare nel divano letto, ma non ti volevo mettere in imbarazzo. Qui hai la camera degli ospiti, io e Dany staremo bene nel suo letto da una piazza e mezza».

La sera Martina l'ha passata a sorridere per l'espressione di suo fratello, sembra davvero felice. In fondo cosa poteva desiderare di più? Aveva degli amici fantastici, un fidanzato niente male, di sicuro stava messo meglio di lei. Non che ci volesse molto, pensa Marty. Il problema degli adolescenti forse è questo, non riescono ad alzarsi una mattina e dire «Oggi sono felice». Perché il genere umano non riesce mai, e dico proprio mai, ad accontentarsi per un secondo per ciò che possiede? Perché deve dare ancor più corda a quello stupido tarlo che placidamente seduto nella nostra mente gode con un sacchetto di pop-corn mentre soppesiamo sui problemi più futili che esistono? Con questa affermazione sono io che decido che per Martina è l'ora di andare a dormire.

Che ne pensate? Andrea vi sta sui nervi o lo trovate simpatico? A prestooo!

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