29.
La mattina sente un corpo caldissimo dietro la schiena. Le sue dita sono strette da una dolce presa, ed il russare costante di Riccardo la fanno sorridere leggermente. Si volta, lo sovrasta, posa delicatamente la testa sul suo petto. L'avvicina a sé, mentre le massaggia con movimenti imprecisi la schiena.
«Buongiorno piccola pulce»,
«Non è che tu sia così alto» precisa lei, «Ripetilo se hai il coraggio» ridacchia e si allontana alzandosi dal letto, «Non puoi farmi il solletico, ho una guancia fatta male e poi sveglieremmo Andrea».
«Solo per stavolta hai vinto. Tu però prepari una doppia dose di caffè!» Annuncia lui, «Come mai? Non si dorme bene vicino a me?»
«Magnificamente, peccato che eravamo in due in un letto singolo!»
«Ma non hai detto che sono una pulce?» Lo schernisce lei mentre si dirigono in cucina.
Andrea viene svegliato con un modo un po' brutto, ossia: la luce intensa del mattino di marzo negli occhi. Riccardo è stato un po' insensibile nell'aprire le veneziane in quel modo.
Fanno colazione insieme e nel mentre chiamano Daniele.
«Non venite tutti, basta solo Andrea che mi porta l'auto. Lo dimettono tra un paio d'ore» afferma il biondo.
Così quando il ragazzo ramato parte da casa per andare a prendere i due amici, Martina inizia a sistemare quasi compulsivamente tutto quello che c'è in casa. Prepara persino una tuta nel bagno da far indossare al fratello quando si farà una doccia. «Poco ci manca che gli insaponavi anche la spugna» sorride Riccardo. La ragazza sospira, è leggermente precipitata in uno stato d'ansia. Ricky si accorge di qualcosa che non quadra alla perfezione, ma non riesce a capire cosa. Sarà perché la loro relazione è appena iniziata, sarà perché Martina quando c'è qualche problema cerca in ogni modo di ignorarlo e di esporlo. Eppure Riccardo di questo ne sente il peso, è come se dovesse prima scalfire il muro dietro la quale la ragazza si protegge e poi può raggiungere il suo cuore.
Appena i ragazzi varcano la porta di ingresso Martina si precipita dal fratello. Ha un graffio sulla tempia, ma sembra stare bene. Daniele lo accompagna in bagno per aiutarlo a fare la doccia. La puzza dell'ospedale non impregna solo i vestiti, ma anche la pelle del paziente. Quell'odore pungente di disinfettante che qualsiasi malato vorrebbe togliersi di dosso al più presto.
Alessio si spoglia con calma mentre Daniele lo aiuta a sfilare del tutto la maglia. Il biondo controlla la temperatura dell'acqua della vasca prima di far immergere il suo ragazzo. Ale si rilassa lentamente nell'acqua piacevolmente calda. Dany gli accarezza i capelli mossi, lo guarda quasi con fare materno. Lo aiuta a sollevarsi e inizia ad asciugare il corpo esile del bruno. «Grazie amore» sibila Alessio. In risposta l'altro ragazzo gli posa un bacio sulla fronte, per poi soffermarsi sugli occhi cioccolato fondente un po' arrossati per la stanchezza più mentale che fisica del ragazzo.
A pranzo mangiano una veloce pasta al pomodoro. Dopodiché Alessio si chiude in camera sua per riposare un po'. Riccardo e Andrea tornano a casa loro con la promessa di effettuare una chiamata la sera.
Daniele si accorge che Martina fissa intensamente la porta bianca dietro la quale c'è il fratello. «Se vuoi andare da lui fai pure, io vedo un film qui».
Lo trova addormentato come un bambino: con il labbro inferiore sporgente e i capelli ribelli sul viso. Si avvicina a lui stendendosi sul letto.
Martina si sveglia sentendo dei rumori di matite lasciate cadere sul legno.
«Che stai facendo?» Chiede sbadigliando lei,
«Sto disegnando un po'».
«Giotto dei poveri, che ne dici di fare merenda?»
«Ma sempre al cibo pensi?»
«E' un elemento fondamentale!» Martina viene distratta dal suo cellulare che lampeggia. Giulio_0328 è ricomparso dopo un paio di settimane che non si erano scritti. Giulio le ha appena mandato una foto che rappresenta la piccola piazza deserta di Ostano. Un po' le manca quella città così intima e rustica. Quella scuola liceale composta da poco più di venti aule. Quel campetto della chiesa dove, in qualsiasi ora, si svolgeva una partita di calcio. Le porte avevano la rete sfondate, non per la potenza dei goal, ma per l'usura del ghiaccio e del caldo, tagliata dalle bottiglie di vetro rotte e lasciate lì da ubriachi contenti o pronti per una rissa. Ostano sarà per sempre la sua città, insieme ad Angela che comunque andrà la vita non dimenticherà in quanto sua prima migliore amica.
Con Giulio invece non è così, è un amico e basta. Entrambi lo sanno ed entrambi lo accettano.
Martina volge uno sguardo alla finestra, la luce del vespro invernale è deturpata dalle finestre luminose dei palazzi alti e movimentati. L'ora di ritorno a casa dei pendolari è scoccata e la città quasi si rianima. La ragazza si ricorda dei compiti da svolgere per la scuola, sbuffa prima di trovare il coraggio di separarsi dalle coperte per andare nella solitudine di camera sua.
Scusate il capitolo breve, ma gli altri saranno più lunghi, giuro! Come state?
Al prossimo capitolo ❤️
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