12.

Martina si è addormentata sulla spalla del fratello, prima di accoccolarsi gli ha chiesto, o meglio supplicato, di svegliarla appena sarebbe arrivata la figura paterna tanto agognata. Alessio scuote leggermente la giovane che sbatte ripetutamente le palpebre. Si siede dritta sul divano vedendo la luce fioca della lampada del salone offuscata da un uomo che cammina stanco, ma comunque vigile, per la stanza. Mentre Ginevra si era fatta sfuggire una scintilla di sorpresa, Ludovico con lo sguardo quasi non li sbeffeggia. Alessio si rende conto che la situazione in realtà non è facile da affrontare. Sì, se n'è reso conto ora che sul suo corpo vaga lo sguardo paterno, lo stesso che riserva per i suoi colleghi: lo sta trattando da uomo, e forse non lo aveva mai fatto prima d'ora.
Deve essere felice che lo stia trattando come un collega e non come un tirocinante? Non lo sa. Quello che è sicuro è che deve cacciare gli artigli.
«Marty, vai in camera» il tono del fratello è fermo.
«No, non sono più una bambina» protesta. Lui si avvicina e le sussurra «Non ti faccio andare perché penso che tu sia piccola, fidati che anche i grandi vorrebbero evitare queste situazioni». La sorella comprende quanto, rivedere i genitori, gli abbia scalfito il cuore. «Voglio farti forza».
«Devo dire delle cose a loro non piacevoli» continua il discorso accarezzandole premurosamente il volto. «Vai, per favore. Appena avremo finito, verrò da te». L'adolescente si allontana rassegnata. Sa che non c'è verso di smuovere il fratello da una decisione. Sale le scale, tuttavia non va in stanza, resta in cima alla rampa, loro non possono vederla, ma lei può sentirli.

«Che volete?» Chiede freddo Alessio. Sa che deve far parlare prima loro, «Siamo tornati da lavoro, cosa dovremmo volere» afferma non curante il padre.
«Bene, non avete niente da dire, però io sì. Vorrei che Martina si trasferisse da me».
«No, è presto, deve finire il liceo. Dopo, senz'altro, studierà fuori dal paese».
«Il liceo può terminarlo a Molatro, non le fa bene stare sola a casa tutto il tempo».
«Nessuno le vieta di uscire, le stiamo dando più spazio per crescere» risponde sicura Ginevra.
«Questo è il mantra che vi ripetete per non sentirvi in colpa? O forse è l'ennesima frase fatta per tenermi a bada?»
«Alessio, questa non è l'educazione che ti abbiamo insegnato!»
«E sentiamo, quando ci sareste stati per insegnarci cosa è giusto e cosa è sbagliato?» Accesa la miccia.
«Lo sai che lavoriamo molto per darvi il meglio».
«Siete d'accordo sul fatto di non essere molto presenti, dunque?» Dopo un cenno d'assenso da parte dei due adulti, Ale continua con parole che la sorella non avrebbe mai immaginato potessero uscire dalla bocca del suo sangue più adulto. «Voi sapete quanto è difficile stare con noi, con Martina? Cosa ne sapete dei suoi attacchi di panico, del continuo bisogno di essere rassicurata, eh? Nulla, non conoscete i nostri punti deboli: non conoscete i vostri FIGLI! Potete essere realizzati nel vostro lavoro, ma avete fallito nella cosa più bella che la vita potesse donarvi: me e mia sorella! Se siete tornati a casa per dormire, andatevene pure nella vostra stanza. Se invece volete capire, pensate ad un modo per ricominciare e non siate di circostanza che ormai siamo grandi e, per grazia, di Dio pensiamo». Il discorso termina, cade un silenzio come quando un pianista termina l'aria con l'ultima nota. Quell'istante di estasi assoluta che il pubblico assapora, prima di lodare l'artista. Solo che qui non è un teatro, ci sono gli attori, sì, ma non il sipario. Dopo il silenzio c'è solo un rumore scattante proveniente dalla porta della camera coniugale che si apre e fa scomparire gli attori più agognati, però odiati, dello spettacolo. La suddetta porta non si sa quando li farà nuovamente comparire. Questa è la magia dello spettacolo. Questa è l'abilità dei loro genitori: spezzare un momento di estasi e scomparire. Il tutto è giustificato da «Siamo stanchi per le vostre bambinate». Freddo, tagliente, insolito come tono o sottofondo adoperato per i titoli di coda.

La ragazza è immobile, con una mano sul corrimano e un'altra sul petto. Riacquista vita solo dopo aver capito che di lì a poco il fratello sarebbe salito per quelle scale. Si fionda in camera, si infila sotto le coperte senza nemmeno cambiarsi. Dopo un tempo che sembra infinito, entra il fratello nella stanza. Quest'ultimo sospira e si siede sul letto, la giovane gli dà le spalle. Le accarezza la schiena, Marty chiude gli occhi, lo sente che si allontana fino a quando la porta alle sue spalle non si chiude. Si volta e poi riacquista la posizione fetale cercando di dormire.

Alessio invece si gira più volte tra il piumone scolorito che possiede da quando ha memoria. Nessuno ha provveduto a sostituirlo, anche perché ormai più nessuno ci dorme se non di rado. Decide di inviare un messaggio al suo fidanzato, consapevole che avrebbe risposto solo se fosse stato sveglio.
«Ale, com'è andata?» Chiede Daniele subito mediante messaggio.
«Se ne sono infischiati altamente, definendo bambinate le nostre azioni».
«Allora, se tu credi che Martina possa stare meglio, trasferitevi».
«Quello è sicuro, dobbiamo aspettare fino a febbraio, loro solitamente per l'anniversario di matrimonio intraprendono qualche viaggio, potremmo approfittarne per traslocare».
«Se vuoi potrei darti una mano... Vorrei essere tanto lì a coccolarti, baciarti quell'adorabile labbruccio che ti mordi quando sei pensieroso».
«Dany, non mi provocare, altrimenti davvero non mi addormento più!» Sorride mentre digita freneticamente il messaggio. Daniele cosciente della veridicità delle parole del suo ragazzo invia un cuore rosso, intenso, semplice, ma per vederlo comparire sulla chat di Ale ce n'è voluto di tempo. Eppure ora quel tempo gli sembra così insignificante. Cosa non farebbe per quel bruno riccioluto e pigro che gli ha preso più anima che corpo? Il biondo chiude le palpebre con la dolce consapevolezza che lui ha affidato la sua anima ad una persona, ma al contrario di Dorian Grey, il suo diavolo poteva anche essere un demone, ma il più dolce, premuroso che possa esistere. 

Come premesso nel precedente capitolo, questo è uno dei più pesanti e importanti di questa storia. Ogni volta che lo leggo mi si rispezza il cuore, a voi che emozioni suscita? Fatemi sapere❤️

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