MALEFICIUM

Scritta per la raccolta EPP (esperienze paranormali personali) del profilo Amb TenebrisIT

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Sono sempre stata cattolica, praticante nella giusta misura e, sostanzialmente, di animo buono e particolarmente sensibile alle emozioni percepite.
Eppure — ahimè! — ho vissuto un'oscura esperienza paranormale che ha devastato la mia esistenza.

Tutto ebbe inizio qualche anno fa. Allontanai dalla mia vita una persona da cui percepivo negatività — ci stavo proprio male a livello psico-fisico (ma letteralmente) — e cominciai ad avere i primi problemi (o sintomi).
Misi su qualche chilo, nulla di eccessivo, ma sentivo che qualcosa in me non andava; problemi di insonnia che aumentarono; l'ansia alle stelle; sentimenti di rabbia repressa che non riuscivo a controllare né a comprendere appieno; una serie di disavventure in diversi campi — da quello sociale, a quello famigliare, a quello sentimentale, a quello di salute e così via.
Associavo tutto a un momentaneo periodo di stress, finché...

In meno di un mese, nonostante le cure mediche, persi gomitoli di capelli e i medici non riuscivano a capacitarsene. Nessuna cura era efficace, i capelli me li ritrovavo sui vestiti, tra le mani e vedevo che diminuivano sempre più sulla testa. I miei valori ematici ebbero un brusco colpo, ogni volta spuntava un nuovo problema di salute e, ad aggravare ulteriormente questa situazione, vi fu quanto segue. L'inizio dell'Inferno, per me.

Ogni giorno e ogni notte vedevo e sentivo delle presenze intorno a me; ombre nere che mi passavano davanti, mi tiravano i capelli, mi pizzicavano il corpo; voci assordanti nella mia testa che mi urlavano con voce metallica di aprire (non so cosa), proiettandomi immagini di morte e di sciagure alle persone a me care per punire la mia ribellione al loro volere; ogni notte, nessuna esclusa, la trascorrevo tra torture e in agonia.

Non ne parlai con nessuno. Cominciai seriamente a credermi pazza, diversa — nel modo più assurdo e allarmante — e temevo delle ripercussioni anche a livello psicologico e non solo fisico. Sentivo, però, che c'era qualcosa che andava al di là dell'umana e scientifica comprensione.

Andavo in chiesa, ma ogni volta era una sofferenza: gli occhi mi bruciavano fino a lacrimare dal dolore; l'aria mi mancava; più pregavo e più mi sentivo di soffocare e schiacciare...
E poi lui mi salvò: il mio Padre Spirituale/Liberatore.
Accompagnai una mia amica a confessarsi da lui, ma quella bisognosa ero io, non lei. Lei fu solo il mezzo che mi condusse da lui, in effetti.

Quel giorno non lo dimenticherò mai. Fu terribile! Non riuscivo ad alzarmi dalla sedia del confessionale; sentivo la rabbia e un sentimento che rasentava l'odio crescere in me; e un dolore... un dolore lancinante dilaniarmi il corpo dall'interno! Mi guardavo le mani, ma non le vedevo né sentivo mie.
Il mio Padre Liberatore mi costringeva a pregare insieme a lui, mi parlava in latino e lo capivo (mai studiato latino in vita mia) e, tra una tortura e l'altra, finalmente riuscii a dire tutte le mie preghiere e a sentire una specie di masso liberarsi dal mio corpo e sprofondare sotto i miei piedi.

Lì mi venne svelata la verità: quel qualcuno che allontanai, per vendetta nei miei confronti, si avvalse dell'aiuto del Male e mi lanciò un maleficio di sofferenza... e di morte!

Cominciai un nuovo percorso clinico (benedico ancora i medici che hanno compiuto il miracolo di riuscire a trovare le cure giuste, anche se dovrò farle a vita, ormai) e un percorso  spirituale particolare, fatto di preghiere e di bagni nell'acqua benedetta. Ma — soprattutto quest'ultimo — non fu piacevole, anzi! Ogni volta che mi immergevo nell'acqua, questa diventava grigio scuro e con sfumature rossastre. I primi tempi si surriscaldava e mi sentivo ustionare la pelle, come se venissi a contatto col fuoco, e tutto diventava vapore intorno a me. Ultimate le preghiere e una volta uscita dalla vasca, però, tutto tornava normale e l'acqua... era limpida!
Più bagni facevo e più l'acqua passava dal fuoco al ghiaccio, torturandomi ugualmente, anche se in maniera diversa... ma sembrava che stesse facendo effetto.
Continuai per qualche mese; cambiai più di un Rosario perché quelli che indossavo si spezzavano ogni volta o mi soffocavano durante il sonno; le presenze nere erano sempre più rumorose contro la porta e le finestre della mia camera perché impossibilitate ad avvicinarmisi, grazie alla cura, ma non mollai. Ormai mi mancavano tre bagni per completare l'ultimo ciclo, ma...
Episodi tragici colpirono la mia famiglia, l'ultimo fu l'ictus di mia madre — per fortuna senza gravi o fatali ripercussioni.

Mi sentii in colpa. Associavo tutto al mio tentativo di liberarmi del Maleficio che mi fu fatto e alla vendetta del Male nei miei confronti. Il senso di colpa prevalse sul desiderio di stare bene e interruppi la cura perché, dentro di me, si scatenò un processo strano, secondo cui ero indegna dell'amore di Dio e che mi meritavo il Maleficio e la mia morte a esso associato.

Stavo male. Chiedevo perdono ogni volta che entravo in chiesa e tutto peggiorò.
Quando (e se) riuscivo a chiudere gli occhi, infatti, le mie ore di ristoro erano circa tre o quattro a notte e mai liete. C'erano volte in cui restavo sveglia per circa tre giorni di seguito, con la speranza di riuscire a dormire tranquilla per lo sfinimento. Niente da fare!
Le ombre erano tornate ed erano sempre intorno a me e, una volta entrata nel mondo onirico, stanca o no, vivevo ogni sorta di tortura: venivo violentata dai demoni; imprigionata, scuoiata, smembrata e messa al rogo dalle streghe; venivo rinchiusa in luoghi sotterranei e torturata da creature malefiche; sbranata da animali demoniaci; sacrificata in qualche rituale oscuro in chiese sconsacrate o nei sotterranei; martoriata da cavi elettrici e ogni sorta di attrezzo da vivisezione —  come una cavia da laboratorio; perseguitata, quasi sempre, dal Capo del Male assoluto, il Diavolo stesso, che mi desiderava a ogni costo, bramava me e — in particolare — i miei occhi e, ad ogni mio rifiuto, mi riservava ulteriori supplizi.

Ogni mattina, poi, mi svegliavo sul letto con le braccia spalancate, come a formare una specie di croce col mio stesso corpo, e con la sensazione di soffocare.
Tutto ciò si è ripetuto per anni. I pensieri, beh, cominciavano a essere sempre più annebbiati e, per dirla breve, mi infliggevo un elevato — e sconsiderato — dolore fisico e continuo, per sopportare quello dell'anima e mettere a tacere la voce che mi induceva ad aprire.
Poi, in uno dei miei ultimi incubi, il Diavolo riuscì a baciarmi e mi sussurrò, come al solito, quel suo "Con me".

Grazie all'aiuto di una persona a cui devo molto, però, mi sono risvegliata. Ho capito che, in realtà, non stavo salvando nessuno con l'accettazione del maleficio lanciatomi addosso e che, come se ciò non bastasse, stavo perdendo la possibilità di salvare la mia anima una volta arrivata a destinazione.

Questo brusco risveglio, la consapevolezza di rivivere PER L'ETERNITÀ (e non solo negli incubi) tutte quelle torture, etc... mi hanno dato l'input necessario a riavvicinarmi a Dio e a lottare per la mia liberazione e salvezza.
Non posso rischiare di addormentarmi senza prima aver pregato, altrimenti ritrovano un varco per raggiungermi, e non so ancora cosa mi attende, sinceramente. Ma adesso, almeno, sto decisamente meglio.

Ci vorrà molto tempo, questo lo so, ma terrò duro.
L'ho promesso a questa persona speciale e ci tengo alle promesse. La mia parola d'onore va mantenuta!

Ecco la mia storia ed ecco il perché scrivo molte storielle horror: sono tutte basate sui miei incubi — da cui voglio liberarmi...

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