act i - scene iii
"Forse dovremmo accertarci delle sue condizioni." commentò Doppo, benché nessuno dei presenti rispose alla sua affermazione. Lui stesso si stupì della sua preoccupazione nei confronti del collega.
Il biondo cercò di nascondere l'imbarazzo nato dal suo interesse per il comportamento calmo, che agli occhi di uno sconosciuto sarebbe sembrato invece consono, e quindi insolito del moro.
"Mi è sembrato ancora meno partecipe del solito." continuò poi Doppo, tenendo tra le mani la tazza ormai fredda contenente il caffè, troppo zuccherato perché potesse essere bevuto, in cui Osamu aveva continuato a gettare distrattamente zollette di zucchero.
"Probabilmente stava riflettendo riguardo qualche ponte abbastanza alto da cui potersi buttare... tornerà." commentò Ranpo, che invece non appariva minimamente turbato dall'atteggiamento inusuale del collega.
"A volte mi chiedo proprio cosa passi per la testa di quell'idiota." commentò sottovoce Doppo, stringendo tra le mani la tazza. Allentò la presa, rendendosi conto che l'oggetto fosse in procinto di rompersi, nel caso avesse esercitato una pressione leggermente maggiore.
"Yosano-san, quando torna, controllalo. Potrebbe aver mangiato qualche cibo avvelenato." chiese poi il biondo alla dottoressa, che aveva avuto modo di constatare lo stesso comportamento che aveva turbato Doppo.
"In realtà, non penso ci fosse nulla di così strano. Era semplicemente Dazai." Forse qualcuno che avrebbe potuto comprendere un minimo di ciò pensasse il moro era proprio Akiko, per quanto anche lei non sarebbe stata in grado di decifrare i pensieri elaborati dalla mente contorta di Osamu.
"Hai ragione." si arrese afflitto Doppo, sistemandosi gli occhiali con un gesto abitudinario ed involontario. "Mi auguro non stia combinando guai come suo solito."
"Era semplicemente Dazai." ripeté scherzosamente Akiko. Il semplice fatto che Dazai fosse Dazai era ciò che più preoccupava il biondo, che ormai si domandava incessantemente in quanto tempo i suoi capelli sarebbero diventati bianchi a causa dell'agitazione in lui instillata dalla sola presenza imprevedibile del moro.
"E' inutile preoccuparsi, qualsiasi cosa abbia intenzione di fare, probabilmente la sta già facendo!" esclamò spensierato Ranpo, svuotando le briciole della convezione ormai vuota di ciambelle che aveva mangiato, nella speranza di trovare qualche rimasuglio che valesse la pena mangiare.
Doppo sospirò, scuotendo leggermente la testa, contrariato dal gesto del detective. Probabilmente sarebbe stato lui a dover pulire il caos lasciato sulla scrivania da Ranpo, mentre quest'ultimo avrebbe cercato qualche altro dolcetto da ingerire.
"Sperando che non metta a repentaglio la sicurezza dell'Agenzia..." commentò Doppo, contrariato dalla sconsideratezza del collega.
Akiko sorrise, mentre sistemava alcuni fogli lasciati in disordine da Kenji, di ritorno dallo svolgimento di una richiesta di alcune vittime di un furto.
"Cosa succede?" domandò candidamente il ragazzo, notando lo sconforto di Doppo.
"Dazai." rispose Ranpo, senza distogliere lo sguardo dal contenitore di caramelle che aveva recuperato.
Kenji si lasciò scappare un "ah" che non mostrava il minimo stupore, per poi chiedere a sua volta cosa avesse fatto il loro collega.
"Dazai-san ha fatto qualcosa di sbagliato?" chiese con lo stesso tono gentile, dubitando però genuinamente che il moro potesse aver compiuto qualcosa di sbagliato.
"Non lo sappiamo. E' proprio questo il problema." rispose Doppo, ripercorrendo mentalmente le varie fasi che avevano denotato delle stranezze nel carattere di Dazai. Il suo carattere era strano. Avrebbe dovuto cercare quelle stranezze che invece sarebbero sembrate normali se applicate ad una persona che non fosse il suo collega.
"Negli ultimi giorni non ha tentato neanche una volta di trovare qualche modo per togliersi la vita. Niente fiumi in cui buttarsi, niente ricerche riguardo tecniche di esecuzione antiche... niente, assolutamente normale."
"Forse è malato? Yosano-san, controlleresti Dazai-san quando tornerà?"
"Se può tranquillizzarvi, gli darò un'occhiata, ma penso che stia bene." lo rassicurò Akiko.
"Se lo dici tu, deve essere così!"
Nonostante le parole della dottoressa avessero placato la lieve preoccupazione di Kenji, lo stesso non valeva invece per Doppo, che contava i secondi mancanti all'ennesima imminente catastrofe causata dal moro.
"Penso avremo ospiti." commentò Ranpo, osservando il colore trasparente della caramella gommosa che teneva tra le dita. Di solito non sbagliava.
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