(capitolo 7)
La mattina dopo mi svegliai di ottimo umore, la mia mente mi riportò subito tutti i ricordi di ieri sera; inutile dire che ero al settimo cielo. Finalmente uno dei miei più grandi sogni si stava realizzando. Decisi comunque di non montarmi la testa. Nel caso in cui per lui fosse stato uno sbaglio.
Uscii da camera mia dopo aver sistemato il letto ed essermi messa una tuta. Notai subito che c'era troppo silenzio in casa, e capii che Giada era uscita. Infatti quando entrai in cucina, al frigo c'era appeso un bigliettino 'sono uscita con Damian! Torno per il pomeriggio forse, non bruciare la casa!' c'era scritto, Damian era il suo ragazzo, anche se n'è a me né a Vere piaceva molto. Ma comunque non erano affari miei.
Feci colazione, preparandomi dei pancakes con il miele, non appena li misi nel piatto fui avvolta da un incredibile profumo che mi fece rilassare all'istante.
Dopo aver finito la colazione ed essere andata in bagno, mi sdraiai sul divano, annoiata. Non sapevo cosa fare. Dovevo scrivere a Brahim?, No probabilmente era impegnato con gli allenamenti, lo avrei solo disturbato. Provai a scrivere a Vere, ma mi disse che in quel momento era da una sua amica fuori Milano. Così rimasi lì a fissare il soffitto.
Dopo un paio di minuti decisi di non buttare via la giornata, così misi sopra la felpa di Theo Hernandez e uscii di casa.
Ho preso la metro, visto che non avevo voglia di prendere la macchina, e mi sono diretta verso Duomo, era il momento di prendere nuovi vestiti, visto che non lo facevo mai.
Stavo passeggiando in piazza Duomo, osservando la scena davanti a me; c'erano persone che facevano foto davanti all'immensa struttura, persone che guardavano degli artisti di strada esibirsi e persino un ragazzo che veniva aggredito dai piccioni. Aspettate. Io lo conoscevo quel ragazzo, era Leo! Il ragazzo che ho incontrato al bar un paio di settimane fa! Mi misi a correre verso di lui, facendo attenzione a non andare a sbattere contro qualcuno o a rovinare una foto.
Appena lo raggiunsi scacciai via i piccioni e lo aiutai a rialzarsi, visto che era caduto a terra. "Grazie mille- Hey! Ciao! Che piacere rivederti! Penso di averti detto il mio nome, ma non so il tuo.." Disse dopo aver realizzato chi fossi, "il piacere è tutto mio Leo! Sono Anna" Risposi ridendo, "allora..perché sei stato attaccato da uno stormo di piccioni?" Chiesi non riuscendo a controllare le mie risate; non volevo farlo sentire a disagio o in imbarazzo, ma la scena era stata molto, e dico, molto divertente.
"Beh, avevo appena preso un pezzo di focaccia da un fornaio non lontano da qui, ma ad un certo punto mi sono venuti tutti addosso!" Spiegò scoppiando a ridere insieme a me. "Beh menomale allora che sono venuta in tuo soccorso" scherzai, "già.." rispose lui diventando improvvisamente tranquillo.
"Hey tutto bene?" Gli chiesi, "si si. È solo che volevo chiederti di uscire qualche volta..mi sembri una ragazza molto carina" disse timidamente.
Rimasi un po' scioccata, certo che sarei uscita con lui, era un bellissimo ragazzo, ma proprio la sera prima avevo baciato BRAHIM DIAZ, non potevo uscire con lui ora; anche se non c'era nulla di ufficiale tra me e Brahim.
"Guarda Leo, io ci esco volentieri con te, ma da amici.. vedi a me piace un ragazzo..e forse piaccio anche a lui quindi.." cercai di spiegare, "sta tranquilla" disse lui riacquistando il suo sorriso, "mi va benissimo essere amici, e prometto di non fare mosse o di flirtare, così avrai una possibilità con il 'tuo tipo' " disse, "wow, sai che non me l'aspettavo" dissi incredula, "lo so, non le dicono in molti queste cose, però io la penso così, il cuore non si può comandare" rispose.
"Allora, facciamo un giro insieme?" Chiesi dopo poco, "certo!" Rispose raggiante.
"Allora, raccontami un po' di questo ragazzo" disse ad un certo punto mentre camminavamo in un viale, "beh..non so se posso dirtelo.." dissi incerta, la sua faccia divenne confusa mentre mi guardò, "e perché no? Se posso chiedere"
"Perché è famoso.." risposi, "aaahhhh capito, hai paura che lui non voglia parlare della sua vita privata" disse come se gli si fosse accesa una lampadina; annuii non sapendo cosa fare. "Se me lo vuoi dire, prometto di non dirlo a nessuno, anche perché a chi dovrei dirlo?" Disse, "beh.. è.. Brahim Diaz" dissi.
Lui rimase lì a bocca aperta, "seria? Non che ne sappia molto di calcio visto che non lo guardo, però non era un giocatore del Milan?" Chiese, "si, lo è ancora", "per quanto lo conosca, sono sicuro che stareste benissimo insieme" mi disse dandomi una leggera spinta con la spalla.
"È un ragazzo molto fortunato" sussurrò più a se stesso che a me. "Devo iniziare a creare una ship!!!" Esclamò dopo pochi secondi di silenzio, (silenzio tra noi due, intorno a noi c'era moltissimo casino).
"No ti prego non iniziare con le ship, ci pensano già le mie amiche!" Mi lamentai, anche se stavo sorridendo.
Lui non mi ascoltò, e iniziò a sparare nomi a caso che centrassero con i nomi 'Anna e Brahim'.
"TROVATO!" Urlò dopo un po' di minuti che si era messo a boffonchiare con se stesso, urlò talmente forte che alcuni passanti si girarono a guardarci scioccati. Io, in imbarazzo totale, mi misi una mano sulla faccia, e trascinai via Leo dalla folla.
"Ma sei forse impazzito!?" Gli chiesi, "scusa, è che ho trovato il nome perfetto!" Disse, felice come un bambino il giorno di Natale. Devo ammettere che era davvero dolce con quell'espressione in viso. Ma non era Brahim.
"Sentiamo qual è questa grandissima scoperta?" Chiesi quasi con tono annoiato, "BRAHNNA" disse lui fiero.
Rimasi lì di stucco; era più stupido di quanto pensassi.
"Spiegami, sei andato avanti mezz'ora a cercare un nome, facendomi fare anche una bella figuraccia davanti a tutta piazza Duomo, solo per un nome simile?" Chiesi cercando di capire.
Lui annuì sorridendo, e mi misi una mano in viso, desiderando sprofondare.
"Non potrai togliermelo dalla mente, ormai la mia ship si deve completare" disse sicuro di sé mentre sorrideva.
Andammo avanti a camminare, fino a quando non vidi che eravamo davanti al Milan store; il mio paradiso!.
"Leo Leo Leo" dissi attirando l'attenzione del biondo mentre gli strattonavo il braccio. "Eh che c'è?" Chiese lui spaesato, "io entro al Milan store, vieni anche tu??" Dissi eccitata più che mai. "Si certo, almeno mi faccio più idee di che cosa sia questa squadra" rispose seguendomi all'entrata del negozio.
Era tutto così, rossonero, era bellissimo.
"Wow" disse Leo appena entrati, "è bellissimo" continuó, "beh se rimani sorpreso dalla bellezza del negozio, figuriamoci quando entrerai a San Siro!"
Dissi raggiante, "ma-" iniziò, "niente ma, io ti ci porterò anche in braccio, devo farti capire quant'è bello essere milanista" lo interruppi, "va bene, anche se io tiferò sempre i Lakers" disse, rimasi stupita, "sei americano?" Chiesi, lui annuì sorridendo, "come hai fatto a capirlo in così poco tempo?" Chiese curiosamente, "beh intanto qui in Italia non si parla quasi mai del basket, qui esiste praticamente solo il calcio; e poi ora che ci penso, neanche la tua pronuncia italiana è perfetta" spiegai.
Lui annuì sorridendo, e insieme continuammo a guardare i prodotti del Milan. Mi fermai davanti alla maglia di Bennacer e di Brahim. Ero indecisa. Volevo prenderle tutte e due, quella di Bennacer bianca, mentre quella di Brahim verde.
Lo so, ne avevo già 2 di Brahim, ma io volevo la collezione completa delle magliette del mio idolo. E poi erano le uniche cose costose che prendevo, giuro.
Leo, che a quanto pare mi aveva perso nella folla, arrivò da dietro di me; "che hai?" Chiese vedendo la mia faccia pensierosa, "nulla non so che maglia scegliere!" Mi lamentai come una bambina di 5 anni (abbastanza comica la scena). "Non saprei cosa consigliarti, visto che non li conosco; ma quella di Brahim non ne avevi già 2?" Chiese, ricordando quello che gli avevo detto un'oretta prima, "si però lui è il mio idolo più grande, le vorrei tutte e tre. E no non sono una spendacciona, sono le uniche cose costose che mi permetto di prendere nel corso dell'anno" spiegai.
All'improvviso mi venne in mente un'idea molto pazza; "le prenderò tutte e due!" Dissi come se avessi appena scoperto l'acqua calda.
"Okayyy!! Sai io ci ho pensato ma non volevo darti strane idee, ora che l'hai detto tu, non mi sento più in colpa" rispose, e entrambi scoppiammo a ridere.
Dopo aver cercato la mia taglia di tutte e due le maglie andammo in cassa per pagare. "Hey senti ma se te ne pagassi una?" Disse Leo mentre eravamo in coda, "ma anche no, non voglio farti spendere soldi" dissi sicura, "ma dai! È solo un regalo" insistette lui sorridendo.
Dopo un battibecco durato per almeno due minuti buoni (la coda era moolto lunga), vinse lui, e decise di pagare la maglia di Bennacer, visto che quelle di Brahim volevo acquistarle di tasca mia.
Usciti dal negozio lo ringraziai più volte, e lui continuó a dirmi che non era un problema.
Stavamo camminando quando ad un certo punto ho sentito qualcuno che chiamava il mio nome. Quella voce. Lo conoscevo quel accento spagnolo.
Mi girai, con un sorriso enorme stampato in faccia.
"Brahim!!" Esclamai vedendolo correre verso di noi. Leo mi stava guardando con una faccia un po' a disagio, ma gli diedi uno sguardo tranquillo per calmarlo.
Appena lo spagnolo ci raggiunse fui circondata da un paio di braccia muscolose, e a mia volta lo abbracciai.
Quando si staccò da me, il suo sorriso cadde un poco, vedendo Leo vicino a me, cercò comunque di sorridere, ma potevo vedere che c'era qualcosa che non andava.
"Allora chi sei? Se posso chiedere" disse Brahim a Leo, tenendomi la mano;
"I-io sono Leonardo, ma puoi chiamarmi Leo" si presentò timidamente l'americano, "sono Brahim Diaz piacere" disse Brahim.
"beh allora io andrei" disse Leo dopo un po' di secondi in cui ci fissavano fra di noi in un silenzio di disagio.
Mi salutò velocemente, mi diede il suo numero di telefono così da poterci scrivere, e sparì nella folla.
"Alora come stai?" Mi chiese Brahim dopo un paio di minuti che ci eravamo messi a camminare. "Molto bene tu?" "Bene bene", poi di nuovo silenzio, "che ci facevi qui in Duomo?" Chiese, "stavo solo facendo una passeggiata all'inizio, ma poi ho visto che Leo che veniva attaccato da dei piccioni, così sono andati lì, li ho scacciati, e poi abbiamo passato la mattinata insieme, sono andata anche allo Store del Milan!!" Spiegai mostrandogli il sacchetto del negozio, lui scoppiò in una fragorosa risata all'ultima parte, probabilmente perché ha sentito il mio entusiasmo. "Bello e che cosa hai preso?" Chiese dopo essersi calmato, "ho preso due maglie, la seconda maglia con il nome di Bennacer e la terza maglia con su il tuo nome" dissi, "mi sento onorato" disse sorridendo, "già era l'ultima maglia che mi mancava per completare la collezione di quest'anno di magliette con su il tuo nome" dissi, lui mi guardò scioccato, "okay..forse è un po' inquietante..?" Chiesi incerta, avendo paura di averlo messo in imbarazzo "no no asolutamente, solo che non ho mai sentito di un fan così sfegatato" spiegò lui. In risposta annuii sorridendo.
"Alora, vuoi che ti riaccompagni a casa?" Chiese, ormai erano le 16, e non avevo neanche la minima fame; "se per te non è un problema, accetterei volentieri, non voglio tornare in metro" dissi timidamente.
Lui annuì, mi prese per mano e mi condusse alla sua macchina.
In macchina non parlammo molto.
"E tu? Che ci facevi in Duomo?" Chiesi curiosa, "avevo appena finito di pranzare a Milanello dopo gli allenamenti, e volevo fare un giro in macchina" spiegò lui, distogliendo solo brevemente gli occhi dalla strada per guardare me.
Io annuii, non sapendo cos'altro dire.
E calò il silenzio di nuovo, anche se era confortevole.
Arrivati a casa, gli offrii di salire a farci compagnia, visto che avevamo ammesso che nessuno dei due aveva qualcosa da fare. (non fatevi brutte idee ;) arriverà prima o poi, ma non ora).
Arrivammo al mio appartamento, e pregavo mentalmente che Giada fosse ancora fuori, così da non rendere il tutto più imbarazzante.
"Carina la tua casa" disse marcando la s di 'casa' quando entrammo.
"Okay allora, hai fame?" Chiesi, "no grazie, ho già mangiato qualcosa a Milanello" rifiutò gentilmente.
Ci sedemmo sul divano, io con la testa sul suo petto, e lui che mi accarezzava dolcemente i capelli. All'improvviso sentii i suoi muscoli irrigidirsi, così alzai la testa e lo guardai, vidi che lui esitò a guardarmi a sua volta, ma fissò comunque il suo sguardo con il mio.
"Tutto bene Brahim?" Chiesi con voce un poco preoccupata, "si si, tuto bene, sono solo un po' in ansia per la partita di stasera" spiegò, non mi aveva convinto molto, ma feci finta di credergli.
"Ho un'idea" disse, dopo altri minuti di silenzio; "qual è?" Chiesi curiosa, "che ne dici se mi fai vedere la tua collezione delle mie maglie?" Chiese con un luccichio negli occhi, "beh non lo so.. è un po' imbarazzante.." dissi esitante, "ma no! Non è imbarazzante, anzi mi sento molto onorato, essere l'idolo di una ragazza bella come te" disse con quel sorriso in volto. "Eh va bene" cedetti, "vieni dai", alzò le braccia al cielo in modo divertente come per festeggiare la sua vittoria. Mi misi a ridere insieme a lui, poi andammo in camera mia.
"Ecco" gli dissi, mostrandogli le maglie appese. Avevo tutte e tre quelle del 2020-21, quelle del 2021-22 e di quelle di quest'anno avevo appesa solo la seconda maglia, ora avrei appeso la terza; mentre la prima la metto per andare in giro, quindi non potrei metterla e toglierla dalla teca. "Wow" disse lui osservando i miei muri. "E perché non hai la prima di quest'anno?" Chiese dopo aver notato la mancanza di essa al muro. "Perché quella è quella che uso per andare in giro, se continuassi a metterla e toglierla si rovinerebbe" spiegai, lui annuì, poi abbassò la testa, come se stesse riflettendo. "Allora immagino che te ne serva una da mettere nella teca" disse, io annuii timidamente, poi fece uno scatto e quasi mi spaventò, "ce l'hai a portata di mano un pennarello?" Chiese dal nulla, "si ce l'ho qui nel portapenne perché?" Chiesi, incerta. Lui non rispose, ma uscì dalla porta della camera, e lo sentii uscire dal portone d'ingresso.
Tornò pochi minuti dopo, con in mano una maglia, ma non una maglia qualunque, era la sua maglia!
"dammi il pennarello" mi disse, io glielo diedi, si appoggiò alla scrivania e fece una firma sul numero "ecco fatto, ora hai la prima maglia autografata" disse porgendomela, con un gran sorriso in volto. "Oh mio Dio! Grazie mille!" Dissi abbracciandolo, "appena ci sarà un minimo di tempo passo qui a casa tua e ti firmo anche le altre" disse, io annuii, troppo felice per pronunciare anche solo una parola. "Ora devo proprio andare, la partita non è fra molto" disse guardando l'orologio e poi guardando me con una faccia imbronciata, sembrava un cucciolo.
"Che ne dici se venissi con me alla partita?" Chiese dal nulla, "puoi stare nelle tribune, con le altre ragazze!" Disse eccitato, "behh.. io..." Esitai, ma lui mi interruppe, "DAIII" disse, tirando fuori il labbro inferiore e facendo gli occhi da cucciolo; era così carino che non seppi resistergli.
"Eh va bene" dissi sorridendo.
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