3. C?

Ci infiliamo nell’auto di servizio mentre il sole comincia a scendere, proiettando lunghe ombre sui marciapiedi e tingendo tutto di un arancione quasi surreale.

Io, Cho e Jane ci sediamo senza dire una parola, immersi nei nostri pensieri.

Lisbon e Rigsby sono già partiti per cercare il fattorino e le consegne che potrebbero essere state fatte alla vittima.

Lisbon ha suggerito di iniziare con la compagnia di spedizioni locale, mentre Rigsby, che non si fida mai del tutto del nostro modo “non convenzionale” di indagare, si è premurato di controllare anche i distributori di miele di lusso nelle vicinanze.

Penso che stia cercando di mantenere il controllo sui dettagli — una piccola ansia che ha ereditato dalla nostra infanzia, forse.

Van Pelt, dall’altra parte della radio, ci aggiorna mentre usciamo dal parcheggio.

La sua voce è calma e precisa, ma posso quasi percepire l’eccitazione mentre snocciola le ultime informazioni.

“Allora, Laura Morris. Single, trentacinque anni, lavora come responsabile delle risorse umane in una società di consulenza di medio livello. Nessun ex con precedenti, un paio di relazioni recenti, niente di straordinario. Ho cercato di capire chi potesse essere il misterioso ‘C’ ma, per ora, nessuna traccia chiara. Lavoro pulito, vita sociale media. E — qui viene la parte interessante — pare che fosse parte di un gruppo di lettura. Amava la letteratura classica e il miele pregiato.”

Jane alza un sopracciglio, probabilmente per l’ultima parte, che già suona come un indizio interessante per la sua fervida immaginazione “Che brava ragazza,” mormora con una nota di sarcasmo “Un vero mistero in stile Jane Austen.”

Gli lancio un’occhiata di sbieco “Sai, se a me tocca guidare, ti tocca pure fare da persona seria per almeno cinque minuti.”

Lui sorride e inclina la testa, fingendo di considerare la cosa “Cinque minuti? Mm, tre potrei concederteli.”

Van Pelt ignora la battuta e continua “La buona notizia è che ho trovato due suoi amici del gruppo di lettura disposti a parlarci. Uno è Carl Jenkins, quarant’anni, professore di storia, un tipo piuttosto... serio a quanto sembra. L’altra è Rachel Lin, trentatreenne, consulente di marketing. Da quello che ho potuto ricostruire, erano i membri più stretti del gruppo, e passavano molto tempo insieme anche fuori dalle riunioni.”

“Perfetto” rispondo, mentre mi sforzo di ignorare Jane che tamburella con le dita sul cruscotto, come un metronomo impazzito “Iniziamo da Carl. Un professore di storia potrebbe essere noioso quanto Jane, ma almeno non ha l’aria di uno che fa battute fuori luogo.”

Jane non perde l’occasione per rispondere, ridendo tra sé e sé “Nessuno è noioso quanto un professore di storia. Ma non preoccuparti, posso sempre risvegliare in lui il lato oscuro.”

Cho alza lo sguardo dal blocco note su cui ha preso appunti “Non serve nessun lato oscuro, Jane. Basta che ci racconti quello che sa. Lascia che siano i fatti a parlare, non le tue fantasie.”

Jane sembra deluso, ma almeno abbassa le mani e smette di battere il ritmo.

Appena ci fermiamo davanti all’appartamento di Carl, spengo il motore e ci prepariamo a scendere.

Il palazzo è una vecchia costruzione di mattoni rossi, con un cortile in disordine e una fila di buche delle lettere scrostate.

Non posso fare a meno di notare come tutto, qui, sembri l’opposto della casa impeccabile di Laura.

“Benvenuti nel regno della storia,” mormoro mentre ci avviciniamo alla porta “Spero che si metta a parlare di imperatori romani o guerre medievali.” dico entusiasta.

"Noioso" dice Jane sorridendo.

Carl ci accoglie con una certa riluttanza, ma ci fa entrare nel suo soggiorno, un ambiente cupo pieno di scaffali stracolmi di libri.

Carl stesso sembra il tipo da gruppo di lettura: alto, un po’ emaciato, con una camicia sgualcita e un paio di occhiali che gli scivolano continuamente sul naso.

Si siede sul bordo della poltrona e ci osserva con un’aria vagamente infastidita, come se avessimo interrotto una sessione di meditazione.

Inizio a spiegargli chi siamo e perché siamo qui, mentre lui annuisce con lentezza, mantenendo quell’espressione imperscrutabile che mi dà sui nervi.

Jane si siede accanto a lui, fingendo interesse per una pila di libri storici.

Ma so che, dietro quel sorrisetto, sta già formulando un’intera teoria sul nostro amico professore.

“Dunque, Carl” comincio, mantenendo un tono calmo “Può raccontarci qualcosa su Laura? So che eravate amici e che vi vedevate spesso. Ha notato qualcosa di strano di recente?”

Lui si stropiccia il mento, come se dovesse valutare ogni parola “Laura era… riservata. Sempre gentile, ma non si apriva facilmente. Le piaceva discutere di letteratura, ovviamente, e del miele — ne era un’esperta. Aveva gusti particolari, molto raffinati.”

Jane lancia un’occhiata a Cho, come a dire 'te l’avevo detto' .

Scuoto la testa e cerco di riportare la conversazione sul giusto binario.

“Ha mai menzionato qualcuno con cui si vedeva di recente? Qualcuno di particolare?” chiedo, mentre Carl aggrotta le sopracciglia, visibilmente infastidito dalla domanda.

“Laura non amava parlare delle sue questioni personali, almeno non con me. Ma so che c’era una persona con cui usciva, anche se non ho mai capito esattamente chi fosse.”

Jane non riesce a trattenersi “Forse qualcuno con la ‘C’, per caso?”

Carl lo guarda con un’aria confusa, senza capire a cosa si riferisca, e Jane si limita a fare spallucce “Beh, d’altronde, la storia è piena di misteri, non è così, Carl? Come si dice… chi vive nel mistero, muore nel mistero.”

Cho lo fissa con un’espressione di stanchezza mista a incredulità, e mi rendo conto che dovrò fare di tutto per mantenere Jane in riga.

“Lascia che ci occupiamo noi dei misteri, Jane” lo riprendo, cercando di rimanere seria “Carl, se ti viene in mente qualcosa, anche un dettaglio insignificante, chiamaci.”

Quando usciamo dall’appartamento, mi sento ancora più confusa di prima.

Carl non ha detto nulla di veramente utile, ma la sua riluttanza mi ha lasciato la sensazione che stia nascondendo qualcosa.

“Cosa ne pensate?” chiedo a Cho e Jane mentre ci avviamo verso l’auto.

Cho riflette per un attimo “Non sono sicuro. Sembrava sincero, ma evitava le nostre domande personali. Poteva essere solo timidezza, ma sembrava… a disagio.”

Jane sorride, alzando le spalle “Oh, tutti hanno dei segreti. Magari Carl custodisce qualche dettaglio, magari niente di importante. Ma intanto abbiamo un altro appuntamento con l’amica della vittima. Potremmo trovarci di fronte a un tipo molto diverso.”

Rachel Lin vive in un elegante palazzo dall’altra parte della città, il che mi sembra già un cambiamento notevole.

Salgo le scale cercando di farmi un’idea su di lei basandomi su ogni dettaglio: l’arredamento, le piante, persino l’odore di pulito che riempie l’aria.

Jane ci osserva mentre suoniamo il campanello, e già so che si prepara a qualche osservazione fuori luogo.

Rachel apre la porta con un sorriso educato ma leggermente teso, e ci fa entrare nel suo appartamento perfettamente arredato.

I mobili sono moderni e curati, con un tocco artistico che la rende l’esatto opposto dell’ambiente caotico di Carl.

“Grazie per essere venuti” dice, con una voce gentile “Sono ancora scossa per quello che è successo a Laura. Era una cara amica, e… beh, non riesco a immaginare chi possa averle fatto una cosa del genere.”

Mi siedo di fronte a lei, cercando di stabilire un contatto “Capisco, Rachel. Anche per noi è difficile capire. Ma proprio per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Laura ti aveva mai parlato di qualcosa di insolito? Una nuova relazione, forse?”

Rachel scuote la testa, con lo sguardo rivolto verso le sue mani, come se cercasse le parole giuste “Laura non parlava molto della sua vita privata, almeno non dei dettagli. Era… riservata. Non so se avesse qualcuno di speciale, ma… ultimamente sembrava un po’ più nervosa. Niente di troppo evidente, capite? Però la conoscevo abbastanza da accorgermene.”

Jane, con il suo sorrisetto enigmatico, si sporge in avanti “Per esempio, Rachel, hai notato qualcosa nei suoi atteggiamenti? Qualche piccolo cambiamento nel modo di comportarsi? Anche solo un vezzo, o un’ossessione passeggera?”

Rachel si stringe nelle spalle, pensierosa “Beh, forse sì… di recente si era interessata molto di profumi e aromi. Continuava a cercare nuove essenze, mi parlava di oli essenziali e diffusori, e passava ore nei negozi specializzati. Pensavo fosse solo un hobby, ma ora che ci ripenso… forse voleva creare un ambiente particolare, diverso.”

“Lavanda, per caso?” chiedo, ricordando l’odore che abbiamo percepito nella casa di Laura.

Rachel annuisce, sorpresa “Sì, la lavanda era uno dei suoi preferiti. Anche se l’ultima volta che ci siamo viste, mi ha detto che aveva scoperto una nuova essenza, più dolce, ma non ha voluto dirmi di più. Era quasi… segreta a riguardo.”

Jane incrocia le mani dietro la testa, evidentemente soddisfatto “Intrigante. Non si vede ogni giorno una donna che diventa misteriosa per una nuova essenza. Magari quel profumo era per qualcuno, o… qualcuno le aveva suggerito di provarlo.”

Rachel sospira, cercando di capire cosa intendiamo “A essere sincera, non sono mai stata brava a intuire queste cose. Forse aveva trovato un nuovo interesse. Ma… mi chiedo cosa possa esserle successo, per finire così.”

La tensione nella stanza è palpabile.

Anche Cho, che solitamente rimane impassibile, ha una piega preoccupata sulle labbra.

Decido di prendere in mano la conversazione, cercando di mantenere un tono neutro per non spaventare Rachel.

“Rachel, ti viene in mente qualcuno che possa avercela con Laura? Qualcuno con cui aveva avuto attriti, anche solo piccole tensioni?”

Rachel ci pensa per un momento, passando in rassegna probabilmente ogni scena passata insieme a Laura “A dire il vero, no. Laura era molto riservata, ma gentile. Non amava i conflitti. L’unica volta che l’ho vista alterata è stata durante un incontro del gruppo di lettura, con Carl.”

“Il professore di storia?” domanda Cho, tirando fuori il taccuino.

“Sì, lui. Stavano discutendo di un libro, ‘Il Grande Gatsby’ per essere precisi. Laura sosteneva che Daisy fosse un personaggio incompreso, mentre Carl la considerava… una sciocca, o qualcosa del genere. La discussione è degenerata, e Laura se n’è andata prima della fine dell’incontro. Pensavo fosse una sciocchezza, ma poi hanno smesso di parlarsi per un po’.”

Jane scoppia a ridere “Ah, la letteratura! Riesce sempre a portare alla luce il peggio di noi.”

“Non sono sicura che ci sia qualcosa di divertente” lo riprendo, lanciandogli uno sguardo severo.

Ma, dentro di me, mi rendo conto che Jane ha colto un punto: le persone si rivelano spesso proprio attraverso le cose più banali.

Rachel ci accompagna alla porta, con uno sguardo triste e preoccupato.

Prima di andarcene, mi ferma con un tocco leggero sul braccio “Se posso chiedervi un favore… trovate chi le ha fatto questo. Non riesco a smettere di pensarci. Laura era una persona splendida, non meritava una fine simile.”

Annuisco, sinceramente colpita “Faremo tutto il possibile. Grazie per il tuo aiuto, Rachel.”

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Usciti dall’edificio, ci dirigiamo verso l’auto.

Cho cammina accanto a me in silenzio, con lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé.

Jane ci segue qualche passo indietro, probabilmente perso nei suoi pensieri o intento a elaborare qualche teoria stravagante.

“Quindi, cosa ne pensi?” chiedo a Cho, una volta entrati in macchina.

“Il comportamento di Carl è sospetto, ma non abbastanza da incriminarlo. E Rachel sembra sincera, anche se non mi convince del tutto. La storia della lavanda e degli oli essenziali è curiosa, ma potrebbe non avere nulla a che fare con l’omicidio.”

Jane interviene da dietro, con tono rilassato “Ah, siete sempre così diffidenti! Perché non pensate che possa essere tutto più semplice? Un amante segreto, una lite che sfugge di mano… una donna che nasconde una doppia vita?”

“Perché non ci basiamo sulle prove, invece di improvvisare scenari romanzeschi?” ribatto, tentando di non mostrare irritazione “Abbiamo un cadavere e due piste: il misterioso ‘C’ e quell’uomo nervoso che ha ritirato il pacco. È su di loro che dobbiamo concentrarci, non su ipotesi da soap opera.”

Jane scuote la testa, divertito “Ah, la realtà è spesso più romanzesca della fantasia, T/n. Ricordati che la verità è nascosta proprio nei dettagli più inaspettati.”

"La verità è negli occhi di chi guarda" dico.

"Cos'è? Goethe?" alza un sopracciglio Cho.

"La bella e la bestia" rispondiamo all'unisono io e Jane, "Citazioni di livello T/n" mi fa poi l'occhiolino lui.

Ignoro le farfalle nello stomaco e accendo il motore, impostando il navigatore per il quartier generale.

Mentre ci avviamo, Jane si sistema sul sedile posteriore, e mi rendo conto che è il momento perfetto per parlare con Cho.

Jane è assorto, e potrebbe anche darsi una pausa dalle sue teorie.

“Cho, davvero, pensi che Carl possa avere qualcosa a che fare con tutto questo?” gli chiedo, abbassando leggermente la voce.

Anche se, conoscendo Jane, potrebbe ascoltarci ugualmente.

Cho si stringe nelle spalle “Difficile dirlo. Non credo sia un assassino, ma sembra che ci sia altro dietro. Magari sa qualcosa che non vuole rivelare. Se avesse avuto una relazione con Laura, potrebbe essere una persona gelosa o risentita.”

Jane, che fino a quel momento sembrava distratto, si intromette all’improvviso “Magari Carl non ha nulla a che fare con l’omicidio, ma ci nasconde qualcosa, come ha detto Cho. E se lo convincessimo a parlare?”

“Magari se non lo spaventassi con i tuoi giochetti psicologici, potremmo ottenere più risultati” replico.

Lui ride, chiaramente divertito “Oh, ma i giochetti psicologici sono la mia specialità, lo sai. E funzionano meglio di quanto tu possa immaginare”

Scuoto la testa, ma non riesco a trattenermi dal sorridere leggermente.

Per quanto sia irritante, Jane riesce sempre a ottenere risposte — a modo suo.

Mentre torniamo in ufficio, le luci della città cominciano ad accendersi, colorando l’orizzonte di un bagliore soffuso.

La giornata è quasi finita, ma il caso è appena iniziato, e la sensazione che ci sia qualcosa di importante che stiamo trascurando è forte.

Non vedo l’ora di analizzare le informazioni con il resto della squadra, sperando che Lisbon e Rigsby abbiano trovato qualcosa di utile.

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