L'ARMA PIÙ POTENTE
-Non le dispiace fare un'esercizio alla lavagna, vero?- mi guardò divertito il professore. Non sapevo se rideva perché voleva sembrare simpatico, o perché provava divertimento a veder soffrire gli altri.
-Non le sembra troppo professore? È appena arrivato!- prese le mie difese Max.
-Vuole prendere il suo posto, signor Davis?- gli chiese il professore, schernendolo.
-Sto solo dicendo che non mi sembra giusto.- prese posizione Max.
-Va tutto bene, amico.- lo fermai io, prima che andasse alla lavagna al posto mio.
Il professore mi dettò l'esercizio e mi misi a fare i calcoli per risolverlo. Lo devo ammettere, ero in difficoltà. Non sono mai stato bravo in matematica. Perciò quando finii l'esercizio, e ve lo giuro ero convinto di averlo fatto bene, il professore si mise a ridere.
-Bel lavoro, Chase. Ragazzi- si rivolse alla classe -Questo è il perfetto esempio di cosa non fare in un'esercizio.- rise ancora.
Mi sentivo totalmente umiliato. Era la mia prima lezione, ed ero già stato preso di mira da un professore.
Tornai a sedermi, e non seguii nemmeno la lezione. Già la matematica non mi interessava molto, e questo professore mi aveva fatto passare del tutto la voglia anche solo di provare a capirla.
Finalmente la campanella suonò, segnando la fine dell'ora di matematica.
-Non abbatterti, lo fa ogni volta che qualcuno non gli va a genio.- disse Max cercando di tirarmi su.
-Così non mi aiuti sai.- lo informai.
Il resto della mattina passò rapido, tra le varie lezioni. Seguii molto volentieri la lezione di letteratura, un po' meno quella di fisica. Arrivò poi, finalmente, l'ora di pranzo.
Mentre finivo di preparare lo zaino, Max mi informò che mi aspettava fuori dall'aula.
Quando mi alzai per uscire Annabeth mi si affiancò.
-Ciao!- le sorrisi.
-Volevo solo dirti- disse solo, tenendo lo sguardo basso -Non serviva che intervenissi stamattina.-
Un po' mi ferirono le sue parole, ma decisi di rispondere scherzando. Volevo provare a strapparle un sorriso -Un grazie sarebbe bastato, sai?-.
-Caleb, sono seria. Non sto dicendo che non ti ringrazio, anzi se non ci fossi stato tu non so come sarebbe andata a finire. Ma forse- non le permisi di finire la frase.
-Hey, ascolta: quello che è successo stamattina... non parliamone più, d'accordo? Forse è stato un bene che sia accaduto oggi, e non più avanti.- provai a convincerla.
-Ascolta- continuai -dimentichiamoci di stamattina, d'accordo?- le tesi la mano, come quando si fa per siglare un contratto.
-Va bene.- sbuffò divertita, accettando il "contratto".
-Annabeth, ti muovi?- la sua amica fece capolino dalla porta, richiamando l'attenzione della bionda.
-Si, arrivo adesso.- le disse e quella sparì dietro la porta.
-Beh, ti reclamano.- scherzai.
-Ci vediamo in giro, Cal.- mi sorrise ed uscì.
Dopo pranzo avrei avuto altre lezioni, ma preferii restare in camera. Cominciai a mettermi a fare i compiti.
Ero intento a finire un riassunto per letteratura, quando sul mio telefono arrivò un mesaggio.
Guardai lo schermo: era Rogers, l'assistente sociale che era riuscito a farmi fare l'esame di ammissione. Non lo avevo mai ringraziato quella volta.
"Sei impagnato ragazzo?" C'era scritto sul messaggio.
Sbloccai il cellulare e lo chiamai direttamente.
-Da quanto tempo, Rogers.- dissi appena alzò la cornetta.
-Hai da fare? Devo parlarti.- il suo tono era piuttosto urgente.
-D'accordo- risposi titubante -Dove ti trovi?-
-Vieni nel locale dietro ai dormitori.- mise giù.
Che strano, pensai.
Rogers non si era più fatto sentire da quando ero stato ammesso, e ora rispunta così dicendo che doveva parlarmi? Qualcosa non andava.
Presi la felpa e il cellulare, lasciai un post-it a Max dicendogli che ero uscito, e mi diressi verso il locale.
-Come mai volevi incontrarmi?- . Rogers si era appartato in un angolo del locale, dove anche le cameriere passavano raramente.
Aveva sempre quel completo nero, coperto da un soprabito di pelle nera. E a completare l'outfit c'era l'immancabile cappello nero a tesa larga. Notai che portava anche un paio di occhiali da sole. La cosa mi insospettiva parecchi. Rogers si stava comportando in maniera strana: era circospetto, come se si aspettasse che qualcuno di importante entrasse nel locale da un momento all'altro.
Tirò fuori da sotto il cappotto una cartellina e me la passò sul tavolo.
Feci per aprirla ma lui mi fermò. -Non qui.- disse semplicemente.
-Andiamo, devo farti vedere una cosa.- disse dopo essersi guardato attorno.
Uscimmo dal locale e ci dirigemmo verso la baia. L'ultimo posto dove volevo stare quel giorno.
Quando arrivammo sul bagnasciuga, Rogers si guardò attorno e mi fece cennò di avvicinarmi a lui.
-Credo ti sia arrivato un messaggio.- disse enigmatico. Guardai lo schermo del telefono e c'era davvero un messaggio. Il numero era sconosciuto, ed il messaggio era solo un video. Lo aprite cominciai a guardarlo.
Era un servizio del telegiornale di poche ore fa. Non mi ero mai interessato di informazione, e quel giorno me ne pentii: il video parlava di un'onda anomala di piccole dimensioni che aveva travolto un ragazzo sulla baia di Long Island questa mattina.
-Caleb, forse è arrivata l'ora che tu sappia.- disse Rogers, serio.
-Rogers, che vuol dire tutto questo?- chiesi, cercando di mantenere un minimo di calma.
-Vuol dire- si tolse gli occhiali da sole e mi guardò dritto negli occhi -che potresti essere in pericolo.-
-C'era un progetto.- iniziò a spiegarmi -Il governo voleva creare una task force segreta. Voleva creare degli esseri umani con capacità straordinarie, in modo che quando sarebbe servito avrebbero combattuto battaglie impossibili.-
Ecco, mi stava prendendo in giro. Credevo volesse parlare di qualcosa serio, e invece voleva solo discutere di qualcosa che aveva letto in un fumetto molto probabilmente.
-Dai Rogers, non dire cavolate per favore!- risi
-Caleb, dovrei farti venire qui alle quattro del pomeriggio, solo per raccontarti una storiella inventata?- disse.
Non aveva tutti i torti.
-Quindi, vuoi dire che mi stai dicendo la verità?- chiesi, sempre con una punta di divertimento.
Lui annuì, serio
-No scusami!- alzai le mani -Ma io non ci credo!-
-Fa come vuoi.- disse -Però ti consiglio di dare un'occhiata a quella cartellina. Mi farò vivo io.- cominciò ad allontanarsi.
-Caleb- mi chiamò prima di andarsene -Non tutto è come sembra.-
Quella sera, non so perché, ma mi sentivo molto scosso. Max mi chiese più volte che cosa avessi, ma io gli risposi sempre che ero solo stanco.
Quando lui uscii per andare a cena, rimasi da solo in camera. Decisi di consultare la cartellina che mi aveva dato Rogers.
Mi sedetti alla scrivania e la aprii. Dentro vi erano vari fogli, due foto e un cd.
Comincia a guardare le foto.
La prima che vidi raffigurava un ragazzo. Avrà avuto la mia stessa età, aveva i capelli castani, corti ai lati e acconciati in una cresta sopra. Ma la cosa più strana? Le sue braccia erano avvolte dalle fiamme. Teneva il braccio destro sollevato e stava generando una fiamma di proporzioni gigantesche. Mi rigirai la foto tra le mani, e notai una scritta sul retro, che diceva: "Nome in codice: Efestus". Mi fece rabbrividire. Presi l'altra foto. Questa ritraeva un ragazzo, steso su un lettino. Era pallidissimo. Capii subito che era morto. Stavolta sul retro della foto c'era scritto "Fallimento". Questa mi fece accapponare ancora di più la pelle. Continuai a pensare ad uno scherzo, e che quelle foto fossero ritoccate.
Posai le diapositive, decidendo che avevo avuto abbastanza brividi, e cominciai a sfogliare i documenti.
Cominciai a leggere.
"Giorno 30 Luglio, si cominciano a vedere miglioramenti. I primi tre super umani modificati, hanno risposto bene al siero. Hanno sviluppato forza e velocità sovrumane, un ottimo traguardo. Nei prossimi giorni speriamo di scoprire l'entità dei loro poteri." Lessi. Il rapporto era datato a tre anni fa, nel 2017.
Presi il foglio successivo
"Giorno 2 Agosto, ci siamo riusciti! Due dei primi tre hanno mostrato la loro vera forza! Abbiamo deciso i loro nomi in codice in base ai loro poteri:
Il super soldato con poteri di tipo elettrico è stato ribattezzato, Jupiter mentre quello con poteri oscuri, abbiamo deciso di chiamarlo Hades.
Il terzo non mostra ancora nessun tipo di capacità straordinaria. Speriamo non sia un fallimento".
Mi stavo sentendo male. Più leggevo più mi convincevo che non fosse uno scherzo. I rapporti continuavano fino al 20 settembre. A quanto pare erano riusciti a creare quasi venti super soldati funzionanti, tutti con nomi in codice derivati da divinità Greche e Romane.
L'ultimo rapporto diceva cosi:
"I 20 soldati sono pronti. Sono incontestabili, spietati e obbedienti. Eseguono gli ordini anche fin troppo bene. O almeno, 19 su 20 li eseguono. Il numero 3 dei primi creati, continua a non mostrare abilità. Ormai è definitivo: è un fallimento. Sarà soppresso il prima possibile."
Rabbrividii. Possibile che questa fosse la realtà? Possibile che esistessero mostri simili?
Per ultimo, presi il cd. Era dentro una pellicola contenitiva, per evitare che si rovinasse.
Lo inserii nel computer di Max, senza chiedergli il permesso, e lo aprii.
Conteneva vari video datati tutti "Settembre 2017".
Premetti play sul primo.
Il video mostrava una stanza con delle strane capsule. Erano grandi quanto un'uomo, ed erano attaccate al muro. L'inquadratura si avvicinò a una delle capsule, inquadrando una finestra che mostrava il contenuto della capsula. Il vetro era coperto da uno strato sottile di brina, che però permetteva di vedere all'interno.
Premetti pausa, con il dito tremante. Quello nella capsula ero io!
Il video cambiò di colpo. Adesso mostrava una scena di combattimento, tra me e una ragazza dai capelli castani e la pelle molto chiara.
Mi stava colpendo con pugni e calci, ed io li stavo parando.
Una voce fuori campo disse "Sei sicuro sia un fallimento? Si muove bene. Anche se farlo combattere contro lei..."
Un altra voce, molto profonda e seria, rispose "Non ha mostrato alcun potere, eppure è stato creato assieme a Jupiter e Hades."
"Forse dovremmo aspettare ancora qualche giorno." Disse la prima voce.
Il video cambiò di nuovo.
L'inquadratura era sfocata, come se quello che stava registrando stesse correndo. C'era molto fumo e sis sentivano colpi di pistola.
Qualcuno fuori campo, urlò "Fuori! Veloci! Non guardatevi indietro!"
Il video si spense. Ed io per poco non mi sentii male. Era tutto vero allora! I super soldati, il progetto segreto, tutto quanto!
I miei incubi, erano legati a questo passato sovrannaturale. Dovetti affacciarmi dalla finestra, per prendere un po' d'aria.
Mentre stavo cercando di non svenire, mi venne in mente la frase che avevo sentito nell'incubo della scorsa notte: "Pensa ad Annabeth".
Se tutto questo era vero, se i miei incubi erano legati al mio passato, ed Annabeth era parte di quegli incubi, significava una sola cosa!
-Che diavolo è questa roba?- la voce di Max mi fece trasalire. Era rientrato in quel momento.
Mi voltai verso la scrivania, dove avevo lasciato i fogli, le foto e il video in piena vista.
-Caleb, che sta succedendo?- chiese preoccupato.
-Parecchie cose strane. Ecco che sta succedendo.- presi i fogli e le foto, e feci uscire il disco dal suo computer.
-Hai preso il mio computer?- era alquanto innervosito.
Non gli risposi. Stavo cercando di fare mente locale, e trovare una spiegazione plausibile. Ma come potevo trovare una spiegazione se nemmeno io sapevo cosa stava succedendo?!
Misi tutto via, e mi sedetti sul letto.
-Caleb cos'era quella roba?- chiese più insistentemente.
Che gli potevo dire? Pensai di mentirgli dicendo che era roba promozionale, per un videogioco che sarebbe uscito di lì a poco, ma non ci avrei creduto nemmeno io. Pensai a mille soluzioni varie ma l'unica veramente valida, era quella di dirgli la verità.
-Max la verità è che- presi fiato e mi preparai a perdere l'unico amico che avevo -Sono un mostro. Sono un supersoldato, creato in laboratorio.-
Max mi guardò stranito -Basta cazzate Caleb, la verità. Ora!- era nervoso.
-Questa, è la verità.- presi i fogli e le foto e gliele feci vedere.
Gli lessi vari rapporti e gli raccontai quelli che mi aveva detto Rogers.
-E questo è quanto.- finii il mio racconto.
-Porca puttana!- commentò, coprendosi la faccia con le mani.
-E c'è una cosa che mi sta uccidendo.- dissi poi, come se il carico non fosse abbastanza pesante -Annabeth potrebbe essere come me.- gli raccontai dell'ultimo incubo, e per un attimo sembrava che gli venisse da vomitare.
-E ora che succede?- chiese, passandosi una mano sul viso.
-Non lo so. Rogers ha detto che si farà vivo lui.- dissi.
-Dovresti parlarne con Annabeth. Esattamente come hai fatto con me.- mi mise una mano sulla spalla.
-E cosa dovrei dirle? "Hey Annabeth, siamo due supersoldati istruiti ad uccidere e ubbidire, che ti va per pranzo?", no grazie.- dissi categorico.
Lui alzò le mani in segno di resa -E vabene, non insisto. Però ricordati una cosa- mi disse, guardandomi serio -Io sono con te, fino alla fine.-
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