IL VERO MOTIVO

-Ma che diavolo era quello!- mi chiese Annabeth, col fiatone.
-Non ne ho idea, e non voglio tornare indietro per scoprirlo!- risposi io, correndo.
Ervamo appena stati salvati da un lupo, che aveva trucidato un esperimento che aveva cercato di uccidere Annabeth.
Direi che di stranezze ne ho avute abbastanza per un giorno solo no?
Eravamo quasi arrivati ai dormitori, quando Annabeth si fermò di colpo.
-Hey che ti prende?- dissi, con ancora l'adrenalina in corpo.
-Non senti nulla?- disse preoccupata.
Tesi le orecchie, ma non sentivo alcun suono.
-C'é silenzio.- dissi, in maniera ovvia.
-Troppo silenzio.- disse lei, prima di sbiancare a colpo.
Stavo per chiederle cosa le era preso, quando un fiato caldo mi soffiò sul collo.
Mi voltai lentamente, fino ad incrociare lo sguardo con gli occhi della belva che ci aveva salvato un attimo fa.
Stavo per mettermi a correre nella direzione opposta, quando l'animale iniziò a ridere di gusto.
Riconobbi la risata.
Pochi secondi dopo davanti a me c'era Artemis, che rideva divertita.
-Stronza.- sibilò Annabeth.
-Cara, credo che la parola che cercavi fosse "Grazie".- disse lei, stuzzicandola.
-Non aspettarti di sentirlo da me. Andiamo Caleb!- Annabeth mi prese il polso e mi trascinò via.
-Ora siete in debito con me, sapete?- rise Artemis, seguendoci.
-Non credo proprio!- fu la risposta di Annabeth.
-Ti ho appena salvato la vita. Un minimo di riconoscenza sarebbe gradito.- aggiunse Artemis.
Ora mi avevano stancato.
Mi fermai, facendo fermare anche Annabeth. Mi voltai verso Artemis -Grazie, per averci salvato. Sei contenta ora?- dissi, esasperato.
Lei rise -Molto! Ora, quando posso iniziare ad allenarmi con voi?- chiese.
La sua richiesta mi spiazzò.
-Non se ne parla.- dissi, voltandomi e entrando nei dormitori, seguito da Annabeth.

-Voleva allenarsi con noi?!- fu la reazione di Kate.
Annuì.
Eravamo a casa di Rogers. Le lezioni erano appena finite, e come ogni pomeriggio stavamo per iniziare l'allenamento.
-Perché non le date una possibilità?- chiese Max. Ultimamente era sempre presente ai nostri allenamenti, e aiutava come poteva.
Annabeth lo trucidò con lo sgaurdo -Sei implazzito? Sta con Hades! È qui per spiarci.-
-Dico solo- si giustificò il mio amico -Diamole il beneficio del dubbio. Magari lo ha tradito davvero.-
Ci riflettei su.
-Paul, cosa ne dici?- chiesi un parere al nostro leader.
-Non lo so, Caleb. Ci ha voltato le spalle molto tempo fa. Mi sembra strano che sia tornata proprio ora.- disse, dubbioso
-Io non sono d'accordo. Per nulla!- disse Annabeth, prima di uscire di casa.
-Senti, voglio provare a parlarle.- dissi, riferendomi ad Artemis -Voglio scoprire perché è tornata proprio ora.-
Paul guardò Irina, dando a lei l'ultima parola.
Irina sospirò, prima di annuire dandomi il consenso -Solo, sta attento. È una manipolatrice nata.- mi mise in guardia, prima che uscissi.

-Sai almeno dov'è?- mi chiese Max.
Eravamo tornati nei dormitori, e stavamo girando per i corridoi. Cercavamo la stanza di Artemis.
-No.- dissi. Non avevo idea di dove fosse. Era brava nel far perdere le sue tracce.
Stavamo girando da quasi venti minuti, nella speranza di incrociarla.
-Hey, me la descrivi di nuovo?- mi chiese Max.
-Capelli mori, lunghi. Occhi verdi. Abbronzata. Bel fisico, atletico, e bel viso.- dissi, guardandomi intorno.
-Senti, così non andiamo da nessuna parte.- disse passandosi una mano in volto.
-Che proponi?- dissi. Ero aperto a suggerimenti.
Lui si limitò a fermare una ragazza che passava di lì chiedendole -Scusa, hai per caso visto la nuova arrivata?Alexis?.-
La ragazza annuì -Si, l'ho incrociata un'attimo fa. Mi sembrava fosse diretta al bar.-
Ringraziamo la ragazza, e ci dirigemmo verso il bar.
-Una come lei, è impossibile che passi inosservata.- gongolò Max.
Il bar era posto non lontano dalla mensa, quindi in pochi minuti fummo lì.
Artemis era effettivamente al bar. Era seduta in un tavolino, bevendo un cappuccino e sfogliando un libro.
-Oh ma guarda chi ce!- sorrise maliziosa, quando ci vide.
Mi sedetti davanti a lei, mentre Max decise di restare in piedi accanto a me.
-Sono venuto a parlarti. Seriamente. Niente giochetti.- dissi categorico.
Il suo sorriso divertito sparì, lasciando posto ad un'espressione di serietà assoluta.
-Parliamo.- disse.
-Voglio darti una possibilità. Convincerò anche gli altri, ma devo sapere perché sei tornata. Nessuno crede che tu abbia tradito Hades.- dissi.
Lei sospirò -Va bene, te lo dirò.-
-Ti ascolto.- risposi io.
Iniziò a parlare -Quando voltammo le spalle a Rogers, mi fidavo di Hades. Condividevo il suo sogno di vendicare i nostri fratelli. Poi è successo che...- si bloccò. Non riusciva a parlare.
-Che è accaduto?- chiesi.
-Abbiamo questa regola, tra di noi: non uccidiamo chi è come noi. Non l'abbiamo mai trasgredita. Finché non abbiamo catturato un esperimento, tempo fa. Era diverso dagli altri fallimenti che avevamo catturato. Era determinato a scappare. Attaccò Hades direttamente, ferendolo.- disse, portandosi il cappuccino alle labbra.
-E lui lo uccise.- trassi la mia conclusione. Mi sembrava un po' fiacco come motivo per tradire.
-Non si limitò ad ucciderlo.- mi corresse lei -Gli fece desiderare la morte. Gli tagliò le braccia, le gambe e mentre lo faceva aveva uno sguardo diverso. Bramava solo il sangue.- disse, intimorita.
Deglutii, preoccupato.
-Artemis, Hades ha- non riuscivo a completare la frase. Mi si formò un groppo in gola.
Come se mi avesse letto nel pensiero Artemis, annuì -Si, possiede un'Alter Ego.-
Cazzo, già la situazione non era la migliore che potessimo sperare. E ora Hades aveva anche l'Alter Ego, che lo rendeva ancora più spietato e potente.
-O meglio- Artemis mi distolse da quel pensiero -Ora sa di averlo. Thompson gliel'ha confermato. Quando uccise quell'esperimento, non sapeva cosa fosse. Cercare di scoprirlo lo ha quasi portato alla pazzia.- disse.
-Com'é arrivato alla conclusione?- chiese Max, rimasto in silenzio fino ad allora.
-Ci ha mandato in missione, tutti noi: Hermes, Efestus, Bacchus e me. L'unico ad avergli portato qualcosa di soddisfacente fu proprio Efestus.- disse Artemis.
-Già, lo abbiamo incrociato.- dissi, ripensando alla mia prima missione.
-Dopodiché ci mandò a cercare Thompson. Dopo averlo trovato, torturato e ottenuto ciò che voleva...- si bloccò.
-Lo ha ucciso.- ricordai il mio sogno e l'orrendo suono del collo che si spezzava.
-Quella fu l'ultima goccia. È da allora che cerco un modo per andarmene.- disse.
-Quindi sei scappata, per paura?- chiesi quasi incredulo.
Lei annuì.
-E cosa ti fa pensare che noi ti accoglieremo a braccia aperte?- le chiesi, interrogativo.
-Perché vi servo.- disse sicura -Senza di me, Hades non sarò al pieno della sua forza. Voi, d'altro canto, avrete più di un vantaggio: io so i piani di Hades, so come vuole agire.- disse, decisa.
L'aria era pesante.
-Senti, parlerò con gli altri. Non mi fido ancora di te, ma avere una mano in più contro Hades sarà utile.- dissi, alzandomi e uscendo dal bar, seguito da Max.

-Quindi vuoi davvero darle un possibilità.- mi disse Max, una volta usciti.
-Mi hai sentito no? È solo una mano in più contro Hades.- dissi, cercando di convicerlo. E soprattutto di convincere anche me.
Artemis mi era sembrata sincera. Avevo percepito timore nella sua voce, mentre parlava si quello che era accaduto.
Volevo davvero darle una possibilità.

-...E questo è tutto.- finii la mia spiegazione.
Ero tornato al quartier generale, e avevi raccontato loro quello che avevo scoperto su Artemis.
-Era sincera?- mi chiese Irina.
-Si, o almeno mi è sembrata sincera.- risposi.
-Quindi Hades ha un Alter Ego.- disse Adam.
Annuì.
Paul prese la parola -Ragazzi, ho preso una decisione.- disse.
-Artemis sarà dei nostri.- disse, suscitando il disappunto di Annabeth e Kate. Irina e Adam non si espressero.
-Paul ma sei impazzito?- sbottò Kate
-Come ti salta in mente di- provò a dire Annabeth, ma Paul non la lasciò terminare.
-Silenzio!- disse autoritario, ponendo fine alla loro diatriba.
-So bene che nutrite dei dubbi su di lei.- disse -Ma al momento Hades è troppo forte. Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile.-
Kate si innervosì -Quindi la lasciamo libera di venire qui, al quartier generale, allenarsi con noi e sparire poi chissà dove?!-
-No, ci penserò io a lei.- si propose Adam -Non approvo del tutto la tua scelta Paul, ma se puoi aiutarci a proteggere la nostra famiglia, allora terrò d'occhio Artemis.- sorrise.
Era maturato molto negli ultimi mesi. Non era più l'Adam egocentrico e vanesio che avevo conosciuto al mio arrivo qui.
-Bene.- sorrise Paul. Si rivolse poi a me e Annabeth -Dovrei parlarvi. Potete uscire?- chiese.
Io e lei acconsentimmo.
Quando fummo fuori, Paul ci parlò del suo piano.
E per poco io non pensai fosse impazzito veramente.
-Dobbiamo diventare tutt'uno con i nostri Alter Ego.- disse.

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