ESPERIMENTI
Era passato un mese ormai dall'ultima volta che Hades aveva agito.
Nel mentre, noi ci eravamo tenuti in allenamento.
Mi stavo allenando come un matto, cercando di entrare in sintonia con la squadra. Io e il mio potere eravamo una novità per loro. Non sapevo come inserirmi. Faccio prima a farvi un'esempio: se in una squadra di calcio che già di per sé funziona, arrivasse un giocatore nuovo, non sbilancierebbe gli equilibri? Dovrebbe prima entrare in sintonia con la squadra.
Ed è quello che mi impegnavo a fare! Chiedevo consigli a Paul sulle tattiche di combattimento ravvicinato, e lui era ben felice di aiutarmi.
-Sbagli a tirare un pugno così.- mi disse mentre mi faceva "lezione".
-Che vuoi dire scusa?- chiesi, preso alla sprovvista.
-Farai più male a qualcuno, se tiri il pugno usando tutto il peso del corpo.-
Mi fece vedere un paio di mosse, che provai a imitare.
Con Kate e Adam invece passavo molti pomeriggi a parlare di cose inutili, ma grazie a questo legammo molto.
Kate mi confessò che provava dei sentimenti per Paul, ma che non era ancora riuscita a farsi avanti.
-Dovresti dirglielo.- le consigliai.
-Non lo so.- era scettica -È così preso dall'allenamento, e dal trovare Hades. Anche a casa non fa altro che allenarsi.- disse sconsolata.
-Ah giusto, vivete insieme.- ricordai.
-Ah, Kate Kate Kate- si intromise Adam -Sa ammaliare i nemici, ma non il suo innamorato.- scherzò. Di tutta risposta Kate lo guardò con sguardo truce, zittendolo. Stavo bene con loro, mi divertivo, imparavo... Stavo crescendo.
L'unica con cui non riuscivo ad avere una conversazione era Irina. Ci limitavamo solo al "ciao" e "come va?". Aveva sempre quell'atteggiamento freddo e distaccato.
Ormai passavo molto più tempo lì con loro, che in dormitorio. Sgattaiolare fino lì diventava sempre più facile. Nessuno dei sorveglianti si era mai accorto delle mie fughe.
-Hey, posso venire anch'io oggi?- mi chiese Max, quando mi vide uscire dalla stanza per l'ennesima volta.
-Non lo so amico. Dovrei chiedere ai ragazzi, solo Annabeth sa che tu sai. Gli altri, invece, sanno a malapena che esisti.- dissi.
Ebbene sì, li avevo fatti conoscere. Entrambi sapevano della mia vera natura, tanto valeva che si conoscessero.
Erano entrati subito in sintonia. Max, a modo suo, era intelligente e Annabeth si divertiva ad ascoltare le sue uscite idiote. Ero felice che andassero d'accordo.
-Beh motivo in più per venire. Mi presenti alla squadra.- insitette.
-Max, non posso. È già tanto il fatto che tu sappia che esistiamo. La questione è chiusa. Scusa amico.- dissi.
Accettò la mia decisione, anche se con un po' di riluttanza.
-Posso almeno accompagnarti fino là? Poi me ne torno subito indietro.- promise.
-E va bene, andiamo.- mi rassegnai. Cavolo, se voleva era una testa dura!
-Bene, da qui continuo da solo.- dissi.
Eravamo arrivati al confine della scuola. Dovevo solo oltrepassarlo e arrivare fino a casa di Rogers, e da lì poi al campo di allenamento.
-Sicuro? Non ti serve aiuto per... passare il confine?- provò Max, cercando di convincermi a portarlo con me.
-Max, no.- risi, serio. Non era una buona idea portarlo. Gli allenamenti si erano fatti più intensi. Paul usava sempre più spesso la Furia e Adam rischiava di darci fuori tutti con le sue freccie. Quindi no, non avrei portato il mio migliore amico su una spiaggia piena di supersoldati in allenamento.
Alla fine si arrese, e tornò verso i dormitori augurandomi buona fortuna.
Beh, almeno quando voleva sapeva essere ragionevole.
-Come mai c'hai messo tanto, testa d'alghe?- mi venne incontro Annabeth.
-Un piccolo problema con Max. Voleva venire a vedere gli allenamenti.- le spiegai cos'era successo.
-Gli hai detto che è troppo pericoloso per lui?- chiese, preoccupata. Si era affezionata a Max nell'ultimo periodo.
-Si, si gliel'ho detto. Ma lui continuava a insistere. Alla fine gli ho solo permesso di accompagnarmi fino al confine della scuola.- dissi, iniziando a sgranchirmi le braccia e le spalle in vista dell'allenamento.
-Ottimo. Voglio bene a Max, ma questo- indicò gli altri intenti a riscaldarsi- potrebbe essere troppo per lui.-
Annuì -Lo credo anch'io.-
-Alza quella guardia, Caleb!- mi spronò Paul, tirandomi un pugno. Lo parai all'ultimo secondo, facendomi un gran male. Paul era diventato molto più forte nell'ultimo mese. Aveva iniziato un nuovo tipo di allenamento: faceva esercizi, tenendo attiva la Furia. In questo modo, a detta sua, riusciva a progredire ad una velocità maggiore.
-Cavolo Paul, potresti andarci anche un po' più piano!- mi lamentai. Di tutta risposta lui mi prese per il colletto e mi alzò da terra -Credi che Hades e i suoi ci andranno piano?! Devi essere pronto, cazzo!- mi lasciò andare, voltandomi le spalle.
Annabeth mi aiutò ad alzarmi.
-Ma che gli è preso?- chiesi, massagiandomi il braccio che avevo usato per difendermi.
-È così da un paio di giorni. Kate dice che non dorme la notte. Ha un brutto presentimento.- disse cupa.
-Beh brutto presentimento o no, mi ha quasi spaccato un braccio.- dissi nervoso.
Continuai ad allenarmi con lei. Paul in qui giorni era insostenibile. Mi insegnò ad utilizzare meglio il coltello da caccia.
Finito l'allenamento col coltello, mi concentrai sul controllo dell'acqua per conto mio.
Mentre controllavo un'onda, mi tornò in mente Paul e il suo comportamento da stronzo delle ultime settimane.
Riprendeva spesso Adam per il suo modo di combattere, cosa che non gli aveva mai dato fastidio. Anzi, lo divertiva. Era quasi arrivato alle mani in una discussione con Irina, e non volevo pensare a cosa doveva passare Kate, vivendo con lui. Il nervoso prese il sopravvento. Senza volerlo generai una gigantesca onda che si infranse sugli scogli lì vicino.
-Oh cazzo.- dissi sorpreso.
-E quella cos'era?!- chiese Adam meravigliato. Avevo attirato un po' l'attenzione, e si erano tutti fermati a vedere cosa stessi facendo.
-Puoi rifarlo?- chiese Irina.
-Non lo so, lasciami provare.- rifeci gli stessi movimenti che avevo fatto prima, ripensando anche alle emozioni che avevo provato un'attimo fa, e un'altra onda si alzò minacciosa. Le feci infrangere su degli scogli pochi metri più lontano.
Risi -Ora si che mi diverto!-
Mi esercitai a lungo nel controllare questa mia nuova tecnica, arrivando a farla innalzare di molti metri facendola poi ricadere sulla superficie dell'acqua, causando un simil geyser e bagnando tutti, scatenando le loro risate. Solo Paul sembrava restio a divertirsi.
-Impressionante Caleb!- commentò Adam, dandomi una pacca sulla spalla.
-Come ci sei riuscito?- chiese entusiasta Kate.
Evitai di dir loro che mi ero arrabbiato per il comportamento da stronzo di Paul, e mi limitai a un alzata di spalle e un "non lo so, fortuna".
Le nostre chiacchiere però furono interrotte da un'applauso freddo e sarcastico. Ci voltammo tutti nella direzione da cui proveniva, e mi si gelò il sangue.
-Ma che bravo, Poseidon.- commentò Hades.
-Che cosa vuoi?- ringhiò Adam.
Paul era sbiancato. Continuava a ripetere sottovoce "Lo sapevo, lo sapevo. Non siamo pronti!"
-Oh comodi comodi, passavo di qua e mi sono detto "perché non vedere come se le cavano!"- fece un rapido gesto con la mano e in pochi secondi eravamo circondati.
Decine di adolescenti in tenuta da battaglia.
-Loro sono gli esperimenti. Una creazione del professor Schmidt, il nostro creatore.- rise, malefico.
-Quindi sei alleato con Schmidt. Cane...- commentò Irina.
-Alleato?- si lasciò andare ad una sana risata -Credi che mi potrei alleare con un verme come lui? Siamo soci in affari, per dirla tutta.- rise ancora.
-Che vuoi dire? Spiegati!- gli urlai contro.
-Mi hai preso per il cattivo di un film? Credi che ora mi metterò a spiegare il mio piano malefico?- mi prese in giro.
-Oh ma guarda- disse guardandosi il polso -Sono in ritardo. Devo andare, ma vi lascio in compagnia dei miei ragazzi.- disse prima di sparire nelle ombre.
Restammo solo noi. Circondati da quegli esperimenti. Erano solo adolescenti, ma dotati di poteri. Esattamente come noi. Inoltre erano armati fino ai denti.
-Che cosa facciamo?- chiesi a Paul. Anche lui non era nelle migliori condizioni. Era bianco come un cadavere, e tremava. Muoveva a malapena le mani.
-Annabeth, che dobbiamo fare?- provai di nuovo.
-Ci sto pensando.- disse.
Purtroppo i nostri nemici, non ci lasciarono tempo di pensare.
Si avventarono su di noi.
Mi ritrovai atterrato sulla sabbia, con un mastino grosso il doppio di me, armato di coltello e pronto a colpirmi.
Annabeth fu più rapida. Lo sgozzò prima che lui potesse sgozzare me.
Mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi -Stai bene?- mi chiese.
-Una meraviglia.- risposi sarcastico.
Mi passò un coltello dicendomi -Resta vivo.-
Le due ore successive furono le più confuse e intense della mia vita.
Mi ritrovai schiena a schiena più volte con gli altri. E avevo sempre davanti un nemico nuovo.
Oltre al rumore della battaglia si sentiva Adam canticchiare "Im walking on sunshine" mentre scagliava freccie contro gli esperimenti.
Paul e Irina combattevano fianco a fianco, eliminando da soli quasi tutti i nemici.
Annabeth aveva un metodo tutto suo. Faceva in modo che gli esperimenti si ferissero tra loro: quando un nemico stava per accoltellarla lei si spostò rapida e spinse il suo aggressore verso un altro esperimento, facendoli accoltellare a vicenda.
A volte l'intelletto è la migliore delle armi.
Kate usava la sua lingua ammaliatrice per convincere i nemici a buttare le armi, per poi farli finire da Adam.
E io, beh, utilizzavo il mio potere dell'acqua come meglio potevo. Con i getti d'acqua, affogavo più nemici contemporaneamente, mentre con le onde mi proteggevo dagli attacchi.
La battaglia infuriava. Non eravamo nella migliore delle condizioni.
Adam mi si affiancò, tendendo l'arco -Caleb! Sarebbe il momento ideale per uno tsunami!- mi suggerì.
Perché non ci avevo pensato prima?
Ripensai alle cose che mi facevano innervosire, e un'onda di proporzioni titaniche si sollevò dal mare, per schiantarsi poi sulla spiaggia. Usai tutta la mia forza di volontà per far in modo che l'onda non colpisse e facesse del male ai miei amici. In qualche modo riuscì nel mio intento, e l'acqua intrappolò solo i nostri assalitori trascinandoli con se negli abissi.
-Non potevi farlo prima?- mi disse Irina, col fiatone.
La battaglia era finita. Ed eravamo sopravvissuti. Ma non eravamo messi bene. Eravamo pieni di tagli e ferite.
Evocai una sfera d'acqua e la passai sulle ferite dei miei amici. Avevo scoperto di poter guarire me e gli altri con l'acqua. Piuttosto utile no?
-Non credo volesse uccidervi.- ci disse Rogers. Subito dopo la battaglia eravamo tornati al quartier generale, per riposare e medicarci le ferite.
-Ah no?- chiese Paul, mentre Kate gli fasciava il fianco. Aveva un brutto taglio. Il mio potere non aveva potuto guarirlo del tutto ed erano serviti dei punti.
-Se avesse voluto uccidervi, non vi avrebbe mandato contro un manipolo di esperimenti non addestrati.- disse.
-Ha ragione.- commentò Irina -Se ci avesse voluto morti, avremmo avuto contro Artemis o Hermes.-
Tutti annuirono. Tranne io.
-Chi sono Artemis e Hermes?- chiesi.
-Sei proprio scemo.- mi apostrofò Irina -Sono due dei supersoldati che ci hanno traditi e hanno seguito Hades.-
-Beh scusami principessa, non mi pare mi abbiate messo al corrente di chi siano i nostri nemici.- mi lamentai.
Irina mi guardò storto. -Ha ragione.- la punzecchiò Adam.
Fu Paul a farmi un rapido identikit dei nostri nemici.
Quando Hades si ribellò, alcuni supersoldati lo seguirono: Ceres, con il potere di controllare le piante, Hermes, che aveva la supervelocità, Artemis, con il potere di trasformarsi in animale, Baccus, capace di farti impazzire con le sue illusioni, ed Efestus, col potere di controllare il fuoco.
-Li abbiamo incontrati varie volte, e in più missioni. Sono veramente forti.- commentò Annabeth.
-Ci hanno messo alle strette quasi sempre.- aggiunse Adam.
-Quasi.- ci tenne a precisare Paul.
La situazione non era delle migliori. C'era molta tensione.
-Beh vuol dire che la prossima volta che li incontreremo, li metteremo noi all'angolo.- dissi, cercando di sollevare il morale.
Adam e Kate sorrisero motivati, seguiti subito da Annabeth e Paul. Paul era più calmo rispetto a prima. Irina rimase sempre il solito blocco di ghiaccio.
-Oggi hai combattuto decentemente, ma non eri perfetto. Cosa ti fa pensare di poter competere con Hades e i suoi?- mi disse solo. Ogni sua parola era sempre come un pugnalata al cuore. Rimasi in silenzio. La mia convinzione di poco fa era sparita. Incredibile come Irina potesse distruggere l'entusiasmo di una persona con poche semplici parole.
Paul, per fortuna, mi venne in aiuto -Irina si sta allenando. Migliorerà.-
Sembrava essere tornato il solito Paul, senza il comportamento da stronzo di poche ore fa.
Lei sbuffò, indispettita -Lo stai allenando tu, e tu sei troppo morbido. Caleb- mi guardò seria -Da domani ti alleno io.-
Non sarei sopravvissuto.
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