ANNABETH SAVES THE DAY

-Andiamo.- dissi a Max prima di dirigermi verso casa di Rogers.
A pochi metri dal cortile, guardai Max -Ora però devo andare da solo.- dissi, mettendogli una mano sulla spalla.
-Hey posso aiutarti, sai? Non hai una mazza da baseball o...?- disse, volendo rendersi utile in qualche modo. Lui era davvero il mio migliore amico.
Sospirai -Max, vuoi davvero aiutarmi? Non seguirmi.-
Non avevo intenzione di metterlo in pericolo.
Max annuì, comprensivo.

Quando arrivai al cortile, la situazione era critica.
Alexis, di nuovo tramutata in umana, era terra. Reapirava a fatica, ed era coperta di lividi e tagli.
Paul e Irina erano privi di sensi, e Kate stava davanti ai loro corpi, con la gamba rotta ed armata di un solo pugnale. Quando mu vide la sua espressione preoccupata, mutò in sorpresa e spernzosa.
Adam aveva abbandonato la sua ultima freccia, ed aveva iniziato ad utilizzare i suoi poteri della luce per combattere.
I suoi capelli biondi, si erano sollevati. Tutto il suo corpo era avvolto da un'aura lucente, e gli occhi brillavano di una luce bianca.
Continuava a scagliare globi e raggi di luce contro Annabeth, che li schivava ogni volta.
Adam lanciò di nuovo una sfera di luce, contro Minerva.
Lei non si scompose. Si limitò a schivarla di nuovo.
Intervennì. Non potevo lasciare Adam, in quello stato, da solo.
Mi interposi tra di loro -Adam, da qui ci penso io.- dissi.
Lui annuì, indietreggiando.
Minerva, rise divertita -Guarda guarda, Poseidon è tornato per il secondo round.-
Non mi feci intimidire.
Impugnai il mio coltello, quello che Annabeth mi aveva dato e con cui ci eravamo allenati, e la attacai.
Ed ovviamente questo non portò a nulla.
Il suo potere le permetteva di prevedere ogni mio attacco.
-Beh, che ti succede? Sei già stanco?- mi chiese.
Mi innervosii per il suo tono canzonatorio.
Percepii una fonte d'acqua, nel cortile.
Erano le tubature della casa, che confluivano in un'unico flusso d'acqua che passava sotto di noi.
-Adam, predi Alexis e allontanati! Kate, fa attenzione!- urlai, prima di concentrare al massimo i miei poteri e far esplodere il tubo, indirizzando l'acqua verso l'alto.
Un geyser esplose a pochi metri da me.
Io lo ridiressi vero Minerva.
Lei schivò il getto, ma io la inseguii cercando di colpirla.
-Sei lento, Poseidon!- rise lei, schivando per l'ennesima volta il getto d'acqua.
Fu allora che una sfera di luce la colpii in pieno, facendola cadere a terra.
Mi voltai verso Adam, ora senza energie.
Annabeth si rialzò da terra, spazzandosi via la polvere da sopra le spalle
-Sei patetico, Adam.- rise, maligna -Per quanto ti sforzi di assomigliare a Paul, sai bene che non potrai mai essere un leader. Come lui.- lo provocò.
-Sta zitta.- strinse i pugni Adam.
-Costringimi.- lo guardò lei, in segno di sfida.
Lui scattò verso di lei, disarmato e senza forze. Con la coda dell'occhio vidi Minerva, impugnare il pugnale di Annabeth.
Aveva intenzione di uccidere Adam, non appena fosse stato nel suo raggio d'azione.
-Adam fermati!- urlai. Ma non mi ascoltò. Era accecato dalla rabbia. Voleva a tutti i costi uccidere Minerva.
Quando stavo per scattare verso di lui, nel disperato tentativo di placcarlo, caddé a terra, sotto il peso di un'animale.
Alexis, con le sue ultime forze, si era tramutata in quello che mi era sembrato un puma, ed aveva atteratto Adam. Purtroppo, nella foga, erano arrivati ai piedi di Minerva.
-Ahahahaha! Ma guarda, due piccioni in un colpo solo!- rise, stringendo saldamente il pugnale.
Cazzo!
Ora erano in due ad essere in pericolo! Corsi verso di loro, sperando solo di essere più veloce di quella psicopatica.
Ero a pochi metri da loro quando vidi il braccio di Annabeth abbasarsi, e la lama dirigersi verso la gola di Adam.
Non avrei mai fatto in tempo! Avrei perso due compagni in un colpo solo, per la mia debolezza!
Ma qualcosa di strano accade: la sua mano si fermò, a pochi centimetri dal collo del mio amico.
Minerva si volto verso di me, e rimasi senza parole.
Gli occhi della ragazza erano ritornati grigio-argentati. Annabeth era tornata in se, pochi secondi prima di uccidere qualcuno.
-Caleb...?- singhiozzò, mentre le lacrime iniziavano a rigarle le guance.
L'arma le caddé di mano, finendo sull'erba del cortile.
Annabeth si portò le mani sul volto, singhiozzando più forte.
Mi diressi accanto a lei, prendedole la mano.
-Stavo per ucciderli!- pianse.
La abbraciai, stretta. -È tutto finito.- dissi, facendomi sfuggire una lacrima.

Kate si avvicinò a noi, zoppicando.
-Hey Annie...- sorrise ad Annabeth.
Lei si portò le mani sulla bocca, vedendola.
-Oddio Kate, la gamba...- disse solo, portandosi una mano davanti alla bocca.
Kate cercò di rassicurarla -Non è nulla, tranquilla. Non sei stata tu.- si abbassò, abbracciandola.
Annabeth la strise stretta, prima di aiutarla a rialzarsi e aiutandola ad entrare in casa. Aveva bisogno di cure immediate.
Chiamai Max al telefono.
-Hey amico, sono vivo.- risi.
-Meno male.- sospirò lui.
Gli chiesi di venire a casa di Rogers, per dare una mano con i feriti.
Arrivò poco dopo, e col suo aiuto portammo in casa Adam e Alexis, ancora sveniti.
Paul e Irina ripresero i sensi poco dopo. Erano ancora un po' affaticati, ma stavano bene.
La prima cosa che Paul fece, fu chiedere di Kate e di come stava. Lo rassicurammo, dicendogli che stava bene e che era dentro.
Incurante della sua condizione, lui corse dentro per controllare di persona.
-Lei come sta?- chiese Irina, riferedosi ad Annabeth.
Sospirai -Max, puoi andare a controllare Adam e Alexis?- chiesi.
Max all'inizio mi guardò stupito, ma alla fine capii ed entrò in casa: volevo parlare con Irina, da solo.
Mi sedetti accanto a lei -È molto scossa.- dissi, parlando di Annabeth.
Raccontai ad Irina di come Annabeth aveva cercato di uccidere Adam e Alexis e di come fosse tornata in se prima di fare qualcosa di irreparabile.
-Cazzo..- sospirò Irina.
-E voi? Che vi è successo?- chiesi.
Irina, abbassò la testa -Quando Max ti ha portato verso il mare, Annabeth ha dato il peggio di se. Ha colpito ripetutamente Paul e poi me. Quando stavamo per crollare, Alexis ci ha stupito, spuntando dal nulla e aggredendola.- disse, stizzita.
-Mi ha sorpreso vederla qui.- confessai -È stata di aiuto?- chiesi.
-Mi costa dirlo, ma sì, se non ci fosse stata io e Paul, potremmo essere morti ora.- disse.
Sospirai -Adesso ti fidi di lei?- scherzai.
Lei ghignò -Non ancora. Ma le sono debitrice.-
Mi alzai, dandole la mano per aiutarla ad alzarsi -Forza, andiamo dagli altri.- sorrisi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top