UNA CASA (tu casa è mi Kasa) sparatemi pure
SURPRISE
NON MI ASPETTAVATE COSì PRESTO, HE? ;D
WARNING- CAPITOLO CON PARTI ZOZZE
Eren si rigirò nel letto, accoccolandosi contro al corpo caldo dell'uomo accanto a lui. "Ti è piaciuto?"
Un paio di labbra si posarono sui capelli castani del ragazzo, provocandogli un sospiro. "Così tanto che d'ora in poi non so se riuscirò a farne a meno..."
Eren ridacchiò. Si sentiva in pace. Si sentiva libero. Non ricordava altro momento della sua esistenza in cui si fosse sentito tanto sereno. Come se avesse trovato una sua ragione di vita per cui lottare, e tutto il resto non importasse. Il resto del mondo non gli serviva. Vicino a Levi, Eren si sentiva...completo.
Sarebbe rimasto volentieri in quel letto per il resto della sua esistenza, avrebbe fermato il tempo per rimanere sospeso in quello stato di felicità assoluta, ma la situazione non permetteva questo lusso. Si strinse ancora di più all'amante.
"Levi.. che cosa farai, adesso? Anzi...che cosa faremo?"
Levi fece un sospiro profondo, e prese ad accarezzare la schiena di Eren con la punta delle dita. "Non lo so. Non posso e non voglio tornare quello che ero prima...e poi, devo ripulirmi... non posso nemmeno pensare di ritornare a cantare, al momento."
"Hai mai pensato di frequentare un centro di recupero?"
Levi roteò gli occhi, con fare scocciato. "Come se potessi. Hai idea di cosa succederebbe se qualcuno venisse a sapere di tutto questo? Sarebbe una persecuzione." L'uomo si mise a sedere sul letto, lasciando che il lenzuolo scivolasse lungo il petto nudo fino ad ammucchiarsi in grembo. "Perderei la mia dignità. La mia privacy...ed anche te."
Eren studiò con lo sguardo l'espressione seria di Levi. " Io non ho intenzione di lasciarti andare, qualsiasi cosa accada. Non ti lascerò più da solo. Mi trasferirò qui, e..."
"No. Questo è fuori discussione. Secondo te i giornalisti non si accorgeranno della tua presenza costante? Mi rifiuto di farti passare tutto questo.
Rimasero in silenzio.
"Levi...vieni a vivere a casa mia."
Levi lo guardò, un sorrisetto di scherno stampato sul viso ed un sopracciglio alzato come a sottolineare quanto quella fosse un'uscita idiota.
"Non stò scherzando. Nessuno ti cercherà in una casa qualunque di una famiglia qualunque. Non sarai da solo, e potrai fuggire da questa vita, almeno per un po'.
"Mi presenterai alla tua famiglia, quindi?"
Eren arrossì. Tirò le lenzuola fino a seppellirsi sotto di essere, in uno stato di completo imbarazzo. "Ti dispiacerebbe?"
L'espressione di Levi si addolcì. Infilò una mano sotto alle lenzuola e scompigliò la chioma castana. "Forse in fondo non è un'idea così campata per aria...hey!" un paio di braccia lo afferrarono per il bacino, trascinandolo giù con una forza inaspettata. L'uomo cercò di aggrapparsi alla testiera per rimanere seduto, ma finì per cedere, quando qualcosa sfregò un certo punto delicato, sepolto sotto alle lenzuola.
Da sotto alla coperte, Eren scoppiò in una sonora risata.
Un paio di occhi color dell'oceano fecero capolino, sbucando da sopra gli addominali di Levi... lo guardarono con espressione felina, seminascosti nel buio.
Levi sorrise. "Ti piace giocare sporco, ha? Tch, moccioso..." si allungò, quel tanto che bastava per afferrare il ragazzo e trascinarlo sopra di sé, in modo che i loro visi si trovassero l'uno di fronte all'altro. Le loro intimità nude sfregarono tra loro, mentre i loro sguardi si incrociarono studiando le intenzioni dell'altro. "Se ti piacciono le cose sporche allora potrei avere quel che fa per te.."
Eren ridacchiò "Non stavi scherzando, prima."
"Dovremmo approfittare di questo momento. Non so quando avremo di nuovo la possibilità di restare soli.."
Eren si abbassò su di lui, baciandolo lieve sulle labbra. Di nuovo gli sguardi si incrociarono, Levi sentì la sensazione ormai familiare allo stomaco, un'euforia, uno stato d'esaltazione quasi dolorosa... tutti aspetti dello stesso sentimento, un arma a doppio taglio da cui aveva sempre cercato di proteggersi. Come se fosse servito a qualcosa. Come se si potesse scegliere... o fuggire.
"Eren."
"Mh?"
"Ti amo."
Il ragazzo non si mosse. Levi distolse lo sguardo, a disagio. Era stato troppo freddo? Meccanico? Forse Eren avrebbe preferito un momento più romantico per una dichiarazione.. L'uomo sentiva salire la tensione. Aveva sbagliato a dirlo?
"Ma Levi..."
Levi azzardò un'occhiata che finì per essere rapita da quel paio di stupendi occhi color oceano.
"...Hai paura?"
L'uomo rotolò di lato, catturando il ragazzo sotto di sé. "Paura di cosa, moccioso?" gli ringhiò scherzosamente in un orecchio.
"Non me lo avevi mai detto..."
"Perché non è da me innamorarmi. Come non sono da me questo tipo di discorsi."
"Ma non puoi scegliere una cosa simile! Succede e basta! Anche senza un 'ti amo', un sentimento rimane un sentimento, così come una rosa se non si chiamasse rosa, avrebbe sempre lo stesso profu-mmmh!"
Eren mugulò nel bacio, quando la lingua di Levi si fece strada nella sua bocca, invadendo lo spazio e cercando la sua. Chiuse gli occhi, beandosi di quel contatto tanto intimo; le sue braccia strinsero l'uomo sopra di lui ed una mano gli afferrò i capelli corvini, decisa ma delicata, costringendolo ad un bacio appassionato anche se breve.
"Non ho paura, moccioso, non più. Ed hai ragione, è successo e basta, quindi piantala. Ti amo."
Eren lo guardò ancora rintronato dal bacio.
"Comunque Sheakespeare? Davvero? Questo sì che un modo elegante per uccidere la libido..." Levi sorrise ammiccante, facendo scivolare una mano sul petto del ragazzo. Si abbassò su di lui, i capelli lisci e neri ricaddero sulla pelle color caramello. "mhm.. Levi haaha! L-levi, spostati! Mi fai il solletico!"
"Non ci sperare."
Levi afferrò uno dei capezzoli tra i denti, tirando delicatamente. Giocherellò con il bottoncino di carne, passandoci sopra la lingua e prendendolo in bocca, mentre Eren si contorceva sotto di lui, cercando di sfuggirgli, ma con il risultato di far sfregare ancor più tra loro i due corpi nudi. Eren sussultò, avvertendo il proprio membro eccitarsi contro a quello dell'uomo sopra di lui; l'istinto gli urlò di muoversi, di strusciarci contro, e lui lo ascoltò, alzando il bacino fino a farlo aderire completamente con quello di Levi.
"Ahh!" Eren avvertì una mano calda avvolgere assieme i due organi , mentre un'altra lo teneva stretto per il bacino. "Dimmi cosa vuoi." Sussurrò una voce sensuale al suo orecchio. Eren ansimò un paio di volte, prima di rispondere con occhi lucidi di passione."M-muoviti.."
"Come? Così?" La mano prese a viaggiare su e giù per le lunghezze, a ritmo lento ma costante.
"Si! Si.." Eren si aggrappò alle spalle dell'uomo, allacciandosi anche con le gambe all'altezza dei fianchi, seguendo il movimento ondeggiante dell'atto dettato dall'altro. Si lasciò sospingere su e giù fino a quando il ritmo non fu troppo lento, e Levi non avvertì sfregare e spingere più velocemente contro il palmo della propria mano. "Fermo..Eren!"La mano sul fianco del ragazzo lo premette contro al materasso, impedendogli di muoversi liberamente. "Sei un ragazzino cattivo, muoverti così senza avvertire..." Levi ridacchiò contro alle sue labbra, guardandolo provocante. "Che cosa devo fare con te?"
Eren lo guardò con aria di sfida. "Se s-speri che ti chieda di punirmi...t-ti Ah! Ti sbagli!"
La risata di Levi lo prese allo sprovvista. Era davvero l'ottava meraviglia del mondo..
"Moccioso testardo.." ansimò Levi, aumentando la velocità della propria mano e dando colpi potenti con il bacino. "Mhmm!!" Eren represse un lamento, cercando di adattarsi al nuovo ritmo.. sentiva il cuore battere a mille come quello di un colibrì, aveva quasi paura che non ce la facesse a reggere, già vedeva i titoli di prima pagina del giorno dopo che annunciavano la tragedia..
"L-Levi!"con lo sguardo il ragazzo comunicò al compagno d'essere giunto al culmine.
Levi annuì. Respirava a bocca aperta, la fronte imperlata di sudore e le gote arrossate dall'eccitazione; gli occhi velati vedevano senza guardare, troppe erano le sensazioni che stavano coinvolgendo il resto dei sensi in quell'istante; persino le labbra sembravano essere più carnose e colorite, un invito a morderle e baciarle. Il ragazzo si inarcò sotto di lui, gettando la testa all'indietro in uno spasmo liberatorio seguito da un lungo lamento. La sostanza calda e viscosa chizzò tra loro, bagnando gli addomi; Levi mantenne il ritmo, aspettando la fine dell'orgasmo del ragazzo e raggiungendo anche lui l'apice. Quando avvenne, premette le proprie labbra su quelle di Eren, soffocando così un lungo gemito di piacere.
"Ti amo" ripetè una volta finito. Non aveva più paura di ammetterlo.
Eren ridacchiò mentre riprendeva fiato. "Anche io, Levi. Ti amo, perché sei tu."
"Che cosa significa?"
"Che mi piaci per i tuoi pregi, ma ancora di più per i tuoi difetti.."
"Tcs. Moccioso, che frase fatta."Levi si voltò dall'altra parte, nascondendo un sorrisetto soddisfatto. Non si accorse del ragazzo che intanto si era rimesso a sedere, ed ispezionava la stanza alla ricerca dei suoi vestiti. Ben presto, un dito iniziò a punzecchiarlo insistentemente e, a suo opinione, molto fastidiosamente, costringendolo a rigirarsi verso il ragazzo e degnarlo d'attenzione. Avrebbe voluto guardarlo storto, con una delle sue espressioni minacciose di cui di solito la gente aveva paura, ma il viso di Eren era troppo raggiante per permettergli d'essere veramente arrabbiato.
"Andiamo, Levi, andiamo a casa!"
[...]
"Quindi, è qui che abiti..."
Levi studiò la villetta a due piani, con la piccola veranda ed un giardinetto minuto ma molto curato, grazie all'impegno di Carla. Non era molto diversa alla casa in cui abitava Kari, in fondo. La differenza più grande la si poteva intuire, piuttosto che vedere: era l'atmosfera, la sensazione di una casa come luogo in cui tornare, dove c'è sempre qualcuno pronto ad accoglierti. Piccoli dettagli facevano la grande differenza: un addobbo appeso alla porta, l'annaffiatoio accanto al roseto potato con cura, un pallone semi-nascosto all'interno di una siepe. Elementi innocenti, ma che portavano a galla ricordi dolorosi, di momenti che aveva passato e non sarebbero tornati, mai più...
"La tua famiglia sa qualcosa di me?"
Eren si grattò la nuca, con fare imbarazzato. Nella foga del momento, prima, aveva dimenticato un piccolo dettaglio.
"Ecco....non proprio. Ma mia madre è una persona aperta, sono sicuro che sarà più che felice di ospitarti, è mia sorella che.. diciamo che mi preoccupa un po'.."
Levi lo guardò accigliato. "Ah? La ragazzina rock-punk?"
Eren ci mise qualche attimo per capire. Mikasa non aveva uno stile troppo rock-punk, ma Levi probabilmente l'aveva vista solo in quei panni. "Si e no. Sì, si tratta di lei, no, non è una ragazzina rock punk. Comunque... forse faremmo meglio ad aspettare un po' prima di presentarci come una coppia. Nessuno di loro se lo aspetta comunque, men che meno Mikasa, e diciamo, non so come la prenderebbe.." Eren indagò l'espressione di Levi, cercando traccia di disaccordo. Pregò che non facesse altre domande, non sapeva come fare a spiegare l'iperprotettività di sua sorella senza rendere la cosa inquietante e strana.
"Non c'è problema."
Eren tirò un sospiro di sollievo.
"A patto che..."
Come non detto.
"Mi stà bene fingere in pubblico, a patto che, quando abbiamo l'occasione di stare da soli, tu mi permetta di fare questo.."
"Hey!" Eren si massaggiò il sedere che era appena stato palpato selvaggiamente.
"..E questo.."
Levi lo prese per il collo della felpa, facendolo abbassare alla sua altezza per poi baciarlo. Si staccò dal bacio lasciando il ragazzo in uno stato di shock.
"..E quest-"
"BASTA COSI'!" Eren si allontanò dall'uomo che sorrise malefico. "Ho capito. Quando saremo da soli ti concedo tutto... solo non davanti mia madre e mia sorella, per favore." Si aggiustò la felpa in disordine, guardando storto il suo "aggressore". "Vogliamo andare?"
"Sei tu il padrone di casa." Fece notare Levi con nonchalance.
Eren sbuffò, facendosi strada attraverso il vialetto. Non poteva pentirsi ora della sua proposta, era troppo tardi: la porta era lì, ed ora lui stava infilando la chiave nella toppa, girando la maniglia, entrando..
"MAMMA! Sono a casa!"
Levi si fece timidamente avanti, mentre un rumore di passi si avvicinava, proveniente dalla cucina.."
"Eren! Tesoro! Dove sei stato tutto questo tempo.." Lo sguardo di Carla cadde sulla terza presenza, ferma all'ingresso e rigida come un baccalà. "...e chi è questo giovanotto?"
"Si chiama Levi, mamma. E'.. un mio amico, un caro amico." Eren si ciondolò da un piede all'altro, vittima dello stress. Sapeva che non sarebbe stato facile spiegare, ma aveva fiducia nella generosità di sua madre, sarebbe andato tutto bene...forse. "Può fermarsi da noi per un po'?"
Carla lo guardò, attendendo una spiegazione più dettagliata.
"Non ha una casa dove andare e, non può stare da solo.."
"Come mai non può? Mi sembra grande abbastanza."
Eren aprì la bocca per rispondere, senza che nulla gli venisse in mente. Prese a gesticolare un po' a caso, cercando di dare un senso a tutta quella situazione."Ecco, lui.. ha un...un problema...no...ha un...ecco lui..."
"Ho una dipendenza da alcol, signora."
Carla spostò lo sguardo dal figlio al ragazzo che aveva parlato. "Non posso permettermi di frequentare un centro di recupero, ma non posso nemmeno rimanere da solo. Suo figlio è stato tanto gentile da propormi di cercare aiuto a casa vostra, ma capisco se la cosa non è gradita..."
"No No! La donna gli lanciò praticamente addosso, avvolgendolo tra le sue braccia. "Non lo dire nemmeno! Oh, tesoro, non esiste che io ti mandi via, ho un cuore, sai!" La donna si staccò da lui, tenendolo per le spalle. "Ti aiuteremo come meglio potremo. I miei figli sono grandi, ed io non ho nessuno di cui occuparti, perciò non è un problema accoglierti nella nostra famiglia!"
Levi lanciò uno sguardo di panico ad Eren, che rispose con una scrollata di spalle. Quella era sua madre: una donna generosa, tanto generosa, troppo generosa, al punto da diventare molesta.
"Vai a mettere la valigia in camera di Eren. Dovremmo avere una branda e un materasso da qualche parte, vado a cercarli. Su! Ere tesoro, fagli strada!" Carla si allontanò, sprizzando energia da tutti i pori, lasciando i due perplessi e un po' storditi, ancora fermi sulla porta d'ingresso.
Eren si schiarì la voce."Mh-mhm... bene signore, se mi vuole seguire su per le scale.." fece per afferrare la valigia, che probabilmente pesava più di lui, ed iniziò a trascinarsela dietro. Non avrebbe ammesso mai e poi mai che forse una mano gli avrebbe fatto comodo. E Levi lo lasciò fare, sorridendo con un angolo della bocca alzato, mentre osservava il suo moccioso cocciuto darsi da fare per dimostrare la propria virilità.
Ci vollero 10 minuti buoni, prima di arrivare in camera.
Eren estrasse la chiave da sotto alla felpa, dove di solito teneva la collana, mentre Levi osservava tutto con sguardo curioso.
"Perché chiudi a chiave camera tua'?"
Eren avvampò, pensando al motivo. "Mh, nulla di particolare.. mi piace mantenere la mia privacy, ecco tutto."
"Certo. Ed io sono etero."
Eren si girò di scatto verso di lui, facendolo indietreggiare. "Oi, stavo scherzando, idiota. Era per dire che non ti crede nessuno. Ti sono sembrato etero, prima?"
Se possibile, Eren arrossì ancora di più. "No, direi di no." Aprì la porta della stanza, facendo spazio perché Levi potesse passare. Lo osservò guardarsi attorno, con aria incuriosita. Ci credeva a stento: L, il leader dei No Name si trovava nella sua stanza.. la sua cotta, la persona che aveva ammirato, da sotto il palco, e di cui poi si era innamorato.. aveva tutti i suoi cd proprio su quella mensola laggiù, e i poster.. Eren sgranò gli occhi, realizzando il proprio errore. I poster! Dannazione!
Ne strappò uno dalla parete, appena in tempo prima che Levi si girasse verso di lui.
"Eren? Cos'era quel rumore?"
"Ho, nulla. Assolutamente nulla.."rispose sorridendo. Levi lo guardò storto, ma per fortuna decise di non approfondire l'argomento. Camminò fino al letto, sedendoci sopra e passando una mano sul piumone. "Qui è dove dormi..." Lo studiò in silenzio, attentamente, come se fosse l'oggetto più bizzarro del mondo. "Dormiremo ancora assieme?"
Eren sussultò. "Q-Quando vorrai.." balbettò.
"Sono felice."
"Eh'"
"Sono felice."rispose Levi. "Grazie, Eren. Forse per la prima volta in vita mia, sono veramente felice."
E COSì...
VISTO CHE ARRIVO QUANDO MENO VE LO ASPETTATE..
SURPRISE n2
Attendo commenti riguardo al titolo del capitolo ed una certa Ackerman... X'D
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