SOLO UN FAN
L' uomo con gli occhi di ghiaccio strinse la presa sulla sua spalla, scostandolo nel momento in cui la sbarra di ferro si abbattè sopra ad entrambi.
Eren barcollò spiazzato.
Si voltò a guardare shockato lo sconosciuto lanciarsi addosso allo skin head, prima che questi potesse rialzare l'arma gli afferrò il braccio per il polso e lo fece ruotare all'indietro; un urlo lancinante riecheggiò nel parcheggio ed un secco e rumore di ossa spezzate lo seguì subito dopo. I due teppisti che fino a quel momento si erano limitati ad osservare la scena pregustando sghignazzanti la vittoria del compagno, per un attimo sembrarono talmente presi alla sprovvista da non sapere come reagire, strabuzzarono gli occhi un paio di volte, confusi, ma poi si lanciarono addosso alla figura minuta, lo sguardo che urlava vendetta per il compagno accasciato a terra dolorante. Puntarono direttamente all'uomo, nonostante Eren fosse il più vicino tra i due.
"Come se potessi farvi passare così facilmente" si disse il ragazzo.
Strinse i pugni, e quando uno dei due skin fu a tiro piegò le ginocchia dandosi lo slancio colpendolo da sotto il mento, mandandolo disteso a terra. L'altro gli sfuggì, ma poco male, perché lo sconosciuto ci mise una manciata di secondi a bloccare l'aggressore e con una strana mossa farlo volare in aria, dandogli anche una gomitata sul petto che rese l'impatto con il suolo particolarmente violento, facendolo svenire.
Il suono del suo cranio sbattuto sul cemento rimase nei pensieri di Eren per parecchie settimane a venire.
Il ragazzo sviò lo sguardo, per concentrarsi sull'uomo che aveva colpito e che ora si stava rialzando massaggiandosi la mascella. Una volta in piedi puntò immediatamente ad Eren, con i pugni serrati, menando colpi che il ragazzo scansò abbassandosi e spostandosi di lato. Era divertente, vedere come il teppista si innervosisse man mano che i suoi pugni venivano schivati. Ad Eren sfuggì un ghigno, quando per l'ennesima volta l'uomo menò l'aria al suo posto, e subito approfittò del momento per afferrarlo per le spalle e tirargli una ginocchiata in pancia, seguita da una gomitata al viso.
Il sangue colò dal naso dello skin, macchiando l'asfalto.
L'uomo si rimise in piedi a fatica, trovandosi di fronte Eren che lo fissava con occhi cupi, spietati, occhi che potevano essere più quelli di un assassino, piuttosto che quelli di un ragazzo che ad occhio e croce avrebbe potuto avere tra i diciotto e i diciannove anni. L'uomo era già terrorizzato, ma se la fece davvero addosso, quando il suo sguardo si posò sul nano alle sue spalle: Si stava sgranchendo le dita, ed i suoi occhi glaciali lo trafiggevano da parte a parte; poteva sentire il dolore straziante lacerargli l'anima.
"Mo-mostri!!" balbettò atterrito l'uomo.
"MOSTRI!" ripetè, avanzando all'indietro.
Fece ancora un paio di passi, poi si girò ed incominciò a correre, fregandosene dei compagni ancora stesi a terra ed ormai svenuti dal dolore.
Eren incrociò le braccia e non smise di seguirlo con lo sguardo, almeno fino a quando la sua sagoma non sparì completamente dalla vista.
"Wow. Sei stato incredibile! Non ho mai visto nessuno così agile nel corpo a corpo!" Eren si voltò verso lo sconosciuto, l'espressione omicida del ragazzo presto mutata in due occhi luccicanti d'ammirazione ed sorriso ampio ed eccitato. "Dove hai imparato?"
Se si fosse trovato da solo ad affrontare quei tre non se la sarebbe cavata così facilmente, ne era certo. Non se lo sarebbe mai aspettato, che un tizio così piccolo potesse essere tanto forte da poter abbattere da solo due uomini, o forse anche di più, se solo ce ne fosse stato bisogno.
L'uomo rimase a fissarlo per qualche secondo, otre alla nota di disprezzo e freddezza che Eren aveva notato sin dal primo momento, dai suoi occhi trapelava anche un' espressione sorpresa. Infine si decise a controbattere, con voce flebile e smorzata.
"Per essere un moccioso, te la sei cavata.."
***
Levi non se lo aspettava. Non si sarebbe mai immaginato che il moccioso cercasse di far conversazione con lui, uno sconosciuto dall'aspetto bizzarro e lo sguardo truce appena incontrato, per giunta. Si sarebbe aspettato forse un breve botta e risposta, ed invece eccoli lì, ancora accanto alla sua macchina nel parcheggio a parlare del più e del meno.
Non che questo gli dispiacesse, tutt'altro.
L'uomo osservò ancora il ragazzo, con un sorrisetto. Aveva l'espressione di un perfetto idiota, quasi poteva vederlo scodinzolare. Però diavolo, se era sexy! Fece scorrere lo sguardo lungo il suo corpo abbronzato; tutto, tutto di lui corrispondeva al suo tipo ideale: gli occhi verdi, la chioma castana e spettinata, anche il fatto che fosse più alto di lui quel tanto che bastava.
Se si fosse trovato nei panni di L, non ci avrebbe pensato due volte ad invitarlo in camera sua.
E diamine, se Levi stava maledicendo il fatto che non fosse andata così.
Il ragazzo davanti a lui gesticolò un paio di volte, finendo di raccontare come si fosse ritrovato iscritto al club di karate a sua insaputa, o qualcosa del genere. Levi non riusciva davvero a focalizzarsi sul significato delle parole, distratto da tutto quel ben di Dio.
".... quindi anche io mi sono ritrovato iscritto al corso di karate assieme a mia sorella, anche se lei è molto, molto più forte di me. Assurdo, vero?"
L'uomo annuì in risposta.
Poi il moccioso d'improvviso scattò, ricordandosi qualcosa.
"Ho! scusami, non mi sono neanche presentato!"
Si grattò la nuca, imbarazzato, allungando poi l'altra nella sua direzione tutto sorridente.
"Mi chiamo Eren."
Levi la fissò , prima di afferrarla titubante. Era calda.
"..Levi."
Quella stretta di mano per qualche assurdo motivo durò più del dovuto, mentre i loro occhi non si mollavano un attimo, attratti gli uni dagli altri da qualche forza misteriosa.
Fu Eren il primo a rompere quel contatto. Sviò la sguardo e ritrasse la mano, passandosela tra i capelli. Pareva indeciso se chiedere o meno qualcosa, Levi lo poteva dire dal modo incerto in cui lo guardava di sottecchi, schiarendosi la gola e tormentando un lembo della camicia.
"Che cosa vuoi, moccioso?" cercò di essere il meno intimidatorio possibile, ma non gli riuscì molto bene.
Il ragazzo sembrò sussultare.
"Ehm.. ecco.. volevo solo chiederti una cosa.." Abbassò di nuovo lo sguardo a terra.
"Parla." Lo fulminò con lo sguardo.
"C-Come mai sei così coperto? Cioè.. è primavera, n-non fa così freddo..."
Non si aspettava che quella domanda, anche se a pensarci bene era inevitabile che prima o poi gliela facesse. Lì per lì non seppe cosa rispondere. Nel panico, sputò la prima cosa che gli passò per la testa.
"Ho- ho la pelle delicata."
Ad Eren sfuggì una risatina. "Cosa?"
Levi arrossì sotto alla bandana. Dio, tra tutte le scuse, non avrebbe potuto trovarne una più stupida. Non poteva e non voleva rivelargli la sua identità, non ad un moccioso appena incontrato, per quanto sexy. Era solo un essere umano come tutti gli altri, e come tutti non era degno di fiducia.
"La mia pelle è troppo delicata, se esposta si ustiona immediatamente." – E comunque, non sono cazzi tuoi- avrebbe voluto aggiungere, ma lasciò correre. Questo Eren sembrava un tipo interessante, non se lo sarebbe fatto sfuggire con le parole sbagliate.
Il ragazzo parve pentirsi d'aver riso. "Scusa... se è una specie di malattia, sappi solo che non intendevo offenderti o niente di simile."
"Non è nulla." Levi scosse la testa. "Piuttosto, cosa ci fa un moccioso come te da solo nel parcheggio? Come hai visto non è un posto sicuro, quando è deserto."
Eren parve risentirsene un po'. "Primo: non sono un moccioso, ho diciannove anni, smettila di chiamarmi così. Secondo, parla quello che stava per essere attaccato alle spalle-"
"Pff, mi ero accorto benissimo di loro. Moccioso." Levi distolse lo sguardo.
"..Si, come no." Disse Eren. " Terzo, sono qui per il concerto di stasera, i miei amici se ne sono andati lasciandomi solo e non sono ancora tornati."
"Sei un fan dei No Name?"
"Mh?" Eren osservò l'espressione sul volto del suo interlocutore, cercando di decifrarla. "Si, perché?"
"Nulla, anche io sono qui per il concerto. Cosa pensi di loro?"
Gli occhi del ragazzo luccicarono. "La loro musica è fantastica! Davvero, non capisco come mai in tanti li critichino, sono davvero perfetti! H è bravissima e simpatica, M idem, anche se non riesco bene a capire la sua personalità, ed L... bhe, L è L..." Eren arrossì. "La sua voce è.. è...non riesco nemmeno a trovare un aggettivo adatto! è semplicemente fantastica.."
"Ti piace?"
Eren sussultò. "Cos- No! No! I-Io? L?" Agitò le mani davanti a se, più rosso di un pomodoro maturo, mancava solo che del fumo gli uscisse dalle orecchie.
"Tsk."
Levi sorrise sotto alla bandana. Allora era così? Quel moccioso era un suo fan.. interessante."
In quel momento, un altro moccioso biondo fece capolino dall'entrata del parcheggio, puntando verso di loro e gridando il nome del bruno. Tsk, che seccatura.
"Armin!" Eren gli rispose, salutandolo.
Levi pensò fosse ora di congedarsi. Già così, avrebbe dovuto inventarsi una buona scusa per spiegare ad Erwin il suo ritardo.
"Io devo andare, moccioso." Disse, voltandosi ed avviandosi per la sua strada.
"Mh? A-ASPETTA! L- Levi?" L'uomo si bloccò, voltandosi. Eren continuò, imbarazzato. "Ti va di tenerci in contatto?."
"Non scambio il mio numero di telefono, però ti prometto che se mi cercherai potrai sempre trovarmi ad ogni concerto dei No Name, quattro ore prima dell'inizio, dalle parti dell'entrata secondaria del locale."
Il ragazzo lo guardò, un po' deluso ed in confusione.
"Eren?"
Questa volta fu il ragazzo ad alzare lo sguardo, chiamato dalla voce dell'uomo.
"Grazie... per prima."
Levi si girò definitivamente e si allontanò, Eren sentì un sorriso ebete nascergli sul volto. Quando Armin lo raggiunse, era ancora lì, stampato sul suo viso.
"Chi era quello?" Chiese l'amico incuriosito.
"Nessuno, solo un altro fan dei No Name. Peccato che sia dovuto andare, avrei voluto presentartelo."
Armin allungò una mano, facendo ondeggiare pericolosamente la pila di magliette che teneva in braccio, dandogli un colpo sulla spalla.
"Non ti preoccupare, magari lo rivedremo in giro!"
"Già."
"Hey, che ci fanno quei due a terra?"
"Mh, hanno cominciato loro. Prima o poi si sveglieranno." rispose con un'alzata di spalle.
Eren sorrise malinconico, ripensando a Levi . Non sapeva perché, ma aveva una sensazione al riguardo, e non avrebbe saputo dire se fosse buona o cattiva.
Immagini carine e no sense a random:
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