ORGOGLIO
Eren accelerò il passo, facendo lo slalom tra i pedoni che gli venivano incontro. Imprecò tra i denti. Dannazione, se solo la sera prima non si fosse addormentato sul letto come un sasso, senza mettere la sveglia!
Per lo meno si era risparmiato il disturbo di prepararsi, essendosi risvegliato sul suo letto ancora vestito di tutto punto.
Mikasa aveva fatto capolino nella sua stanza nel mentre si stava cambiando la t-shirt, rimproverandolo per essere in ritardo: alla fine, lei e Kari non lo aveva nemmeno aspettato il tempo necessario perché si lavasse i denti, ed erano andate avanti.
Per l'ennesima volta, Eren si ritrovò a chiedersi cosa stesse succedendo.
Qualcosa non andava.
Da quando Mikasa lo lasciava indietro? Solitamente, si sarebbe messa a girargli attorno come un avvoltoio fino a quanto non fosse stato pronto, come era già successo le altre volte che gli era capitato di alzarsi in ritardo. Erano anni che litigava con il lato iperprotettivo e testardo di sua sorella, lo stesso che non voleva smettere di trattarlo come un ragazzino viziato. Che si fosse finalmente arresa a lasciargli un po' di libertà?
No, impossibile.
Pensandoci, anche il giorno precedente aveva avvertito quella strana sensazione. Avevano a malapena parlato, si aspettava come minimo d'essere sommerso domande riguardo la scorsa notte, o che gli facesse una lavata di capo per non essere rientrato in tempo, e invece niente. Ora, iniziava davvero a preoccuparsi. Sembrava quasi evitarlo, possibile che gli stesse nascondendo qualcosa?
Eren spinse la porta ed entrò nell'atrio principale della scuola appena prima che il suono della campanella interrompesse il chiacchiericcio mattutino degli studenti, facendoli disperdere nei corridoi. Si guardò attorno cercando la familiare capigliatura bionda del suo migliore amico, senza però riuscire a scorgerla da nessuna parte.
-Oh, bene. Se il buon giorno si vede dal mattino, forse è meglio che me ne torni a casa subito – sospirò sconsolato. Stava per dirigersi verso la sua classe, quando altre due chiome attirarono la sua attenzione.
"Mikasa! Kari!" Eren chiamò attraverso la folla.
Le ragazze si scambiarono una rapida occhiata, prima di voltarsi verso il ragazzo che stava correndo loro incontro.
"Eren, stai bene?" chiese Mikasa.
"Si.. si, certo. Avete visto Armin?"
"Sarà in classe..?"Esclamò Kari, facendola sembrare quasi una domanda.
"Aveva detto voler finire di leggere una rivista in pace, prima dell'inizio delle lezioni."
Eren sollevò un sopracciglio, guardando accigliato la sorella. Mossa inutile, dal momento che quando voleva, Mikasa sapeva trasformare la sua espressione in una maschera impassibile, che nulla era capace di far vacillare. Peccato che lo stesso non valesse anche per Kari, che stava visibilmente sudando freddo.
"Mhmm... Eren... andiamo in classe, dai, si stà facendo tardi!" esordì la ragazza, tra un sorriso sospetto ed una risatina. Il ragazzo sospirò, esasperato.
"Ok, andiamo."
Avrebbe lasciato perdere, nonostante fosse palese come gli stessero nascondendo qualcosa, e faceva male sentirsi esclusi.
Pazienza.
Qualunque cosa fosse, non aveva bisogno di saperlo per forza per sopravvivere.
Camminò con le mani in tasca fino alla sua classe, calciando aperta la porta prima di entrare. In effetti, Armin era lì, seduto al solito banco, la chioma bionda con il taglio a ciotola gli cadeva davanti agli occhi mentre se ne stava a capo chino a leggere.
"'Giorno" sbuffò Eren, lasciandosi cadere sulla sedia.
"Uhmm.. ehy...c-ciao" lo salutò timidamente Armin.
Eren spalancò gli occhi. No, non ci poteva credere. Anche Armin? Persino il suo migliore amico era coinvolto in questa storia?
"Potreste anche dirmelo, a questo punto." Esclamò Eren, assicurandosi che nelle sue parole fosse presente un po' di veleno.
Il viso di Armin sbiancò. "D-Dirti cosa?"
"Non lo so! Forse quella cosa dalla quale tu, Mikasa e Kari state alquanto penosamente cercando di tenermi al di fuori!" Sbottò il ragazzo. "Pensavo foste miei amici."
Armin si affrettò a scuotere la testa, con un'espressione disperata.
"Lo siamo! Certo che lo siamo!"
"E allora perché Mikasa mi ha evitato negli ultimi due giorni? Perché Kari mi guarda in modo strano? Perché TU mi guardi come se avessi paura? Vi divertite a prendervi gioco di me, he??"
"basta.."
Il ragazzo sgranò gli occhi dandosi una calmata, notando le lacrime che scendevano lungo le guancie del biondino. Si aggiustò sulla sedia, a disagio. Qualunque cosa stesse succedendo, Armin era sempre stato per lui il miglior amico che si potesse mai desiderare, si sentivo uno schifo per averlo fatto piangere a causa sua.
"Scusa." Mormorò Eren, voltando la testa dalla parte opposta.
"No, scusami tu." Rispose l'altro, asciugandosi le lacrime. Si prese un momento per riprendersi.
"..Non è che non te lo voglia dire, è solo..' difficile da spiegare. Probabilmente non lo avrei detto nemmeno a Kari e Mikasa se non fossero state lì, quando è successo."
Eren annuì in silenzio. D'altronde, anche a lui erano capitate cose "difficili da spiegare" la scorsa notte. Non avrebbe insistito oltre.
"Mi fido di te.. mi fido di voi." rispose soltanto, cercando di ignorare il fatto che nonostante tutto, continuava a sentirsi come se suoi amici non lo ritenessero degno di fiducia.
[...]
Perché quando si è a scuola le ore paiono passare così lentamente?
Eren guardava fuori dalla finestra, osservando il cielo azzurro macchiato da qualche nuvola, la testa appoggiata sulle braccia conserte sul banco. Armin vicino a lui era tutto assorto dai suoi appunti. Come riuscisse a restare attento per l'intera durata della scuola, restava per lui ancora un mistero.
Dopo quel che era successo quella mattina si erano parlati poco, scambiandosi qualche frase soltanto, Eren si sentiva a disagio, tanto che aveva deciso di restarsene in classe durante la pausa, mentre gli altri come al solito erano usciti a prendere un po' d'aria. Sembrava quasi che il mondo ce l'avesse con lui. Perché? Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto questo? Dopo il concerto tutto aveva cominciato ad andare a rotoli. La sua opportunità con il leader dei No Name, la faccenda di suo padre... ed ora, anche i suoi amici che gli voltavano le spalle. L'unica cosa buona era stato conoscere Levi.
Eren si scoprì a sorridere al pensiero.
Levi... in un attimo, si ritrovò pensare a lui. Ai suoi occhi, così penetranti, glaciali, dannatamente sexy, alla sua statura che tutto sommato ad Eren non dispiaceva. Lo trovava...carino. Carino e coccoloso, anche se dopo aver visto come aveva ridotto quei tizi quella volta al parcheggio, non era sicuro di poterlo chiamare così. Peccato che portasse sempre il cappuccio alzato, e quella sciarpa attorno al viso, avrebbe tanto voluto sapere... bhe...cosa ci fosse...sotto.
Una sfumatura cremisi comparve sulle gote del ragazzo, mentre la sua mente si avventurava tra pensieri poco casti.
Eren si schiaffeggiò internamente. Dannazione, che gli saltava in mente, mettersi a fare certi tipi di pensieri in classe! Non avrebbe potuto prendersi cura delle conseguenze in un posto del genere..
Il ragazzo fu distratto da quel treno di pensieri dal vibrare del cellulare all'interno della tasca dei jeans. Che diavolo, chi si metteva a scrivergli messaggi durante le ore di lezione? Estrasse il cellulare, nascondendolo dietro alla barriera protettiva creata dall'astuccio.
LEVI: "Hey, moccioso. Che fai, sei a scuola?" lesse sul display. Parli del diavolo...
EREN: "Non sono un moccioso. E si, sono a scuola. Mi annoio. Tu cosa stai facendo?"
Eren riappoggiò il cellulare al banco, tenendolo d'occhio in attesa di una risposta.
LEVI: "Solo i mocciosi negano di esserlo. Sono al lavoro, ma mi hanno concesso una pausa."
Il ragazzo ridacchiò. Che nanerottolo scorbutico. Eppure, non gli dispiaceva.
EREN: "Non ti ho mai chiesto che lavoro fai.."
LEVI: "Allora chiedimelo."
EREN: "Te l'ho appena chiesto."
LEVI: "Moccioso, se mi stai facendo una domanda, allora dovrebbe esserci un punto interrogativo, alla fine della frase."
Eren sbuffo. Che razza di grammar nazi..
EREN: "E va bene, ci riprovo.. Caporale. Che lavoro fai?"
LEVI: "Caporale? Comunque ora va meglio. Lavoro nel campo dello spettacolo e dell'intrattenimento, diciamo così."
Gli occhi di Eren brillarono.
EREN: "Si, Caporale, perché a quanto sembra ti piace comandare. Davvero? Allora è per quello che ti hanno riservato un posto speciale il giorno del concerto! Wow, ti invidio, è fantastico!"
LEVI: "Non è così fantastico come credi... bhe si, forse agli inizi lo era, ma con il tempo si perde l'entusiasmo. Fare un lavoro simile... comporta anche degli aspetti negativi."
EREN: "Non so cosa darei per poter avere i vantaggi che hai tu..."
LEVI: "Moccioso, non hai letto il mio ultimo messaggio? Se proprio ci tieni, posso procurarti dei pass per il prossimo concerto dei No Name per te... e per i tuoi amici, anche per il backstage, volendo. A quanto pare resteranno in città per un bel po', dal momento che il tour è appena finito, e si esibiranno in un paio di locali."
Eren rilesse il messaggio per dieci volte, per assicurarsi d'aver capito bene. Poteva avere un pass.. poteva avere dei pass per il concerto! Gli ci volle tutta la forza di volontà che aveva in corpo per non iniziare a saltare come un pazzo su e giù per la classe, mettendosi a ballare con la professoressa.
Levi gli aveva offerto un'altra possibilità!
***
EREN: "Grazie! Grazie Levi, sei fantastico! T_T"
La risposta di Eren fece sfuggire un sorrisetto all'uomo.
LEVI: "Non c'è di che, e si, so di essere fantastico. La pausa è finita, devo andare moccioso. Sta attento alla lezione."
EREN: " >_> Si Caporale :P"
Levi bloccò il cellulare, prendendo l'ultimo sorso del suo the nero, rigorosamente non zuccherato. Quel moccioso... aveva passato la notte a pensare a quella situazione, ed alla fine era arrivato alla conclusione che doveva rincontrarlo. Voleva portarselo a letto, senza tanti giri di parole. Nessuno può dire di no ad L, era una questione di orgoglio. Ed era per via dell'orgoglio se si era spinto a dargli il suo numero, e ad avvicinarlo a lui in quella maniera. Tutto per attirarlo di nuovo tra le lenzuola.
Non c'era altra spiegazione, doveva essere così.
HEYLA' RAGAZZUOLE/I !! : ) volevo solo dirvi che spero di riuscire ad aggiornare più spesso ora... e che ho iniziato a pubblicare un libro di disegni se vi va di darci un occhiata ; )
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