INSICUREZZA
La prima cosa che Levi notò la mattina seguente, furono le braccia allacciate saldamente attorno al suo corpo, ed il calore del petto di Eren contro alla sua schiena. Si rilassò al contatto, scivolando un po' più sotto alle lenzuola, ancora in uno stato confuso di dormiveglia. Era da secoli che non dormiva così bene. Il ragazzo dietro di lui si lamentò nel sonno, stringendolo un po' di più la presa, rendendo difficile se non impossibile per lui divincolarsi. Sorrise. Sarebbe stato divertente vedere la reazione del moccioso una volta sveglio...
***
Eren sbadigliò, ad occhi chiusi. Aveva dormito fin troppo bene, in quel letto super lussuoso, senza l'intralcio dei vestiti, abbracciato a Lev- ABBRACCIATO A LEVI?! Il ragazzo si irrigidì, notando la posizione a cucchiaio in cui aveva trascinato l'uomo, pelle contro pelle. Arrossì per l'imbarazzo. Perfetto. Se ora Levi si fosse svegliato, sarebbe stata la fine per lui. Mosse appena le braccia, cercando di sfilarle delicatamente dai fianchi di Levi, le sue mani sfiorarono appena il petto e gli addominali – e o mio dio, cos'era quello, un six pack? Trattenne il respiro, quando non riuscì a resistere alla sensazione di tastare ancora quel corpo mozzafiato, un'ultima volta, prima di scostarsi definitivamente..
"Allora, ti piace quel che stai toccando?"
Eren sussultò, congelando sul posto. "Eh.. e- ecco, i-io.." balbettò, cercando di allontanarsi il prima possibile , e rimanendo invece fermo nella stessa posizione, mentre le mani di Levi bloccavano le sue e lo forzavano a mantenere il contatto con gli addominali dell'uomo. Eren percepì il sangue confluire non solo alle sue guancie, ma anche un po' più in basso, dove Eren junior incominciò presto a far notare la sua presenza, con grande imbarazzo del ragazzo, dal momento che era praticamente impossibile che Levi non se ne fosse accorto, data la posizione in cui si trovavano.
"Uhm.. Levi.. I-Io dovrei andare, a c-casa saranno preoccupati."
"Sicuro di volertene andare adesso?" Levi si voltò verso di lui, scrutandolo con il suo sguardo sexy, ma di ghiaccio.
Eren deglutì, quando le mani dell'uomo iniziarono a scivolare lungo il suo petto, sempre più in basso..
"Sicuro!" esplose, alzandosi di scatto dal letto, e precipitandosi in bagno, dove la sera prima aveva lasciato i vestiti.
Le guance di Levi si imporporarono, osservando Eren scappare via con addosso solo un paio di boxer aderenti ,per via dell'erezione che aveva cominciato a crescere e che era stata causata da lui.
"Tsk, moccioso.."
[...]
"Oi, questi sono per te." Levi lanciò sul tavolino del bar a cui erano seduti i pass per il backstage del prossimo concerto dei No Name, ed Eren li afferrò al volo.
"Grazie.. ma non credo che serviranno. Non tutti, almeno."
L'uomo lo guardò con un cipiglio sul volto, sperando d'aver capito male. Questo non voleva dire che Eren non sarebbe venuto... vero? Non aveva fatto lo sforzo di procurarsi quei pass solo per un branco di stupidi marmocchi. "Cosa?"
"Penso che ci andrò da solo." Rispose Eren. " Non mi va di avere a che fare con gli altri, per ora" aggiunse poi abbassando la voce.
Levi lo osservò attentamente, mentre una cameriera si avvicinava al loro tavolo trasportando le loro ordinazioni, posandole poi di fronte a loro. L'uomo prese un sorso dalla propria tazza di tè, afferrandola per i bordi con il pollice e l'indice.
"E per questo che sei scappato di casa?" chiese di punto in bianco.
"In parte."
Rimasero in silenzio per un po'.
"Levi, a te è mai capitato di sentirti rifiutato dalla gente che ti sta intorno?"
"Tsk. Più spesso di quanto tu possa immaginare."
Eren alzò lo sguardo dalla sua tazza, incuriosito. "Cosa intendi?"
" Da piccolo sono stato vittima di bullismo. Ho imparato a difendermi con il tempo."
Il ragazzo rimase a bocca aperta. "Non lo avrei mai detto, da come hai messo K.O. quei tizi, quella volta nel parcheggio."
"Come ho già detto, moccioso, ho imparato a difendermi."
Eren decise di lasciar perdere l'argomento, notando le sopracciglia corrucciate sulla fronte dell'uomo. A quanto pare non era un argomento di cui parlava volentieri.
" Eren. Se quella gente non ti accetta, allora non sono veri amici."
Il ragazzo rimase spiazzato. Non ci aveva sperato, ma sembrava davvero che Levi si stesse preoccupando per lui. Sorrise al suo accompagnatore. "Non credo che la cosa sia così seria, però.. grazie."
Levi rispose con un segno del capo "Di nulla" borbottò. Si alzò a sedere, estraendo il portafogli per pagare il conto. Stava per avviarsi alla cassa quando si fermò di colpo con l'aria d'aver dimenticato qualcosa di importante, quindi ritornò sui suoi passi abbassandosi su di Eren per potergli lasciare un bacio sulle labbra. Entrambi arrossirono lievemente, quando i loro occhi si incontrarono.
"Ci vediamo, moccioso. Ti aspetterò fuori, un paio d'ore prima dell'inizio, e non provare a farmi aspettare."
Eren sorrise come un'idiota . "Si! Signor Caporale!"
[...]
Eren sgattaiolò in casa, mettendosi subito con le spalle al muro, sperando di non essere notato. Gli faceva uno strano effetto doversi comportare come un ladro in casa propria, ma se voleva evitare l'ennesima ramanzina, questo era quello che toccava fare. Era sabato mattina, in teoria sua madre avrebbe dovuto essere a fare la spesa, mentre Mikasa con un po' di fortuna sarebbe stata a casa di Kari..
Si mosse con cautela, lanciando uno sguardo all'interno della cucina e trovandola vuota, così come il salotto. Salì le scale, togliendosi prima le scarpe; una volta al piano superiore controllò l'interno di tutte le stanze, trovandole nella stessa condizione di quelle al piano inferiore.
Perfetto, via libera.
Il ragazzo si rilassò, con un sospiro di sollievo. Entrò in camera sua decidendo di approfittare del momento di libertà concedendosi una bella doccia; quando gli altri sarebbero tornati a casa avrebbe potuto chiudersi di nuovo in camera, per evitare di essere disturbato, e non avrebbe potuto uscire fino a tarda sera. Non poteva fare a meno di sentirsi un po' in prigione, date le circostanze.
Prese dei vestiti puliti e si diresse in bagno, spogliandosi e lanciando quelli usati nella cesta, poi entrò nella doccia, impostò la temperatura su "tiepido", lasciando che l'acqua lavasse via tutte le sue preoccupazioni. Nella sua mente presero presto forma pensieri felici: tornò a pensare alla sera prima, a quando lui e Levi si erano ritrovati uno accanto all'altro sul divano, a quel era successo una volta a letto, a quando lo aveva baciato, e a quando LUI lo aveva baciato quella mattina stessa. Sentì le farfalle agitarsi nello stomaco. Era felice. E con felice, intendeva DAVVERO felice. Tanto che non sapeva nemmeno più cosa pensare della faccenda di L dei No Name... forse nemmeno gliene importava più. L era sexy, era dannatamente sexy e provocante, ma era qualcuno di irraggiungibile, freddo, senza sentimenti, qualcuno che avrebbe visto più sulle copertine dei CD che non nella vita reale; Levi invece era carne ed ossa, era umano ed era caldo, e nei suoi bellissimi occhi argentei Eren sapeva di poter leggere sfumature di ogni emozione più profonda. Ma soprattutto, c'erano buone possibilità che Levi contraccambiasse i suoi stessi sentimenti, anche se un paio di baci non rendevano ancora la cosa ufficiale.
Certo, sarebbe andato al concerto, ma ci sarebbe andato per incontrare il suo idolo, o perché lo aveva promesso a Levi?
Eren uscì dalla doccia e si rivestì, ancora con la mente occupata da quella domanda. Aprì la porta del bagno, e quasi si lanciò sfuggire un urlo quando si ritrovò faccia a faccia con sua madre.
"Eren Jeager."
"Mamma, mi hai fatto prendere un infarto!!"
La donna lo fulminò con lo sguardo, e credeteci, la sua espressione faceva paura tanto quanto quella di suo figlio, quando perdeva le staffe. "Dove. Sei. Stato."
"I-Io...ecco io... a-a casa di una p- persona.."
Carla sospirò e scosse la testa, la sua espressione adirata si ammorbidì. "Eri dalla tua ragazza?"
"Cos-? Oh, si, certo. Ero dalla mia "ragazza"."
La madre gli arruffò i capelli. "Non ho nulla in contrario se vuoi passare del tempo con la tua dolce metà, solo avvertimi la prossima volta. Posso capire certe esigenze di voi giovani, sai? Ma non fare più preoccupare la tua povera madre, per favore."
Eren deviò lo sguardo, a disagio per aver mentito. " Va bene, mamma. Mi dispiace."
Carla sorrise dolcemente al figlio. "Per questa volta, non ti devi preoccupare. Capisco tu sia stressato, per via della faccenda di tuo padre. A proposito, verrà a trovarci il prossimo sabato, ha chiamato questa mattina per avvertirci.
Il ragazzo sussultò. Il prossimo sabato? Anche la data del concerto dei No Name era fissata per quel giorno! "Quando verrà? Avrei dei programmi per quella sera. Vorrei andare ad un concerto con.. la mia "ragazza"."
"Mh? Oh, finalmente! Sono contenta di vedere il mio bambino uscire con qualcuno, avevo paura restassi per sempre il lupo solitario che se! Non ti preoccupare, arriverà la mattina quindi non dovrebbero esserci problemi."
Eren si sentì subito più calmo. Sarebbe iniziata come una giornata di merda, ma almeno sarebbe finita meglio.
"Oh, Eren?" Il ragazzo si girò verso la madre, che aveva iniziato a scendere le scale. "Saluta da parte mia la tua .. "ragazza", ok?
Eren iniziò ad arrossire, fino a quando non fu rosso dalla punta dei piedi a quella dei capelli.
Questo capitolo è stato iniziato in Friuli Venezia Giulia ed è stato finito in Valle d'Aosta. HA praticamente attraversato l'Italia :)
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