E' DIFFICILE DA SPIEGARE


"...Che cazzo...?"

Eren sbattè le palpebre, ritrovandosi disteso a pancia in giù sulla moquette rossa del corridoio. La testa...faceva male, l'aveva sbattuta cadendo?

Si tirò a sedere, provando ad elaborare quanto appena successo.

Già, per l'appunto, lui non ne aveva idea.. che diavolo era stato?

l'ambiente sconosciuto che lo circondava e la porta chiusa alle sue spalle sembravano urlargli che non si era trattato di un sogno.

Si portò le mani al viso.

Era stato..così..surreale.

Così improvviso.

Appena ripresosi dallo shock aveva reagito d'impulso, ascoltando il suo corpo, i suoi desideri, ma poi.. poi cosa? Perché lo aveva rifiutato? Perché?

Si alzò in piedi, notando solo in quel momento di essere a petto nudo: t-shirt e camicia erano rimasti dentro alla stanza. Si voltò a guardarla, chiedendosi se fosse stato il caso di bussare.

No, no, non poteva farlo.

Con quale coraggio, poi?

Sospirò affranto, guardando ancora una volta le proprie condizioni. Accidenti. Non poteva tornare a casa così. E poi la notte era umida, nonostante il clima fosse ormai tiepido.

Si grattò la nuca, interrogandosi sul da farsi. Forse, alla reception avrebbero potuto dargli una mano..

Dopo un paio di minuti, il ragazzo finalmente distolse lo sguardo prostrato dalla porta della camera numero 22, avviandosi alle scale e poi giù, verso l'ingresso.

***

Se n'era andato.

Il moccioso si era rialzato, si era guardato attorno spaesato, ed era restato lì fermo per qualche minuto, prima di imboccare le maledettissime scale.

Levi tirò un sospiro di sollievo, spiando da dietro l'angolo la figura del ragazzo che si allontanava.

Era rimasto sorpreso, quando si era imbattuto nel corpo senza sensi lungo disteso sul pianerottolo, mentre usciva a prendere una boccata d'aria. Dopo essere rimasto seduto per un po' sul pavimento freddo della stanza aveva fatto una doccia e si era cambiato, togliendo le bende e tornando ad indossare pantaloni di tuta, felpa, giacca, più la solita bandana che costituivano il suo abbigliamento quotidiano. Poi aveva deciso che sarebbe uscito a correre, per sfogarsi. E nel farlo, ecco che si ritrovava di nuovo davanti la causa dei suoi pensieri, che nel frattempo avrebbe dovuto essere ben più che sparita.

Inizialmente lo aveva semplicemente scavalcato, ignorandolo.

Era crudele? No, era quel che si meritava.

La doccia aveva aiutato, ma non aveva spento del tutto i suoi animi bollenti. Come aveva potuto quel moccioso...Come aveva osato rifiutarlo?

"Tsk, vedi di piantarla Levi" Si disse, accendendosi una sigaretta. "Non ha senso prendersela così tanto. Eren è solo un filo d'erba nel covone di fieno.. di tipi come lui, ne puoi avere a bizzeffe"

Cos'era? Forse perché quella sera aveva avuto particolarmente voglia? Forse perché si era anticipato tutto nella sua testa, ed alla fine era rimasto deluso? O forse perché era arrivato ad un passo dall'ottenere ciò che voleva prima il moccioso rovinasse tutto?

Qualunque cosa fosse, dopo un po' era sbollita, spegnendosi insieme alla sigaretta tra le sue dita, lasciando il posto ad un pizzico di preoccupazione nei confronti del ragazzo che non accennava a rialzarsi.

Per un attimo credette di averlo ammazzato. Non si era accorto di averlo colpito con così tanta forza, o meglio, non si era accorto che quell'idiota era caduto di testa, dopo che il sottoscritto lo aveva buttato fuori dalla camera con un calcio nel didietro. Nel momento in cui lo vide sollevarsi da terra, si rilassò. D'altronde sarebbe stato un problema nascondere un cadavere agli occhi dei paparazzi..

Seguì il moccioso giù per le scale, tenendosi a debita distanza per non poter essere notato ma restando abbastanza vicino da poter comprendere la situazione: Eren era entrato nella Hall, avvicinandosi timidamente alla ragazza dietro al bancone che in quel momento era girata di spalle, sussurrandole qualcosa. Lei si voltò, e nel farlo portò una mano alla bocca, reprimendo un urlo. Ma che cazzo aveva da gridare, quell'oca? Perché diavolo... Levi volse l'attenzione su di Eren, facendo caso al fatto che forse avrebbe dovuto tornargli almeno la camicia.

"Mh, capisco..."

La donna ormai isterica urlò un nome, agitandosi in direzione dell'ingresso. Un uomo grosso come un armadio che Levi riconobbe subito come il portiere si diresse verso i due, a passo svelto, afferrando il ragazzo con la forza e spingendolo verso un'uscita secondaria, che dava sul retro.

Per la seconda volta nel giro di un ora, Eren si ritrovò ad essere buttato fuori a calci.

***

"Ah! Accidenti!"

Eren si massaggiò il fondoschiena.

"Oi.. oi.. di nuovo, non ci posso credere.."

Bhe, doveva ammetterlo, aveva fatto una cosa stupida. Non si sarebbe dovuto sorprendere scoprendo che la donna all'ingresso lo aveva scambiato per un maniaco..

Il ragazzo si accucciò sul marciapiede, sfregandosi le braccia con le mani, cercando di riscaldarsele. Aveva indovinato, l'umidità della notte ti entrava nelle rossa, non era necessario che facesse per forza freddo. Osservò la strada di fronte a se. Era più deserta di prima. Era tardi, ormai. Che ore dovevano essere, le tre del mattino? Di sicuro, il giorno dopo si sarebbe beccato una bella lavata di capo per essere tornato a casa così a tarda notte. Tirò fuori il cellulare dalla tasca dei Jeans, trovando diverse chiamate perse un po' da parte di tutti, soprattutto di Mikasa.

Si prese il tempo per rispondere, almeno per avvisare che era vivo, non era stato rapito. Sarebbe stato davvero difficile spiegare ciò che era successo.

Un'ombra lo sovrastò all'improvviso, oscurandogli la visuale.

Eren sbuffò infastidito .

Alzò lo sguardo, pronto a snocciolare una notevole lista d'insulti, ma si bloccò di colpo. I suoi occhi incrociarono lo sguardo glaciale che lo osservava silenzioso, poco più in alto.

"Ciao, Levi!" Eren sorrise entusiasta. "Pensavo che non ti avrei più rivisto! Dov'eri finito durante il concerto? Che ci fai qui ora?"

"...Fai troppe domande." Rispose l'altro, sedendosi compostamente accanto a lui.

"Avevo un posto speciale riservato al concerto, ed ora sono qui perché mi va, punto e basta. Piuttosto, moccioso, dovresti essere tu a spiegarmi che ci fai mezzo nudo sul marciapiede di fronte ad un cinque stelle."

Eren abbassò lo sguardo, giocherellando con un sassolino tra le dita. "E'...una lunga storia."

"Tieni." Levi si tolse la giacca, appoggiandola sulle spalle del ragazzo, che lo guardò sbigottito.

"Davvero? Grazie! Grazie mille!" Sorrise il ragazzo.

"Tienila pure se ti piace. Allora, non mi vuoi dire che è successo?"

Eren gli rivolse un'occhiata avvilita. "Ho incontrato L.." rispose, abbassando lo sguardo.

L'uomo lo guardò di sottecchi. "Davvero? E non ne sei felice? "

" Si, cero, però.. ecco, è difficile da spiegare."

Restarono per un po' in silenzio, l'uno accanto all'altro, osservando i pochi pedoni passare e condividendo la quiete notturna, così pacifica, surreale. No, non fu uno di quei silenzi scomodi, dove la tensione è palpabile, non fu uno di quei silenzi che non si vede l'ora di rompere in qualche maniera. Esistono frangenti in cui è meglio tacere, e lasciar parlare le emozioni..

I minuti trascorsero in fretta. Ad un certo punto il ragazzo si alzò in piedi, scuotendosi dell'immaginario sporco dai pantaloni.

"Devo andare a casa, mi staranno già dando per morto. Grazie mille per la giacca, è stato bello rivederti." Eren si voltò verso di lui, rivolgendogli un sorriso raggiante che colpì Levi dritto al cuore.

Poi il ragazzo si voltò, avviandosi verso la fermata. Gli occhi di Levi rimasero incollati alla schiena del ragazzo, mentre questi iniziava ad allontanarsi lungo la strada.

"Aspetta!"

Cosa... che stava facendo? Perché stava fermando?.

Eren si voltò di nuovo. "Si? Cosa c'è?"

"Ho- ho cambiato idea. Dammi il tuo telefono"

Davvero, che diavolo stava facendo? Il corpo si muoveva per conto proprio, quelle parole, stavano uscendo dalla sua bocca da sole, non riusciva a fermarle..

Eren gli porse l'apparecchio senza fare domande, ma rivolgendogli uno sguardo interrogativo. Levi armeggiò un po' con il touch screen prima di tornare a rimetterglielo tra le mani.

Il ragazzo guardò lo schermo, sorridendo compiaciuto.

" Pensavo non mi avresti mai dato il tuo numero.."

e POI...UN PO' DI IGNORANZA

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