Capitolo 20

Ho le braccia avvolte attorno al collo di Nathan e mi tengo stretta a lui. Cerco di scaldarmi con il suo calore, ma continuo a tremare. Mi sento così stupida, sto rallentando i miei amici. Appoggio la testa sulla sua spalla, ma non faccio nemmeno in tempo a godermi questo momento che la sua voce rieccheggia in tutto il sotterraneo spaventandomi.
"Ragazze finalmente ci siamo!"
"Yaay" dice sua sorella entusiasta mentre batte le mani
"Abbiamo aspettato tanto questo momento e finalmente siamo qui. Certo manca un pezzo forte del gruppo, ma ce l'abbiamo fatta, siete state davvero forti ragazze." E detto questo Nathan mi stringe forte a sé e invita Connie ad aggiungersi. Rimaniamo così per qualche secondo, finché Connie non si scioglie dall'abbraccio. Faccio lo stesso ma Nathan non mi lascia.
"Nathan, mi sento un po' meglio, puoi lasciarmi" dico io
"Senti Amber, tremi ancora come una foglia, appena siamo fuori dall'acqua ti lascio e mangi qualcosa per riprenderti,
ma adesso ti porto io" mi dice lui
Così approfitto della sua strana gentilezza per stargli vicino e riappoggio la mia testa al suo torace. Sento il suo cuore battere e i suoi polmoni gonfiarsi. Mi sembra il più bel suono che io abbia mai sentito.
Alzo solo lo sguardo per leggere il cartello sopra alle nostre teste: 'capolinea sud'. Chissà se davvero c'è un luogo sicuro qui. Io lo spero davvero, ma c'è sempre una piccola vocina in fondo al mio cervello che mi dice "Amber stai facendo tutto questo per niente". Io però cerco di non ascoltarla e sperare bene.
Ci avviciniamo al bordo più alto e con qualche incertezza, Nathan sale, portandomi sempre in braccio. Arrivati alle scale che portano all'esterno, finalmente vediamo la luce del sole e Connie nel frattempo ci raggiunge saltellando qua e là felice.

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Io e la mia amica siamo sedute su una panchina appena fuori la metro, io mangio una delle poche merendine che non si sono inzuppate d'acqua, mentre lei chiede al fratello "Nathan, secondo te dove possiamo trovare questa zona sicura?"
"Non lo so sorellina. Ma non può essere molto lontana, me lo sento." Risponde lui "Ti senti meglio Biancaneve?" Mi chiede poi
"Certo" rispondo io con un leggero sorriso
Dopo questa breve pausa, ci rimettiamo in cammino senza sapere in quale direzione andare. Procediamo tranquilli finché non ci si para davanti un alto muro di cemento, percorso da una recinzione di ferro. Alla rete sono appesi molti cartelli: su alcuni ci sono scritte delle regole da seguire mentre su altri ci sono rappresenterai quelli che secondo me dovrebbero essere delle specie di stemmi. Connie ne indica uno "Ragazzi ci siamo! Questo è il segno di riconoscimento della zona sicura. Lo riconosco, ne ho sentito parlare e l'ho visto anche su qualche volantino."
Lo stemma blu davanti ai miei occhi raffigura un triangolo, al suo interno si trova uno scudo dello stesso colore e, sopra di esso c'è raffigurato uno scorpione.
"Uhm bene, da dove entriamo?" Chiedo perplessa
"Beh, scavalcare la rete non è una buona idea visto il filo spinato prima e il muro di cemento poi. Sicuramente ci sarà una porta." Risponde Nathan
Così seguiamo la recinzione finché non raggiungiamo un enorme portone di ferro verde scuro.
"Bene ci siamo" penso.
"Che dite? Ci sarà un campanello? Cioè come possiamo entrare?" Chiede Connie
"Lo scopriremo" risponde il fratello
Incuriosita, mi avvicino alla grande porta e noto un particolare agghiacciante: è leggermente aperta. Questo non promette nulla di buono. Allora la spingo leggermente con la mano, e come sospettavo, si apre.
"Ehm, non credo dovesse funzionare così." Dico demoralizzata
La mia amica si blocca e, fissando il vuoto, lascia cadere delle lacrime dai suoi occhi "Ma com'è possibile?! Mesi per arrivare qui e cosa troviamo? Un altro luogo abbandonato? Io non ne posso davvero più"
"Stai tranquilla sorellina, magari c'è ancora qualcuno qui" cerca di rassicurala Nathan
Rattristati entriamo e le sole cose che possiamo vedere sono cumuli di macerie e sangue, molto sangue. Raccogliamo le poche cose rimaste intatte come: medicine, disinfettanti e garze. Dentro ad un mobiletto ho trovato anche degli alcolici, non sono di importanza vitale, ma io comunque li ho messi nello zaino.

"Signore e signori, vecchi e bambini, io Nathan Hunt ho scoperto: la macchina magica del fuoco!" E detto questo il ragazzo tira fuori da una tasca un accendino, lo mostra al suo pubblico immaginario e fa un inchino.
"Grande! Ci sarà sicuramente utile!" Dico io
Poco dopo sentiamo un rumore che non avremmo più voluto sentire. Zombie.
"Nascondiamoci veloci" dice Nathan
Così corriamo dietro ad un mobile e vediamo quattro di quei cosi arrivare di corsa. Si guardano intorno, percepiscono la nostra presenza e, non vedendoci, urlano e danno i numeri. Continuo a chiedermi a cosa pensino, non riesco a capacitarmi del fatto che una persona da un giorno all'altro non  sia più se stessa. Comunque nel frattempo Nathan ha parlato ma non gli ho dato retta.
"Amber ci sei?" Mi chiede
"Scusa potresti ripetere? Ero sovrapensiero..."
"Pff, va bene. Allora, non sono molti ma dato che non sanno dove siamo, potresti abbatterne due con l'arco, e agli altri due ci pensiamo io e mia sorella con le pistole. Tutto chiaro?"
"Tutto chiaro capo" dico io
Prendo l'arco dalla mia schiena e posiziono una freccia. Prendo la mira, svuoto i polmoni dall'aria e lascio andare. Un colpo dritto in mezzo agli occhi di un'infetta. Gli altri tre, le si avvicinano incuriositi e iniziano a borbottare, chissà se tra loro si capiscono. Mah. Comunque preparo anche l'altra freccia e miro ad un nuovo zombie. La scocco, solo che questa volta il vento la sposta e sbaglio di poco il bersaglio.
"Merda" sussurro
Vedo Nathan alzarsi, afferrare una pezzo di legno e correre incontro agli infetti. Li colpisce uno dopo l'altro, facendo schizzare sangue scuro ovunque, finchè intorno a noi non c'è altro che silenzio.
Io e Connie usciamo dal nascondiglio "Che ti è saltato in mente?" Chiedo io al ragazzo
"Scusa, non faceva parte dei piani lo so. ma non ho resistito, avevo bisogno di sfogarmi un pochino"
Riprendo la freccia che prima ha mancato l'infetto e la rimetto nella faretra. Stiamo per continuare a perlustrare la zona quando un altro rumore attira la mia attenzione. Un rumore che non sentivo da molto tempo: il motore di un'auto.
"Connie, Nathan lo sentite anche voi vero?" Chiedo gasata
"Certo! Della civiltà finalmente! Potranno sicuramente aiutarci!" Dice Connie e appena finita la frase inizia a correre in direzione della porta d'entrata e io e Nathan la seguiamo.
La ragazza spalanca la porta e vediamo non un'auto normale, ma un furgone militare corazzato. Finalmente, finalmente siamo salvi. Non faccio nemmeno in tempo a finire questo pensiero che[...]

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