Salty
Ormai erano quasi arrivati a Salt Lake City, quasi alla fine del loro viaggio, ammesso che le Fireflies fossero davvero lì.
Joel non avrebbe mai creduto possibile che sarebbe venuto un tempo in cui avrebbe sentito la mancanza delle incessanti chiacchiere di Ellie, delle sue domande sul passato e del suo continuo stuzzicarlo. Il suo silenzio lo preoccupava, e lei si limitava a rispondere quando Joel le rivolgeva la parola, se non era così persa nei suoi pensieri da non ascoltarlo nemmeno. Gli eventi di Silver Lake l'avevano cambiata radicalmente, e Joel continuava a chiedersi se quel mostro l'avesse toccata, o peggio, prima che lui arrivasse. Avrebbe potuto domandarlo a lei, ma non ne aveva il coraggio. Joel avrebbe dovuto proteggerla. L'aveva delusa, e non sapeva come rimediare.
Il Grande Lago Salato luccicava all'orizzonte.
"Joel?".
"Hey ragazzina. Dimmi".
"È veramente salato? Il lago dico". Ellie stava tormentando le cinghie del suo zaino, tirandole e allentandole di continuo.
"Si. In realtà è così salato che in acqua si galleggia meglio che nel mare".
Ellie esitò qualche manciata di secondi.
"Possiamo andare a vedere? Prima di andare dalle Fireflies, intendo".
Joel annuì.
La piana che li separava dalla riva del lago era costellata da pozze d'acqua bassa e banchi di sabbia incrostata di sale. Ellie aveva gli occhi spalancati per lo stupore. Tutto intorno a loro regnava una quiete pallida ed irreale.
"È incredibile... sembra di essere sulla luna!" aveva esclamato.
Era corsa un poco più avanti e Joel l'aveva lasciata fare. Non c'era nessuno, ed era impossibile perderla di vista in quel posto.
A qualche decina di metri di distanza l'aveva vista accucciarsi a guardare qualcosa per terra.
Quando Joel la raggiunse, si accorse che c'era un uccello morto. Lei aveva teso una mano e l'aveva posata sul corpo incrostato di sale in una breve carezza.
Quando si era alzata, Joel l'aveva vista asciugarsi una lacrima con il dorso della mano.
"Che succede, bambina?" le aveva chiesto.
"Niente. È che c'è tanta morte. Dappertutto".
"Ellie, la morte è una cosa naturale..." aveva iniziato lui.
"Già. Sicuro. Anche il Cordyceps è naturale. Perfino io". Ellie aveva una voce dura, adulta.
"Possiamo andare a nuotare?", aggiunse poco dopo.
"Non sai nuotare ti ricordo, ragazzina".
"Hai detto che si galleggia bene. E poi, non vorrai mica far affogare il futuro dell'umanità, dico bene?". Il mezzo ghigno che aveva sul volto non le arrivava fino agli occhi.
"Che faccia tosta".
Ellie si era spogliata in fretta, rimanendo solo con la biancheria. Era entrata nell'acqua fino alla vita, sguazzando goffamente.
"Allora, mi insegni a nuotare?" urlò.
Joel la raggiunse dopo essersi tolto i vestiti, camminando lentamente.
"Non imparerai mai qui, si galleggia troppo facilmente".
"Sei noioso. Insegnami a galleggiare allora".
Lui la spinse indietro.
"Ecco, stai galleggiando" ridacchiò.
"Che stronzo!".
Ma stava ridendo anche lei. Stavolta davvero.
Minuscole goccioline costellavano la sua pelle e le sue ciglia, e scendevano dai capelli sulle sue spalle lentigginose. Il reggiseno sportivo che portava le si era incollato addosso, fin troppo rivelatore. Ellie era bella, forte come nessun'altra. Joel non aveva mai conosciuto qualcuno come lei. Non avrebbe dovuto pensare a cose del genere, ma non riusciva in nessun modo.
Giocarono nell'acqua finchè il tramonto non iniziò a calare, dimentichi della loro missione.
Il resto dell'umanità era distante, quasi inesistente. C'erano solo Joel ed Ellie, in un mondo intero fatto di sale e di prati e di foreste, di sole e di vento, di pioggia e di nuvole. Un mondo che era pieno di morte, ma anche pieno di vita.
Le Fireflies potevano aspettare un altro giorno, in fondo.
Note: Grazie come sempre a Martina <3
https://www.instagram.com/martina_huni/
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