Un buon soldato

Buon pomeriggio, semifreddi al torroncino.

Ieri notte, ispirato da una canzone, ho iniziato a scrivere una One Shot, terminata questa mattina.

È stata una cosa completamente improvvisata, ma mi sono accorto che tocca un tema in particolare che ho trattato in questa raccolta.

Ho inoltre realizzato che critico molto la scrittura di altri, senza però mostrarvi quello che faccio io.

Non ho nulla da nascondere, solo che non mi si è mai presentata l'occasione di farlo.

Spero vi piaccia come è piaciuta alle persone a cui l'ho mandata.

"Viens ici, Teddy." Il tono gentile del padre gli attraversò il corpo, come una scossa elettrica. Stava per uscire dalla sua stanza per andare a incontrare i suoi amici, per vedere una gara di macchine, promessa fatta almeno da una settimana. Non poteva mancare. Non voleva mancare. Eppure, i suoi piedi si mossero da soli, e lo portarono di fronte al genitore sul suo letto.

Sentiva di non avere più controllo sul suo corpo, quando c'era il padre intorno, e ogni suo ordine doveva essere obbedito all'istante. Abbassò lo sguardo sulla cicatrice che dal polso saliva lungo il braccio, e poi spariva sotto la manica. Sapeva bene quali fossero le conseguenze dell'insubordinazione, e non gli interessava viverle di nuovo.

Doveva obbedire. Cosa fanno i soldati? Obbediscono. Vuoi essere un buon soldato, Teddy? E allora obbedisci. Togliti quella maglietta, non farlo fare a papà. Non vuoi che lo faccia papà.

La maschera del tono dolce, invitante, come miele era una maschera subdola. Quando era più piccolo ancora ci credeva, che non sarebbe seguito il dolore, e rimaneva bruciato, ogni singola volta. La delusione scottante, la genuina sorpresa, tutte cose che ora, a sedici anni, non riusciva più a percepire, sostituite da una silenziosa rassegnazione. Sapeva che era una maschera. Che era tutto finto. Che era come un serpente sotto il pelo dell'acqua, sempre pronto a scattare e a mordere.

Scusami, Teddy, ho la mano fredda, lo so, ma lo perdoni, il tuo vecchio papà, vero? Vero che lo perdoni, Teddy? Vero che non dirai nulla ai tuoi amici, di quello che facciamo? Bravo, Teddy, sei proprio un buon soldato.

Non disse nulla quando sentì il familiare dolore bruciante provenire dalla schiena. Non poteva. Morse il cuscino, stringendo la soffice stoffa tra i denti, e chiuse gli occhi. Sarebbe tutto finito, prima o poi. Finiva sempre. Non sapeva quando, ma c'era una luce. Doveva solo aspettare in silenzio.

I soldati fanno silenzio, Teddy, altrimenti vengono subito scoperti, quindi devi stare zitto. Siamo in missione segreta, come i veri soldati, e se qualcuno ci scopre finirà molto male. Starai zitto per papà, Teddy? Sì? Bravo, bravissimo, come un buon soldato.

Le prime volte che aveva sentito un dolore del genere aveva urlato, si era dibattuto nelle braccia del padre come un animale in gabbia che tenta di scappare, si era agitato come un forsennato e quasi dette un calcio al genitore. Lui lo lasciò fare, lo lasciò impazzire e mordere e dimenarsi, in fondo, cosa avrebbe potuto fare un bimbo di dieci anni contro un uomo adulto?

Solo dopo lo aveva rimproverato, dicendo che non si era comportato da bravo soldato, che a volte queste cose capitavano e lui non poteva farci assolutamente niente, e quindi doveva reagire in silenzio. Come un vero uomo. Come un vero, bravo soldato. Gli asciugò le lacrime, lo ripulì dal sangue, lo avvolse in una coperta e gli disse che gli voleva tanto bene. E il piccolo Teddy, senza la forza di reagire, si addormentò.

Venne svegliato dalla madre, che gli aveva chiesto perché, in nome di Dio, avesse dormito nudo. La donna non ricevette mai risposta, solo il silenzio e lo sguardo in pezzi del figlio. Pensò ad un incubo, che avesse dormito male, quindi lo abbracciò, e gli disse che andava tutto bene, che ora mamma era lì, che l'avrebbe protetto e che non c'era nulla di cui avere paura.

Mes chers parents, je pars

Una voce dolce si fece strada nelle sue orecchie, e sapeva che era sua madre, di sotto, che cantava. Che coincidenza, aveva appena pensato a lei, nel suo divagare, nel suo scappare, nel suo voler allontanarsi dalla situazione.

Je vous aime, mais je pars

Ogni sera la stessa canzone. La stessa melodia. La stessa voglia travolgente di cantare. La stessa energia. Non sapeva da dove la prendesse, ma le era grato. Era una salvezza. Una piccola, minuscola distrazione.

Vous n'aurez plus d'enfants ce soir

Una consolazione lontana, al piano di sotto, che non gli faceva pensare a niente. Solo concentrarsi sulla musica, e sulle parole, le parole…

Je n'm'enfuis pas, je vole

Anche Teddy avrebbe voluto volare, farsi crescere un paio d'ali ed esplorare i cieli, raggiungere un punto che nessun uomo, prima d'ora, aveva mai osato pensare potesse esistere, vedere l'alba da vicino e respirare, poter vedere il mondo dall'alto, avere il controllo, per una volta, sulla sua vita. Sul suo corpo.

Comprenez bien: je vole

A volte si sedeva insieme alla madre, e leggeva con lei delle bizzarre storie di divinità buffe, che lui riteneva fuori dal normale e troppo fantasiose per non riderne. E ne rideva, e le prendeva in giro, ignorando le occhiatacce che gli riservava la donna. Erano momenti spensierati, dove la mano tra i suoi capelli non gli faceva venire voglia di vomitare.

Sans fumée, sans alcool

Whiskey. Intorno a lui, solo il pesante, soffocante odore di Whiskey, che invadeva le sue narici e lo opprimeva, costringendolo a premere la faccia sul letto. I morbidi cuscini bianchi fornivano almeno una specie di maschera contro l'odore soffocante dell'alcool. Familiare, così familiare.

Je vole, je vole

"Ma petite, mignonne putain, tu es mon point faible". Parole. Parole dette da un uomo, il suo eroe, parole che conosceva troppo bene, che avrebbe potuto recitare a memoria. Non ricordava una singola, stupida, misera poesia imparata a scuola, eppure quelle dannate parole se le sarebbe portate nell'anima fino alla morte. Il suo punto debole.

Elle m'observait hier

Ogni volta che si preparava per salire al piano di sopra, si sentiva gli occhi addosso, che bruciavano, si facevano sentire, come se potessero davvero ferirlo. Lui, di solito, li ignorava. Niente domande, niente risposte. Non avrebbe detto nulla: da più piccolo, perché era seriamente convinto che fossero in missione segreta, e da più grande perché non vi vedeva alcun beneficio. D'altronde, cosa sarebbe potuto succedere, se avesse tradito il padre? Sarebbe stato additato come frocio, anche dai suoi amici, e sarebbe rimasto solo. Solo, con il padre, ora con un motivo per fargli vedere un Inferno peggiore di quello che stava vivendo.

Soucieuse, troublée, ma mère

Sapeva che sua madre lo teneva d'occhio. Sapeva che lo osservava sempre, anche quando fingeva di essere impegnata. Quando stava stendendo i panni, cucinando, lavando, o semplicemente seduta sul divano, percepiva sempre il suo sguardo su di lui. Eppure, non le disse mai nulla. Non poteva distruggerla. Distruggere l'immagine di suo marito, del suo eroe, del dolce, amorevole padre di famiglia.

Comme si elle le sentait

Sospettava che sapesse qualcosa, poiché ogni volta che saliva vi riusciva a vedere, in quegli occhi scuri, sfumature di preoccupazione. Di dubbio. Di voglia di fare spenta anni prima. Di una fiamma ormai morta. E questo, questo lo terrorizzava più di ogni altra cosa al mondo. Che sua madre sapesse tutto. Che potesse rivelarlo al mondo da un momento all'altro.

En fait elle se doutait, entendait

Gli era stato chiesto, da lei, se andava tutto bene. Se avesse bisogno di qualcosa, di un confidente, di un tè caldo perché

S̶e̶i̶ ̶c̶o̶s̶ì̶ ̶p̶a̶l̶l̶i̶d̶o̶ ̶T̶e̶d̶d̶y̶ ̶v̶u̶o̶i̶ ̶u̶n̶ ̶t̶è̶ ̶u̶n̶ ̶c̶a̶f̶f̶è̶ ̶u̶n̶ ̶p̶o̶'̶ ̶d̶'̶a̶c̶q̶u̶a̶ ̶f̶o̶r̶s̶e̶ ̶m̶a̶ ̶b̶e̶v̶i̶ ̶q̶u̶a̶l̶c̶o̶s̶a̶ ̶s̶e̶i̶ ̶c̶o̶s̶ì̶ ̶b̶i̶a̶n̶c̶o̶

Non aveva una bella cera. Lui aveva rifiutato, anche alle sue insistenze, alle sue preghiere di rimanere a casa, di non uscire, perché tendeva a cacciarsi nei guai, che l'avrebbe ritrovato morto, e che non avrebbe fatto in tempo a intervenire.

Non poteva dirle che doveva uscire, per respirare, riempire i polmoni d'aria non corrotta dall'alcool e dalle lacrime, per vedere qualcuno e non pensare, non pensare a niente, non pensare alla sua situazione. Vivere il mondo.

J'ai dit que j'étais bien

Perciò, aveva detto di stare bene, di non preoccuparsi, che sarebbe rientrato prima di cena, sì, promesso, giuro, non dopo le otto, va bene mamma, sì, se non vengo chiamerai la polizia, lo so, sì, Gordie mi porterà a casa personalmente, glielo chiederò, no, non mi dimentico, ora lasciami uscire, no, non mi servono i soldi, e va bene, se insisti…

Tout à fait l'air serein

Aveva imparato anche lui, come il padre, a portare una maschera. L'aria serena, felice, spensierata come un qualsiasi ragazzo della sua età, un sorriso incollato, falso, falso, sei un bugiardo, un piccolo bugiardo, ma i soldati sono bugiardi, tutti bugiardi, non dire niente, non fare questo al tuo povero papà.

Elle a fait comme de rien

E comunque, anche se avesse avuto un qualche sospetto, venne represso immediatamente. Ciò lo riempì di sollievo, puro, semplice sollievo. Sua madre era disposta a fare finta di niente, a non indagare, e perciò lui sarebbe stato al sicuro.

Et mon père démuni a souri

Venne strappato dalle sue fantasie appena avvertì un dolore alla testa, e le scuse del padre, scusami Teddy, non volevo, mi sono fatto prendere la mano, ora stenditi meglio, non così, ecco, sulla schiena, bravo, vieni più indietro, così, così papà non ti fa più picchiare la testa, bravo, bravo soldatino.

Un moto di nausea venne represso all'istante, ma ci fu. Ora non era più girato verso i cuscini, quindi poteva sentire l'odore dell'alcool, e non poteva più mordere alcunché, a meno che non si fosse girato in modi improbabili. Ed era costretto a vedere suo padre sopra di lui, il viso di ciò che fu un eroe, celebrato come tale, e che ora sfogava la sua rabbia, i suoi istinti sepolti sul figlio.

Ne pas se retourner

Aveva pensato, a volte, di scappare, di non tornare più. Di allontanarsi dai suoi amici durante un'escursione e correre, correre via verso un'altra città, un altro paese, ovunque, tranne che a Castle Rock, in quella prigione, in quella gabbia dorata che lo soffocava, che lo teneva chiuso e non gli permetteva di muoversi, di respirare.

S'éloigner un peu plus

Forse avrebbe potuto sgattaiolare via di notte. Scivolare via dal letto silenziosamente, solo dopo che il padre fosse venuto a dormire con lui. Era bravo a sgattaiolare. Esattamente come un bravo soldato, un eccellente soldato. Silenzioso come un'ombra, che usciva di casa e iniziava a correre. E correre, correre, correre, per le sterpaglie, per i boschi, a perdifiato, fino a che i polmoni in fiamme non gli avessero imposto di fermarsi.

Il y a à Gard, une autre gare

E forse poi, con i soldi concessi da sua madre, andare a Motton. O a Rumford. O a Mexico. Non erano molto lontane da lì, in fondo. Sarebbe già stato in un'altra città, molto prima che venisse dichiarato come disperso, e poi…

Et enfin l'Atlantique

Ma non c'era nessun oceano, nessun treno per Teddy, quella notte. Solo un paio di ali di cera, che si sarebbero sciolte al primo calore del sole.

Il testo in corsivo è un pezzo della splendida canzone "Je vole", originariamente cantata da Michel Sardou, e riadattata per il film La Famiglia Belier da Louane.

Auf Wiedersehen,
Dark

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