Il fetish dello stupro

Buongiorno, semifreddi al torroncino!

Titolino controverso e argomento ancora più controverso per farmi perdonare per essere totalmente scomparso.

Ora, ogni volta che si tocca questo argomento sembra sempre che debba scoppiare una rissa nemmeno un nazista avesse gridato "Heil Hitler!" nella Germania di oggi.

E ovviamente io ci faccio un capitolo sopra, perché scornarmi con la gente è uno dei miei passatempi preferiti (scherzo sono un codardo e sulla carta evito i conflitti).

Che cosa intendo con "fetish dello stupro"?

Innanzitutto, dobbiamo prima capire cosa sia un fetish.

A quanto ci informa Wikipedia è, prima di tutto, attrazione sessuale verso qualcosa che esce dai canoni tradizionali della sessualità, come una parte del corpo, un oggetto, un'azione o un indumento.

L'altra definizione di fetish, quella che ci interessa, è usata come sinonimo di ossessione.

Ho visto, in molte storie che trattano di stupro (male), che questo atto non è trattato come il crimine disumano che è e l'atto più egoista che uno possa fare, no, ovviamente, ma è visto come un modo alternativo per conquistare una ragazza.

Perché è così che funziona, no? Prendi una ragazza, la stupri, lei si innamora di te e così vivrete nel magico mondo degli unicorni e della felicità eterna sconnessa dal mondo reale.

Inutile dirvi che non funziona esattamente così.

Prima di tutto, l'atto viene descritto in modo... strano. Nel senso, gli autori di queste cose in generale peccano nel campo delle descrizioni (per essere gentile) ma per qualche motivo di solito queste scene vengono descritte decentemente.

Non bene, decentemente.

Abbastanza da farti salire il brividino lungo la schiena, ecco.

Con questo voglio dire che sembra che si sappia perfettamente cosa succede durante uno stupro, solo che c'è il completo vuoto sul dopo. Sulle conseguenze.

Eh, sì, belli de zia, uno stupro ha delle conseguenze mica da ridere.

In ordine sparso:

1) Senso di colpa

2) Vergogna

3) Rabbia/irritabilità

4) Flashback/incubi

5) Paura del contatto

6) Senso perenne di disgusto verso il proprio corpo

E queste sono solo alcune conseguenze mentali, le più comuni, senza sfociare nel PTSD.

Ma tanto nemmeno sapete cosa sia, il PTSD.

Perché le ricerche uccidono.

Poi abbiamo anche le conseguenze dal punto di vista sociale, che possono spaziare dall'isolamento al ripudio da parte della famiglia e addirittura alla pena di morte.

Sapevate che in Pakistan fino al 2006 era richiesta la presenza di cinque testimoni maschi per provare che una donna fosse stata effettivamente stuprata?

Non fatemi partire sulle conseguenze fisiche, che possono essere più lievi, come lividi o ferite superficiali a lesioni ben più gravi che non si curano con l'amore e le coccole, amorevoli batuffoli di cotone.

Poi ci sono anche le gravidanze che tutte voi creaturine contro l'aborto sembrate dimenticarvi.

Ma lo capisco, siete troppo impegnati a dare dei mostri e delle assassine alle madri, chi ha tempo per un po' di scienza?

D'altronde finché non vi tocca personalmente non muovete un dito.

Ora che ho speso circa cinquecento parole per spiegare perché lo stupro è un atto inumano, posso passare al perché romanticizzarlo è una cattiva idea.

Nelle storie brutte sembra sempre che lo stupro sia stato causato dalla vittima, e vengono accampate scuse che non stanno né in cielo né in terra tipo "Eh ma gli ha risposto male", "Eh ma si è vestita con la gonna", "Eh ma era vestita provocante".

No.

Quanti millenni ci metteremo a capire che lo stupro è colpa solo e solamente dello stupratore? Nessuno gli sta puntando una pistola alla testa ordinandogli di andare a violentare una persona, lo sta facendo di sua spontanea volontà.

Inoltre, perché sprecare energie nel giustificarlo? Ma cosa ci guadagnate? Capisco lo stupratore, ma gli altri? Ricevete un compenso in denaro per aver insultato una vittima? Non so, ditemi voi.

E perché romanticizzarlo? Ma perché? Cosa esattamente ci trovate di figo in una persona che impone la propria volontà su un'altra senza il suo consenso?

Abbiamo già problemi enormi con le vittime che molto spesso non riescono a denunciare a causa delle conseguenze sociali, adesso stiamo tentando pure di farlo passare come qualcosa di figo? Ma siamo matti?!

No, non mi interessa se la persona che ha romanticizzato lo stupro abbia dodici anni.

L'ha fatto lo stesso. Conta poco che sia stata influenzata da fattori esterni o che non sappia come funziona o altre scuse che non stanno in piedi.

L'ha fatto e va corretta. Senza insultare, ma va corretta.

Perché lo stupro è una cosa seria. È un atto sporco e inumano che nessun essere umano degno di tale nome dovrebbe anche solo sognarsi di fare su un altro essere umano.

Non è un modo per corteggiare qualcuno.

Non è "sesso violento".

Non è figo.

È merda. È una delle cose più schifose che esistano su questo pianeta alla deriva.

Con questo non voglio dire che non dobbiate assolutamente inserire lo stupro nei vostri racconti, sarei ipocrita perché una delle mie storie gira intorno allo stupro e alla violenza in generale. Fatelo con cognizione di causa.

Sapete io quante ore della mia vita ho passato a informarmi sullo stupro? Sulle sue conseguenze? Sul PTSD?

Ve lo dico io: molte più di quelle in cui scrivo davvero.

E perché?

Perché è un tema che va trattato con rispetto, cazzo. Con rispetto, delicatezza e consapevolezza di ciò che si sta facendo.

Altrimenti non scrivete nulla.

Altra cosa: anche se la vittima prova piacere è considerabile stupro se manca il consenso. La stimolazione meccanica di zone erogene (interno cosce, genitali, inguine eccetera) provoca una reazione di piacere anche involontaria, perché il corpo umano funziona così.

Se non c'è consenso, è stupro.

Se il consenso c'era in un momento ma più avanti non c'è più, è stupro.

Se è stato fatto con una o entrambe le parti intossicate da qualcosa, è stupro.

Se vi sono minacce o intimidazioni volte al terrorizzare la vittima e non parte di un accordo precedentemente preso con il pieno consenso di entrambe le parti, è stupro.

Anche se c'è un anello al dito.

Anche se c'è la minigonna.

Anche se prima c'è stato un flirt.

Anche se la vittima aveva detto sì a precedenti rapporti sessuali.

Anche se c'è la maglietta scollata.

Anche se il "Sì" è stato ottenuto con la violenza.

Anche se la vittima non si ribella.

SE NON C'È CONSENSO, È STUPRO.

[Per tutte le presunte femministe che si sono sentite minacciate dal fatto che io abbia cercato di utilizzare termini neutri durante questo capitolo e che commenteranno: "Ma come ti permetti?! Le donne stuprate sono di più e sono più importanti!" siete una delle disgrazie di questo pianeta].

[EDIT: siccome ci sono persone che hanno qualche difficoltà a capire l'italiano:

preṡunto agg. [part. pass. di presumere, dal lat. praesumptus, part. pass. di praesumĕre]. - Che si presume, si ritiene cioè dai più, o almeno da alcuni (sulla base di congetture, di indizî più o meno validi, o anche di sole apparenze), tale quale è indicato dal sostantivo: i p. meriti, le p. colpe di una persona; il p. colpevole, i p. ladri, il p. omicida; il p. erede, o, con sign. più specifico in diritto civile, l'erede p.; dichiarazione di morte p. (v. morte, n. 1 a).

Toglietevi il mantello da supereroi e usate le vostre ditine magiche per cercare su Google, la prossima volta]

Auf Wiedersehen,
Dark

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