Daddy||Sascha Burci|| [Capitoli 1-2]

Intendo recensire questa storia due capitoli per volta.
Questa non viene aggiornata da un po', e siamo fermi al capitolo quattro dal 18 febbraio.

Escluso il prologo, una lunghissima scena di sesso, in cui lei a quanto pare è un essere soprannaturale, avendo la "pelle bianco latte". No, non è albina, per cui, mistero.

In ogni caso, il capitolo uno è prima del prologo, peccato che non ci sia nessun avviso. Il lettore deve improvvisarsi detective e capire che cosa stia succedendo.

La nostra protagonista è Irene, una sedicenne (tenetelo bene a mente che ci servirà dopo), orfana, che aspetta solo di essere adottata.
Quindi sì, siamo in un orfanotrofio. Inizia a parlare un po' delle sue amiche, che l'hanno "salvata" da quell' "Inferno di orfanotrofio".

C'è scritto che è nella sua stanza, bussano alla porta, e lei si fionda ad abbracciare le sue amiche. Io qui sono scoppiata a ridere, perché me la sono immaginata mentre picchiava la faccia contro la porta chiusa. È stato un bel momento.

Comunque, qualche personaggio misterioso la chiama e le dice che "è arrivato". Chi? Ma il nostro Daddy, Sascha! Fra parentesi, lui non è sposato, ed ho fatto delle ricerche sul fatto che una singola persona possa adottare un bambino.

Ciò che dice Google? Sì. Ma non temete, il processo dell'adozione descritto non ha alcun senso. Perché? Beccatevi la spiegazione da studiolegaleritarossi.it:
"Ecco, dunque, che una persona non coniugata, affidataria di un bambino, potrà aspirare a divenire genitore adottivo di quel bambino; semprechè, beninteso, si tratti di un minore orfano di padre e madre e il rapporto sia stabile. Spetterà al giudice, con l'ausilio degli operatori sociali, accertare se, nel caso concreto, il rapporto possa dirsi stabile e duraturo."

In una parola: CAZZATA.
Questi due non hanno un rapporto stabile e duraturo, non si conoscono nemmeno, Sascha non può adottarla!
Ma si sa che, in queste fanfiction, si fa tutto in barbissima alla legge.

Si parte con la presentazione e la descrizione di Sascha, che qui ha trent'anni (mi raccomando, tenete per bene a mente anche la sua età, è importante).

Salgono in macchina, dopo che lei ha salutato tutti, senza più spendere una parola su quelle fantomatiche amiche salvatrici.
Fin qui, è (quasi) tutto normale.

Poi le dice che deve chiamarlo papà, anzi, quando sono soli, di chiamarlo papino.
Lei deglutisce e si caga, giustamente, sotto. Dopo che la presentazione da maniaco sessuale è stata completata, lui le appoggia una mano sul ginocchio e sale fino alla coscia.
OÈ VILLANO, GIÙ LE MANI, CHE TI CASTRO SUBITO.

Irene chiede cosa stia facendo, chiamandolo Sascha, ma a lui non va bene e la corregge con "papino".
Nel giro di un capitolo abbiamo già una molestia sessuale. Record.

Lei è, giustamente, terrorizzata, e lui puntualizza che con lei può fare ciò che gli pare e piace.
MA BECCATI STO' CALCIO SUL GRUGNO E MUORI.

Scusate, continuiamo.
Questa è la fine del primo capitolo, passiamo al secondo.

Iniziamo con Irene che gli grida di toglierle le mani di dosso (brava) e cerca di levare quella mano indesiderata.

Lui la toglie e digrigna i denti come solo i cani sanno fare, e la spaventa anticipandole che a casa la punirà.

Lei ha un'altra reazione da persona normale, e grida che lui non ha il diritto di toccarla.
Sascha risponde e la chiama troietta, perché, come tutti sanno, la donna è stata creata solo per ubbidire o, come diceva un mio compagno alle elementari, "per cucinare e lavare le mutande", e se disobbedisce agli ordini del maschio alfa e dominante è una troia.

Che schifo. Voglio vedere come Irene si innamorerà di lui.
Lei è terrorizzata allo stato massimo, e lui ha pure la faccia tosta di ordinarle di ringraziarlo per averla salvata dall'orfanotrofio e per non averla punita.

Arrivano davanti ad una villetta, e ciò ci fa capire che Sascha ha il potere di guidare senza guardare. Non si sono schiantati. Peccato.

La descrizione della casa fa pena e non si capisce un emerito pene, ma non è quella la cosa importante.
Lui è un cavernicolo e per portarla in casa pensa che l'approccio giusto sia pigliarla per un braccio e trascinarla.
Irene lo minaccia di urlare se non la molla, e Sascha risponde che nessuno la può sentire, perché sono in campagna.

Ora, non so come l'autrice immagini la vita in campagna, ma sicuramente non vivi isolato. Mia nonna ci abita là, e vi assicuro che ha dei vicini, c'è del mondo civilizzato.

Ma a quanto pare il nostro Daddy vive isolato dal mondo.
Neanche il tempo di scoreggiare che viene subito portata nella stanza da letto. E via al cliché della sculacciata numerata!

Per chi non sapesse cosa fosse, il rituale della sculacciata numerata prevede che il Daddy ordini alla malcapitata di farsi sculacciare, di trattenere i più umani istinti, ovvero di non urlare, e pure di contare.
Mr Sascha Grigio ne ha previste cinquanta, e le ordina di dire "perdonami papino" per...? Per cosa? Che cazzo ha fatto Irene?! Ah sì, ha "disobbedito" all'immenso potere decisionale di Sascha.
Lei tenta di dimenarsi, e lui parte con il primo schiaffo.

Basta. Questi sono i primi due. Già mi sento male e non ne posso più.
Abbiamo, concentrati in due capitoli, molestie sessuali (perché Irene non gli ha dato il permesso di metterle una mano sulla coscia!), sequestro di persona (è illegale ciò che ha fatto Sascha! Non potrebbe adottare Irene!) e violenza.
Non so cosa avesse in testa l'autrice, ma so bene che non è per nulla legale ciò che sta facendo Sascha a Irene. È violenza. Pura e semplice. Le storie Daddy in generale sono violenza.
Avevo in programma di recensire quattro capitoli, ma non ho retto.

Auf Wiedersehen,
Dark

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