Capitolo 8
Harry
La mattina seguente mi sveglio completamente attaccato ad una persona che evidentemente è rimasta tutta la notte con me.
All'inizio penso che sia una delle mie tante conquiste, ma quando la vedo, mi rendo conto che è la mia Noemi.
E' bellissima quando dorme.
Mi muovo sotto di lei cercando di non svegliarla e vado a farmi una doccia; decido al suo risveglio di farle trovare una bella colazione a base di frutta, toast e succo di frutta.
"Buongiorno". La sua voce ancora assonnata mi fa fare un sussulto, non mi aspettavo che si svegliasse così presto.
"Buongiorno brunetta". La mia voce perde un po' di tranquillità e spensieratezza e la mia mente inizia a fare mille viaggi.
Non posso permettermi di affezionarmi a lei; devo trovare il modo di tenermela il più lontano possibile.
Il mio subconscio ha deciso di mettermi a dura prova; non la conosco, non ci ho mai condiviso nulla se non un pezzo del mio passato in un momento in cui non ero lucido.
Non posso e non voglio affezionarmi a lei, anche se sento che siamo così simili.
Ci sistemiamo per fare colazione e una volta finito, la riaccompagno a casa.
Devo dire che stanotte è stata molto gentile a rimanere con me e a non lasciarmi solo, ma forse era meglio che non tornasse indietro. Non voglio che pensi che adesso il nostro rapporto si sia stabilizzato e che quindi possiamo definirlo un qualcosa, anche una semplice amicizia.
Tra me e lei non dovrà esserci niente, me lo ripeto di continuo.
Ho raggiunto il mio obiettivo, se così può essere chiamato; ho dimostrato a me e a lei che faccio un certo effetto sulle ragazze e che quindi è difficile starmi lontano.
Il viaggio di ritorno a casa sua è molto silenzioso, nessuno osa aprire bocca per parlare di quanto successo la sera precedente; sono le 10:30 di mattina quando arriviamo davanti alla porta di casa sua.
Con un filo di imbarazzo nella sua voce mi saluta, arrossisce ed entra nella villetta.
Adesso che se ne è andata posso tirare un sospiro di sollievo, non sarei stato in grado di affrontare nessun discorso sentimentale, non lo sono mai.
Il mio obiettivo non è più quello di portarmi a letto Noemi, anche se un briciolo di insoddisfazione rimane impresso nella mio corpo e nella mia mente, bensì quello di togliere la sua immagine dalla mia testa usando una delle mie strategie: ricontattare una delle mie ex amanti, Alexia, che ha sempre avuto un talento innato nel soddisfare i miei bisogni.
La classica ragazza bionda, alta, con delle forme mozzafiato e degli occhi di un azzurro cielo tanto bravi a manipolare quanto profondi.
Decidiamo di incontrarci alla spiaggia, nella parte che costeggia il molo; in questo modo magari sarò in grado di trovare la lucidità persa e quello che ero prima dell'inizio dell'estate, prima di incontrare cerbiatto.
Anche se ci conosciamo da poco, mi sembra davvero di conoscerla da una vita e mai e poi mai avrei pensato un giorno di fare questi pensieri su una ragazza. Non ho mai creduto nell'amore, quello vero e puro, e non credo che Noemi sarà mai in grado di farmi cambiare idea nonostante sembri che stia piantando delle radici dentro di me.
In ogni caso non glielo permetterei.
Noemi
Il viaggio in macchina con Harry è talmente silenzioso che mi mette a disagio; non ho il coraggio di parlare di quello che è successo ieri sera, ma credevo che sotto certi aspetti, fossimo diventati più intimi.
Mi dimentico però, che è sempre Harry; e Harry non sai mai come prenderlo.
Arrivo a casa e mi fiondo in doccia. La serata di ieri è stata stancante e stressante, devo trovare il modo di rilassarmi; il sudore, l'alcool, tutto quel trucco che avevo in faccia. E' arrivato il momento di spazzare via tutto, persino i pensieri ossessivi che ormai sono diventati parte integrante delle mie giornate.
Quando mi spoglio, un profumo mischiato a menta e muschio si diffonde per la stanza procurandomi una stretta al cuore. Il profumo di Harry è su di me tanto quanto è su di lui di solito.
E comunque, era scontato. Se ho dormito a casa sua e con la sua maglia, era logico che sapessi di lui.
Scaccio tutti i pensieri che mi riportano al ricciolo e alle poche cose condivise insieme ed entro in doccia. L'acqua riesce a rilassarmi i muscoli intorpiditi e una volta uscita mi vesto per andare a correre.
Scendo le scale e mentre mi preparo una tazza enorme di caffè Sofia entra dalla porta.
"Buongiorno occhi blu, vuoi del caffè?". Le dico; quando la vedo sono sempre di buon umore e i brutti pensieri lasciano spazio al bene che provo per questa ragazza.
"Buongiorno, si grazie".
Oggi sembra meno stanca, magari stanotte è riuscita a farsi qualche ora di sonno in più.
Mentre prendiamo il caffè parliamo del più e del meno, mi dice che sarebbe dovuta andare a comprare qualche costume da bagno perché non ne aveva più in previsione della nostra partenza, decido quindi di accompagnarla e rinunciare alla mia solita corsa Dagon che anche io ho bisogno di fare nuovi acquisti.
Usciamo per le bellissime e affollate strade di Londra entrando in tutti i negozi le cui vetrine ci ispiravano. Ci proviamo vestiti, costumi, scarpe, gioielli; ci proviamo tutto ciò che ci piace e compriamo talmente tanta roba che riportarla a piedi a casa sarà un'impresa per entrambe.
Ne avevo proprio bisogno di una giornata insieme a lei, spensierata, tranquilla.
Fatte le nostre compere optiamo per pranzare fuori, decidiamo di andare da Poppys invitando il resto del gruppo.
Le mie amiche non stanno nella pelle, esigono di sapere cosa sia successo ieri sera che mi ha fatto andare via, e cercano nel frattempo di estrapolare quante più informazioni possibili della nottata tra Niall e Sofia.
Sono proprio delle pettegole!
"Ragazze calme, non vi preoccupate. Sono andata via soltanto perché ero stanca e non me la sentivo di stare ancora alla festa.
Ormai lo sapete che non sono una tipa da super serata e che fa l'alba come voi! Io sono vecchia dentro!"
Sofia invece, nonostante prima non volesse raccontare a nessuno di lei e Niall, ci racconta in modo un po' troppo dettagliato tutto quello che succede quando sono insieme.
"Io ragazze mi sto innamorando di Niall; non vi rendete conto. L'ho visto solo poche volte ma con lui sto benissimo.
Mi tratta in modo spettacolare e sembra che abbia occhi solo per me anche se ancora devo conoscerlo meglio, ma spero in un futuro insieme a lui. Non so se è della mia stessa idea e se parla con gli altri ragazzi nello stesso modo in cui io parlo con voi, ma so che mi piace tantissimo".
Mentre parla le si illuminano gli occhi; spero che abbia trovato la persona giusta per lei e che non la faccia soffrire. Non se lo merita.
Il resto del pranzo prosegue in modo più tranquillo. Nessuna domanda scomoda mi viene fatta, quindi non sono costretta a mentire.
Il tempo vola quando sto con loro, è già metà pomeriggio e devo andare a correre.
Le saluto dando i miei acquisti a Sofia, ci penserà lei a riportarmeli a casa, in un modo o nell'altro. Mentre le saluto, loro cambiano direzione per andare in gelateria, io invece mi dirigo verso il porto.
Il porto. Scelgo sempre il porto perché è il luogo in cui mi sento più al sicuro, in cui la mia corsa sfoga tutta la frustrazione che vive ogni giorno con me, perché proprio lì riesco a ritrovare me stessa.
Amo il mare, amo ogni aspetto, il rumore, l'odore, il colore. È sempre stato la mia ancora di salvataggio quando le cose andavano sempre peggio.
E' un po' lontano da dove sono io, ma ho bisogno di correre.
Dopo un'ora di alternanza tra corsa e camminata, raggiungo la spiaggia; oggi il sole splende nel cielo e un po' di persone sono sdraiate lì ad abbronzarsi.
Mi godo un po' la bella vista del mare, quando voltandomi verso la scogliera che volevo raggiungere intravedo una figura e mi rendo conto guardando bene, che è Harry. I suoi riccioli sono inconfondibili.
Quando mi avvicino per vedere meglio, noto che nella sua direzione sta andando una ragazza alta e bionda. Ondeggia con i fianchi e sculetta molto di più di quanto dovrebbe.
Gli butta le braccia al collo, bensì lui sia girato di spalle; rimango ad osservare la scena. Harry in un colpo solo si gira, portandosela in collo e non capisco cosa stia facendo. Me ne rendo conto nel momento in cui le loro labbra si incontrano.
E' fidanzato?
È fidanzato ed io sono rimasta per ben due notti intere insieme a lui? Mi sono fatta portare sulla sua barca, abbiamo condiviso il nostro passato, gli ho fatto compagnia quando era troppo fragile per stare da solo, e lui è fidanzato?
Per non piangere mi mordo fortissimo il labbro e l'interno della guancia; non volendo indietreggio, fino a colpire con la schiena qualcuno.
Sono sempre stata tanto emotiva, ma non fino al punto di rischiare di piangere ogni volta che mi fa qualcosa di brutto.
Mi scuso e inizio a correre.
Continuo la mia corsa verso una meta ancora da definire, ma sono sicura che adesso in queste condizioni non posso tornare a casa; nel viso mi si leggono troppe emozioni e purtroppo non tutte positive, non voglio mettermi a spiegare a Sofia tutto quanto, tutto quello che è successo e specialmente che ci ho già condiviso il letto ben due volte.
Corro, corro, corro, fino a non sentire più le gambe.
Harry
Alexia mi bacia e non mi aspettavo una cosa così improvvisata, ma va bene così.
Purtroppo o per fortuna mentre Alexia mi bacia, scorgo in piedi sulla spiaggia una figura esile che mi guarda: Noemi(?).
In meno di un secondo indietreggia e poi inizia a correre.
Non so se corre per il comportamento che ha visto in me o soltanto perché deve continuare il suo giro, ma decido di non pormi questo problema.
Io e Alexia ci dirigiamo al porto, dove la mia barca è stata ormeggiata al rientro con Noemi; ci divertiamo un po' insieme, bevendo, facendo il bagno in piscina, prendendo il sole e portandomela a letto, di continuo e di continuo.
Per diverse ore riesco a non pensare a Noemi. Che il mio piano per dimenticarla stia funzionando?
Scaccio i miei pensieri nel momento stesso in cui caccio Alexia; adesso non mi va di averla intorno, ciò che doveva fare l'ha fatto. Mi ha dato un motivo di sfogo, ha appagato la mia malsana voglia di sesso.
Per fortuna qui in barca ho molti vestiti perché guardando l'ora noto che sto facendo un discreto ritardo per incontrare gli altri ragazzi del gruppo, mangio e mi vesto qui ed esco direttamente.
La mia mente adesso che è più lucida torna a tormentarsi da mille domande.
Ho fatto bene a spassarmela con Alexia?
E se Noemi non mi avesse visto avrei meno dubbi?
E se avessi fatto del male a Noemi? Magari si aspettava che la seguissi. Oppure nemmeno sa che l'ho vista, oppure si.
Tutte queste domande non fanno altro che male alla testa. Accantono i miei pensieri ribadendo a me stesso che questo sono io e lo sarò sempre, indipendentemente da chi mi troverò davanti.
Noemi
Sono già le 19:30 e avevo promesso alle mie amiche che anche stasera saremmo uscite, se non mi muovo a tornare a casa, farò tardi e loro se la prenderanno con me.
Non posso sopportare anche una discussione con loro oggi; decido di chiamare un taxi, sono troppo stanca per farmela a piedi, ne la mia mente ne il mio fisico sono in grado di portarmi a casa.
Fortunatamente per le 20 circa, sono davanti alla villetta; il tempo di entrare che sono subito sotto la doccia. La disperazione si fa largo dentro di me e le lacrime che scendono dal mio viso si confondono dal getto dell'acqua.
Passo più tempo del previsto a piangere sotto la doccia;
ma perché dovrei farlo?
Perché devo piangere per una persona insensibile come Harry?
Perché proprio per lui?
Lui non merita niente di me e non potrò mai aiutarlo ad uscire dal suo profondo tunnel di paure, insicurezze e quant'altro;
mi arrendo.
Avevo creduto che quei piccoli momenti che avevamo condiviso avessero dato un nuovo sapore al nostro rapporto, ma mi sbagliavo.
Anche se non ho mai capito realmente cosa mi tenesse legata a lui, sentivo che qualcosa dentro mi diceva di restare, di conoscerlo a fondo.
Ero stata proprio una stupida a passare con lui due serate, ingenua e immatura. Avevo sbagliato e solo ora me ne rendevo davvero conto.
Io ed Harry non arriveremo da nessuna parte, è sempre meglio stroncare un rapporto sul nascere prima che uno dei due sia troppo coinvolto e stia male; e di solito, quella troppo coinvolta finisco per essere sempre e solo io.
Alle 22:00 sono pronta, la vista delle labbra di Harry sul corpo di un'altra ragazza ha tirato fuori il meglio di me, sono una figa pazzesca. Cancellerò il ricordo delle nostre due uscite, volente o nolente.
Ho un paio di tacchi bianchi, un jeans corto nero e vita alta, un top abbinato alle scarpe e una borsetta piccola nera. Sulle mie labbra un rossetto rosso fuoco contorna e rende un po' più aggressivo il mio look e le mie guance sono contornate da una sfumatura di rosa chiaro e illuminante. Negli occhi ho messo la matita e l'eye-liner.
Mi sento bella e stasera niente e nessuno mi vieterà di bere così tanto da sentirmi male.
Forse uscire con le mie amiche mi sta influenzando troppo; prima l'odore dell'alcool nemmeno riuscivo a sentirlo e ora aspetto di uscire solo per quello.
Come cambiano velocemente certe cose!
Cerco di convincermi di voler bere perché mi piace, ma la mia mente vaga su un'altra cosa. Harry.
Magari l'alcool riuscirà ad offuscare i miei pensieri e a metterli a tacere per una volta.
Quando entriamo nella discoteca, parte una delle mie canzoni preferite. Prendo subito le mie amiche e le trascino in pista a ballare; l'alcool potrà aspettarci ancora.
Il posto è enorme, tre sale da ballo ognuna con un genere musicale diverso si estendono davanti e ai miei lati; la discoteca, illuminata solo dalle luci soffuse rosse che creano un'atmosfera bellissima mentre si muovono, è piena di ragazzi della mia età. Le loro facce sono difficili da decifrare, il buio prevale rispetto alla luce e questo mi fa sentire un po' meno in imbarazzo.
Alla destra del lo are un enorme bar si estende su tutta la fiancata del muro, quattro baristi sono impegnati nel fare i drink.
Quando inizio ad avere caldo e sete, vado verso il bar e ordino un drink fatto esclusivamente di vodka liscia; le mie amiche sono sconcertate dal mio cambiamento, lo percepisco dai loro sguardi, ma con un gesto della mano le ammonisco, intimandogli di stare zitte.
Sono forse al quarto bicchiere di vodka quando un gruppo di ragazzi si avvicina a noi; ci tengono compagnia ballandoci intorno; di solito odio questi tentativi di approcci, ma diamine sono giovane, un po' di divertimento non ha fatto mai male a nessuno e poi non è detto che io debba per forza andarci a letto, non lo farei mai.
Prendo un ragazzo, abbastanza alto, sicuramente più di me ed inizio a ballare con lui.
In lontananza mi sembra di vedere gli occhi verde smeraldo di Harry che non smettono di fissarmi, mi convinco che sia un'illusione e torno a ballare con lo sconosciuto dietro di me.
La discoteca, il caldo, il sudore delle persone e l'aria chiusa sono aspetti a cui ancora mi devo del tutto abituare, stanca e con il mal di piedi informo le mie amiche che sarei andata a prendere qualcos'altro da bere.
Il caldo sta diventando davvero insopportabile e non sopporto la gola che si sta seccando sempre di più.
Mi allontano dalla pista da ballo e ordino un bicchiere di gin lemon: ormai ho perso il controllo, non so quanti drink io mi sia bevuta e me ne rendo conto grazie alle mie gambe che sembrano aver preso vita propria.
Quando il barista mi porge il bicchiere, un braccio sopra la mia testa lo afferra prima che lo faccia io: mi giro, lamentandomi e trovandomi Harry che mi fissa. Il suo sguardo è penetrante, ma anche molto incazzato; i suoi occhi percorrono tutto il mio corpo e dalla sua bocca noto un segno di approvazione di mio outfit.
E menomale che era sono un'allucinazione Noemi, cazzo! Impreco nella mia testa.
Saltando cerco di recuperare il mio bicchiere, ormai con la cannuccia infilata nella bocca di Harry, alzo gli occhi al cielo, scocciata.
Mentre sto per girarmi e ordinare un altro drink, una mano forte e molto più grande della mia mi afferra per un braccio trascinandomi fuori dalla discoteca, fottuto Harry!. E' troppo forte e più alto di me, non riesco a mantenere il suo passo spedito e quasi cado con la faccia per terra.
Quando se ne accorge mi solleva e mi porta in collo in un posto appartato. I suoi occhi gelidi mi provocano un brivido per tutta la schiena; la sua mascella è tesa e le sue labbra sono screpolate. Probabilmente per via della sua amichetta.
Sospirando alzo di nuovo gli occhi al cielo, sto per andarmene e lasciarlo lì, ma mi attira con tutta la forza al suo petto.
"Dove pensi di andare?". Il suo tono è arrabbiato, nervoso, distaccato.
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